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"Sarebbe una coincidenza straordinaria, se pensiamo che la prima pietra delle tre costruzioni che costituiscono il triangolo federale, e cioè il Campidoglio, la Casa Bianca e il Washington Monument, venne posata in anni diversi ma con la stessa identica congiunzione astrale."

Gli studenti avevano sgranato gli occhi. Alcuni prendevano appunti.

Si era alzata una mano negli ultimi banchi. "Perché stavano tanto attenti a queste cose?"

Langdon aveva fatto una risatina. "La risposta sarebbe materiale per un intero semestre. Se siete interessati, frequentate il mio corso sul misticismo. A dire il vero, non credo siate emotivamente preparati a sentire la risposta."

"Cosa?" aveva ribattuto lo studente. "Ci metta alla prova!"

Langdon aveva fatto finta di pensarci su e poi aveva scosso la testa. "Mi dispiace, ma non posso. Fra voi ci sono delle matricole. Non vorrei che rimanessero sconvolte."

"Ce lo dica!" avevano protestato in coro.

Langdon si era stretto nelle spalle. "Prendete contatto con la massoneria o con l’ordine della Stella d’Oriente e scopritelo direttamente alla fonte."

"Ma non possiamo" gli aveva fatto notare un ragazzo. "La massoneria è una società supersegreta."

"Supersegreta? Ne siete proprio sicuri?" A Langdon era venuto in mente il grosso anello massonico che il suo amico Peter Solomon portava orgogliosamente all’anulare destro. "Allora perché i massoni indossano anelli, fermacravatte e spille notoriamente massonici? Perché gli edifici della massoneria sono indicati in maniera chiara? Perché gli orari delle riunioni appaiono sui giornali?" Aveva sorriso nel vedere le facce confuse degli studenti. "La massoneria non è una società segreta. È una società con dei segreti."

"È la stessa cosa" aveva rimarcato qualcuno.

"Davvero?" aveva ribattuto Langdon. "Anche la CocaCola, allora, è una società segreta?"

"Direi di no" aveva risposto il ragazzo.

"Ma cosa succede, secondo lei, se va nella sede della CocaCola e chiede la ricetta?"

"Non me la danno."

"Infatti. Per conoscere la formula lei dovrebbe lavorare alla CocaCola per anni, dimostrarsi una persona fidata e salire ai vertici, dove forse le svelerebbero il segreto. Ma, a quel punto, le farebbero giurare di non rivelarlo a nessuno."

"Dunque, la massoneria è come un’azienda?"

"Solo nel senso che entrambe hanno una rigida gerarchia e tengono molto ai loro segreti."

"Mio zio è massone" aveva detto una ragazza. "E mia zia brontola perché lui non le racconta mai niente. Secondo lei, la massoneria è una religione."

"Fraintendimento abbastanza diffuso."

"Perché, non è una religione?"

"Facciamo una verifica" aveva proposto Langdon. "Chi di voi ha seguito il corso di religioni comparate del professor Witherspoon?"

Si erano alzate diverse mani.

"Bene. Ditemi: quali sono i requisiti fondamentali affinché un’ideologia possa essere considerata una religione?"

"Assicurare, credere, convertire" aveva risposto una studentessa.

"Esatto" aveva replicato Langdon. "Le religioni assicurano la salvezza, credono in una determinata teologia e convertono i non credenti." Dopo una piccola pausa, aveva aggiunto: "La massoneria invece no. Non promette salvezza, non ha una teologia specifica e non cerca di convertire nessuno. Anzi, nelle logge massoniche è proibito discutere di religione".

"Dunque, la massoneria è antireligiosa?"

"Al contrario. Uno dei requisiti per esservi ammessi è la fede in un’entità superiore. La differenza tra la spiritualità massonica e la religione organizzata è che i massoni non danno un nome o una definizione specifica a tale entità superiore. Invece di identità teologiche definite, come Dio, Allah, Buddha o Gesù, i massoni preferiscono usare denominazioni generiche, come Essere Supremo o Grande Architetto dell’Universo. Ciò permette la coesistenza di fedi diverse all’interno della massoneria."

"Mi sembra un po’ tirato per i capelli" aveva osservato un ragazzo.

"Ma denota un’apertura mentale non da poco" gli aveva fatto notare Langdon. "In un’epoca in cui popoli di culture diverse arrivano a uccidersi per stabilire qual è la definizione migliore di Dio, la tradizione di tolleranza e apertura mentale della massoneria mi sembra assolutamente encomiabile." Si era messo a camminare avanti e indietro sulla pedana. "Inoltre, essa accoglie uomini di tutte le razze, di tutti i colori e di tutte le fedi e propugna una fratellanza spirituale che non discrimina in alcun modo."

"Non discrimina?" A intervenire era stata una ragazza del Women’s Center di Harvard. "Quante donne sono ammesse in questa fratellanza, professore?"

Langdon aveva allargato le braccia. "Giusta osservazione. Le radici della massoneria affondano nelle gilde europee dei muratori, che erano tutte maschili. Alcuni secoli fa, secondo alcuni nel 1703, fu fondato l’ordine della Stella d’Oriente, che tra gli affiliati conta più di un milione di donne."

"Però la massoneria continua a essere un’organizzazione potente da cui le donne sono escluse" aveva insistito la studentessa.

Langdon non era sicuro di quanto fosse potente la massoneria al giorno d’oggi e non voleva affrontare l’argomento; i massoni moderni venivano percepiti in maniere molto diverse c’era chi li vedeva come un gruppo di innocui vecchietti che giocano a mascherarsi e chi li considerava un’accolita sotterranea di potenti che governa il mondo. La verità, come spesso succede, era nel mezzo.

"Professor Langdon, se la massoneria non è una società segreta, non è un’azienda e non è una religione, allora che cos’è?" A porre la domanda era stato un giovane con i capelli ricci, seduto nell’ultima fila.

"Se lo chiedesse a un affiliato, le risponderebbe che la massoneria è un sistema morale velato di allegorie e illustrato da simboli."

"Che a me sembra un eufemismo per ’setta stravagante’."

"Ha detto ’stravagante’?"

"Cavoli, sì!" Il giovane si era alzato in piedi. "Io ho sentito cosa fanno in quei palazzi segreti! Strani riti a lume di candela con bare, cappi, teschi pieni di vino… Stravagante è dir poco."

Langdon aveva guardato il suo uditorio. "C’è qualcun altro che lo trova stravagante?"

"Sì" avevano risposto molte voci.

Langdon aveva sospirato. "Peccato. Se per voi questo è stravagante, allora non vorrete mai unirvi alla mia setta."

Nell’aula era calato il silenzio. La studentessa del Women’s Center aveva assunto un’aria preoccupata. "Lei è in una setta, professore?"

Langdon aveva annuito e, con voce più bassa e in un tono da cospiratore, aveva detto: "Non raccontatelo a nessuno, ma io nel giorno del dio pagano del sole, Ra, mi inginocchio ai piedi di un antico strumento di tortura e ingerisco simboli che stanno per sangue e carne".

Gli studenti erano attoniti.

Langdon aveva fatto spallucce. "Se volete saperne di più, venite nella cappella dell’università domenica prossima, inginocchiatevi ai piedi del crocifisso e fate la comunione."

Il silenzio era generale.

Langdon aveva strizzato l’occhio ai ragazzi. "Aprite la mente: abbiamo tutti paura di ciò che non comprendiamo."

Nei corridoi del Campidoglio risuonò il rintocco di un orologio.

Le sette.

Robert Langdon ora correva. Sarà un’entrata indimenticabile. Nel corridoio, vide l’ingresso della National Statuary Hall.

Nei pressi della porta, rallentò il passo e fece alcuni lunghi respiri, si abbottonò la giacca ed entrò a testa alta, proprio mentre l’orologio suonava l’ultimo rintocco.

Era giunto il momento di andare in scena.

Mentre entrava nella sala, il professor Robert Langdon alzò gli occhi e sorrise. Un istante dopo, il sorriso gli morì sulle labbra. Si fermò di scatto.

Cera qualcosa che non andava.

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