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Nella camera afona del Charlotte, Rachel presentò Michael Tolland e Corky Marlinson a Pickering. Poi si lanciò in un veloce resoconto dell'incredibile successione di eventi della giornata.

Il direttore dell'NRO l'ascoltò senza fiatare.

Rachel gli parlò del plancton bioluminescente nel pozzo di estrazione, della loro spedizione sulla banchisa, della scoperta di una perforazione sotto il meteorite e infine dell'aggressione subita per mano di una squadra militare che, secondo lei, doveva appartenere ai corpi speciali.

William Pickering era noto per la sua capacità di ascoltare notizie sconvolgenti senza battere ciglio, eppure la sua espressione si alterò sempre più a mano a mano che Rachel proseguiva nel racconto. Lei percepì la sua incredulità e poi la collera quando gli disse dell'assassinio di Norah Mangor e della loro fuga disperata. Gli avrebbe voluto accennare i suoi sospetti su un coinvolgimento del direttore della NASA, ma conosceva il suo capo abbastanza da sapere che era meglio non puntare il dito senza prove. Si limitò a riferire i fatti. Quando ebbe finito, Pickering rimase in silenzio per parecchi secondi.

«Signora Sexton» disse infine «voi…» Li passò in rassegna con lo sguardo. «Se quello che dice è vero, e non vedo perché dovrebbe mentire, voi tre siete molto fortunati a essere ancora vivi.»

Tutti annuirono in silenzio. Il presidente aveva coinvolto quattro scienziati civili… e due di loro erano morti.

Pickering sospirò con aria affranta, come se fosse rimasto senza parole. Quella storia non aveva senso. «È possibile» chiese infine «che il pozzo di inserimento che risulta dal GPR sia un fenomeno naturale?»

Rachel scosse la testa. «È troppo regolare.» Distese il foglio stropicciato del GPR e lo piazzò davanti alla telecamera. «Assolutamente perfetto.»

Pickering studiò l'immagine, sempre più cupo. «Non ne parli con nessuno.»

«Ho telefonato a Marjorie Tench per avvertirla di fermare il presidente, ma non mi è stata a sentire.»

«Lo so, me l'ha detto.»

Rachel alzò lo sguardo, sbalordita. «Marjorie Tench le ha telefonato?» "Accidenti se è stata rapida."

«Proprio adesso. È molto preoccupata; teme che lei stia tentando qualche acrobatico colpo mancino per screditare il presidente e la NASA, forse allo scopo di aiutare suo padre.»

Rachel scattò in piedi. Sventolò il rapporto del GPR e indicò i due compagni. «Per poco non ci hanno ucciso! Sarebbe un colpo mancino, questo? Perché mai dovrei…»

Pickering sollevò le mani. «Calma. Quello che la signora Tench ha omesso di dirmi è che eravate in tre.»

Rachel non ricordava se la Tench le avesse dato il tempo di accennare a Corky e Tolland.

«E non mi ha neppure parlato di prove concrete. Ero già scettico sulle sue teorie prima di parlare con lei, ma ora sono più che mai convinto che sbaglia. Il problema, a questo punto, è che cosa significa tutto questo.»

Seguì un lungo silenzio.

Di rado William Pickering si mostrava confuso, ma in quel momento scosse la testa, disorientato. «Supponiamo per un momento che qualcuno abbia effettivamente inserito il meteorite sotto il ghiaccio. La domanda è: perché? Se la NASA ha un meteorite che contiene fossili, perché dovrebbe preoccuparsi di dove è stato ritrovato?»

«A quanto pare, l'inserimento è stato effettuato in modo tale che il PODS facesse la scoperta e che il meteorite apparisse come un frammento di una meteora molto nota.»

«La meteora Jungersol» intervenne Corky.

«Ma che importanza può avere associare i due fenomeni?» Pickering sembrava molto alterato. «Questi fossili non costituiscono in ogni caso una scoperta stupefacente, comunque e in qualsiasi posto siano stati ritrovati, a prescindere dall'evento meteoritico con cui sono collegati?»

Seguirono energici cenni di assenso da parte di tutti e tre.

Pickering esitava, amareggiato. «A meno che… naturalmente…»

Rachel avvertì le rotelle girare all'impazzata dietro gli occhi del direttore. Aveva trovato la spiegazione più semplice a quella sottolineata concomitanza del meteorite con la meteora Jungersol, ma purtroppo la spiegazione più semplice era anche la più inaccettabile.

«A meno che» continuò Pickering «lo spostamento non avesse lo scopo di fornire credibilità a dati completamente falsi.» Con un sospiro, si voltò vero Corky. «Dottor Marlinson, quante possibilità ci sono che questo meteorite sia un falso?»

«Un falso, signore?»

«Sì, una contraffazione. Una montatura.»

«Un falso meteorite?» Corky fece un risolino imbarazzato. «È assolutamente fuori discussione! È stato esaminato da innumerevoli professionisti, tra cui io. Analisi chimiche, spettrografie, datazione al rubidio-stronzio. È diverso da qualunque altra roccia mai vista sulla Terra. Il meteorite è autentico, e qualsiasi astrogeologo può confermarlo.»

Pickering si lisciò delicatamente la cravatta mentre rifletteva su quell'affermazione. «Eppure, considerato quanto ha da guadagnare la NASA da questa scoperta, i segni di manomissione delle prove e l'attacco da voi subito… la prima conclusione logica che mi viene in mente è che questo meteorite sia una messinscena bene architettata.»

«Impossibile!» esclamò Corky, seccato. «Con tutto il rispetto, signore, un meteorite non è un effetto speciale hollywoodiano che si può creare in laboratorio per ingannare un manipolo di ingenui astrofisici. È una roccia molto complessa con struttura cristallina e rapporto tra componenti assolutamente unici!»

«Non sto mettendo in discussione lei, dottor Marlinson; seguo semplicemente un filo logico. Visto che qualcuno voleva uccidervi per impedirvi di rivelare che il meteorite è stato inserito sotto il ghiaccio, ritengo utile prendere in esame tutti gli scenari, anche i più assurdi. Che cosa in particolare la rende sicuro che quella roccia è effettivamente un meteorite?»

«In particolare?» La voce di Corky gracchiò in cuffia. «Una crosta di fusione impeccabile, la presenza di condri, una concentrazione di nichel diversa da quella che si trova nelle rocce terrestri. Se la sua ipotesi è che qualcuno ci ha imbrogliato producendo questo masso in laboratorio, la sola cosa che posso dirle è che quel laboratorio deve avere almeno centonovanta milioni di anni.» Corky si frugò in tasca e ne estrasse una pietra con la forma di un CD. «Abbiamo datato campioni come questo con numerosi metodi chimici. La datazione al rubidio-stronzio non è cosa che si inventa!»

Pickering parve sorpreso. «Lei ha un campione?»

Corky si strinse nelle spalle. «La NASA ne ha decine.»

«Vuol dire che la NASA ha scoperto un meteorite che ritiene contenga prove di attività biologica e lascia che la gente se ne vada in giro con dei campioni?»

«Il punto è che il campione che ho in mano è autentico.» Avvicinò la pietra alla telecamera. «Qualunque petrografo, geologo o astronomo, fatti i vari test, le direbbe due cose: primo, che ha centonovanta milioni di anni; secondo, che è chimicamente dissimile da qualsiasi roccia presente sulla Terra.»

Pickering si sporse in avanti per studiare il fossile incastonato nella pietra. Per un momento, parve ipnotizzato. Poi sospirò. «Non sono uno scienziato e posso soltanto dire che se quel meteorite è autentico, come pare, mi piacerebbe sapere perché mai la NASA non l'ha presentato al mondo per quel che è. Perché qualcuno ha pensato di metterlo sotto il ghiaccio per persuaderci della sua autenticità?»

In quel momento, alla Casa Bianca, un addetto alla sicurezza stava digitando il numero di Marjorie Tench.

Il consigliere rispose al primo squillo. «Sì?»

«Signora Tench, ho l'informazione che mi ha richiesto sulla chiamata via radiotelefono di Rachel Sexton. L'abbiamo rintracciata.»

«Mi dica.»

«Secondo i servizi segreti il segnale ha avuto origine a bordo del sottomarino Charlotte.»

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