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— Mio Dio — mormora Theo. Il tono sconvolto strappa il Console alle fantasticherie.

Hanno superato l'ultima curva del fiume, sopra la città. Qui le scogliere sono più alte, culminano verso sud nella montagna scolpita a immagine di re Billy il Triste. Il sole al tramonto accende le nuvole basse e gli edifici sulla cima delle scogliere orientali.

Al di sopra della città infuria la battaglia. Raggi laser colpiscono e attraversano le nuvole, le navi si scansano come moscerini e bruciano come falene troppo vicino alla fiamma, i paracadute e le macchie confuse dei campi di sospensione vanno alla deriva. Keats è sotto attacco. Gli Ouster sono arrivati su Hyperion.

— Oh, merda — mormora Theo, con tono riverente.

Lungo la cresta alberata a nordest della città, un breve getto di fiamma e un tremolio di scia di condensazione segnano il missile scagliato da un lanciarazzi portatile e diretto proprio verso lo skimmer dell'Egemonia.

— Si regga forte! — grida Theo, brusco. Prende il comando manuale, muove interruttori a leva, esegue una brusca virata a dritta, cerca di girare all'interno del piccolo raggio di curvatura del razzo stesso.

Un'esplosione a poppa scaglia il Console contro la rete di sicurezza e per un attimo gli annebbia la vista. Quando il Console riesce di nuovo a vedere, la cabina è piena di fumo, luci rosse di allarme pulsano nel bagliore e lo skimmer denuncia guasti al sistema, con una decina di voci dal tono pressante. Theo è accasciato sinistramente sui comandi.

— Si regga forte — ripete, senza bisogno. Lo skimmer ruota da far venire la nausea, fa presa sull'aria, poi cede, si capovolge, scivola di ala verso la città in fiamme.

36

Aprii gli occhi, disorientato per un istante; mi trovavo nell'immensa e scura Basilica di San Pietro, su Pacem. Nella fioca luce delle candele, monsignor Edouard e padre Paul Duré, chini verso di me, mi guardavano con espressione intensa.

— Per quanto tempo sono rimasto… addormentato? — domandai. Mi pareva che fossero trascorsi soltanto alcuni secondi: il sogno era uno scintillio di immagini come si ha prima di sprofondare nel sonno.

— Dieci minuti — disse Monsignor Edouard. — Ci può dire cosa ha visto?

Non vedevo motivo di non raccontare il sogno. Quando terminai di descriverlo, monsignor Edouard si fece il segno della croce. — Mon Dieu, l'ambasciatore del TecnoNucleo spinge Gladstone a mandare la gente in quei… tunnel.

Duré mi toccò la spalla. — Dopo avere parlato con la Vera Voce dell'Albero Mondo, su Bosco Divino, la raggiungerò su TC2. Dobbiamo spiegare a Gladstone quanto sia folle una simile scelta.

Non pensavo più di andare con Duré su Bosco Divino, né su Hyperion. — Sono di accordo — dissi. — Dovremmo partire subito. Il vostro… La Porta del Papa può teleportarmi su Tau Ceti Centro?

Monsignor Edouard si alzò, annuì, si sgranchì. All'improvviso mi resi conto che era assai anziano, che non aveva mai subito trattamenti Poulsen. — Ha un accesso di priorità — disse. Si rivolse a Duré. — Paul, sai che ti accompagnerei, se potessi. I funerali di Sua Santità, l'elezione del nuovo Santo Padre… — Emise un sospiro triste. — È strano che gli imperativi quotidiani persistano anche di fronte al disastro collettivo. Pacem stesso ha meno di dieci giorni standard, prima dell'arrivo dei barbari.

L'alta fronte di Duré brillò alla luce delle candele. — Gli affari della Chiesa trascendono il semplice imperativo quotidiano, amico mio. Mi fermerò il meno possibile sul mondo dei Templari, poi mi unirò al signor Severn nello sforzo di convincere il PFE a non dare ascolto al Nucleo. Poi tornerò, Edouard, e cercheremo di trarre un senso da questa confusa eresia.

Li seguii fuori della basilica, da una porta laterale che portava in un corridoio dietro gli alti colonnati, poi a sinistra in un cortile a cielo aperto (la pioggia era cessata e l'aria profumava di fresco), giù per una scala, lungo uno stretto tunnel, fino nelle stanze papali. Soldati della Guardia Svizzera scattarono sull'attenti quando entrammo nell'anticamera; erano alti, vestiti con armatura e calzoni a righe gialle e blu, ma le alabarde cerimoniali erano anche armi a energia degne della FORCE. Una guardia avanzò di un passo e si rivolse sottovoce al monsignore.

— Un tale è appena giunto al terminex principale per vedere lei, signor Severn — disse quest'ultimo.

— Me? — Stavo ascoltando altre voci nelle altre stanze, l'armonico salire e scendere di preghiere ripetute. Immaginavo che riguardassero la preparazione dei funerali del Papa.

— Sì, un certo signor Hunt. Dice che si tratta di questioni urgenti.

— Fra un minuto l'avrei incontrato nella Casa del Governo. Può dirgli di raggiungerci qui?

Monsignor Edouard annuì e parlò sottovoce alla guardia svizzera, che mormorò qualcosa nel cimiero ornamentale dell'antica armatura.

La cosiddetta Porta del Papa, un piccolo teleporter circondato da intricate sculture in oro raffiguranti cherubini e serafini, sovrastato da un bassorilievo a cinque stazioni che illustrava la caduta di Adamo ed Eva e la cacciata dal giardino dell'Eden, si trovava al centro di un locale ben sorvegliato, subito prima delle stanze private del Papa. Aspettammo lì; gli specchi alle pareti riflettevano la nostra pallida immagine di persone dall'aria stanca.

Leigh Hunt entrò, scortato dal prete che mi aveva guidato nella basilica.

— Severn! — esclamò il fido consigliere di Gladstone. — Il PFE ha bisogno di lei immediatamente.

— Stavo proprio per andare a trovarla — risposi. — Sarebbe un errore gravissimo, se Gladstone permettesse al Nucleo di costruire e usare quell'ordigno micidiale.

Hunt batté le palpebre… una reazione quasi comica, in quel viso da basset-hound. — Lei sa sempre tutto ciò che accade, Severn?

Fui costretto a ridere. — Un bimbo seduto da solo in una piazzuola di proiezione vede molto e capisce pochissimo. Ma ha il vantaggio di poter cambiare canale e di spegnere l'apparecchio, quando ne è stufo. — Hunt conosceva già monsignor Edouard, a seguito di vari incontri ufficiali; gli presentai padre Paul Duré della Compagnia di Gesù.

— Duré? — riuscì a dire Hunt, lasciando quasi penzolare la mascella. Era la prima volta che lo vedevo restare senza parole; ne fui quasi rallegrato.

— Le spiegazioni a più tardi — dissi. Strinsi la mano al prete. — Buona fortuna su Bosco Divino, Duré. Non si trattenga troppo.

— Un'ora — promise il gesuita. — Non di più. Devo solo trovare una tessera del mosaico, prima di parlare al PFE. Le spieghi lei l'orrore del labirinto… più tardi aggiungerò la mia testimonianza.

— Può darsi che sia troppo occupata per ricevermi prima che lei sia di ritorno — dissi. — Ma farò del mio meglio per impersonare la parte di Giovanni Battista.

Duré sorrise. — Attento a non perdere la testa, amico mio. — Ci rivolse un cenno di saluto, batté sull'arcaico diskey il codice di trasferimento e varcò il portale.

Dissi addio a Monsignor Edouard. — Sistemeremo tutto prima che l'ondata Ouster arrivi troppo lontano.

L'anziano prete alzò la mano e mi benedisse. — Vada con Dio, giovanotto. Ho la sensazione che tempi oscuri ci attendano, ma che toccherà a lei il fardello più oneroso di tutti.

Scossi la testa. — Sono solo un osservatore. Aspetto, osservo e sogno. Un fardello trascurabile, monsignore.

— Aspetti, osservi e sogni più tardi — disse Leigh Hunt, brusco. — La Signora la vuole a portata di mano subito e devo tornare a una riunione che ho piantato in asso.

Guardai l'ometto. — Come mi ha trovato? — domandai, tanto per parlare. I teleporter erano azionati dal Nucleo e il Nucleo collaborava con le autorità dell'Egemonia.

— La sua carta di priorità rende più facile tenersi al corrente dei suoi viaggi — disse Hunt, con chiaro tono di impazienza. — In questo momento abbiamo l'obbligo di trovarci sul luogo degli eventi.

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