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L'Offutt Air Force Base era attrezzata come una seconda sede del governo. Ma il problema era un altro: quegli uomini così potenti erano stati costretti a scappare, a cercare rifugio lì. Ecco perché accettavano senza troppe proteste l'idea che, nel mare, ci fosse un'entità intelligente, rifletté Judith. Battere in ritirata davanti ad avversari umani, contro cui non si poteva opporre resistenza, sarebbe stato un segno di debolezza, uno smacco intollerabile. La teoria di Johanson gettava una luce totalmente nuova sulla situazione, alleggerendo la pressione su ognuno di loro e soprattutto sul segretario alla Difesa e sul presidente stesso.

«Che ne pensate?» chiese il presidente ai suoi. «È possibile una cosa del genere?»

«Quello che io ritengo possibile non ha importanza», replicò bruscamente il segretario alla Difesa. «Gli esperti sono allo Château. Se sono arrivati a questa conclusione, dobbiamo prenderli sul serio e chiederci quale sarà la nostra prossima mossa.»

«Vuole prendere sul serio questa roba?» chiese Vanderbilt, agitato. «Stiamo parlando di alieni! Di omini verdi!»

«Non sono extraterrestri», ripeté pazientemente Judith.

«Avremo un problema ben diverso», notò il segretario alla Difesa. «Supponiamo che la teoria sia vera. Quanto possiamo far sapere all'opinione pubblica?»

«Quanto? Niente!» Il direttore della CIA scosse energicamente la testa. «Si scatenerebbe subito un caos mondiale.»

«L'avremo ugualmente.»

«E comunque i media ci farebbero a pezzi. Direbbero che siamo matti. Anzitutto non ci crederanno e, in seconda istanza, non ci vorranno credere. L'esistenza di una simile specie metterebbe in discussione l'importanza dell'umanità.»

«Questo è un problema prevalentemente religioso», disse il segretario alla Difesa, scuotendo il capo. «La sua rilevanza politica è pressoché nulla.»

«La politica non esiste più», intervenne Peak. «Non si può parlare di politica se si è incapaci di osservare i fatti a prescindere dalla paura e dalla miseria. Vada a Manhattan e capirà. Troverà inginocchiato a pregare un sacco di gente che non è mai stata in chiesa.»

Il presidente sollevò lo sguardo al soffitto. «Dobbiamo chiederci quali sono i piani divini», mormorò.

«Con tutto il rispetto, signor presidente… Dio non siede nel suo governo», sbottò Vanderbilt. «E non è neppure dalla nostra parte.»

«Questo non è un buon punto di vista, Jack», borbottò il presidente, con le sopracciglia aggrottate.

«Ho smesso di valutare i punti di vista sulla base del bene e del male. M'interessa solo che abbiano un senso. Evidentemente qui sono tutti convinti che in questa teoria ci sia qualcosa di vero. Allora mi chiedo chi di noi sia tanto cretino…»

«Jack!» esclamò il direttore della CIA.

«Be', d'accordo, sono disposto ad ammettere che il cretino sono io. Tuttavia farò marcia indietro soltanto quando vedrò le prove. Quando avrò comunicato con questi rompiscatole, con questo… allevamento acquatico. Fino ad allora, è mio dovere formulare un ammonimento. Non escludiamo la possibilità di un attacco terroristico su grande scala e non trascuriamo di vigilare.»

Judith gli posò una mano sull'avambraccio. «Jack, perché degli uomini dovrebbero scegliere una simile strada?»

«Per far credere a gente come lei che E.T. ci ha preso di mira. E funziona. Accidenti se funziona.»

«Qui nessuno è ingenuo», disse il consigliere per la sicurezza nazionale, in tono seccato. «Non abbasseremo la guardia, ma, detto sinceramente, con la sua psicosi del terrorismo non faremo un passo avanti. Non possiamo continuare a sorvegliare dei mullah suonati o dei criminali ricchissimi mentre crollano altre scarpate continentali, intere città vengono spazzate via e muoiono americani innocenti. Allora, Jack, qual è la sua proposta?»

Vanderbilt incrociò le braccia sul ventre. Sembrava un Buddha imbronciato.

«La proposta c'è stata», disse lentamente Judith.

«E sarebbe?»

«Comunicare coi rompiscatole. Prendere contatto.»

Il presidente congiunse la punta delle dita, poi disse in tono riflessivo: «Questa è una prova. Una prova per l'umanità. Forse Dio ha predisposto il pianeta per ospitare due specie diverse. Forse la Bibbia ha ragione quando parla della bestia con dieci corna e sette teste che esce dal mare. Dio ha detto: 'Che l'uomo abbia dominio su tutta la terra'. L'uomo, non i pesci.»

«Già», mormorò Vanderbilt. «L'ha detto agli americani.»

«Forse questa è la lotta contro il male, la grande battaglia tante volte preannunciata.» Il presidente si alzò. «E noi siamo i prescelti per combatterla e per vincerla.»

Judith comprese dove voleva arrivare e concluse: «Forse chi vincerà questa battaglia, vincerà il mondo».

Peak la guardò di traverso e tacque.

«Dovremmo discutere la teoria di Johanson coi membri della NATO e con l'UE», propose il segretario di Stato. «Poi dovremmo coinvolgere le Nazioni Unite.»

«E, nel contempo, far capire loro con la massima chiarezza che non saranno in grado di condurre le operazioni», si affrettò ad aggiungere Judith. «Toccherà a noi sfruttare il know how e le capacità dei loro uomini migliori. Propongo di coinvolgere anche gli Stati arabi amici e gli Stati asiatici, così faremo una buona impressione. Ma è anche arrivato il momento di porci al vertice della comunità mondiale. Non siamo di fronte a una collisione di meteoriti, che spazzerebbe via l'umanità dalla faccia della Terra. Questa è una terribile minaccia, che possiamo contrastare solo se non commettiamo errori.»

«Le sue contromisure sono efficaci?» chiese il consigliere per la sicurezza.

«In tutto il mondo, i ricercatori stanno lavorando a pieno ritmo per trovare un antidoto. Stiamo lottando contro l'invasione dei granchi e gli attacchi dei cetacei e cercando di catturare quei vermi, anche se non è facile. Facciamo e faremo di tutto per ridurre i rischi, ma, se continueremo a mantenere un comportamento convenzionale, non sarà sufficiente. Il blocco della Corrente del Golfo ci condanna all'impotenza. Non è possibile fermare il 'massimo incidente ipotizzabile' col metano. Anche se riuscissimo a pescare dal mare milioni di quei vermi, non potremmo comunque vedere dove torneranno a insediarsi, e si ricomincerebbe da capo. Siamo diventati ciechi perché è impossibile mandare sott'acqua robot, sonde e batiscafi. Non abbiamo la minima idea di cosa stia succedendo là sotto. Ho sentito che oggi pomeriggio, davanti al Georges Bank, abbiamo perso due reti gigantesche. Si sono interrotti i contatti con tre trawler che stavano incrociando all'altezza della fossa Laurentius per pescare sui fondali. Aerei sorvolano la zona alla ricerca dei dispersi, ma le condizioni meteorologiche sono difficili. A est ci sono i banchi di Terranova, una zona di nebbia permanente, e da due giorni imperversano violente tempeste.» Fece una pausa. «Sono due esempi delle migliaia che potrei fare. Quasi tutte le notizie riflettono il nostro insuccesso. La dichiarazione dello stato d'emergenza funziona bene, siamo riusciti diverse volte a impedire l'invasione dei granchi, grazie ai lanciafiamme, ma in compenso essi continuano a uscire dal mare in altri punti. Dobbiamo ammettere che, per quanto riguarda il mare, abbiamo poche notizie. Sarebbe già molto se da lì non uscissero altre minacce, ma ora…»

«E gli attacchi col sonar?»

«Continuano, ma non si evidenzia nessun successo concreto. I cetacei non scappano dal rumore, come dovrebbe costringerli a fare l'istinto. Credo che soffrano terribilmente, però sono telecomandati. Il terrore continua.»

«Visto che parla di pianificazione, Jude, mi dica: dietro tutto questo, lei vede una strategia?» chiese il segretario alla Difesa.

«Credo di sì. A mio parere è articolata in cinque fasi. Il primo passo è l'allontanamento degli uomini dalla superficie del mare e dagli abissi. Il secondo è la distruzione e l'allontanamento delle popolazioni costiere, com'è successo nel Nordeuropa. Il terzo passo riguarda l'abbattimento delle nostre infrastrutture. Nel Nordeuropa, appunto, sono state colpite duramente le industrie offshore. Inoltre il blocco della pesca darà enormi problemi di approvvigionamento, specialmente al Terzo Mondo. Il quarto passo è la devastazione dei pilastri della nostra civiltà, le grandi città — con gli tsunami e gli attacchi biologici -, col conseguente spostamento della popolazione all'interno. E poi c'è il quinto e ultimo passo: il collasso del clima. La Terra diventa inabitabile per gli uomini. Si ghiaccia o viene sommersa, si scalda o si gela, o forse entrambe le cose, non siamo ancora in grado di dirlo.»

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