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Ma la tomba era rimasta. Il corpo della nonna del Console non era più lì (in realtà, non c'era mai stato) ma, come tante altre cose simboliche di quel mondo, la cripta vuota meritava rispetto, quasi stupore reverenziale.

Gladstone guardò fra le torri, al di là del vecchio frangiflutti dove le lagune azzurre erano diventate marrone, al di là delle piattaforme petrolifere e delle chiatte turistiche, nel punto in cui il mare iniziava. Ora le isole mobili non si muovevano più in grandi mandrie sull'oceano, con gli alberi-vela gonfi alle brezze meridionali, con i delfini pastori a tagliare l'acqua in bianche V di spuma.

Ora le isole erano addomesticate e popolate da cittadini della Rete. I delfini erano morti… alcuni uccisi nelle grandi battaglie con la FORCE, altri, la parte maggiore, vittime dell'inesplicabile Suicidio Collettivo del Mar Meridionale, l'ultimo mistero di una razza avvolta nei misteri.

Gladstone si sedette sopra una bassa panca vicino all'orlo della scogliera e trovò uno stelo d'erba da pelare e masticare. Che cosa accadeva, a un mondo, quando da casa di centomila esseri umani in delicato equilibrio con un'ecologia delicata diventava terreno di gioco per più di quattrocento milioni di cittadini dell'Egemonia, nel solo primo decennio?

Risposta: il mondo moriva. O moriva la sua anima, mentre l'ecosfera continuava bene o male a funzionare. Ecologi planetari e specialisti di terraforming mantenevano in vita il guscio, impedivano che i mari fossero soffocati del tutto dall'inevitabile spazzatura, rifiuti organici e fuoruscite di petrolio, lavoravano per ridurre al minimo o per camuffare l'inquinamento sonico e un migliaio di altre cose che il progresso aveva portato con sé. Ma il Patto-Maui che il Console aveva conosciuto da bambino, meno di un secolo prima, quando aveva risalito quella stessa collina per il funerale della nonna, era scomparso per sempre.

In alto passò una formazione di tappeti Hawking, con i turisti che ridevano e gridavano. A quota maggiore, un massiccio VEM da escursione nascose per un attimo il sole. Nell'ombra improvvisa, Gladstone buttò via lo stelo d'erba e appoggiò le braccia sulle ginocchia. Pensò al tradimento del Console. Aveva contato sul tradimento del Console, aveva puntato tutto sul fatto che quell'uomo cresciuto su Patto-Maui, discendente di Siri, si unisse agli Ouster nell'inevitabile conflitto per Hyperion. Non era stato un piano soltanto suo: Leigh Hunt aveva avuto una parte importante nei decenni di piani, nella delicata strategia per mettere in contatto con gli Ouster l'individuo esatto, in una posizione che gli consentisse di tradire le due parti attivando il congegno per annullare le maree del tempo su Hyperion.

E il Console aveva tradito. Lui, che al servizio dell'Egemonia aveva sacrificato quarant'anni di vita, più la moglie e il figlio, alla fine era esploso di furia vendicatrice, come una bomba rimasta in letargo per mezzo secolo.

Gladstone non ne aveva tratto alcun piacere. Il Console aveva venduto l'anima e avrebbe pagato un prezzo terribile, in termini storici e mentali, ma il suo tradimento era poca cosa al confronto di ciò che lei stessa era pronta a sopportare. Come PFE dell'Egemonia, era il capo simbolico di centocinquanta miliardi di anime umane. Ed era pronta a tradirle, per salvare l'umanità.

Si alzò, sentendo nelle ossa l'età e i reumatismi, e andò lentamente fino al terminex. Si soffermò un attimo accanto al portale che mandava un ronzio sommesso e volse la testa per dare un'ultima occhiata a Patto-Maui. La brezza soffiava dal mare, ma portava il puzzo di perdite di petrolio e di gas di raffineria: Gladstone girò il viso.

La forza di gravità di Lusus le ricadde sulle spalle come pastoie di ferro. Nel Concourse era l'ora di punta e migliaia di pendolari, di clienti e di turisti affollavano ogni livello pedonale, riempivano di variopinta umanità gli ascensori lunghi un chilometro, davano all'aria una pesantezza che si mescolava all'odore di petrolio e di ozono di un sistema chiuso. Gladstone ignorò i livelli per acquisti costosi e percorse in monodiscovia i dieci chilometri che la separavano dal Tempio Shrike principale.

Alla base dell'ampia scalinata c'erano blocchi di polizia e campi di contenimento che brillavano di viola e di verde. Il tempio stesso era sbarrato e buio; gran parte delle finestre alte e istoriate che davano sul Concourse aveva i vetri infranti. Gladstone ricordò i rapporti riguardanti le sommosse del mese precedente e la fuga del Vescovo e dei suoi accoliti.

Si avvicinò al campo d'interdizione e guardò al di là della mobile nebbiolina violacea la scalinata dove Brawne Lamia aveva portato di peso ai sacerdoti dello Shrike il cliente e amante moribondo, il cìbrido Keats originale. Gladstone aveva conosciuto molto bene il padre di Brawne: avevano trascorso insieme i primi anni al Senato. Il senatore Byron Lamia era stato un uomo brillante… a un certo punto, molto prima che dal mondo provinciale di Freeholm la madre di Brawne comparisse sulla scena sociale, Gladstone aveva preso in considerazione l'idea di sposarlo; alla sua morte, una parte della giovinezza di Gladstone era stata seppellita con lui. Byron Lamia era ossessionato dal TecnoNucleo, consumato dalla missione di rimuovere l'umanità dallo stato di servitù imposto dalle IA per più di cinque secoli e per un migliaio di anni-luce. Proprio il padre di Brawne aveva fatto capire a Gladstone il pericolo e l'aveva guidata all'impegno che si sarebbe risolto nel tradimento più terribile della storia dell'uomo.

E proprio il "suicidio" del senatore Byron Lamia l'aveva abituata a decenni di prudenza. Gladstone non sapeva se a orchestrare la morte del senatore erano stati agenti del Nucleo o elementi delle forze politiche dell'Egemonia impegnati a proteggere gli interessi acquisiti, ma sapeva che Byron Lamia non si sarebbe mai tolto la vita, non avrebbe mai abbandonato in quel modo moglie e figlia. L'ultimo atto ufficiale del senatore era stato quello di proporre, con una collega, la concessione a Hyperion della qualifica di Protettorato, mossa che avrebbe portato con venti anni standard di anticipo il pianeta a fare parte della Rete. Dopo la morte di Byron Lamia, la collega — Meina Gladstone, da poco diventata influente in Senato — aveva lasciato perdere la proposta.

Gladstone trovò un pozzo di discesa e si lasciò alle spalle i livelli commerciali e residenziali, di produzione e di servizio, di scarico rifiuti e degli impianti reattori. Il comlog e l'altoparlante dell'ascensore segnalarono che entrava in zone vietate e poco sicure, molto al di sotto dell'Alveare. Il programma del veicolo tentò di bloccarla. Gladstone annullò il comando e i segnali di avvertimento. Continuò a scendere, al di là di livelli ora privi di pannello e di spie luminose, attraverso intrichi di filiformi cavi a fibra ottica, condotti di riscaldamento e di raffreddamento, nuda roccia. Alla fine, si fermò.

Sbucò in un corridoio illuminato solo da fotoglobi lontani e untuosa vernice lucciola. L'acqua gocciolava da migliaia di fessure del soffitto e delle pareti e si accumulava in pozze tossiche. Il vapore sgorgava da aperture che forse erano altri corridoi o nidi personali o semplici buchi. Da un punto lontano proveniva l'urlo ultrasonico del metallo che taglia metallo; da più vicino, lo stridio elettronico di musica nichilista. Un uomo urlò e una donna rise, con voce stridula che echeggiò nei pozzi e nei condotti. Si udì il rumore simile a un colpo di tosse di un fucile a fléchettes.

Alveare Sedimento. Gladstone giunse a un'intersezione di corridoi. La microguardia adesso le girava intorno con l'insistenza di un insetto infuriato. Chiamava rinforzi di sicurezza. Solo il continuo comando di annullamento di Gladstone impediva che il richiamo fosse udito.

Alveare Sedimento. Il posto dove Brawne Lamia e il suo amante cìbrido si erano nascosti, nelle ultime ore prima del tentativo di raggiungere il Tempio Shrike. Era una delle numerosissime zone vulnerabili della Rete, dove il mercato nero forniva qualsiasi cosa, dal Flashback alle armi della FORCE, dagli androidi illegali ai trattamenti Poulsen di contrabbando che potevano dare tanto la morte quanto altri vent'anni di giovinezza. Gladstone svoltò a destra, nel corridoio più buio.

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