I riti iniziatici massonici erano inquietanti perché avevano il fine di trasformare. I giuramenti massonici erano spietati perché intendevano ricordare all’uomo che l’onore e la propria "parola" sono tutto ciò che può ottenere da questo mondo. Gli insegnamenti massonici erano arcani perché intendevano essere universali… trasmessi attraverso un linguaggio comune fatto di simboli e metafore che trascendono le religioni, le culture e le razze… creando una "coscienza globale" omogenea di amore fraterno.
Per un istante, Langdon sentì accendersi la speranza. Cercò di convincersi che anche se quel video fosse venuto alla luce, la gente avrebbe reagito con mente aperta e tollerante capendo che tutti i rituali spirituali includono aspetti apparentemente terrificanti se estrapolati dal loro contesto: le rappresentazioni della crocifissione, i riti di circoncisione ebraici, il battesimo dei morti dei mormoni, l’esorcismo dei cattolici, il niqab islamico, le trance di guarigione degli sciamani, la cerimonia ebraica del Kaparot, persino il cibarsi simbolicamente del corpo e del sangue di Cristo.
Sono un illuso. Questo video creerà il caos. Poteva immaginare che cosa sarebbe successo se i massimi leader della Russia o del mondo islamico fossero apparsi in un video mentre puntavano coltelli su petti nudi, declamavano giuramenti violenti, rappresentavano falsi omicidi, giacevano in bare simboliche e bevevano da teschi umani. Lo scalpore sarebbe stato immediato e assordante.
Che Dio ci aiuti…
Inquadrato sullo schermo, l’iniziato si portava il teschio alle labbra, lo inclinava… e beveva fino all’ultima goccia il vino rosso sangue suggellando così il suo giuramento. Poi abbassava il teschio e osservava i presenti riuniti intorno a lui. Gli uomini più fidati e più potenti d’America annuivano in segno di accettazione.
"Benvenuto, fratello" diceva Peter Solomon.
Mentre le immagini sfumavano e lo schermo diventava nero, Langdon si accorse che aveva smesso di respirare.
Senza una parola, Sato allungò una mano, chiuse la valigetta e gliela tolse dalle gambe. Langdon si voltò verso di lei per dire qualcosa, ma non trovò le parole. Non importava: dalla sua espressione si capiva che aveva compreso. Sato aveva ragione. Quella sera era in atto una crisi di sicurezza nazionale… di proporzioni inimmaginabili.
118
Con indosso solo il perizoma, Mal’akh camminava avanti e indietro accanto alla sedia a rotelle su cui si trovava Peter Solomon. «Peter» sussurrò godendosi ogni istante di orrore del suo prigioniero «hai dimenticato che io ho una seconda famiglia… i tuoi fratelli massoni. E distruggerò anche loro… a meno che tu non mi aiuti.»
Alla luce del laptop appoggiato sulle sue gambe, Solomon sembrava quasi catatonico. «Ti prego» riuscì infine a balbettare «se questo video diventa pubblico…»
«Se?» Mal’akh rise. «Se diventa pubblico?» Indicò il piccolo modem cellulare infilato in una presa USB del suo computer. «Sono collegato con il mondo.»
«Non vorrai…»
Lo voglio, pensò Mal’akh, assaporando il suo sgomento. «Tu hai il potere di fermarmi. E di salvare tua sorella. Però devi dirmi quello che voglio sapere. La Parola perduta è nascosta da qualche parte, Peter, e so che la griglia rivela dov’è esattamente questo posto.»
Peter guardò di nuovo i simboli, e i suoi occhi non lasciarono trasparire nulla.
«Forse questo ti aiuterà a trovare l’ispirazione.» Mal’akh allungò una mano sopra la spalla di Peter e premette qualche tasto sul laptop.
Sullo schermo si aprì un programma di posta elettronica, e Peter si irrigidì visibilmente.
Il monitor mostrava un’e-mail che Mal’akh aveva preparato qualche ora prima: un file video da inviare a un lungo elenco di importanti network.
Mal’akh sorrise. «Penso che sia ora di condividere quello che sappiamo, non credi?»
«Non farlo!»
Mal’akh premette il pulsante di invio. Peter si dimenò per quanto gli consentivano i lacci, cercando, senza riuscirci, di far cadere il laptop a terra.
«Rilassati, Peter» gli sussurrò Mal’akh. «È un file pesante. Ci metterà qualche minuto.» Indicò la barra di avanzamento.
INVIO MESSAGGIO: 2% COMPLETATO
«Se mi dici quello che voglio sapere, interromperò l’invio e nessuno vedrà mai questo video.»
Peter divenne livido vedendo che la percentuale aumentava.
INVIO MESSAGGIO: 4% COMPLETATO
Mal’akh sollevò il computer dalle gambe di Peter e lo appoggiò su una sedia di pelle di cinghiale lì vicino, voltando lo schermo in modo che lui potesse seguire lo stato di avanzamento dell’invio. Poi tornò di fianco a Peter e gli mise in grembo il foglio dei simboli. «Le leggende narrano che la piramide massonica svelerà la Parola perduta. Questo è il codice finale della piramide. Io credo che tu sappia interpretarlo.»
Mal’akh lanciò uno sguardo al computer.
INVIO MESSAGGIO: 8% COMPLETATO
Tornò a osservare Peter. Anche lui lo stava fissando, e i suoi occhi grigi ora mandavano lampi di odio.
Odiami pure, pensò Mal’akh. Più grande è l’emozione, maggiore sarà l’energia che verrà rilasciata quando il rituale sarà completato.
A Langley, Nola Kaye si premette il telefono contro l’orecchio, riuscendo appena a sentire Sato sopra il rumore dell’elicottero. «Dicono che è impossibile fermare il trasferimento del file!» gridò. «Per chiudere l’iSP locale ci vorrebbe almeno un’ora, e se lui ha accesso a un provider wireless, questo non gli impedirebbe comunque di inviare l’e-mail.»
Ormai fermare il flusso di informazioni digitali era diventato pressoché impossibile. C’erano troppi router di accesso a internet. Fra linee fisse, punti WI-FI, modem cellulari, telefoni satellitari, smartphone e palmari dotati di programmi di posta elettronica, l’unico modo per isolare una potenziale fuga di dati era distruggere l’apparecchio all’origine.
«Ho controllato i dati tecnici dell’elicottero su cui lei sta volando» aggiunse Nola «e pare sia dotato di EMP.»
Le EMP, armi a impulsi elettromagnetici, erano ormai comuni tra le forze dell’ordine, che le usavano da una distanza di sicurezza soprattutto negli inseguimenti d’auto. Sparando un impulso di radiazioni elettromagnetiche ad alta concentrazione si potevano distruggere i congegni elettronici del bersaglio: auto, cellulari, computer. Secondo quanto aveva letto Nola, il Sikorsky UH-60 aveva montato sul telaio un magnetron da sei gigahertz, con sistema di puntamento laser, e un’antenna Horn di guadagno cinquanta decibel, che lanciava un impulso da dieci gigawatt. Scaricato direttamente su un computer portatile, l’impulso avrebbe bruciato la scheda madre e cancellato all’istante il disco fisso.
«L’EMP non ci servirà a niente» rispose Sato gridando. «Il bersaglio è dentro un edificio di pietra. Non c’è visuale ed è schermato dalle onde elettromagnetiche. Hai saputo se il video è già stato inviato?»
Nola controllò un secondo monitor, che continuava a fare ricerche per trovare notizie recenti sui massoni. «Non ancora, direttore. Ma se viene reso pubblico, lo sapremo nel giro di qualche secondo.»
«Tienimi aggiornata.»
Langdon trattenne il fiato mentre l’elicottero si abbassava in picchiata verso Dupont Circle. Una manciata di pedoni si disperse mentre il velivolo scendeva attraverso un’apertura tra gli alberi e atterrava non troppo delicatamente sul prato, appena a sud della famosa fontana a due piani progettata dagli stessi due uomini che avevano ideato il Lincoln Memorial.
Trenta secondi dopo, Langdon sfrecciava lungo New Hampshire Avenue su un suv Lexus guidato da Simkins e requisito d’autorità, diretto verso la House of the Tempie.
Peter Salomon cercava disperatamente di trovare una soluzione, ma riusciva a pensare solo a Katherine che si stava dissanguando in quello scantinato… e al video che aveva appena visto.