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«Anche questo non è sorprendente» disse Langdon. «I costruttori delle piramidi d’Egitto sono i precursori dei moderni massoni, e la piramide, unitamente ad altri temi egizi, è molto comune nel simbolismo massonico.»

«E cosa significa?»

«In sostanza la piramide rappresenta l’illuminazione. È un simbolo architettonico emblematico della capacità dell’uomo di liberarsi dalla propria dimensione terrena e di ascendere verso il cielo, verso il sole d’oro e, in ultima analisi, verso la fonte suprema d’illuminazione.»

Sato aspettò un momento. «Nient’altro?»

Nient’altro? Langdon le aveva appena descritto uno dei simboli più raffinati della storia. La struttura tramite la quale l’uomo si eleva fino al livello degli dèi.

«Stando a quanto dicono i miei collaboratori» riprese Sato

«sembra che questa sera ci sia un collegamento molto più pertinente. Mi hanno parlato dell’esistenza di una leggenda popolare su una specifica piramide qui a Washington, una piramide che si collega direttamente ai massoni e agli antichi misteri.»

Langdon capì a cosa Sato si stava riferendo e cercò di liquidare l’argomento prima di sprecare altro tempo. «Conosco quella leggenda, direttore, ma è pura fantasia. La piramide massonica è uno dei miti più persistenti di Washington e probabilmente ha origine dalla piramide che compare nel Gran Sigillo degli Stati Uniti.»

«Perché prima non ne ha parlato?»

Langdon si strinse nelle spalle. «Perché la leggenda non ha alcun fondamento nei fatti reali. Come dicevo, è un mito. Uno dei molti riferiti ai massoni.»

«Eppure questo particolare mito si collega direttamente agli antichi misteri, no?»

«Certo, come moltissimi altri. Gli antichi misteri sono alla base di innumerevoli leggende sopravvissute nel corso della storia… racconti su conoscenze sconvolgenti custodite da guardiani segreti come i templari, i rosacroce, gli illuminati, gli alumbrados… l’elenco è infinito. Sono tutti miti basati sugli antichi misteri… e la piramide massonica è solo un esempio fra tanti.»

«Capisco» disse Sato. «E cosa racconta questa particolare leggenda?»

Langdon rifletté prima di rispondere: «Be’, io non sono un esperto nella teoria del complotto, ma conosco la mitologia, e la maggior parte delle versioni dice questo: gli antichi misteri, la conoscenza perduta dei secoli, sono sempre stati considerati il tesoro più sacro dell’umanità e, come tutti i grandi tesori, sono stati custoditi con cura. I saggi illuminati che compresero il vero potere di tale conoscenza impararono a temerne lo spaventoso potenziale. Erano consapevoli che, se quel sapere segreto fosse caduto nelle mani di profani, il risultato avrebbe potuto essere devastante. Come dicevamo, strumenti potenti possono essere usati sia a fin di bene sia in favore del male. Così, per proteggere gli antichi misteri, e al tempo stesso l’umanità, i primi iniziati crearono associazioni segrete all’interno delle quali condivisero la conoscenza solo con gli adepti, trasmettendola da saggio a saggio. Molti ritengono che, se guardiamo indietro, possiamo

individuare le tracce storiche di coloro che padroneggiavano i misteri… nelle storie dei maghi, degli stregoni e dei guaritori».

«E la piramide massonica?» domandò Sato. «Come c’entra in tutto questo?»

«Be’…» cominciò Langdon, accelerando per stare al passo. «È proprio qui che storia e mito cominciano a fondersi. Secondo alcuni resoconti, nell’Europa del sedicesimo secolo quasi tutte quelle associazioni segrete si erano ormai estinte, per lo più sterminate da una crescente marea di persecuzioni religiose. A quanto si dice, non rimasero che i massoni quali ultimi custodi degli antichi misteri. Comprensibilmente, essi temevano che, se un giorno la loro confraternita fosse finita come le altre, gli antichi misteri sarebbero andati perduti per sempre.»

«E la piramide?» insistette Sato.

Langdon ci stava arrivando. «La leggenda della piramide massonica è molto semplice. Narra che i massoni, per adempiere al dovere di proteggere quella vasta conoscenza per le generazioni future, decisero di nasconderla in una grande fortezza.» Langdon cercò di mettere ordine nei ricordi. «Voglio sottolineare ancora una volta che si tratta solo di un mito, comunque si narra che i massoni trasferirono la loro conoscenza segreta dal Vecchio al Nuovo Mondo, cioè in America, una terra che speravano non avrebbe mai conosciuto tirannie religiose. E qui costruirono una fortezza impenetrabile, una piramide nascosta, progettata per custodire gli antichi misteri fino al giorno in cui tutta l’umanità fosse stata pronta a gestire il tremendo potere che quella conoscenza poteva conferire. Secondo il mito, i massoni posero sulla sommità della loro grande piramide una splendente cuspide d’oro massiccio a simboleggiare il tesoro conservato all’interno: l’antica sapienza in grado di svelare all’umanità il suo pieno potenziale. L’apoteosi.»

«Che storia» commentò Sato.

«Già. I massoni sono vittime di ogni tipo di folli leggende.»

«Mi pare evidente che lei non crede all’esistenza di quella piramide.»

«Naturalmente no» confermò Langdon. «Non c’è alcuna prova che i padri massoni abbiano costruito una piramide qui in America, tanto meno a Washington. È piuttosto difficile nascondere una piramide, specialmente una abbastanza grande da contenere tutta la sapienza perduta dei secoli.»

La leggenda, per come la ricordava Langdon, non spiegava con precisione cosa si supponeva ci fosse all’interno della piramide massonica, e non diceva se si trattasse di testi antichi, di scritti occulti, di rivelazioni scientifiche o di qualcosa di molto più misterioso. Ciò che la leggenda diceva, però, era che le preziose informazioni preservate all’interno della piramide erano codificate in modo estremamente ingegnoso… e comprensibili solo alle anime più illuminate.

«Comunque» riprese Langdon «questa storia rientra in una categoria che noi studiosi di simbologia definiamo "ibrido archetipo": una miscela di leggende classiche che mutuano così tanti elementi dalla mitologia popolare da rappresentare soltanto una costruzione di fantasia… non un fatto storico.»

Quando Langdon spiegava gli ibridi archetipi ai suoi studenti, si serviva come esempio delle favole, che venivano raccontate generazione dopo generazione, arricchendosi nel corso del tempo e traendo elementi l’una dall’altra fino a evolvere in racconti morali stereotipati nei quali sono presenti i medesimi elementi iconici: damigelle innocenti, principi affascinanti, fortezze inespugnabili e maghi dai grandi poteri. Tramite le favole, la battaglia primordiale del "bene contro il male" viene instillata dentro di noi da bambini: Merlino contro la fata Morgana, san Giorgio contro il drago, Davide contro Golia, Biancaneve contro la strega, addirittura Luke Skywalker che lotta con Darth Vader.

Sato si grattò la testa mentre svoltavano un angolo e seguivano Anderson lungo una breve rampa di scale. «Mi spieghi una cosa. Se non sbaglio, un tempo le piramidi erano considerate portali mistici attraverso i quali i faraoni defunti potevano ascendere agli dèi. È così?»

«Sì.»

Sato si fermò di colpo, afferrò Langdon per un braccio e lo fissò con un’espressione tra la sorpresa e l’incredulità. «Ha detto che il rapitore di Peter Solomon le ha ordinato di trovare un portale segreto. E a lei non è venuto in mente che stava parlando della piramide massonica della leggenda?»

«La piramide massonica è una favola. Pura fantasia.»

Sato gli si avvicinò ancora di più, tanto che Langdon sentì l’odore di sigaretta del suo alito. «Professore, ho capito come la pensa su questo argomento, ma ai fini della mia indagine è difficile ignorare il parallelismo. Un portale che si apre su una conoscenza segreta? Alle mie orecchie suona molto come qualcosa che il rapitore di Solomon ritiene che lei e lei soltanto sia in grado di aprire.»

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