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"Un errore nella presentazione?" Rachel pensò che quella di Tolland fosse una reazione eccessiva. «Probabilmente non è nulla. Non ha specificato a cosa si riferiva?»

«Qualcosa in relazione alla petrologia del meteorite.»

«La struttura della roccia?»

«Già. Ha detto che solo qualche geologo avrebbe potuto notarlo. Sembra che l'errore che ho compiuto sia in relazione con la composizione del meteorite.»

Rachel prese un corto respiro. Aveva compreso. «I condri?»

«Non lo so, ma potrebbe essere.»

Rachel era d'accordo con lui. I condri rappresentavano l'ultimo brandello di prova a convalidare l'asserzione della NASA che quello fosse davvero un meteorite.

Si aggiunse Corky, sfregandosi gli occhi. «Che succede?»

Tolland lo aggiornò.

Corky scosse la testa. «I condri non c'entrano, Mike. Assolutamente. Tutti i tuoi dati sono arrivati dalla NASA e da me. Erano impeccabili.»

«Che altro errore petrologico avrei potuto commettere?»

«Chi diavolo lo sa? E poi, che ne sanno di condri i geologi marini?»

«Non ne ho idea ma, fidati, lei è molto in gamba.»

«Considerate le circostanze» intervenne Rachel «penso che dovremmo parlare con questa donna prima che con il direttore Pickering.»

Tolland si strinse nelle spalle. «L'ho chiamata quattro volte, ma ho sempre trovato la segreteria. Probabilmente è nell'idrolaboratorio e non sente un accidente. Ascolterà i miei messaggi domattina, al più presto.» Si interruppe per guardare l'orologio. «Però…»

«Però, cosa?»

Tolland fissò Rachel. «Pensi che sia davvero importante che parliamo a Xavia prima che al tuo capo?»

«Direi che è fondamentale, se ha qualcosa da dire sui condri. Al momento, possediamo ogni genere di dati contraddittori. William Pickering è abituato ad avere risposte chiare. Quando lo incontreremo, vorrei presentargli qualcosa di concreto su cui lui possa intervenire.»

«Allora dobbiamo fare una sosta.»

Rachel parve interdetta. «Sulla tua nave?»

«È al largo della costa del New Jersey, praticamente sulla nostra rotta per Washington. Potremmo sentire Xavia, scoprire quello che sa. Corky ha il campione del meteorite e, se Xavia vuole sottoporlo a qualche test geologico, a bordo c'è un laboratorio bene attrezzato. Non ci vorrà più di un'ora per avere risposte definitive.»

Rachel avvertì un brivido d'ansia. Era snervante il pensiero di affrontare di nuovo il mare dopo così poco tempo. "Risposte definitive" si disse, tentata da quella possibilità. "Pickering pretenderà di certo risposte definitive."

92

Delta-Uno era contento di essere di nuovo a terra.

Malgrado avesse volato solo a mezzo regime su una rotta oceanica meno diretta, l'Aurora aveva completato il viaggio in meno di due ore, dando alla Delta Force un margine di vantaggio per prendere posizione e prepararsi all'ulteriore esecuzione richiesta dal capo.

Su una pista a uso esclusivamente militare poco fuori Washington, la Delta Force lasciò l'Aurora per imbarcarsi su un altro velivolo, un elicottero OH-58D Kiowa Warrior.

"Ancora una volta, il capo ha organizzato tutto al meglio" pensò Delta-Uno.

Il Kiowa Warrior, progettato in origine come un elicottero leggero da ricognizione, era stato "ingrandito e migliorato" dando luogo all'ultima generazione di elicotteri militari da combattimento. Vantava una telecamera termica a raggi infrarossi che forniva al designatore laser capacità autonoma di puntamento per armi di precisione laser-guidate come missili Stinger aria-aria e AGM-1148 Hellfire. Un processore di segnali a controllo numerico ad alta velocità forniva la localizzazione simultanea di sei diversi bersagli. Pochi nemici avevano visto da vicino un Kiowa ed erano sopravvissuti abbastanza a lungo da raccontarlo.

Delta-Uno avvertì un noto senso di potenza mentre sedeva al posto del pilota e assicurava la cintura. Si era addestrato su quel velivolo e l'aveva già usato in tre missioni segrete, mai, però, per dare la caccia a un personaggio americano di tale livello. Doveva ammettere che il Kiowa era perfetto per quel lavoro. Il motore Rolls-Royce Allison e le pale semirigide erano silenziosi, il che significava che gli obiettivi al suolo non sentivano arrivare l'elicottero finché non era proprio sopra di loro. In grado di volare alla cieca senza luci e dipinto di nero opaco, privo di numeri rifrangenti sulla coda, risultava invisibile a meno che l'obiettivo non possedesse un radar.

"Elicotteri neri silenziosi."

Quei velivoli facevano impazzire i teorici della cospirazione. Alcuni sostenevano che l'invasione di elicotteri neri silenziosi era la prova dell'esistenza di "truppe d'assalto del Nuovo ordine mondiale" al comando delle Nazioni Unite. Altri proclamavano che fossero sonde aliene. Altri ancora, vedendo i Kiowa di notte in formazione serrata, si erano convinti che si trattasse di luci fisse di un mezzo aereo molto più grande: un'enorme astronave capace di volare verticalmente.

Un altro errore, ma ai militari la diversione faceva comodo.

Durante una recente missione, Delta-Uno aveva pilotato un Kiowa armato con la più segreta tecnologia militare, un'ingegnosa arma olografica soprannominata S M. Malgrado l'ovvia associazione con il sadomasochismo, S M stava per "smoke and mirrors", fumo e specchi: si trattava infatti di ologrammi proiettati in cielo sopra il territorio nemico. Il Kiowa aveva usato la tecnologia S M per proiettare ologrammi di aerei statunitensi sopra un'installazione contraerea nemica. I serventi della contraerea, presi dal panico, avevano sparato all'impazzata ai fantasmi che volteggiavano in alto e, quando ebbero terminato le munizioni, gli Stati Uniti avevano mandato gli aerei veri.

Mentre con i suoi uomini si staccava dalla pista, Delta-Uno risenti le parole del capo. "Avete un altro obiettivo." Sembrava una definizione decisamente eufemistica, considerata l'identità del nuovo bersaglio. Ma non toccava a lui fare osservazioni. La sua squadra aveva ricevuto un ordine é istruzioni precise sul metodo da usare: metodo assai singolare, che comunque avrebbero adottato.

"Mi auguro che il capo sia certo che questa è la mossa giusta."

Lasciata la pista di decollo, Delta-Uno si diresse verso sudovest. Aveva visto in due occasioni il Franklin Delano Roosevelt Memorial, ma quella sera l'avrebbe osservato per la prima volta dall'alto.

93

«Il meteorite è stato in origine scoperto da un geologo canadese?» Gabrielle fissava sbalordita Chris Harper, il giovane programmatore. «E questo canadese è morto

Harper annuì con aria tetra.

«Da quanto lo sa?»

«Un paio di settimane. Il direttore e Marjorie Tench, dopo avermi costretto ad affermare il falso durante la conferenza stampa, mi dissero la verità su come era stato trovato il meteorite, sapendo che a quel punto non avrei potuto rimangiarmi la parola.»

"Non è stato il PODS a individuarlo!"

Gabrielle non aveva idea di dove l'avrebbe portata quell'annuncio, senz'altro sensazionale. Brutte notizie per la Tench. Ottime per il senatore.

«Come ho accennato» continuò Harper in tono grave «il meteorite è stato individuato in seguito all'intercettazione di una comunicazione radio. Conosce il programma INSPIRE, Interactive NASA Space Physics Ionosphere Radio Experiment?»

Gabrielle ne aveva sentito parlare vagamente: era un progetto di ricerca interattivo che mirava a studiare i segnali radio nella ionosfera.

«In sostanza, è costituito da una serie di ricevitori di onde radio a bassissima frequenza, le cosiddette VLF, situati vicino al polo Nord, che ascoltano i suoni della Terra: segnali emessi dalle onde di plasma nelle aurore boreali, impulsi di onde radio a banda larga prodotte dai fulmini, questo genere di cose.»

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