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— Penso di sì — rispose lei, piano.

Lasciai cadere le mani sulle ginocchia. Martin Sileno non aveva detto che quel viaggio sarebbe stato facile o razionale… aveva solo detto che avrebbe fatto di me un eroe. — E va bene — dissi, sentendo nella mia voce la stanchezza. — Qual è il tuo piano stavolta, ragazzina?

— Non ho un piano. Se saranno lì ad aspettarci, dirò loro la verità: atterriamo su Vettore Rinascimento. Penso che ci lasceranno atterrare.

— E se ci lasciano atterrare? — replicai, cercando di raffigurarmi la nave circondata da migliaia di soldati della Pax.

— Allora vedremo, penso — disse Aenea. Mi sorrise. — Chi vuol fare una partita a biliardo a gravità 0,2? A soldi, stavolta.

Trattenni una risposta pepata, cambiai tono. — Tu soldi non ne hai.

Aenea allargò il sorriso. — Allora non posso perdere, giusto?

26

Per 142 giorni il Padre Capitano de Soya attende che la bambina entri nel sistema solare di Rinascimento e ogni notte la sogna. La vede con chiarezza così com’era quando l’ha incontrata per la prima volta davanti alla Sfinge: sottile come un giunco, occhi attenti ma non impauriti malgrado la tempesta di sabbia e le figure minacciose, le manine alzate come per coprirsi il viso o per correre ad abbracciarlo. Spesso, nei sogni, la bambina è sua figlia e insieme passeggiano nelle affollate vie-canale di Vettore Rinascimento, parlando della sorella maggiore di de Soya, Maria, che è stata ricoverata nel Centro Medico di S. Giuda a Da Vinci. Nei sogni, de Soya e la bambina camminano mano nella mano nei pressi dell’enorme complesso medico e lui spiega come conta di salvare stavolta la vita di sua sorella: non lascerà che Maria muoia nel modo in cui è morta la prima volta.

In realtà Federico de Soya aveva sei anni standard, quando con la famiglia era giunto su Vettore Rinascimento da Llano Estacado, isolata regione del mondo provinciale di MadredeDios. Quasi tutti, su quel pianeta scarsamente popolato, desertico e sassoso, erano cattolici, ma non cattolici rinati nella Pax. La famiglia de Soya faceva parte del movimento scissionistico marianista e aveva lasciato Nuevo Madrid più di un secolo prima, quando quel mondo aveva votato di unirsi alla Pax e di sottomettere al Vaticano tutte le sue chiese cristiane. I Marianisti veneravano la Santa Madre di Cristo più di quanto non consentisse l’ortodossia vaticana: perciò il giovane Federico era cresciuto su di un mondo desertico marginale con la sua devota colonia di sessantamila cattolici eretici che per protesta avevano rifiutato il crucimorfo.

Maria, a quel tempo dodicenne, si era ammalata durante l’epidemia provocata da un retrovirus di provenienza esterna che come una falce aveva mietuto vittime nella regione degli allevatori di bestiame. Chi era contagiato dalla Morte Rossa, moriva nel giro di trentadue ore o si riprendeva; Maria non si era ripresa e i suoi lineamenti, un tempo assai belli, erano quasi cancellati dalle orribili stigmate cremisi.

I familiari l’avevano portata all’ospedale di Ciudad de la Madre, nel Llano Estacado, la regione meridionale, spazzata dal vento, ma i medici marianisti non potevano far altro che pregare. A Ciudad de la Madre c’era una nuova missione di cristiani rinati, tollerata dai locali pur con qualche restrizione, e il prete che la dirigeva, un uomo di buon cuore, tal padre Maher, aveva supplicato il padre di Federico di consentire che la bambina moribonda ricevesse il crucimorfo. Federico era troppo giovane per ricordare i particolari della discussione dei disperati genitori, ma ricordava tutta la famiglia… sua madre, suo padre, le altre due sorelle e il fratello più giovane… in ginocchio nella locale chiesa marianista a supplicare la guida e l’intercessione della Santa Madre.

Furono gli altri allevatori della Cooperativa Marianista del Llano Estacado a raccogliere il denaro necessario per mandare tutta la famiglia de Soya in uno dei famosi centri medici di Vettore Rinascimento.

Il fratello e le altre sorelle di Federico rimasero presso un vicino, ma per qualche motivo lui, che a quel tempo aveva sei anni, fu scelto per accompagnare nel lungo viaggio i genitori e la sorella moribonda. Per tutti fu la prima esperienza del crio-sonno, più pericoloso ma meno costoso della crio-fuga… e in seguito de Soya ricordò che il gelo nelle ossa gli pareva fosse durato per tutte le settimane trascorse su Vettore Rinascimento.

Nella clinica a Da Vinci i medici della Pax riuscirono sulle prime ad arrestare la diffusione della Morte Rossa nel corpo di Maria, addirittura eliminando alcune stigmate sanguinanti; ma dopo tre settimane locali il retrovirus riprese il sopravvento. Ancora una volta un prete della Pax (in questo caso, diversi preti che facevano parte del personale della clinica) sollecitò i genitori di de Soya perché rinunciassero ai principi marianisti e consentissero alla bambina moribonda di accettare il crucimorfo prima che fosse troppo tardi. In seguito, diventato adulto, de Soya poté meglio immaginare quanto fosse stata sofferta la decisione dei suoi genitori: la morte delle proprie convinzioni più profonde oppure la morte della propria figlia.

Nel sogno, dove Aenea è sua figlia e insieme percorrono le vie-canale nei pressi della clinica medica, de Soya descrive come Maria gli avesse affidato, solo qualche ora prima di cadere in coma, la sua cosa più preziosa, una minuscola statuetta di porcellana raffigurante un unicorno. Nel sogno, de Soya cammina tenendo per mano la bambina venuta da Hyperion e le racconta come suo padre, uomo forte tanto nel fisico quanto nelle convinzioni, si fosse infine arreso e avesse chiesto ai preti della Pax di somministrare alla propria figlia il sacramento della croce. I preti della clinica erano stati d’accordo, ma avevano insistito perché i genitori e Federico si convenissero ufficialmente al cattolicesimo universale, prima che Maria ricevesse il crucimorfo.

De Soya spiega a sua figlia, Aenea, come ricorda la breve cerimonia del neobattesimo nella cattedrale locale, S. Giovanni Teologo, dove lui e i genitori sconfessarono l’autorità della Santa Madre e accettarono tanto l’unico dominio di Gesù Cristo quanto il potere del Vaticano sulla loro vita religiosa. Ricorda d’avere ricevuto, quella sera stessa, la prima comunione e il crucimorfo.

Per Maria, il Sacramento della Croce era in programma per le dieci pomeridiane. Maria morì all’improvviso alle 8 e 45 della sera. Secondo le regole della Chiesa e le leggi della Pax, chi pativa la morte cerebrale non poteva essere risuscitato artificialmente per ricevere la croce.

Anziché infuriarsi o sentirsi tradito dalla sua nuova Chiesa, il padre di Federico ritenne la tragedia un segno che Dio (non il Dio che aveva pregato fin da bambino, il gentile Figlio infuso degli universali principi femminili della Santa Madre, ma il più severo Dio del Nuovo e del Vecchio Testamento della Chiesa Universale) aveva punito lui, la sua famiglia e l’intero mondo marianista del Llano Estacado. Al ritorno sul loro mondo, con il cadavere della figlia vestito di bianco per la sepoltura, l’anziano de Soya diventò indefesso apostolo del cattolicesimo secondo la Pax. I tempi erano fertili, perché le comunità d’allevatori erano mietute dalla Morte Rossa. A sette anni, Federico fu mandato alla scuola della Pax a Ciudad de la Madre e le sue sorelle in convento nel Llano settentrionale. Prima della morte del padre (in realtà, prima che Federico fosse mandato con padre Maher a Nuevo Madrid per entrare nel Seminario di S. Tommaso) i marianisti superstiti su MadredeDios si erano convertiti tutti al cattolicesimo della Pax. L’orribile morte di Maria aveva portato un intero mondo a nascere di nuovo.

Nei sogni il Padre Capitano de Soya non dà molte spiegazioni alla bambina che cammina con lui per le vie, familiari come un incubo, di Da Vinci su Vettore Rinascimento. La bambina, Aenea, pare conoscere già tutto.

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