«Marjorie» affermò Pickering con voce decisa. «Qualcuno mi sta mentendo, non c'è dubbio. Forse si tratta di Rachel Sexton e dei due scienziati civili, oppure di lei. Io credo che sia lei.»
La Tench esplose. «Come osa…»
«La sua indignazione mi lascia indifferente, quindi se la risparmi. Meglio che la informi che ho prove certe che la NASA e la Casa Bianca hanno trasmesso dati falsi, stasera.»
La Tench si zittì all'improvviso.
Pickering la lasciò riflettere per un momento. «Non desidero una crisi politica proprio come non la desidera lei, ma sono state dette cose non vere, e quelle non le sopporto. Se vuole il mio aiuto, dev'essere sincera con me.»
La Tench sembrò tentata, ma circospetta. «Se è tanto sicuro che qualcuno ha mentito, perché non si è fatto avanti?»
«Io non interferisco nelle questioni politiche.»
La Tench mormorò qualcosa che assomigliava molto a "stronzate".
«Marjorie, vuole forse dirmi che l'annuncio del presidente di stasera era tutto veritiero?»
Un lungo silenzio sulla linea.
Pickering capì di averla in pugno. «Ascolti, sappiamo entrambi che questa è una bomba a orologeria pronta a esplodere, ma siamo ancora in tempo. Possiamo arrivare a un compromesso.»
La Tench non disse nulla per parecchi secondi, poi sospirò. «Meglio che ci incontriamo.»
"Meta."
«Le mostrerò una cosa che ritengo possa fare luce sulla questione.»
«Vengo nel suo uffido.»
«No» disse lei in fretta. «È tardi e la sua presenza qui non passerebbe inosservata. Preferisco che non si venga a sapere.»
Pickering lesse tra le righe. "Il presidente non ne è al corrente." «Venga lei qui, allora. È la benvenuta.»
La Tench sembrava diffidente. «Incontriamoci in un posto discreto.»
Pickering se l'aspettava.
«Vediamoci al Roosevelt Memorial: è vicino alla Casa Bianca e a quest'ora di notte sarà deserto.»
Pickering rifletté un attimo. Il Roosevelt Memorial si trovava a metà strada tra il monumento a Jefferson e quello a Lincoln, in una parte della città assolutamente tranquilla. Si dichiarò d'accordo.
«Tra un'ora» disse la Tench, prima di chiudere la comunicazione. «E venga solo.»
Subito dopo questa conversazione, Marjorie Tench telefonò al direttore della NASA. Gli diede le cattive notizie con un tono carico di tensione. «Pickering potrebbe rappresentare un problema.»
81
Gabrielle Ashe, illuminata da nuova speranza, chiamò il servizio elenco abbonati dalla scrivania di Yolanda Cole, nella redazione dell'ABC.
I sospetti di cui Sexton le aveva appena parlato, se confermati, avevano un potenziale sconvolgente. "La NASA ha mentito sul PODS?" Gabrielle aveva seguito la conferenza stampa in questione e ricordava di averla trovata strana, al momento. Poi, però, non ci aveva più pensato, visto che il PODS non era un argomento critico poche settimane prima. Quella sera, invece, rappresentava il problema per eccellenza.
Sexton aveva bisogno di informazioni riservate, e in fretta, e contava sul "contatto" di Gabrielle. Lei gli aveva assicurato che avrebbe fatto del suo meglio, ma il problema, ovviamente, era l'informatore: Marjorie Tench non era certo disposta a collaborare. Non le restava che cercare di ottenere quelle notìzie da un'altra fonte.
«Informazioni elenco abbonati» disse la voce al telefono.
Gabrielle chiese ciò che le occorreva. L'operatrice trovò tre nominativi corrispondenti a Chris Harper a Washington. Gabrielle li provò tutti.
Il primo numero era di uno studio legale. Al secondo, nessuna risposta. Compose allora il terzo.
Rispose una donna al primo squillo. «Casa Harper.»
«Signora Harper?» chiese Gabrielle in tono gentile. «Spero di non averla svegliata!»
«Neanche per sogno! Credo che non dorma nessuno, stanotte!» Sembrava entusiasta. Gabrielle sentiva un televisore in sottofondo. Un servizio sui meteoriti. «Lei chiama per Chris, presumo!»
Gabrielle sentì le pulsazioni accelerare. «Sì, signora.»
«Spiacente, ma non c'è. È corso al lavoro non appena è finito il discorso del presidente.» Una risatina. «Certo, dubito che stiano proprio lavorando. Più che altro festeggeranno. L'annuncio è stato una sorpresa per lui, come per chiunque. Il telefono non ha fatto che squillare tutta la notte. Scommetto che il personale della NASA è là al gran completo.»
«In E Street?» chiese Gabrielle, pensando che la donna si riferisse alla sede centrale della NASA.
«Esatto. Metta un cappellino da party.»
«Senz'altro. Grazie. Lo rintraccerò là.»
Chiusa la comunicazione, Gabrielle si precipitò a cercare Yolanda, che aveva appena finito di dare le ultime istruzioni a un gruppo di esperti dello spazio che avrebbero fatto commenti entusiastici sul meteorite.
Yolanda sorrise nel vederla arrivare. «Hai un aspetto migliore, ora. Cominci a vedere il bordo dorato della nuvola nera?»
«Ho appena parlato con il senatore. La riunione di questa sera non è stata quello che pensavo.»
«Te l'avevo detto che la Tench si stava prendendo gioco di te. Come ha preso la notizia del meteorite il senatore?»
«Meglio del previsto.»
Yolanda parve stupita. «Credevo si fosse già buttato sotto un autobus.»
«Pensa che i dati della NASA non siano del tutto corretti.»
Yolanda sbuffò con aria dubbiosa. «Ha seguito la stessa conferenza stampa che ho appena visto io? Quante conferme e riconferme servono per convincersi di qualcosa?»
«Sto andando alla NASA a controllare.»
Yolanda inarcò le sopracciglia disegnate a matita. «Il braccio destro del senatore Sexton fa irruzione nella sede della NASA? Stasera? Hai voglia di farti lapidare?»
Gabrielle le raccontò dei sospetti di Sexton che il capoprogetto del PODS, Chris Harper, avesse mentito sulla riparazione del software.
Yolanda era chiaramente molto perplessa. «Abbiamo trasmesso anche noi la conferenza stampa, Gabs, e ammetto che Harper non era lui, quella sera, e in effetti la NASA ha poi confermato che stava da cani.»
«Il senatore Sexton è convinto che mentisse. Ne sono convinti anche altri. Persone importanti.»
«Se il software del PODS per la rilevazione delle anomalie non è stato aggiustato, come ha fatto a individuare il meteorite?»
"Proprio la domanda di Sexton" pensò Gabrielle. «Non lo so, ma il senatore vuole che io gli trovi qualche risposta.»
Yolanda scosse la testa. «Sexton ti manda nella tana del lupo per una sua illusione disperata. Non andare. Non gli devi nulla.»
«Gli ho mandato a puttane la campagna elettorale.»
«Casomai è la sfortuna che gliel'ha mandata a puttane.»
«Però se il senatore ha ragione e il capoprogetto del PODS ha davvero mentito…»
«Tesoro, se il direttore ha mentito al mondo intero, cosa ti fa credere che dirà la verità a te?»
Gabrielle ci aveva già pensato e aveva un piano in proposito. «Se trovo qualcosa di interessante, ti chiamo.»
Yolanda fece una risata scettica. «Se trovi qualcosa di interessante, mi mangio il cappello.»