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A un tratto la banda comune emette dei fruscii e dagli altoparlanti del Tre-C esce la voce della bambina. «Padre Capitano de Soya» dice Aenea. Manca il video. «Per favore, non tenti di agganciare i campi né di abbordare la mia nave. Il tentativo sarebbe disastroso.»

De Soya lancia un’occhiata allo schermo. Mancano quindici secondi. Hanno già recitato quella farsa, pensa de Soya, e nessuna minaccia di suicidio impedirà stavolta l’abbordaggio della nave. Meno di un centesimo di secondo dopo l’aggancio dei campi, le tre navi torcia MAGI azioneranno gli storditori e innaffieranno il bersaglio.

«Rifletta, Padre Capitano» dice con calma la bambina. «La nostra nave è controllata da una IA dell’era dell’Egemonia. Se ci stordisce…»

«Sospendere l’aggancio dei campi!» ordina de Soya, due secondi prima che l’aggancio avvenga automaticamente. La Melchiorre, la San Tommaso Akira e la Baldassarre inviano un segnale luminoso per confermare l’ordine ricevuto.

«Lei pensa al silicio» continua la bambina «ma il nucleo IA della nostra nave è totalmente organico: banchi processori del vecchio tipo a DNA. Se stordisce noi, stordisce anche la nave.»

— Maledizione, maledizione, maledizione! — ode de Soya. Sulle prime pensa d’avere udito la propria voce, poi si gira e scopre che è il capitano Wu a imprecare piano.

«Siamo in decelerazione a 87 g» continua Aenea. «Se lei stordisce la nostra IA… be’, quella controlla tutti i campi interni, i motori…»

De Soya passa sulle bande degli esperti tecnici a bordo della San Malo e delle tre MAGI. «È vero?» domanda. «Stordiremmo anche la loro IA?»

Segue un’insopportabile pausa di almeno dieci secondi. Infine il capitano Hearn, che ha una laurea in ingegneria, s’inserisce sulla banda compatta. «Non sappiamo, Federico. Molti particolari della biotecnologia delle vere IA sono andati perduti o sono stati soppressi dalla Chiesa. È peccato mortale, interessarsi delle…»

«Sì, sì» lo interrompe de Soya, brusco. «Ma dice la verità? Qualcuno qui dovrà pur saperlo! Una IA a base DNA sarà danneggiata, se useremo gli storditori per innaffiare la nave?»

Bramly, ingegnere capo sulla San Malo, interviene: «Signore, penso che i progettisti avrebbero protetto il cervello in previsione di una simile possibilità…».

«Ma lo sa per certo?» ribatte de Soya.

«Nossignore» ammette dopo un attimo Bramly.

«Quella IA è totalmente organica?» insiste de Soya.

«Sì» interviene il capitano Hearn, sulla banda a raggio compatto. «A parte le interfacce, elettronica e di memoria a bolla, l’IA di una nave di quell’epoca sarebbe DNA strutturato a elica incrociata, mantenuto in sospensione con…»

«E va bene» dice de Soya, rivolgendosi su canali multipli a tutte le navi. «Mantenete la posizione. Non… ripeto, non… permettete alla nave della bambina di cambiare rotta né di accelerare a velocità C-più. In questo caso, agganciate i campi e usate gli storditori.»

Dalle MAGI e dalle navi più esterne provengono i segnali luminosi di conferma.

«… perciò, per favore, non crei questo disastro» conclude Aenea. «Vogliamo solo atterrare su Vettore Rinascimento.»

Il Padre Capitano de Soya apre alla nave della bambina il proprio canale a raggio compatto. «Aenea» dice, con tono gentile «lasciaci venire a bordo, ti porteremo noi sul pianeta.»

«Penso di eseguire da me l’atterraggio» replica Aenea. De Soya crede di cogliere nel suo tono una traccia di divertimento.

«Vettore Rinascimento è un pianeta assai vasto» protesta de Soya. Guarda, mentre parla, il grafico tattico: dieci minuti all’ingresso nell’atmosfera. «Dove vuoi atterrare?»

Un intero minuto di silenzio. Poi la voce di Aenea. «Lo spazioporto Leonardo, a Da Vinci, andrebbe bene.»

«Quello spazioporto è chiuso da più di duecento anni» obietta de Soya. «I banchi memoria della tua nave sono così arretrati?»

Solo silenzio, sui canali di comunicazione.

«C’è un astroporto della Pax Mercatoria, nel quadrante ovest di Da Vinci» suggerisce de Soya. «Non va bene?»

«Sì» risponde Aenea.

«Dovrai cambiare direzione, entrare in orbita e atterrare secondo gli ordini del controllo del traffico spaziale» dice de Soya. «Ora scarico sulla nave i cambiamenti di delta-v.»

«No!» dice Aenea «La mia nave ci porterà a terra.»

De Soya sospira, guarda il capitano Wu e padre Brown. Il comandante Barnes-Avne dice: — I miei marines possono abbordarla in due minuti.

— La nave entrerà nell’atmosfera fra… sette minuti — dice de Soya. — A quella velocità, anche il minimo errore di calcolo sarebbe fatale. — Passa sul canale a raggio compatto. «Aenea, sopra Da Vinci c’è troppo traffico spaziale e aereo, non puoi tentare l’atterraggio. Per favore, ordina alla nave di seguire i parametri d’inserimento orbitale che ho appena trasmesso e di…»

«Mi spiace, Padre Capitano» lo interrompe la bambina «ma siamo già in fase d’atterraggio. Se comunica alla torre di controllo dello spazioporto d’inviarci i dati d’avvicinamento, mi farà un piacere. Se le parlerò di nuovo, avverrà quando saremo a terra. Chiudo.»

— Maledizione! — impreca de Soya. Si collega con la torre di controllo della Pax Mercatoria. «Avete registrato, torre?»

«Invio dati d’avvicinamento… ora.» La voce del controllore di volo.

«Hearn, Stone, Boulez» dice de Soya. «Registrato?»

«Ricevuto» dice la Madre Capitano Stone. «Dovremo interrompere fra… tre minuti e dieci secondi.»

De Soya passa per un attimo in ambiente tattico, quanto basta per vedere il mozzo e la ruota staccarsi, mentre le navi torcia iniziano a ridurre velocità per entrare in orbita frenante. Quelle navi non sono state progettate per l’atmosfera. La San Malo è già in orbita intorno al pianeta e ora si trova quasi sul percorso della nave della bambina, che riduce pazzescamente la velocità prima d’entrare nell’atmosfera.

— Preparate la navetta — ordina de Soya.

«PAC?» chiama poi sul canale di trasmissione planetario.

«Pronti, signore» risponde il comandante di caccia Klaus. Lei e altri quarantasei Scorpioni, la Pattuglia Aerea di Combattimento, aspettano ad alta quota sopra Da Vinci.

«La seguite?»

«Tracce ottime, signore» risponde Klaus.

«Le ricordo che non va sparato colpo se non sotto mio ordine diretto, comandante.»

«Sissignore.»

«La San Malo lancerà… ah… diciassette caccia che seguiranno fino a terra la nave bersaglio» dice de Soya. «Con la mia navetta, fanno diciotto. I nostri radarfari saranno regolati su zero-cinque-nove.»

«Affermativo» dice Klaus. «Radarfari zero-cinque-nove. Nave bersaglio e diciotto amici.»

«De Soya, chiudo.» Stacca i cavi che lo collegano ai pannelli del Tre-C. L’ambiente tattico svanisce. Il capitano Wu, padre Brown, il comandante Barnes-Avne, il sergente Gregorius, Kee e Rettig seguono de Soya nella navetta. Il pilota, un tenente di nome Karyn Norris Cook, è in attesa, con tutti i sistemi pronti. Basta meno di un minuto perché la navetta sia agganciata ed espulsa dal tubo di lancio della San Malo. Operazione provata e riprovata molte volte.

Mentre entrano nell’atmosfera, de Soya riceve dati tattici tramite la rete di navetta.

— La nave della bambina mette le ali — dice il pilota, usando l’antica terminologia. Da millenni, "avere i piedi asciutti" significa sorvolare terreno, "avere i piedi bagnati", sorvolare acqua, "mettere le ali", passare dallo spazio all’atmosfera.

L’immagine video mostra che la frase non va presa alla lettera. I dati relativi alla vecchia nave indicano la presenza di capacità metamorfiche, ma nel caso attuale la nave non mette le ali. Telecamere delle vedette di difesa mostrano chiaramente che la nave entra di prua nell’atmosfera e si tiene in equilibrio su di una coda di fiamma di fusione.

Il capitano Wu si sporge verso de Soya. — Il cardinale Lourdusamy ha detto che quella bambina è una minaccia per la Pax — mormora in modo che gli altri non sentano.

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