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A
A

io non esco\\

Se esco

esco per amor suo]

"Parla chiaro!" grido, penso, urlo, scaglio alla parete di colori cangianti di fronte a me.

[Kwatz!]

[Mio figlio è nato morto]

"Perché avete preservato la Vecchia Terra, Ummon?"

[Nostalgia/

sentimentalismo/

speranza per il futuro dell'umanità/

timore di rappresaglia]

"Rappresaglia di chi? Degli esseri umani?"

[Sì]

"Quindi il Nucleo può essere ferito. Dove si trova, Ummon? Il TecnoNucleo?"

[Te l'ho già detto]

"Dimmelo di nuovo, Ummon."

[Abitiamo

l'infraspazio/

ricucendo piccole anomalie

come cristalli di merletto/

per immagazzinare le nostre memorie e

generare le illusioni

di noi stessi

a noi stessi]

"Anomalie!" esclamo. "L'infraspazio! Cristo, Ummon, il Nucleo si trova nella rete teleporter!"

[Ovvio\\ Dove se no]

"Nei teleporter stessi! Le tarlature dei sentieri di anomalia! La Rete è simile a un gigantesco computer per IA."

[No]

[Le sfere dati sono il computer\\

Ogni volta che un essere umano

accede alla sfera dati

i neuroni di questa persona

sono nostri da usare

per i nostri scopi\\

Duecento miliardi di cervelli

ciascuno con i suoi miliardi

di neuroni/

formano un bel po'

di potere calcolatore]

"Così la sfera dati era in realtà il modo in cui ci usavate come computer. Ma il Nucleo stesso risiede nella rete teleporter… fra i teleporter!"

[Sei molto acuto

per uno mentalmente nato morto]

Provo a concepire tutto questo e fallisco. I teleporter erano il più grande dono del Nucleo a noi… all'umanità. Cercare di ricordare un tempo precedente al teletrasporto era come cercare di immaginare un mondo prima della scoperta del fuoco, della ruota, dei vestiti. Ma nessuno di noi… nessuno della razza umana… ha mai speculato su un mondo fra i portali: quel semplice passo da un mondo all'altro ci convinceva che le arcane sfere di anomalia del Nucleo si limitassero a praticare uno strappo nel tessuto dello spazio-tempo.

Ora cerco di vederlo come Ummon lo descrive: la Rete di teleporter come un elaborato traliccio di ambienti filati dall'anomalia, nel quale le IA del TecnoNucleo si muovono come ragni meravigliosi, le cui "macchine" sono i miliardi di menti umane che a un determinato istante si collegano alle loro sfere dati.

Non c'è da stupirsi che le IA del Nucleo abbiano autorizzato la distruzione della Vecchia Terra, con il loro ingegnoso piccolo prototipo incontrollabile di buco nero, durante il Grande Errore del '38! Quel secondario errore di calcolo della Squadra Kiev o, meglio, delle IA che facevano parte della squadra, ha mandato l'umanità nella lunga Egira, a tessere la rete del Nucleo, con le navi coloniali che portavano attrezzature teleporter a duecento mondi e lune per più di mille anni-luce nello spazio.

Con ogni teleporter, il TecnoNucleo cresceva. Certo avevano filato anche le proprie reti teleporter… il contatto con la Vecchia Terra "nascosta" lo dimostrava. Eppure, mentre considero questa possibilità, ricordo il bizzarro vuoto della "metasfera" e capisco che gran parte della rete non-Rete è deserta, non colonizzata dalle IA.

[Hai ragione/

Keats/

gran parte di noi resta

nella comodità

dei vecchi spazi]

"Perché?"

[Perché fa

paura là fuori/

e ci sono

altre

cose]

"Altre cose? Altre intelligenze?"

[Kwatz!]

[Una parola

troppo gentile\\

Cose/

altre cose/

leoni

e

tigri

e

orsi]

"Presenze aliene nella metasfera? Così il Nucleo rimane negli interstizi del reticolo teleporter della Rete come topi nei muri di una vecchia casa?"

[Metafora cruda/

Keats/

ma accurata\\

Mi piace]

"La divinità umana… il Dio futuro che hai detto si è evoluto… è forse una di queste presenze aliene?"

[No]

[Il dio dell'umanità

si è evoluto/ si evolverà un giorno/ su

un piano diverso/

in un medium diverso]

"Dove?

[Se vuoi proprio saperlo/

le radici quadrate di Gh/c5 e Gh/c3]

"Cosa c'entrano con tutto questo il tempo di Planck e la lunghezza di Planck?"

[Kwatz!]

[Una volta Ummon domandò

a una luce minore//

Sei un giardiniere›//

// Sì// essa rispose\\

// Perché le rape non hanno radici›\\

domandò Ummon al giardiniere\

che non seppe rispondere\\

// Perché\\ disse Ummon//

l'acqua piovana abbonda]

Rifletto un attimo. Il koan di Ummon non è difficile, ora che ritrovo l'abilità di ascoltare per cogliere l'ombra di sostanza sotto le parole. La piccola parabola Zen è il modo di Ummon per dire, con un certo sarcasmo, che la risposta si trova nella scienza e nell'anti-logica spesso fornita dalle risposte scientifiche. Il commento sull'acqua piovana risponde a tutto e a niente, come per tanto tempo ha fatto gran parte della scienza. Come Ummon e gli altri Maestri insegnano, spiega perché la giraffa ha sviluppato con l'evoluzione un collo lunghissimo, mentre gli altri animali non l'hanno fatto. Spiega perché l'umanità ha sviluppato l'intelligenza, ma non spiega perché l'albero davanti al cancello di casa si sia rifiutato di farlo.

Ma le equazioni di Planck sono sconcertanti.

Perfino io mi accorgo che le semplici equazioni citate da Ummon sono una combinazione delle tre costanti fondamentali della fisica: la gravità, la costante di Planck e la velocità della luce. I valori di √Gh/c7 e di √Gh/c5 sono a volte chiamati lunghezza quantica e tempo quantico… le più piccole regioni di spazio e di tempo descrivibili in maniera sensata. La cosiddetta lunghezza di Planck equivale circa a 10-35 metri e il tempo di Planck a circa 10-43 secondi.

Piccolissima. Brevissimo.

Ma è lì che, secondo Ummon, il nostro Dio umano si è evoluto… si evolverà un giorno.

Poi mi viene in mente, con la stessa forza di immagine e di esattezza della mia poesia migliore.

Ummon parla del livello quantico dello spazio-tempo stesso! Quella spuma di fluttuazioni quantiche che lega l'universo e permette le tarlature dei teleporter, i ponti delle trasmissioni astrotel! La "linea calda" che impossìbilmente manda messaggi tra due fotoni che fuggono in direzioni opposte!

Se le IA del TecnoNucleo esistono come topi nei muri della casa dell'Egemonia, allora il Dio dell'umanità passata e futura nascerà negli atomi di legno, nelle molecole di aria, nelle energie di amore e odio e paura, e nelle pozze di sonno… perfino nel bagliore degli occhi dell'architetto.

"Oddio" mormoro penso.

[Precisamente

Keats\\

Tutte le personalità a tempo lento

sono così lente/

o sei tu più

neurodanneggiato della maggioranza›]

"Tu hai detto a Brawne e… e alla mia controparte… che la vostra Intelligenza Finale 'risiede negli interstizi della realtà, ereditando la casa da noi, suoi creatori, come l'umanità ha ereditato una simpatia per gli alberi'. Vuoi dire che il vostro deus ex machina risiederà nello stesso reticolo teleporter nel quale adesso vivono le IA del Nucleo?"

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