Литмир - Электронная Библиотека
Содержание  
A
A

«Ho accennato alle corna di Mosè» proseguì Bellamy «per spiegarti come una singola parola, quando venga fraintesa, possa riscrivere la storia.»

E lo vieni a dire a me? pensò Langdon, che aveva imparato la lezione sulla propria pelle a Parigi qualche anno prima. SanGreal: Santo Graal. SangReal: sangue reale.

«Anche in questo caso» proseguì Bellamy «la gente ha sentito voci di una leggenda. E l’idea è rimasta. La leggenda della piramide massonica, quindi, è sempre sembrata un mito. Ma la parola "leggenda" si riferiva a qualcos’altro. Era stata fraintesa, proprio come la parola "talismano".» Sorrise. «Il linguaggio può essere molto abile a nascondere la verità.»

«Giusto, ma adesso non ti seguo più.»

«Robert, la piramide massonica è una mappa. E come tutte le mappe ha una legenda, una chiave per capire come leggerla.»

Bellamy prese il pacchetto a forma di cubo e lo terme in mano. «Non vedi? Questa cuspide è la legenda della piramide. È la chiave che indica come leggere il manufatto più straordinario sulla terra… Una mappa che svela il nascondiglio del più grande tesoro dell’umanità: il sapere perduto dei secoli.»

Langdon non fiatò.

«Io affermo umilmente» continuò Bellamy «che la tua torreggiante piramide massonica è… questa… una modesta pietra la cui cuspide d’oro si innalza abbastanza in alto da poter essere toccata da Dio. Abbastanza in alto perché un uomo illuminato possa abbassarsi a toccarla.»

Per parecchi secondi tra i due calò il silenzio.

Langdon provò un inaspettato palpito di eccitazione mentre abbassava gli occhi sulla piramide, vedendola sotto una nuova luce. Il suo sguardo tornò a posarsi sul cifrario massonico. «Ma questo codice… sembra così…»

«Semplice?»

Langdon annuì. «Quasi chiunque potrebbe decifrarlo.»

Bellamy sorrise e recuperò una matita e un foglio di carta per Langdon. «Allora, forse, tu ci potrai illuminare…»

Langdon si sentiva a disagio a leggere quel codice, eppure, considerate le circostanze, sembrava un tradimento minore della fiducia di Peter. Oltretutto, qualunque cosa dicesse l’incisione, lui non riusciva a immaginare che svelasse un qualunque nascondiglio segreto… figurarsi quello del grande tesoro dell’umanità.

Langdon prese la matita e se la batté sul mento mentre studiava il cifrario. Il codice era talmente elementare che quasi non aveva bisogno di scrivere. Tuttavia voleva assicurarsi di non commettere errori, così, ligio al dovere, appoggiò la matita al foglio e iniziò a trascrivere la più comune chiave di decrittazione di un cifrario massonico. Consisteva di quattro griglie — due semplici e due con i puntini — con l’alfabeto che scorreva nell’ordine corretto. Ogni lettera dell’alfabeto adesso era posizionata dentro uno spazio o un "recinto" dalla forma unica. La forma del recinto di ogni lettera diventava il "simbolo" di quella lettera.

Lo schema era così facile da essere quasi infantile.

Il simbolo perduto - pic_9.jpg

Langdon diede un’ultima occhiata e poi, sicuro che la chiave di decrittazione fosse corretta, tornò a rivolgere l’attenzione al codice inciso sulla piramide. Per decifrarlo, non doveva far altro che trovare la forma corrispondente sulla chiave di decrittazione e trascriverci dentro la lettera.

Il simbolo perduto - pic_10.jpg

Il primo carattere sulla piramide assomigliava a una freccia puntata verso il basso o a un calice. Langdon trovò velocemente il segmento a forma di calice sulla chiave di decrittazione. Era posizionato nell’angolo in basso a sinistra e racchiudeva la lettera S.

Langdon trascrisse "S" .

Il simbolo successivo sulla piramide era un quadrato, senza il lato destro, con dentro un puntino. Questa forma racchiudeva, sulla chiave di decrittazione, la lettera O.

Lui scrisse "O".

Il terzo simbolo era un semplice quadrato che conteneva la lettera E.

Langdon scrisse "E"

SOE…

Continuò, sempre più veloce, finché ebbe completato l’intera griglia.

Alla fine, mentre guardava la trascrizione, Langdon fece un sospiro che esprimeva tutta la sua perplessità. Direi che non è proprio il caso di gridare "eureka".

La faccia di Bellamy mostrava un accenno di sorriso. «Come ben sai, Robert, gli antichi misteri sono riservati solo ai veri illuminati.»

«Giusto» replicò Langdon aggrottando la fronte. A quanto pare, io non ho i requisiti necessari.

50

In un ufficio nei sotterranei della CIA a Langley, in Virginia, gli stessi sedici caratteri del cifrario massonico brillavano luminosi sul monitor ad alta definizione di un computer. Nola Kaye, analista dell’OS, sedeva da sola nella stanza e studiava l’immagine che le era stata mandata per e-mail dieci minuti prima dal suo capo, il direttore Inoue Sato.

Cos’è, una specie di scherzo? Nola, naturalmente, sapeva che non lo era; Sato non aveva il senso dell’umorismo e i fatti di quella notte erano tutt’altro che divertenti. L’alto grado di security clearance, il nulla osta di sicurezza che Nola aveva all’interno dell’onniveggente Office of Security della CIA, le aveva aperto gli occhi sugli oscuri mondi del potere. Ma ciò di cui era stata testimone nelle ultime ventiquattr’ore aveva cambiato per sempre le sue convinzioni sui segreti custoditi dagli uomini di potere.

«Sì, direttore» stava dicendo adesso Nola sistemandosi la cornetta sulla spalla mentre parlava con Sato. «L’iscrizione è davvero il cifrario massonico, tuttavia il testo decrittato non significa nulla. Sembra una griglia di lettere a caso.» Tornò a guardare il testo decifrato.

«Deve pur voler dire qualcosa» insistette Sato.

«No, a meno che non abbia un secondo livello di criptazione di cui non mi sono accorta.»

«Qualche ipotesi?»

«È una matrice con griglia, quindi potrei passarla con i soliti cifrari… Vigenère, altre griglie… ma non le prometto niente, soprattutto se è un OTP, quello che viene definito "cifrario perfetto" .»

Il simbolo perduto - pic_11.jpg

«Fa’ quello che puoi. Ma fallo in fretta. Cosa mi dici della radiografia?»

Nola si spostò con la sedia davanti a un altro monitor, che mostrava l’immagine di una borsa passata ai raggi X dalla sicurezza. Sato aveva chiesto informazioni su quella che pareva una piccola piramide dentro una scatola a forma di cubo. Normalmente un oggetto alto qualche centimetro non avrebbe scatenato un caso di sicurezza nazionale, a meno che non si fosse trattato di plutonio arricchito. Non era plutonio. Ma era qualcosa di ugualmente sorprendente.

«L’analisi di densità dell’immagine ha dato una risposta definitiva» spiegò Nola. «Diciannove virgola tre grammi per centimetro cubo. È oro puro. Di grandissimo valore.»

«Qualcos’altro?»

«In effetti, sì. Lo scanner della densità ha rilevato piccole irregolarità sulla superficie della piramide d’oro. È saltato fuori che sull’oro sono incisi dei testi.»

«Davvero?» Sato sembrava speranzosa. «E cosa dicono?»

«Non sono ancora in grado di capirlo. L’iscrizione è molto leggera. Sto cercando di aumentare il contrasto con l’uso di filtri, ma la risoluzione ai raggi X non è buona.»

«Okay, continua a provare. Chiamami quando hai scoperto qualcosa.»

«Va bene, direttore.»

«Ah… Nola?» Il tono di Sato diventò minaccioso. «Come tutto quello che hai appreso nelle ultime ventiquattr’ore, anche le immagini della piramide di pietra e della cuspide d’oro sono classificate al più alto livello di segretezza. Non devi consultare nessuno e riferirai a me direttamente. Vorrei assicurarmi che questo sia chiaro.»

«Certo, direttore.»

«Bene. Tienimi informata.»

Nola si strofinò gli occhi e tornò a guardare gli schermi dei suoi computer con la vista annebbiata per la stanchezza. Non dormiva da trentasei ore e sapeva fin troppo bene che non avrebbe potuto riposare finché la crisi non si fosse conclusa.

53
{"b":"120908","o":1}