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«Direi che è abbastanza.» Galloway ora sorrideva. «Grazie professore. Lei ha ragione, naturalmente.»

A quel punto, Langdon capì di essere stato preso in giro. Il decano lo sapeva già.

«Il punto cerchiato è il simbolo per antonomasia degli antichi misteri» proseguì Galloway continuando a sorridere tra sé. «Per questo motivo mi sembra probabile che la sua presenza in questa scatola non sia una semplice coincidenza. La leggenda vuole che i segreti della mappa siano nascosti in dettagli infinitesimali.»

«D’accordo» concesse Katherine. «Supponiamo che questo simbolo vi sia stato messo intenzionalmente: ci serve o no a decifrare la mappa?»

«Poco fa lei ha detto che sul sigillo di ceralacca che ha spezzato c’era l’impronta dell’anello di Peter, vero?»

«Sì.»

«E anche che lo ha con sé. Giusto?»

«Sì.» Langdon estrasse dalla tasca la busta di plastica e tirò fuori l’anello, posandolo davanti al decano.

Galloway lo prese e cominciò a saggiarne la superficie. «Questo anello è un pezzo unico. Fu realizzato insieme alla piramide e, per tradizione, viene portato dal massone incaricato di custodirla. Stasera, quando ho sentito il cerchietto con il puntino al centro sul fondo della scatola, mi sono reso conto che anche l’anello fa parte del symbolon.»

«Lei crede?»

«Ne sono sicuro. Peter è il mio più caro amico e ha portato questo anello per molti anni. Lo conosco bene.» Porse il gioiello a Langdon. «Lo osservi anche lei.»

Langdon lo prese e lo esaminò, facendo scorrere le dita sulla fenice a due teste, sul numero 33, sulle parole ordo ab chao e anche sul motto "Tutto sarà rivelato al trentatreesimo grado". Non trovò nulla. Poi, mentre accarezzava il lato esterno della fascia d’oro, si fermò di colpo. Sorpreso, girò l’anello e ne guardò la parte inferiore.

«L’ha trovato?» chiese Galloway.

«Credo di sì. Sì!» esclamò Langdon.

Katherine avvicinò ancora di più la sedia. «Che cosa?»

«Il segno del grado» rispose Langdon mostrandoglielo. «È così piccolo che quasi non si vede, ma al tatto si sente benissimo. Come una specie di incisione circolare.» Era al centro, nella parte inferiore della fascia e… sembrava proprio della stessa dimensione del simbolo in rilievo che si trovava sul fondo della scatola quadrata.

«Coincidono?» Katherine si avvicinò ancora di più, emozionata.

«C’è un solo modo per scoprirlo.» Langdon prese l’anello, lo mise nella scatola e lo allineò al cerchio. Premette leggermente e il cerchio in rilievo della scatola si incastrò nell’incavo dell’anello. Si sentì un clic, lieve ma distinto.

Trasalirono tutti e tre.

Langdon aspettò, ma non successe nulla.

«Allora?» domandò il decano.

«Niente» rispose Katherine. «L’anello si è incastrato nella scatola. Tutto qui.»

«Nessuna grande trasformazione?» Galloway era perplesso.

Non abbiamo ancora finito, pensò Langdon osservando la decorazione a sbalzo dell’anello, che comprendeva una fenice a due teste e il numero 33. Tutto sarà rivelato al trentatreesimo grado. Pensò a Pitagora, alla geometria sacra, agli angoli e ai triangoli. Si chiese se la parola "grado" non andasse intesa in senso matematico.

Lentamente, ma con il cuore che batteva più in fretta, infilò la mano nella scatola, afferrò l’anello e cominciò a ruotarlo lentamente verso destra. Tutto sarà rivelato al trentatreesimo grado.

Lo ruotò di dieci gradi… venti gradi… trenta gradi…

Quello che successe subito dopo Langdon non avrebbe mai potuto immaginarlo.

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Trasformazione.

Galloway sentì, e quindi non ebbe bisogno di vedere.

Seduti di fronte a lui, ammutoliti dallo stupore, Langdon e Katherine stavano senza dubbio guardando il piccolo cubo di pietra che, con un rumore secco, aveva appena cambiato aspetto sotto i loro occhi.

Il decano non potè fare a meno di sorridere. Si aspettava qualcosa del genere e, sebbene ancora non sapesse che ruolo poteva avere quello sviluppo nella soluzione dell’enigma della piramide, era pronto a cogliere al volo l’occasione di insegnare qualcosa a un esperto di simbologia venuto nientemeno che da Harvard. «Professore» disse «pochi sanno che i massoni venerano la forma del cubo. Noi lo chiamiamo ashlar, "pietra squadrata", perché è la rappresentazione tridimensionale di un altro simbolo, molto più antico, bidimensionale.» Non c’era bisogno di chiedere all’illustre accademico se avesse riconosciuto il simbolo che si trovava ora sulla scrivania. Era uno dei più famosi al mondo.

La mente di Robert Langdon era affollata da mille pensieri, mentre osservava il nuovo aspetto della scatola. Non avevo idea… Un attimo prima vi aveva infilato la mano e aveva ruotato delicatamente l’anello massonico. Arrivato a trentatré gradi di rotazione, il cubo si era trasformato all’improvviso sotto i suoi occhi, aprendosi di colpo: le cerniere nascoste che tenevano insieme la scatola si erano sganciate e le facce del cubo erano cadute rumorosamente sul piano della scrivania.

Il simbolo perduto - pic_21.jpg

Il cubo è diventato una croce, pensò Langdon. Alchimia spirituale.

Katherine contemplava allibita il cubo disfatto. «La piramide massonica ha a che fare con… il cristianesimo?»

Per un attimo, anche Langdon si era posto quella domanda. In fondo, il crocifisso era un simbolo rispettato nella fratellanza e sicuramente molti massoni erano di fede cristiana. Tuttavia c’erano anche massoni ebrei, musulmani, buddhisti, indù e persino molti per i quali Dio non aveva nome. Gli sembrava strano che quello fosse un simbolo cristiano. Poi si era ricordato del vero significato della croce.

«Non è un crocifisso» disse Langdon alzandosi in piedi. «La croce con in mezzo il punto cerchiato è un simbolo duale: due simboli fusi insieme a formarne uno solo.»

«Cosa stai dicendo?» Katherine lo seguiva con gli occhi mentre camminava per la stanza.

«La croce divenne un simbolo cristiano solo nel quarto secolo» spiegò Langdon. «Prima di allora veniva usata dagli egizi per rappresentare l’incontro fra le due dimensioni: umana e celeste. Come sopra, così sotto. Era una rappresentazione visiva del momento in cui uomo e Dio diventano un tutt’uno.»

«D’accordo.»

«Il p u n t o cerchiato, c o m e sappiamo, ha molteplici significati» continuò Langdon. «Uno dei più esoterici è la rosa, il simbolo alchemico della perfezione. Ma, se si mette una rosa al centro di una croce, si ottiene un simbolo completamente diverso.»

Galloway si appoggiò allo schienale della sedia, sorridendo. «Oh, bene. Ora sì che comincia a ragionare.»

Anche Katherine si alzò in piedi. «Che cosa mi sono persa?»

«La croce con la rosa al centro» spiegò Langdon «è un simbolo diffuso nella massoneria. Nel rito scozzese esiste addirittura il grado di "cavaliere rosa-croce", in onore degli antichi rosacrociani che contribuirono alla filosofia mistica massonica. Forse Peter te ne ha parlato. Decine di grandi scienziati erano rosa-crociani: John Dee, Elias Ashmole, Robert Fludd…»

«Certo» disse Katherine. «Ho letto i Manifesti dei rosacroce, nel corso dei miei studi.»

Tutti gli scienziati dovrebbero leggerli, pensò Langdon.

L’ordine dei rosacroce, a cui si è ispirato l’Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis, fu un movimento misterioso che influenzò profondamente la scienza e che aveva singolari analogie con la leggenda degli antichi misteri… tramandata nei secoli e accessibile solo a pochi eletti. L’elenco dei rosacrociani illustri nella storia è una sorta di catalogo di luminari delle epoche passate: Paracelso, Bacone, Fludd, Cartesio, Pascal, Spinoza, Newton, Leibniz.

Secondo la loro dottrina, l’ordine era costruito su "verità esoteriche del passato", verità che dovevano essere tenute nascoste "all’uomo comune", attraverso le quali si poteva giungere a conoscere il "regno spirituale". La rosa fiorita su una croce elaborata, simbolo della fratellanza rosacrociana, era l’evoluzione del molto più semplice simbolo iniziale: una croce con al centro un punto cerchiato, rappresentazione stilizzata della rosa.

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