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«Non ci credo», mormorò Sue.

Davanti ai loro occhi, era sospesa una cosa sferica, delle dimensioni di un pallone da calcio. Qualcosa formato da una materia compatta. La cosa splendeva di una luce blu. Gelatina pulsante.

Avevano ritrovato gli esseri.

Gli esseri erano diventati un unico essere.

Sala riunioni

«Unicellulari!» gridò Johanson. «Sono unicellulari.»

Era agitatissimo. Il gruppo lo guardava in silenzio. Rubin non riusciva a stare fermo sulla sedia e annuiva freneticamente, mentre Johanson camminava avanti e indietro.

«Abbiamo sempre creduto che la gelatina e la nuvola fossero due cose distinte, e invece sono la stessa cosa. La sostanza è un legame tra le singole cellule. La gelatina può non solo cambiare la propria forma, ma si può anche dissolvere e poi ricomporsi.»

«L'essere si dissolve?» gli fece eco Vanderbilt.

«No, no! Non l'essere… Voglio dire, l'essere sono le singole cellule che si fondono tra loro. Abbiamo aperto alcuni granchi e fatto uscire la sostanza gelatinosa, che si è nascosta in qualche angolo del simulatore. Siamo riusciti a catturarne una. E improvvisamente erano sparite tutte, senza lasciare traccia, non era rimasto nulla… Mio Dio, che idiota sono stato a non pensarci! È ovvio! Degli esseri unicellulari non possono essere trattenuti in una gabbia, non possono essere osservati a occhio nudo, in genere sono troppo piccoli. Poiché il simulatore era illuminato dall'interno, non potevamo vedere la bioluminescenza. È lo stesso problema che abbiamo incontrato al largo della Norvegia, quando quella cosa gigantesca è passata davanti alla telecamera. Allora abbiamo visto solo la superficie illuminata dai proiettori di Victor, ma in realtà emetteva luce essa stessa… Era luminosa, era un insieme di organismi bioluminescenti. Quello che ora nuota laggiù nella cisterna è la somma delle sostanze che abbiamo tolto dai granchi!»

«Questo spiega alcune cose», disse Anawak. «L'essere senza forma sullo scafo della Barrier Queen, la nuvola blu al largo di Vancouver Island…»

«… le riprese dell'URA, esatto! Una gran parte delle cellule si muove liberamente nell'acqua, ma, al centro, le cellule sono compresse. La massa forma tentacoli. Inietta se stessa nelle teste delle balene.»

«Un momento.» Judith Li sollevò le mani. «Va bene, è stato stabilito qualche legame, ma ho l'impressione che vi stiate spingendo troppo avanti. Forse siamo stati testimoni di uno scambio. Via la gelatina vecchia, dentro quella nuova. Oppure c'è stato qualcosa di simile a un controllo. Forse la sostanza nelle teste rimanda qualcosa alla massa totale.»

«Informazioni», disse Greywolf.

«Sì!» esclamò Johanson. «Sì!»

Alicia arricciò il naso. «Dunque possono assumere qualsiasi dimensione, a seconda delle necessità?»

«Qualsiasi dimensione e qualsiasi forma», confermò Sue. «Per guidare un granchio ne basta una manciata. Quella cosa al largo di Vancouver Island intorno cui si sono raccolte le balene aveva le dimensioni di una casa, e…»

«Questo è il fatto decisivo della nostra scoperta», interloquì Rubin, scattando in piedi. «La gelatina è un materiale grezzo necessario per svolgere determinati compiti.»

Sue annuì, seccata per l'interruzione.

«Ho riguardato con attenzione le riprese fatte davanti alla scarpata continentale norvegese», proseguì Rubin, senza prendere fiato. «E credo di sapere cos'è successo! Che mi venga un colpo se non è stata quella sostanza a dare il colpo definitivo per lo smottamento della scarpata continentale. Siamo a un passo dal comprendere la verità!»

«Avete trovato una massa che svolge una gran quantità di lavoro sporco», disse Peak, per nulla impressionato. «Molto bene. E dove sono gli yrr?»

«Gli yrr sono…» Rubin si bloccò. Improvvisamente tutta la sua sicurezza era svanita. Il suo sguardo si spostava incerto da Sue a Johanson. «Ma sì…»

«Crede che quelli siano gli yrr?» domandò Samantha.

Johanson scosse la testa. «Non ne ho idea.»

Cadde un silenzio pesante.

Samantha Crowe strinse le labbra e fece un tiro di sigaretta. «Non abbiamo ancora ricevuto risposte. Chi ci può rispondere? Un essere intelligente o un'associazione di esseri intelligenti? Che ne pensa, Sigur? Gli esseri nella cisterna si comportano in maniera intelligente?»

«Sa meglio di me che la domanda è oziosa», ribatté Johanson.

«Era quello che volevo sentirle dire», sorrise Samantha.

«Come possiamo rendercene conto? Un'intelligenza extraterrestre come valuterebbe un gruppo di prigionieri di guerra rinchiusi in un campo, che non sanno nulla di matematica, hanno paura, freddo, si lamentano oppure stanno seduti in un angolo?»

«Oh, santo cielo», si lamentò Vanderbilt a bassa voce. «Adesso tiriamo in ballo pure la Convenzione di Ginevra.»

«Vale anche per gli extraterrestri?» sogghignò Peak.

Sue gli scoccò uno sguardo disgustato. «Dovremo sottoporre ad altri test la massa nella cisterna», disse. «Tra parentesi, non riesco a spiegarmi come mai ci abbiamo messo tanto a comprenderlo. Leon, cos'hai notato quando sei andato di nascosto nel bacino di carenaggio della Barrier Queen

Anawak la guardò. «Poco prima che mi pescassero? Un bagliore blu.»

«Appunto», disse Sue, rivolta a Judith Li. «Lei ha voluto muoversi da sola, e ha tenuto sotto osservazione nel bacino la Barrier Queen per settimane senza arrivare a niente… Va bene, ormai è andata. Alla sua gente deve essere sfuggito qualcosa di fondamentale nell'analisi dei campioni d'acqua del bacino di carenaggio. Nessuno si è accorto della luce? O di una gran quantità di organismi unicellulari nei campioni d'acqua?»

«Certo», replicò Judith Li. «È ovvio che abbiamo analizzato l'acqua.»

«E allora?»

«Niente. Acqua normalissima.»

«Ah, bene», sospirò Sue. «Potrebbe farmi avere le analisi? Compresi i risultati di laboratorio.»

«Naturalmente.»

«Dottor Johanson…» Shankar alzò la mano. «Come pensa che avvenga questa fusione? Cosa li porta a fondersi?»

«E tutti contemporaneamente», si meravigliò Roscovitz. Era la prima volta che prendeva la parola. «Come avviene? A che scopo? Una di quelle cellule dovrà pur dire: 'Ehi, gente, venite un po' qui che facciamo una festa!'»

«Non necessariamente», disse Vanderbilt con fare scaltro. «Il grado più alto di collaborazione si trova nelle cellule del corpo umano, giusto? E non c'è nessuno che dica loro come fare.»

«Sta parlando della struttura organizzativa della CIA?» chiese ridendo Judith Li.

«Stia attenta, Suzie Wong.»

«Ehi!» Roscovitz sollevò le mani. «Io sono solo un pilota di sommergibili. Voglio capire questa storia. Negli uomini le cellule stanno incollate tutte insieme, ma qui è un'altra faccenda. Noi non ci dissolviamo a piacere, inoltre c'è un sistema nervoso centrale che funge da boss.»

«Tra le cellule umane la comunicazione avviene per mezzo di messaggeri chimici», disse Alicia.

«E questo che vuol dire? Dobbiamo immaginare queste cellule come un banco di pesci in cui tutti nuotano contemporaneamente nella stessa direzione?»

«Il movimento di un banco di pesci è simultaneo solo in apparenza», spiegò Rubin. «Il comportamento dei banchi dipende dalla pressione.»

«Questo lo sapevo, gente, volevo solo…» sbuffò Roscovitz.

«Sui fianchi dei pesci ci sono degli organi», continuò Rubin, impassibile. «Se un corpo cambia la propria posizione, al suo vicino arriva la pressione di un'onda e automaticamente si sposta nella stessa direzione, e così via finché tutto il banco partecipa allo spostamento.»

«Ho detto che lo so!»

«Ma certo!» Alicia s'illuminò. «È così!»

«Che cosa?»

«La pressione delle onde. La grande massa di gelatina può guidare facilmente i banchi con la pressione delle onde. Ci siamo chiesti per quale stregoneria i banchi di pesci non finiscono più nelle reti, e questa potrebbe essere una spiegazione.»

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