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Ho aspettato per anni…

Si chinò a raccogliere la piramide massonica con mani tremanti. Facendo scorrere lentamente le dita sulle incisioni, fu preso da un timore reverenziale per la promessa in esse contenuta. Prima di farsi prendere troppo dal suo fascino, rimise la piramide nella borsa di Langdon, insieme alla cuspide, e chiuse la cerniera.

Le riunirò presto… in un luogo più sicuro.

Si gettò la borsa a tracolla e provò a caricarsi Langdon sulle spalle, ma il professore aveva un fisico atletico e pesava molto più del previsto. Mal’akh decise di afferrarlo sotto le braccia e trascinarlo. Non gli piacerà la sistemazione che ho in mente per lui.

Mentre trasportava il corpo di Langdon, la tivù continuava a trasmettere a tutto volume. Quel vociare era stato un elemento determinante della messinscena e Mal’akh non aveva ancora spento il televisore. Adesso un telepredicatore guidava i fedeli nella recita del Paternoster. Mal’akh si chiese se qualcuno degli spettatori ipnotizzati avesse idea della vera provenienza di quella preghiera.

«"… come in cielo, così in terra…"» salmodiavano i fedeli.

Sì, pensò Mal’akh. Come sopra, così sotto.

«"…e non ci indurre in tentazione…"»

Aiutaci a dominare la debolezza della carne.

«"… liberaci dal male…"» imploravano in coro.

Mal’akh sorrise. Sarà difficile. Le tenebre avanzano. Ma doveva rendere loro onore al merito: se non altro ci provavano. Nel mondo moderno, gli uomini che parlavano a forze invisibili e chiedevano il loro aiuto erano una razza in via di estinzione.

Mal’akh era ormai arrivato in soggiorno quando i fedeli conclusero la preghiera con un "Amen!".

Amon, li corresse mentalmente Mal’akh. L’Egitto è la culla della vostra religione. Il dio Amon era l’archetipo di Zeus, di Giove e di ogni altro volto moderno di Dio. Ancora oggi, tutte le religioni del mondo pronunciano una variante del suo nome. Amen! Amin! Aum!

Il predicatore cominciò a citare versetti della Bibbia sulle gerarchie di angeli, demoni e spiriti che governavano in cielo e all’inferno. «Proteggete le vostre anime dalle forze del male!» esortò. «Levate i vostri cuori in preghiera! Dio e i suoi angeli vi ascolteranno!»

È vero. Ma come loro anche i demoni.

Mal’akh aveva imparato molto tempo prima che mediante la giusta applicazione dell’Arte, un cultore poteva aprire un portale sul regno dello spirito. Le forze invisibili che vi abitavano, assai simili all’uomo, si presentavano sotto molte forme, sia buone sia malvagie. Quelle della Luce guarivano, proteggevano e cercavano di portare ordine nell’universo. Quelle delle Tenebre agivano in senso contrario… portando caos e distruzione.

Evocate nel modo giusto, le forze invisibili potevano essere persuase a compiere il volere di chi si rivolgeva loro… infondendogli un potere all’apparenza soprannaturale. In cambio del loro aiuto, queste forze chiedevano offerte: preghiere e lodi quelle della Luce… sacrifici con il sangue quelle delle Tenebre.

Più grande è il sacrificio, maggiore è il potere conferito. Mal’akh aveva cominciato praticando sacrifici di animali. Con il tempo, però, le sue scelte si erano fatte più ardite. Questa notte compirò l’ultimo passo.

«Attenti!» gridò il predicatore, ricordando ai fedeli l’imminente Apocalisse. «Presto verrà combattuta l’ultima battaglia per le anime degli uomini!»

Proprio così, pensò Mal’akh. E io diventerò il più grande guerriero.

Quella battaglia, ovviamente, era cominciata molto tempo prima. Nell’antico Egitto, coloro che avevano perfezionato l’Arte erano diventati i grandi adepti della storia, emergendo dalle masse per essere i veri cultori della Luce. Si muovevano come dèi sulla terra. Costruivano grandi templi verso i quali i neofiti arrivavano da ogni parte del mondo per essere iniziati e condividere la conoscenza. Ne era nata una genia di uomini superiori. Per un breve lasso di tempo, l’umanità era parsa pronta a elevarsi e a trascendere i suoi vincoli terreni.

L’età d’oro degli antichi misteri.

Ma l’uomo, essendo fatto di carne, era facile preda del peccato: superbia, odio, intolleranza, avarizia. Con il tempo, c’erano stati alcuni che avevano corrotto l’Arte, snaturandola e abusando del suo potere per trarne vantaggi personali. Avevano cominciato a usare quella versione corrotta per invocare forze oscure. Si era sviluppata un’Arte diversa… più potente, immediata, esaltante.

La mia Arte.

La mia opera più grande.

Gli adepti illuminati e le loro esoteriche confraternite avevano assistito all’ascesa del male e si erano accorti che l’uomo non utilizzava il nuovo sapere per il bene della propria specie. Così avevano nascosto la loro sapienza per proteggerla dagli occhi delle persone non degne, finché essa si era persa del tutto.

Questo aveva provocato la grande caduta dell’uomo.

E un lungo periodo di tenebre.

Fino a quel momento, i nobili discendenti degli adepti avevano resistito, brancolando nel buio alla ricerca della Luce, dei poteri smarriti del loro passato, per tenere a bada le tenebre. Erano i sacerdoti e le sacerdotesse delle chiese e dei templi di tutte le religioni della terra. Il tempo aveva cancellato i ricordi… separandoli dal loro passato. Non conoscevano più la Fonte da cui era sgorgato un tempo il loro sapere. Quando li si interrogava sui misteri divini dei loro progenitori, i nuovi custodi della fede li rinnegavano a gran voce, condannandoli come eresie.

Hanno davvero dimenticato? si chiese Mal’akh.

Echi dell’antica Arte risuonavano ancora in ogni angolo del globo: dai cabalisti dell’ebraismo ai sufi dell’islam. Ne restavano tracce anche negli arcani rituali del cristianesimo: nell’eucarestia, nella gerarchia di santi, angeli e demoni, nel salmodiare e nelle formule sacre, nelle origini astrologiche del calendario liturgico, nelle vesti consacrate e nella promessa della vita eterna. Ancora oggi i preti scacciavano gli spiriti malvagi facendo oscillare incensieri fumanti, suonando campane sacre, spargendo acqua benedetta. I cristiani praticavano ancora l’antica arte dell’esorcismo che richiedeva la capacità non solo di scacciare i demoni, ma anche di evocarli.

E non riescono a vedere il loro passato?

In nessun luogo il passato mistico della Chiesa era più evidente che al suo epicentro. Nella Città del Vaticano, in mezzo a piazza San Pietro, si ergeva il grande obelisco egizio. Scolpito più di milletrecento anni prima della nascita di Cristo, quel magico monumento non aveva alcun nesso con il moderno cristianesimo. Eppure era lì, al centro della Chiesa di Cristo. Un faro di pietra che urlava per essere ascoltato. Un memento per i pochi saggi che ancora ricordavano dove tutto era iniziato. Quella Chiesa, nata dal ventre degli antichi misteri, ne portava ancora riti e simboli.

Uno sopra tutti.

Adornava gli altari, le vesti, i campanili, le Scritture: era il simbolo stesso della cristianità, quello di un prezioso essere umano sacrificato. Il cristianesimo più di ogni altra religione comprendeva il potere trasfigurante del sacrificio. Ancora oggi, per onorare quello di Gesù Cristo, i suoi seguaci offrivano i loro piccoli sacrifici personali: digiuni, rinunce, elemosine.

Tutti questi sacrifici, ovviamente, sono vani. Senza sangue non esiste vero sacrificio.

Le forze delle Tenebre avevano da tempo adottato il sacrificio di sangue, diventando così potenti che le forze della Luce erano costrette a lottare per tenerle a bada. Presto la Luce sarebbe stata completamente estinta e i cultori delle Tenebre si sarebbero impadroniti della mente dell’uomo.

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