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«Conosci l’edificio?»

«Sicuro!» Langdon sollevò la testa per tenere le orecchie fuori dal liquido che saliva velocemente. «Io posso aiutarti! Fammi uscire!»

«Dunque sei convinto di sapermi dire cosa c’entra questo tempio con i simboli sulla base della piramide?»

«Sì. Fammi dare un’occhiata!»

«D’accordo. Vediamo cosa riesci a scoprire.»

Presto! Mentre il liquido continuava a salire, Langdon spinse il coperchio, pregando che l’uomo lo sbloccasse. Fa’ presto! Ti prego! Ma il coperchio non si alzò. Invece, comparve improvvisamente la piramide, sospesa sopra la finestrella di plexiglas.

Langdon la guardò, in preda al panico.

«Spero che sia abbastanza vicina» disse l’uomo tenendola tra le mani coperte di tatuaggi. «Pensa in fretta, professore. A occhio e croce direi che ti restano meno di sessanta secondi.»

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Robert Langdon aveva sentito dire spesso che un animale messo alle strette è capace di atti di incredibile forza. Tuttavia, quando spinse con tutte le sue energie contro il coperchio della cassa, questo non cedette di un millimetro. Intorno a luì il liquido continuava a salire a ritmo regolare e ormai gli restavano non più di quindici centimetri di spazio per respirare. Langdon aveva sollevato la testa nella sacca d’aria e adesso si trovava con la faccia premuta contro la finestrella di plexiglas, gli occhi vicinissimi alle misteriose incisioni sulla base della piramide di pietra sospesa sopra di lui.

Non so proprio cosa significhino.

Nascosta per più di un secolo sotto una mistura indurita di cera e polvere di marmo, l’ultima iscrizione della piramide massonica adesso era stata svelata.

L’incisione era una griglia perfettamente quadrata di simboli tratti da ogni tradizione immaginabile: alchimia, astrologia, araldica, steganografia, magia, numerologia, caratteri greci e latini.

Considerata nel suo insieme, era un’anarchia di simboli, un incomprensibile guazzabuglio di segni provenienti da lingue, culture e periodi diversi.

Il caos.

Neppure facendo riferimento alle sue più astruse interpretazioni accademiche, Robert Langdon, esperto di simbologia, riusciva a capire come decifrare quell’incomprensibile griglia.

Ordine da quel caos? Impossibile.

Il simbolo perduto - pic_25.jpg

Ormai il liquido gli arrivava oltre il pomo d’Adamo e con il livello aumentava anche il terrore. Continuò a battere sul coperchio. La piramide lo fissava con aria di scherno.

Disperato, concentrò tutte le sue energie mentali sulla griglia. Cosa diavolo potrebbe significare? Purtroppo, l’assortimento di simboli era così disparato che non riusciva neppure a capire da dove cominciare. Vengono persino da epoche storiche diverse!

Da fuori gli giungevano attutite ma ancora udibili le suppliche di Katherine, che implorava l’uomo di liberarlo. Nonostante non riuscisse a intravedere una soluzione, pareva che la prospettiva di morire spingesse ogni cellula del suo corpo a impegnarsi per risolvere l’enigma. Non si era mai sentito così lucido. Rifletti! Studiò la griglia alla ricerca di un indizio — uno schema, una parola nascosta, una particolare icona, qualunque cosa — ma continuava a vedere solo un insieme di simboli non correlati fra loro. Il caos.

A ogni secondo che passava, Langdon si sentiva sempre più in preda a uno strano torpore. Era come se il suo corpo si stesse preparando a proteggere la mente dal dolore della morte. L’acqua adesso minacciava di entrargli nelle orecchie e lui sollevò la testa più che potè, premendola contro il coperchio. Immagini spaventose cominciarono a balenargli davanti agli occhi. Un bambino nel New England che lottava per restare a galla in fondo a un pozzo buio. Un uomo a Roma intrappolato con uno scheletro sotto un sarcofago rovesciato.

Le urla di Katherine si facevano sempre più disperate. Da quanto Langdon riusciva a sentire, stava cercando di far ragionare quel pazzo, insistendo nel dire che non poteva aspettarsi che lui decifrasse la piramide senza visitare l’Almas Tempie. «È evidente che il pezzo mancante di questo rompicapo si trova in quell’edificio! Come può Robert decifrare la piramide senza tutte le informazioni?»

Pur apprezzando i suoi sforzi, Langdon era certo che "Otto Franklin Square" non indicasse l’Almas Tempie. Non combaciano i tempii Secondo la leggenda, la piramide massonica era stata creata intorno alla metà dell’Ottocento, decine e decine di anni prima della fondazione dell’ordine degli Shriners. Anzi, probabilmente ancora prima che la piazza venisse chiamata Franklin Square. Era impossibile che la cuspide indicasse un edificio non ancora costruito, a un indirizzo inesistente. A qualunque cosa si riferisse "Otto Franklin Square", questa doveva già esistere nel 1850.

Purtroppo, Langdon non riusciva a cavare un ragno dal buco.

Frugò negli angoli più remoti della memoria alla ricerca di qualcosa che potesse coincidere con quel periodo. Otto Franklin Square? Qualcosa che esisteva già nel 1850? Non trovò nulla. Adesso il liquido cominciava a entrargli nelle orecchie. Cercando di tenere a bada il terrore, osservò la griglia di simboli sospesa sulla finestrella. Non capisco il nesso! In un agghiacciante parossismo, la sua mente cominciò a buttar fuori tutte le associazioni che riusciva a generare, anche le più improbabili.

Otto Franklin Square… square come quadrato… la griglia di simboli è un quadrato… square come squadra… la squadra e il compasso sono simboli massonici… gli altari massonici sono quadrati… i quadrati hanno angoli di novanta gradi. Il livello del liquido continuava a salire, ma Langdon lo ignorò. Otto Franklin… otto… questa griglia è otto per otto… Franklin ha otto lettere… 8 è il simbolo ruotato di infinito: oo… otto è il numero della distruzione in numerologia…

Langdon non capiva.

Fuori, Katherine continuava a implorare ma, con l’acqua che gli sciabordava intorno alla testa, Langdon non sentiva quasi più.

«… impossibile senza sapere… evidentemente il messaggio della cuspide… il segreto si cela dentro…»

Poi più nulla.

L’acqua gli entrò nelle orecchie, soffocando le ultime parole di Katherine. Langdon si sentì avvolgere da un silenzio improvviso e ovattato e capì che sarebbe morto.

Il segreto si cela dentro…

Le ultime parole gli echeggiarono in testa nel silenzio della sua tomba.

Il segreto si cela dentro…

Stranamente Langdon si rese conto di aver sentito quelle esatte parole molte altre volte prima di quella sera.

Il segreto si cela… dentro…

Pareva che gli antichi misteri si facessero beffe di lui anche in quel momento. "Il segreto si cela dentro" era il principio dei misteri, quello che spingeva l’umanità a cercare Dio non in cielo ma piuttosto dentro se stessi. "Il segreto si cela dentro" era il messaggio di tutti i grandi maestri mistici.

Il regno di Dio è dentro di voi, diceva Gesù Cristo.

Conosci te stesso, diceva Pitagora.

Non sapete di essere dèi, diceva Ermete Trismegisto.

Quella folgorazione fu per Langdon l’ultima ironia della sorte. Adesso, con gli occhi rivolti al cielo come tutti gli uomini ciechi che lo avevano preceduto, Robert Langdon vide improvvisamente la luce.

La rivelazione lo colpì come un fulmine dal cielo.

Il segreto si cela dentro L’Ordine
Otto Franklin Square

In un attimo capì.

In un attimo il messaggio della cuspide gli fu chiaro come il sole. Lo aveva avuto davanti agli occhi per tutta la sera. L’iscrizione sulla cuspide, come pure quella sulla base della piramide massonica, era un symbolon — un codice spezzato -, un messaggio composto da più parti. Il suo significato era mimetizzato in maniera così semplice che Langdon non riusciva a capire come lui e Katherine non lo avessero individuato.

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