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"Sbagliato" pensò Rachel. Pickering era stato il primo al quale aveva pensato, ma era stata costretta a scegliere qualcun altro, per timore che il direttore dell'NRO fosse già stato eliminato; una mossa che avrebbe solo confermato la fredda determinazione del nemico. Prendendo una decisione disperata, Rachel aveva composto l'unico altro numero di fax che conosceva a memoria.

Quello dell'ufficio del padre.

Il numero di fax del senatore Sexton le era rimasto dolorosamente impresso dopo la morte della madre, quando il padre aveva preferito risolvere le questioni relative all'eredità senza incontrare Rachel di persona. Non avrebbe mai pensato di doversi rivolgere a lui in cerca d'aiuto, ma quella notte le era sembrato la persona ideale, dotata di due requisiti fondamentali: le motivazioni adeguate per rendere pubblici i dati riguardanti il meteorite e l'influenza sufficiente per ricattare la Casa Bianca e forzarla a richiamare la squadra assassina.

A quell'ora, peraltro, quasi certamente suo padre non sarebbe stato in ufficio, blindato come la camera di sicurezza di una banca. In effetti, Rachel aveva inviato i documenti in una cassaforte con apertura a tempo, che non si sarebbe dischiusa fino alla mattina seguente. Anche se il nemico avesse localizzato il destinatario, era praticamente impossibile che qualcuno filtrasse attraverso le maglie della sicurezza federale del palazzo del Senato Philip A. Hart per introdursi indisturbato nell'ufficio.

«La persona che riceverà quel fax è in grave pericolo. Chiunque essa sia» disse la voce dall'elicottero.

Rachel dovette soffocare la paura e ricordare a se stessa di essere in una posizione di vantaggio. Indicò il soldato ancora intrappolato nei bracci meccanici del Triton, sanguinante e sospeso dieci metri sopra l'oceano. «L'unica persona in pericolo è il vostro agente» sibilò nel CrypTalk. «È finita. Le informazioni sono state trasmesse. Avete perso. Andatevene o quest'uomo morirà.»

«Signora Sexton, lei non si rende conto della gravità…»

«Non mi rendo conto?» esplose Rachel. «Mi rendo conto che uccidete degli innocenti! Che il meteorite è un falso e che non la farete franca! Nemmeno se ci ammazzerete tutti! È finita!»

Ci fu una lunga pausa. Poi la voce annunciò: «Vengo giù».

Rachel avvertì i muscoli entrare in tensione. "Giù?"

«Sono disarmato» disse la voce. «Non faccia niente di avventato. Io e lei dobbiamo parlare a faccia a faccia.»

Prima che Rachel potesse reagire, l'elicottero si posò sul ponte della Goya. Ne scese un uomo dall'aspetto sobrio, giacca nera e cravatta dello stesso colore. Per un attimo, Rachel rimase attonita. William Pickering.

Il direttore dell'NRO mai avrebbe pensato di dover arrivare a tanto. Fissava Rachel con aria di rammarico e poteva leggerle negli occhi il pericoloso conflitto di emozioni: confusione, sgomento, rabbia, consapevolezza di essere stata tradita.

"È comprensibile" pensò. "Ci sono molte cose che lei ignora."

Per un attimo, rivide sua figlia, Diana. Si chiese quali emozioni avesse provato prima di morire. Rachel e Diana sarebbero cadute nella stessa spietata guerra, alla quale lui si era votato. E a volte le vittime potevano essere molto crudeli.

«Rachel» disse Pickering. «Possiamo ancora trovare un accordo. Lasci che le spieghi.»

Rachel, atterrita, avvertì un senso di nausea.

Tolland, che imbracciava la mitraglietta, la puntò al petto di Pickering. «Indietro!» urlò. Anche lui sembrava disorientato.

William Pickering si fermò a cinque metri da Rachel, concentrandosi su di lei. «Suo padre è corrotto, Rachel. Riceve contributi illegali da società aerospaziali private. Vuole smantellare la NASA e aprire l'esplorazione dello spazio ai privati. Deve essere fermato. È una questione di sicurezza nazionale.»

Rachel lo guardava con occhi inespressivi.

Pickering emise un sospiro prima di continuare. «La NASA, con tutti i suoi problemi, deve rimanere un ente governativo.» Sicuramente se ne rendeva conto anche lei. "La privatizzazione causerebbe una fuga di cervelli verso il settore privato. Le forze armate non potrebbero più accedere allo spazio. Le società aerospaziali, per finanziarsi, venderebbero i brevetti e le idee della NASA al miglior offerente."

La voce di Rachel tremava di collera. «Avete inscenato tutto e ucciso persone innocenti… nel nome della sicurezza nazionale?»

«Uccidere non era nei piani. Non sarebbe mai dovuto accadere. Il nostro scopo era proteggere un'importante agenzia governativa.»

Pickering sapeva che la messinscena del meteorite, come gran parte delle operazioni segrete, era stata causata dalla paura. Tre anni prima, nel tentativo di estendere la rete di idrofoni sottomarini e portarla a profondità maggiori, fuori dal raggio d'azione di eventuali sabotatori, Pickering aveva diretto un progetto che si proponeva di costruire un robustissimo batiscafo, capace di condurre un equipaggio nelle regioni più profonde del fondale oceanico, inclusa la fossa delle Marianne.

Fabbricato con una ceramica rivoluzionaria, quel batiscafo biposto era stato progettato sulla base di disegni trafugati elettronicamente dal computer di un geniale ingegnere californiano, Graham Hawkes. Il sogno di Hawkes di costruire un prototipo del suo batiscafo, che aveva chiamato Deep Flight II, si era infranto contro la mancanza di fondi, mentre Pickering poteva disporre di un bilancio praticamente illimitato.

Usando il batiscafo segreto, Pickering aveva inviato una squadra di tecnici a installare segretamente i nuovi idrofoni lungo le pareti della fossa delle Marianne, a una profondità che li nascondeva agli occhi di ogni potenziale nemico. Nel corso delle trivellazioni, i tecnici si erano imbattuti in formazioni geologiche mai viste. Avevano rinvenuto condri e fossili di specie sconosciute. Le scoperte, però, non erano mai state divulgate a causa della necessità di mantenere segreta la capacità dell'NRO di raggiungere tali profondità.

Solo negli ultimi tempi Pickering e il suo gruppo di consiglieri scientifici, sempre motivati dalla paura, avevano deciso di usare le loro preziose conoscenze della straordinaria geologia delle Marianne per intervenire in aiuto alla NASA. Trasformare una roccia sottomarina in un meteorite si era dimostrato un compito sorprendentemente facile. Usando un motore ECE, a miscela d'idrogeno, il gruppo dell'NRO aveva fuso la superficie della roccia fino a riprodurre una crosta di fusione convincente. Poi, con un piccolo batiscafo, si erano immersi sotto la banchisa di Milne e avevano inserito dal basso il masso carbonizzato nel ghiaccio. Una volta che il pozzo scavato si fosse ricongelato, sarebbe sembrato che la roccia fosse rimasta sepolta là per trecento anni.

Sfortunatamente, come spesso accade nelle operazioni segrete, quel piano accurato e ambizioso era stato rovinato da un trascurabile imprevisto. Il giorno prima, pochi microrganismi luminescenti, avevano svelato il loro trucco da illusionisti…

Dall'abitacolo del Kiowa, Delta-Uno osservava il dramma che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Rachel e Tolland sembravano avere il controllo della situazione ma, agli occhi di un esperto, la scena era quasi comica. La mitraglietta nelle mani di Tolland era inoffensiva; anche da quella distanza Delta-Uno poteva vedere il congegno d'armamento completamente arretrato. Il caricatore dell'arma era vuoto.

Osservando il compagno che si dibatteva nella morsa del Triton, Delta-Uno capì di non avere tempo da perdere. Era giunto il momento d'agire, ora che l'attenzione sul ponte era rivolta completamente verso Pickering. Con il rotore che girava al minimo, uscì furtivamente dalla parte posteriore della fusoliera e, usando l'elicottero come copertura, si fece strada verso la passerella di dritta senza essere visto. Imbracciò la mitraglietta e si diresse a prua. Aveva ricevuto ordini precisi da Pickering e non aveva intenzione di fallire.

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