Литмир - Электронная Библиотека
Содержание  
A
A

— Ma è il più vicino mondo della Rete? — disse Aenea. — Un tempo aveva i teleporter.

— Sì — dissero insieme A. Bettik e la nave.

— Fai rotta per Vettore Rinascimento, passando dal sistema solare di Parvati — ordinò Aenea.

«Con un balzo diretto a Vettore Rinascimento, se questa è la sua destinazione, risparmieremmo un giorno/nave e due settimane di debito temporale» suggerì la nave.

— Lo so, ma voglio passare dal sistema di Parvati. — Di sicuro mi lesse negli occhi la domanda, perché soggiunse: — Ci seguiranno. Non voglio che capiscano la nostra vera destinazione, quando usciremo da questo sistema solare.

— Al momento nessuno ci insegue — disse A. Bettik.

— Lo so — replicò Aenea — ma ci inseguiranno fra qualche ora. E per il resto della mia vita. — Girò la testa verso la piazzola olografica, come se la personalità della nave risiedesse lì. — Esegui l’ordine, per favore.

Sullo schermo olografico le stelle si spostarono. «Ventisette minuti alla traslazione per il sistema di Parvati» disse la nave. «Ancora nessuna intimazione né inseguimento, ma la nave torcia Sant’Antonio ha cambiato rotta, imitata dalla nave trasporto truppe.»

— E l’altra nave torcia? — domandai. — La… come si chiama… la San Bonaventura?

«Il traffico sulla banda comune e i sensori mostrano che è aperta al vuoto e chiede soccorso» disse la nave. «La Sant’Antonio risponde.»

— Oddio — mormorai. — Cos’è stato, un attacco degli Ouster?

Aenea scosse la testa e si allontanò dal pianoforte. — Solo lo Shrike. Mio padre mi avvertì… — Tacque.

— Lo Shrike? — disse l’androide. — A quanto mi consta, nella leggenda e nelle vecchie registrazioni la creatura chiamata Shrike non ha mai lasciato Hyperion… in genere rimaneva nel raggio di qualche centinaio di chilometri dalle Tombe del Tempo.

Aenea si lasciò cadere sui cuscini. Aveva ancora gli occhi arrossati e l’aria stanca. — Già, be’, ora vaga più lontano, purtroppo. E se papà ha ragione, è solo l’inizio.

— Nessuno ha più visto né sentito lo Shrike da trecento anni almeno — dissi.

Aenea annuì, turbata. — Lo so. Da quando si aprirono le Tombe, proprio prima della Caduta. — Guardò l’androide. — Oddio, muoio di fame. E sono sporca.

— Aiuterò la nave a preparare un pasto leggero — disse A. Bettik. — Le docce sono al piano di sopra, nella stanza da letto principale, e nel ponte di crio-fuga, dabbasso. In camera da letto c’è anche la vasca da bagno.

— Vado su — disse Aenea. — Scenderò prima del balzo quantico. Ci vediamo fra venti minuti. — Mentre andava alla scala si fermò e mi strinse di nuovo la mano. — Raul Endymion, mi spiace se ho fatto la figura dell’ingrata. Grazie d’avere rischiato la vita per me. Grazie di venire con me in questo viaggio. Grazie d’esserti lasciato coinvolgere in una faccenda così enorme e complicata che nessuno di noi può immaginare dove andrà a finire.

— Non c’è di che — risposi come uno sciocco.

Aenea mi sorrise. — Anche tu hai bisogno di una doccia, amico mio. Un giorno la faremo insieme, ma al momento penso che dovresti usare il bagno nel ponte di crio-fuga.

Sorpreso, senza sapere che cosa pensare, la guardai salire le scale.

18

Il Padre Capitano de Soya si sveglia in una culla di risurrezione a bordo della Raffaele. Ha avuto il permesso di dare il nome alla nave e ha scelto quello dell’arcangelo assegnato al ritrovamento di amori perduti.

De Soya è rinato solo due volte prima d’ora, ma ogni volta c’era un prete ad accoglierlo, a fargli bere dalla coppa il sorso del vino sacramentale e poi il consueto bicchiere di succo d’arancia. C’erano esperti in risurrezione, per parlargli, per dargli spiegazioni, finché la sua mente confusa non riprendeva a funzionare.

Stavolta c’è solo il senso di claustrofobia indotto dalle pareti della culla di risurrezione. Spie luminose lampeggiano e i monitor mostrano linee di stampa e simboli. De Soya ancora non è in grado di leggere. Si ritiene fortunato per il semplice fatto di riuscire a pensare. Si alza a sedere e lascia penzolare le gambe dal bordo del lettino di risurrezione.

"Le gambe" pensa. "Ne ho di nuovo due." È nudo, ovviamente; la pelle rosea gli luccica per l’umidità e il caldo della culla di risurrezione. E lui ora si tasta le costole, l’addome, la gamba sinistra… i punti trapassati e maciullati da quel demone. Tutto è perfetto. Non c’è segno della spaventosa ferita che gli aveva troncato la gamba.

— Raffaele?

«Sì, Padre Capitano?» La voce della nave è angelica, vale a dire del tutto priva d’identità sessuale. De Soya la trova consolante.

— Dove siamo?

«Sistema di Parvati, Padre Capitano.»

— Gli altri? — chiede de Soya. Ha solo un vaghissimo ricordo del sergente Gregorius e dei due superstiti della squadra. Non ha alcun ricordo d’essere salito con loro a bordo della nave corriere.

«Mentre parliamo, sono in fase di risveglio, Padre Capitano.»

— Quanto tempo è trascorso?

«Quasi quattro giorni da quando il sergente l’ha portata a bordo, Padre Capitano. Il balzo quantico è avvenuto entro un’ora dal suo ingresso nella culla di risurrezione. Secondo le istruzioni trasmesse dal sergente Gregorius, per i tre giorni successivi alla sua risurrezione ci siamo mantenuti in orbita d’attesa a dieci unità astronomiche dal pianeta Parvati.»

Con un cenno de Soya indica d’avere capito. Anche quel lieve movimento è doloroso. Ogni cellula del suo corpo è dolorante per la risurrezione. Ma è un dolore sano, del tutto diverso da quello, terribile, delle ferite. — Hai preso contatto con le autorità della Pax su Parvati?

«No, Padre Capitano.»

— Bene. — Nei giorni dell’Egemonia, Parvati era una remota colonia; ora è una remota colonia della Pax. Non possiede veicoli spaziali… né militari della Pax né commerciali della Mercatoria… ma solo un piccolo contingente militare e alcune semplici navi interplanetarie. Se la bambina sarà catturata in quel sistema, il compito toccherà per forza alla Raffaele.

— Aggiornamenti sulla nave della bambina? — domanda de Soya.

«La nave non identificata ha fatto il balzo due ore e diciotto minuti prima di noi» comunica la Raffaele. «Le coordinate di traslazione si riferivano senza alcun dubbio al sistema di Parvati. L’arrivo della nave non identificata è previsto fra due mesi, tre settimane, due giorni e diciassette ore circa.»

— Grazie. Appena Gregorius e gli altri saranno pronti, organizza una riunione nella sala operativa.

«Sì, Padre Capitano.»

— Grazie — ripete de Soya. Pensa: "Due mesi, tre settimane, due giorni… Madre Misericordiosa, cosa farò per quasi tre mesi in questo sistema fuori mano?". Forse, riflette, quando ha dato l’ordine non ha esaminato la situazione in tutti i suoi aspetti. Di sicuro era turbato dal trauma, dal dolore e dalle medicine. Ma il più vicino sistema della Pax è Vettore Rinascimento, che si trova a dieci giorni/nave da Parvati, cinque mesi di debito temporale… tre giorni e mezzo e due mesi/debito dal previsto arrivo della bambina. No, riflette de Soya, forse non è stato molto lucido… non è lucido nemmeno ora e se ne rende conto… ma ha preso la decisione giusta. Meglio venire qui e poi riprendere in esame l’intera faccenda.

"Potrei balzare su Pacem" pensa "e chiedere istruzioni al Comando della Pax… al Papa, perfino. Potrei trascorrere due mesi e mezzo a ristabilirmi, tornare qui e avere ancora un po’ di tempo d’avanzo."

Scuote la testa, con una smorfia per la sofferenza provocatagli dal movimento. Ha già gli ordini: catturare la bambina e riportarla su Pacem. Tornare al Vaticano sarebbe solo un’ammissione di fallimento. Forse manderebbero un altro. Durante la conferenza informativa prima del volo, il capitano Marget Wu ha reso chiaro che la Raffaele è unica… la sola nave corriere a sei posti, armata, classe Arcangelo, esistente; e anche se, nei mesi di debito temporale da quando ha lasciato Pacem, ne avessero costruita una seconda, non avrebbe senso tornare adesso. Se la Raffaele fosse ancora l’unico Arcangelo armato, lui potrebbe solo aumentare di due unità l’equipaggio.

38
{"b":"121395","o":1}