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«Be’, io non credo proprio…»

«Non è questo il punto. Qualunque cosa lei creda, quell’uomo potrebbe pensare che la piramide massonica sia reale.»

«Quell’uomo è pazzo! Può benissimo essere convinto che L’SBB 13 sia l’accesso a una gigantesca piramide sotterranea che contiene tutte le conoscenze perdute degli antichi!»

Sato rimase perfettamente immobile, lo sguardo implacabile. «Professore, la crisi che devo affrontare questa sera non è affatto una favola. È molto reale, glielo assicuro.»

Tra i due scese un silenzio gelido.

«Direttore?» chiamò Anderson indicando un’altra porta distante tre metri. «Ci siamo quasi, se desidera continuare.»

Sato finalmente distolse lo sguardo da Langdon e fece segno a Anderson di andare avanti.

Seguirono il capo della sicurezza attraverso la porta, oltre la quale si trovarono in uno stretto passaggio. Langdon guardò a sinistra e poi a destra. Stiamo scherzando?

Si trovava nel corridoio più lungo che avesse mai visto in vita sua.

31

Mentre si lasciava alle spalle le luci brillanti del Cubo ed entrava nell’oscurità fredda del vuoto, Trish Durine avvertì l’abituale scarica di adrenalina. La guardia all’ingresso dell’SMSC aveva appena chiamato per avvertire che l’ospite di Katherine, il dottor Abaddon, era arrivato e aspettava di essere accompagnato al modulo 5. Trish si era offerta di andare ad accoglierlo, soprattutto per curiosità. Katherine aveva detto pochissimo dell’uomo che sarebbe venuto a trovarle, e lei era incuriosita. A quanto pareva, si trattava di una persona di cui Peter Solomon si fidava completamente. I Solomon non invitavano mai nessuno nel Cubo. Questa era una prima assoluta.

Spero che non abbia problemi nell’attraversamento, pensò Trish camminando nel buio gelido. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che il VIP di Katherine si lasciasse prendere dal panico vedendo cosa avrebbe dovuto fare per raggiungere il laboratorio. La prima volta è sempre la peggiore.

La prima volta di Trish risaliva a circa un anno prima. Aveva accettato l’offerta di lavoro della dottoressa Solomon, aveva firmato un accordo di segretezza e poi Katherine l’aveva accompagnata a visitare il laboratorio all’SMSC. Le due donne avevano percorso la Strada in tutta la sua lunghezza ed erano arrivate davanti alla porta metallica contrassegnata dalla scritta MODULO 5. Anche se Katherine aveva cercato di prepararla descrivendole la posizione remota e isolata del laboratorio, Trish era rimasta disarmata davanti a ciò che aveva visto quando la porta si era aperta con un sibilo.

Il vuoto.

Dopo aver varcato la soglia, Katherine aveva percorso qualche passo in quel buio perfetto, quindi le aveva fatto segno di seguirla. "Fidati di me. Non ti perderai."

Trish si era immaginata a vagare nell’oscurità più totale in un ambiente vasto quanto uno stadio; solo all’idea, aveva cominciato a sudare.

"C’è un sistema di orientamento per rimanere sulla rotta giusta" aveva spiegato Katherine indicando il pavimento. "A bassissima tecnologia."

Socchiudendo gli occhi, Trish aveva guardato in basso. Le ci volle qualche secondo per distinguere il pavimento di cemento grezzo nella penombra e individuare la passatoia che si snodava come una strada, perdendosi nel buio.

"Devi vedere con i piedi" aveva aggiunto Katherine, voltandosi e cominciando a camminare. "Stammi dietro."

Mentre Katherine scompariva davanti a lei, Trish aveva soffocato la paura e l’aveva seguita. È una follia!

Aveva fatto appena qualche passo quando la porta del modulo 5 si era richiusa alle sue spalle, bloccando all’esterno l’ultima debole traccia di luce. Con il battito accelerato, Trish si era concentrata sulla passatoia. Avventuratasi di poco in avanti, aveva sentito l’esterno del piede destro toccare il cemento. Sorpresa, aveva istintivamente corretto la traiettoria verso sinistra, riportando entrambi i piedi sul morbido.

La voce di Katherine si era materializzata davanti a lei nel buio, le parole quasi inghiottite dall’acustica di quell’abisso. "Il corpo umano è stupefacente. Se lo privi di uno stimolo sensoriale, intervengono quasi all’istante gli altri sensi. In questo momento, i nervi dei tuoi piedi si stanno letteralmente ’risintonizzando’ per diventare più sensibili."

Meno male, aveva pensato Trish correggendo di nuovo la rotta. Avevano camminato in silenzio per un lasso di tempo che le era sembrato un’eternità. "Quanto manca ancora?" aveva domandato.

"Siamo circa a metà strada." La voce dì Katherine le era sembrata ancora più distante.

Trish aveva accelerato il passo, sforzandosi di mantenere il controllo, ma si sentiva come se quel buio avesse potuto sommergerla. Non vedo a un palmo di naso! "Katherine, come faccio a sapere quando devo fermarmi?"

"Lo capirai tra un momento" era stata la risposta.

Era passato un anno, da allora, e adesso Trish era di nuovo sola nel vuoto e camminava nella direzione opposta per raggiungere l’atrio e dare il benvenuto all’ospite del suo capo. L’improvviso cambiamento nella consistenza della passatoia sotto i piedi le comunicò che era arrivata a tre metri dall’uscita. Il warning track, la pista di avvertimento: era così che Peter Solomon, appassionato tifoso di baseball, chiamava quell’ultimo tratto. Trish si fermò e tastò la parete finché trovò la fessura. Inserì la sua chiave magnetica.

La porta si aprì con un sibilo.

La giovane socchiuse gli occhi sollevata nello scorgere la luce del corridoio.

Ce l’ho fatta… ancora una volta.

Mentre percorreva i corridoi deserti, Trish ripensò al bizzarro file segretato che avevano trovato su un server protetto. Antico portale? Luogo segreto sottoterra? Si domandò se Mark Zoubianis stesse avendo fortuna nel suo tentativo di scoprire dove si trovava quel documento misterioso.

In sala controllo, Katherine stava in piedi nella luce tenue proiettata dalla parete al plasma e fissava l’enigmatico documento che lei e Trish avevano trovato. Aveva isolato le parole chiave ed era sempre più certa che si riferissero effettivamente alla remota leggenda di cui suo fratello, a quanto pareva, aveva messo al corrente il dottor Abaddon.

… luogo segreto sottoterra dove le…

… da qualche parte a Washington. dc, le coordinate…

… scoperto un antico portale che conduceva…

… l’avvertimento che la piramide comporta pericolose…

… decifrare questo symbolon inciso perché sveli…

Devo vedere il file completo, pensò Katherine.

Fissò le parole chiave ancora per un momento, poi fece scattare l’interruttore della parete al plasma. Katherine spegneva sempre quel display ad alto consumo energetico in modo da non sprecare le riserve di idrogeno liquido della cella a combustibile.

Guardò le parole sbiadire lentamente e collassare in un minuscolo puntino bianco, che rimase sospeso per un attimo al centro della parete e poi si spense ammiccando.

Katherine si voltò e tornò nel suo ufficio. Il dottor Abaddon sarebbe arrivato da un momento all’altro, e lei voleva che si sentisse il benvenuto.

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