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«No, eccellenza. Per meglio dire, nelle due settimane di indagini non fu trovato segno di Ouster.»

«Dove portava in realtà il punto di traslazione, ammiraglio?»

«Nel guscio esterno di una gigante rossa» rispose l’ammiraglio Aldikacti. «I nostri campi di contenimento erano ovviamente in funzione, ma abbiamo rischiato grosso.»

«Tutt’e tre le sue navi ce l’hanno fatta, ammiraglio?»

«No, eccellenza. La Uriele e la Izrail sono sopravvissute alle procedure per uscire dalla stella e raffreddare il campo di contenimento. La Mikal è andata perduta con tutto l’equipaggio.»

«E ha trovato la Gabriele e la Raffaele, ammiraglio?»

«Solo la Gabriele, eccellenza. Fu scoperta in traiettoria libera a circa due UA dalla gigante rossa. Tutti i sistemi di bordo erano inattivi. C’era stata una falla nel campo di contenimento e l’interno della nave si era fuso in una massa unica.»

«La madre capitano Stone e i membri dell’equipaggio sono stati trovati e sottoposti a risurrezione, ammiraglio?»

«Purtroppo no, eccellenza. Non c’era materia organica diversificata sufficiente a effettuare la risurrezione.»

«La scorificazione era dovuta all’emersione nella gigante rossa o a un attacco da parte della Raffaele o di navi Ouster, ammiraglio?»

«I nostri esperti di materiali sono ancora al lavoro per stabilirlo, eccellenza. Ma il rapporto preliminare suggerisce un sovraccarico dovuto a cause sia naturali sia da combattimento. Le armi usate sarebbero compatibili con l’armamento della Raffaele.»

«Ritiene quindi che la Gabriele abbia sostenuto un combattimento automatizzato nelle vicinanze di quella gigante rossa, ammiraglio?»

«Dentro la stella, eccellenza. Pare che la Raffaele abbia invertito la rotta, sia rientrata nella stella in agguato della Gabriele, assalendola appena è emersa nello spazio Hawking.»

«Esiste una possibilità che la Raffaele sia stata distrutta in questo secondo combattimento? Che si sia incenerita nel cuore della stella?»

«Una possibilità, eccellenza. Ma noi non ci basiamo su questo presupposto. La nostra ipotesi è che dal quel sistema il padre capitano de Soya sia poi traslato nella Periferia, con destinazione sconosciuta.»

Lourdusamy annuì con un lieve tremolio di mascelle. «Ammiraglio Marusyn» tuonò «può fornirci una valutazione di questa minaccia, nel caso che la Raffaele sia davvero sopravvissuta?»

Il più anziano ammiraglio mosse un passo avanti. «Eccellenza, dobbiamo presumere che il padre capitano de Soya e gli altri ammutinati siano ostili alla Pax e che il furto di una nostra nave classe Arcangelo sia premeditato. Dobbiamo anche presumere lo scenario peggiore, ossia che il furto del nostro sistema d’armamento più segreto e micidiale sia stato portato a termine di concerto con gli Ouster.» Trasse un sospiro. «Eccellenze, Santità, con la propulsione Gideon, qualsiasi punto di questo braccio della spirale galattica dista solo un istante da ogni altro. La Raffaele potrebbe traslare in qualsiasi sistema solare della Pax, anche nel sistema di Pacem, senza il preavviso della scia di propulsione Hawking dei precedenti e attuali veicoli spaziali Ouster. La Raffaele potrebbe saccheggiare le vie commerciali della Pax Mercatoria, assalire pianeti e colonie indifesi, e in generale causare distruzioni ovunque, prima che una task force della Pax possa replicare.»

Il papa alzò il dito. «Ammiraglio Marusyn, dobbiamo dedurre che la preziosissima tecnologia della propulsione Gideon possa cadere nelle mani degli Ouster, essere copiata, e così alimentare molte delle navi del nemico?»

L’ammiraglio Marusyn, già rosso in viso, divenne quasi paonazzo. «Santità, una simile circostanza è inverosimile, Santità. Estremamente inverosimile. I passi per la costruzione di una Arcangelo a propulsione Gideon sono molto complessi, il costo è proibitivo, gli elementi segreti sono protetti…»

«Però è possibile» lo interruppe il papa.

«Sì, Santità.»

Il papa alzò la mano, come una lama che tagli l’aria. «Crediamo di avere ascoltato tutto ciò che occorreva ascoltare dai nostri amici della Flotta della Pax. Potete ritirarvi, ammiraglio Marusyn, ammiraglio Aldikacti, ammiraglio Wu.»

I tre alti ufficiali piegarono il ginocchio, chinarono la testa, si alzarono e si allontanarono indietreggiando da Sua Santità. Con un ronzio la porta si chiuse alle loro spalle.

Ora nella cappella erano presenti dieci dignitari, oltre ai silenziosi aiutanti del papa e al consigliere Albedo.

Il papa sporse la testa verso il segretario di Stato, cardinale Lourdusamy. «Disposizioni, Simon Augustino?»

«L’ammiraglio Marusyn riceverà una lettera di rimprovero e sarà trasferito all’organico generale» disse piano Lourdusamy. «L’ammiraglio Wu prenderà il suo posto come comandante in capo prò tempore della Flotta della Pax, finché non sarà trovato un sostituto adatto. L’ammiraglio Aldikacti è stata proposta per la scomunica e il plotone d’esecuzione.»

Il papa annuì tristemente. «Ora ascolteremo il cardinale Mustafa, il cardinale Du Noyer, il primo funzionario esecutivo Isozaki e il consigliere Albedo, prima di concludere questa faccenda.»

«… E così terminò l’inchiesta ufficiale del Sant’Uffizio relativa agli eventi sul pianeta della Pax Marte» concluse il cardinale Mustafa. Diede un’occhiata al cardinale Lourdusamy. «Proprio allora il capitano Wolmak ritenne indispensabile che i miei collaboratori e io tornassimo sulla Arcangelo Jibril ancora in orbita intorno al pianeta.»

«Prego, eccellenza, continui» mormorò il cardinale Lourdusamy. «Può precisarci la natura dell’emergenza che per il capitano Wolmak richiedeva il suo ritorno?»

«Sì» disse Mustafa, lisciandosi il labbro inferiore. «Il capitano Wolmak aveva scoperto il cargo interstellare che aveva caricato materiali dalla base non segnata nei pressi della città marziana di Arafat-kaffiyeh. La nave era stata scoperta alla deriva nella fascia degli asteroidi del sistema della Vecchia Terra.»

«Può dirci, eccellenza, il nome di quella nave?» lo sollecitò Lourdusamy.

«AMSS Saigon Maru.»

Malgrado il suo ferreo autocontrollo, il PFE Isozaki contrasse le labbra. Ricordava quella nave. Il suo figlio maggiore vi si era imbarcato nei primi anni di tirocinio. La Saigon Maru era un vecchissimo cargo per minerale grezzo e collettame, un vettore a slitta ionica da tre milioni di tonnellate circa, se ben ricordava.

«PFE Isozaki?» disse bruscamente Lourdusamy.

«Sì, eccellenza?» La voce di Isozaki era calma e priva di emozioni.

«La sigla fa pensare che la nave sia iscritta nel registro navale della Pax Mercatoria. È esatto, signor Isozaki?»

«Sì, eccellenza. Ma ricordo che l’AMSS Saigon Maru fu venduta come rottame, insieme con una sessantina di altre antiquate navi da carico, circa… otto anni standard fa, se la memoria non mi tradisce.»

«Eccellenze? Santità?» intervenne Anna Pelli Cognani. «Posso?» Aveva bisbigliato nel comlog sottile come un’ostia e ora si toccò l’orecchino.

«PFE Pelli Cognani, prego» disse il cardinale Lourdusamy.

«Le nostre registrazioni mostrano che la Saigon Maru fu realmente venduta a imprenditori indipendenti di demolizioni otto anni, tre mesi e due giorni standard fa. Comunicazioni successive confermarono che quelle navi erano state demolite e riciclate nelle fonderie automatiche orbitali di Armaghast.»

«Grazie, PFE Pelli Cognani» disse Lourdusamy. «Cardinale Mustafa, può continuare.»

Il Grande Inquisitore annuì e continuò la relazione, limitandola allo stretto necessario. Mentre parlava, rivedeva le immagini che non descriveva nei particolari…

La Jibril e le navi torcia di scorta rallentavano fino a un silenzioso capitombolo sincrono e uguagliavano la velocità del cargo scuro. Lui aveva sempre immaginato che le fasce di asteroidi fossero grappoli di pianetini strettamente ammassati, ma nonostante le immagini multiple sul quadro grafico tattico, non vedeva rocce, solo il cargo nero opaco, brutto e funzionale come una rugginosa massa di tubi e di cilindri, lungo mezzo chilometro. Avendo uguagliato velocità e traiettoria, la Jibril e la Saigon Maru, sospese a soli tre chilometri l’una dall’altra, con il sole giallo della culla dell’uomo che ardeva a poppa, parevano immobili: solo le stelle ruotavano lentamente intorno a loro.

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