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La studentessa parve esitare, ma dopo un attimo si schiarì la voce e continuò: ’"Secondo la leggenda, i saggi che in un lontano passato trascrissero in codice gli antichi misteri lasciarono una specie di chiave… una password che poteva essere usata per decifrare i segreti criptati. Si dice che questa parola magica, nota come verbum significatium, abbia il potere di sconfiggere le tenebre e svelare gli antichi misteri, mettendoli a disposizione dell’umana comprensione’".

Solomon sorrideva con aria meditabonda. "Ah, sì… il verbum significatium." Fissò per un momento nel vuoto, poi abbassò di nuovo lo sguardo sulla ragazza bionda. "E dove sarebbe, adesso, quella meravigliosa parola?"

La giovane ora sembrava in ansia, ed era chiaro che si era pentita di aver provocato l’ospite. Finì di leggere. ’"Secondo la leggenda il verbum significatium è sepolto sottoterra, dove attende pazientemente il momento storico opportuno… in cui l’umanità non potrà più sopravvivere senza la verità, le conoscenze e la saggezza dei secoli. In questo oscuro frangente, l’umanità disseppellirà finalmente la Parola e proclamerà una nuova epoca meravigliosa di illuminismo.’"

La ragazza chiuse il telefono e si rincantucciò nella sua sedia.

Dopo un lungo silenzio, un altro studente alzò la mano. "Professor Solomon, lei non ci crede davvero, giusto?"

Solomon sorrise. "E perché no? Le nostre mitologie hanno una lunga tradizione di parole magiche che assicurano la conoscenza e i poteri divini. Ancora oggi i bambini gridano ’abracadabra’ nella speranza di far materializzare qualcosa dal nulla. Ovviamente, nessuno si ricorda più che questa parola non è uno scherzo; ha radici nell’antico misticismo aramaico: Avrah KaDabra, che significa ’creerò mentre parlo’."

Silenzio.

"Ma, professore" insistette il ragazzo "lei non può davvero credere che una singola parola… questo verbum significatium… qualunque cosa sia… abbia il potere di svelare antiche conoscenze e illuminare il mondo intero…"

Il volto di Peter Solomon era una maschera di impassibilità. "Quello che credo io non dovrebbe preoccuparla. Dovrebbe importarle invece che questa profezia di una prossima rivelazione si ritrova praticamente in tutte le tradizioni religiose e filosofiche della terra. Gli induisti la chiamano Krita-Yuga, l’età della verità, gli astrologi l’età dell’Acquario, gli ebrei descrivono la venuta del messia, i teosofi la definiscono new age, i cosmologi convergenza armonica, e ne predicono la data esatta."

"Il 21 dicembre 2012?" gridò qualcuno.

"Sì, vicino in modo inquietante… se credete nella matematica maya."

Langdon sorrise ripensando a come Solomon, dieci anni prima, avesse correttamente previsto l’attuale invasione di speciali televisivi che profetizzavano la fine del mondo nell’anno 2012.

"A parte ogni previsione temporale" riprese Solomon "trovo meraviglioso il fatto che, nel corso della nostra storia, le più disparate dottrine filosofiche elaborate dall’uomo abbiano concordato tutte su una cosa: che sta arrivando il momento di una grande rivelazione. In ogni cultura, in ogni epoca, in ogni angolo del mondo il sogno umano si è focalizzato sempre sullo stesso concetto: l’imminente apoteosi dell’uomo… l’incombente trasformazione della mente umana secondo le sue vere potenzialità." Sorrise. "In che modo si potrebbe spiegare un tale sincronismo di credenze?"

"La verità" disse piano una voce tra il pubblico.

Solomon si girò. "Chi ha parlato?"

La mano che si alzò apparteneva a un esile ragazzo asiatico i cui lineamenti delicati suggerivano un’origine nepalese o tibetana. "Magari c’è una verità universale nascosta nella nostra anima. Forse noi tutti abbiamo la stessa storia sepolta dentro, come una costante condivisa del nostro DNA. Forse questa verità collettiva è responsabile del percorso simile delle nostre storie."

Solomon, raggiante, giunse le mani e con riverenza accennò un inchino al ragazzo. "Grazie."

Nessuno fiatava.

"La verità" ripetè Solomon. "La verità è potente. Se noi tutti gravitiamo verso idee simili, forse lo facciamo perché queste idee sono vere… incise in profondità dentro di noi. E quando ascoltiamo la verità, anche se non la capiamo, la sentiamo risuonare in noi… vibrare all’unisono con la nostra saggezza inconscia. Forse non apprendiamo la verità, piuttosto la ri-chiamiamo… la ri-cordiamo… la ri-conosciamo… per quella che già esisteva in noi."

Nella sala regnava un silenzio assoluto.

Solomon lasciò che quel concetto sedimentasse per qualche secondo, poi disse pacatamente: "In conclusione, mi sento in dovere di avvertirvi che svelare la verità non è mai facile. Nel corso della storia, ogni periodo di illuminazione è stato accompagnato dall’oscurantismo, che preme nella direzione opposta. Tali sono le leggi della natura e dell’equilibrio. E se consideriamo l’oscurità che si diffonde nel mondo oggi, dobbiamo renderci conto che esiste anche una luce equivalente che cresce. Stiamo entrando in un grande periodo di illuminazione e voi… tutti noi… siamo profondamente fortunati a vivere in questo momento cruciale della storia. Fra tutte le persone che sono vissute su questa terra, in tutte le epoche… proprio noi esistiamo in questo breve intervallo di tempo durante il quale saremo testimoni della nostra rinascita finale. Dopo millenni di tenebre, assisteremo a come le nostre scienze, le nostre menti e persino le nostre religioni sveleranno la verità".

Solomon stava per ricevere uno scroscio di applausi quando alzò una mano per chiedere silenzio.

"Signorina?" Indicò senza indugi la biondina polemica con il cellulare, nelle ultime file. "Mi rendo conto che io e lei non siamo molto d’accordo, ma vorrei comunque ringraziarla. La sua passione è un importante catalizzatore per i cambiamenti che avverranno. L’oscurantismo si nutre di apatia… e la convinzione è il nostro antidoto più potente. Continui a studiare la sua religione. Studi la Bibbia." Sorrise. "Soprattutto le pagine finali."

"L’Apocalisse?"

"Certamente. L’Apocalisse è un esempio vibrante della nostra verità condivisa. L’ultimo libro della Bibbia racconta una storia identica a quella di innumerevoli altre tradizioni. Tutte predicono l’imminente rivelazione di grandi conoscenze."

"Ma l’Apocalisse non riguarda la fine del mondo?" chiese qualcun altro. «Cioè, l’Anticristo, Armageddon, la battaglia finale tra il bene e il male…"

Solomon rise. «Chi studia il greco qui?»

Parecchie mani si alzarono.

"Che cosa significa letteralmente la parola ’apocalisse’?"

"Significa…" iniziò a dire uno studente, poi si interruppe, come stupito. "Apokalyptein in greco significa ’svelare’… o ’rivelare’."

Solomon fece al ragazzo un cenno di approvazione. "Esatto. L’Apocalisse è letteralmente una rivelazione. Chiamato anche Libro della Rivelazione, predice appunto il disvelamento di una grande verità e di un sapere inimmaginabile. L’Apocalisse non è la fine del mondo, ma piuttosto la fine del mondo come noi lo conosciamo. La profezia dell’Apocalisse è solo uno dei meravigliosi messaggi della Bibbia che sono stati travisati." Si avvicinò al fronte del palco. "Credetemi, l’Apocalisse sta arrivando… e non sarà per niente uguale a come ce l’hanno insegnata."

In alto, sopra la sua testa, la campanella cominciò a suonare.

Gli studenti, un po’ sconcertati, scoppiarono in un applauso entusiasta e fragoroso.

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