«Al momento, sembra che non ci sia molta armonia.»
«Siamo in stretto contatto coi più prestigiosi scienziati e istituti di ricerca. Senza dubbio è preoccupante il fatto che da un giorno all'altro gli animali abbiano modificato il loro comportamento, ma sarebbe comunque sbagliato drammatizzare la situazione e seminare il panico.»
«Non crede a un fenomeno di massa?»
«Speculare su quale tipo di fenomeno si tratti presuppone si abbia a che fare con un fenomeno. Al momento parlerei di un insieme di avvenimenti simili…»
«Di cui l'opinione pubblica non sa quasi nulla», la interruppe l'altro. «Come mai?»
«Io penso invece che sia informata.» Judith Li sorrise. «Per esempio in questo momento.»
«Cosa che ci fa piacere e ci sorprende nel contempo. Negli ultimi giorni, infatti, tanto nel suo Paese quanto nel nostro l'informazione è stata a dir poco scarsa. È quasi impossibile avere l'opinione di un esperto, perché i vostri uffici bloccano ogni contatto.»
«Eppure Greywolf le ha blaterate, le sue teorie. Non avete sentito?» ringhiò Anawak. C'era stato qualcuno che aveva chiesto un'intervista a John Ford? O a Ray Fenwick? Rod Palm era uno dei più importanti studiosi di orche, ma era stato forse sentito da qualche giornale o rete televisiva? Lui stesso, Leon Anawak, poco tempo prima aveva ricevuto il plauso di American Scientific per un articolo sull'intelligenza dei mammiferi marini, eppure non era comparso nessuno a mettergli un microfono sotto il naso.
Solo in quel momento Anawak si rese conto dell'assurdità della situazione. In ogni altra circostanza — attentati terroristici, disastri aerei, catastrofi naturali — nel giro di ventiquattr'ore ogni esperto, o chiunque si spacciasse per tale, veniva trascinato davanti alle telecamere per dare spiegazioni all'opinione pubblica. Loro, invece, lavoravano in silenzio.
Inoltre doveva prendere atto che, dopo l'intervista al giornale, non si era più sentito neppure Greywolf. Nei giorni precedenti, l'ambientalista radicale non si era lasciato sfuggire l'occasione per mettersi in mostra, ma ora non si parlava più dell''eroe di Tofino'».
«Lei la vede in maniera un po' unilaterale», disse con tranquillità Judith Li. «La situazione è senza dubbio insolita. In pratica non esistono casi simili. Ovviamente controlliamo che nessun cosiddetto 'esperto' tiri conclusioni affrettate, ma soltanto perché non vogliamo doverlo smentire in seguito. A parte questo, al momento non vedo nessuna minaccia che non si possa contrastare.»
«Vuol dire che avete la situazione sotto controllo?»
«Ci stiamo lavorando.»
«Alcuni sostengono che avete fallito.»
«Non so che cosa si aspettino da noi. Lo Stato non può mettere in campo contro le balene le navi militari e i Black Hawks.»
«Ogni giorno sentiamo parlare di nuove vittime. E comunque finora il governo canadese si è limitato a dichiarare le acque della British Columbia zona di guerra…»
«Solo per le navi piccole. Il normale traffico di cargo e traghetti non è stato modificato.»
«Di recente, non ci sono forse state ripetute segnalazioni della scomparsa di navi?»
«Ripeto: erano barche di pescatori, piccole imbarcazioni a motore», spiegò Judith Li con tono infinitamente paziente. «Riceviamo in continuazione notizie di navi scomparse. E le verifichiamo. Ovviamente usiamo tutti i mezzi a disposizione per cercare i superstiti. Vorrei però sottolineare che ogni incidente in mare aperto non ancora chiarito non deve essere messo subito in relazione con gli attacchi degli animali.»
L'intervistatore si sistemò gli occhiali. «Mi corregga se sbaglio, ma a Vancouver non c'è stata anche l'avaria di un grande cargo della società armatrice Inglewood, nel corso della quale è affondato un rimorchiatore?»
Judith Li congiunse la punta delle dita. «Intende la Barrier Queen?»
L'uomo gettò un'occhiata agli appunti alla sua destra. «Esatto. Di quell'incidente non si sa quasi nulla.»
«Naturalmente no», sbottò Anawak. Lui sapeva cos'era successo, però negli ultimi due giorni si era dimenticato di parlarne con Shoemaker.
«La Barrier Queen ha avuto un guasto al timone», replicò Judith Li. «Un rimorchiatore è affondato durante una manovra sbagliata di aggancio.»
«Non in seguito a un attacco? Le notizie che ho…»
«Le sue notizie sono false.»
Anawak s'irrigidì. Ma che diavolo diceva quella donna?
«Potrebbe almeno spiegarci qualcosa sulla caduta di un idrovolante della Tofino Air, avvenuta due giorni fa?»
«Sì, un idrovolante è caduto.»
«Pare che sia entrato in collisione con una balena.»
«Stiamo esaminando anche questo caso. Mi perdoni se non posso dare spiegazioni su ogni singolo avvenimento, ma il mio lavoro si svolge a un livello superiore…»
«Naturalmente.» L'uomo annuì. «Allora parliamo della sua posizione. In che cosa consiste il suo lavoro? Come possiamo immaginarlo? Al momento pare che lei non possa fare altro che reagire alla situazione.»
Sul volto di Judith Li comparve una traccia di divertimento. «Se permette, è nella natura stessa dell'unità di crisi limitarsi a reagire. Noi partiamo da situazioni di crisi, le guidiamo e le risolviamo. Ci occupiamo di fornire velocemente una diagnosi, diamo interpretazioni complete e chiare, cerchiamo di prevenire e ci occupiamo delle evacuazioni. Ma, come ho già detto, qui siamo di fronte a qualcosa di completamente nuovo. Non possiamo offrire modelli di prevenzione e di diagnosi con la stessa efficienza con cui lo faremmo in uno scenario conosciuto. Tutto il resto è sotto controllo. In mare non c'è più una sola imbarcazione che possa correre pericoli a causa degli animali. I trasporti più importanti delle navi a rischio sono stati sostituiti col traffico aereo lungo la costa. Le grandi navi dispongono di una scorta militare, la sorveglianza aerea è totale e abbiamo fornito mezzi imponenti alla ricerca scientifica.»
«Avete escluso la forza militare…»
«Non esclusa, relativizzata.»
«Gli ambientalisti ritengono che i cambiamenti del comportamento siano dovuti all'influenza della civiltà. Rumore, veleni, traffico marino…»
«Siamo sulla strada giusta per scoprire se ciò corrisponde a verità.»
«E a che punto siete?»
«Lo ripeto: non faremo speculazioni finché non avremo risultati concreti, e non permetteremo a nessuno di farle. Allo stesso modo, non permetteremo ai pescatori irritati, alle industrie, agli armatori, alle associazioni che si occupano di whale watching o ai sostenitori della caccia alle balene di prendere in mano la situazione, provocando un'escalation. Se gli animali attaccano è perché sono costretti a farlo o perché sono malati. In entrambi i casi, non ha senso rispondere con la violenza. Dobbiamo eliminare le cause, così spariranno anche i sintomi. E fino ad allora dovremo evitare l'acqua.»
«Grazie.» L'intervistatore si voltò verso la telecamera. «Era il generale comandante Judith Li della Marina degli Stati Uniti. Da alcuni giorni riveste la carica di responsabile militare dell'unità di crisi e della commissione d'inchiesta unificata degli Stati Uniti e del Canada. E ora le altre notizie del giorno.»
Anawak abbassò il volume del televisore e chiamò Ford. «Chi diavolo è questa Judith Li?» chiese.
«Oh, non l'ho ancora conosciuta personalmente», rispose Ford. «È sempre in volo nella zona.»
«Non sapevo che gli Stati Uniti e il Canada avessero unificato le unità di crisi.»
«Non devi sapere tutto. Tu sei un biologo.»
«Ti ha intervistato qualcuno sugli attacchi delle balene?»
«Ci sono state delle proposte, ma poi si sono arenate. Hanno richiesto più volte la tua presenza in televisione.»
«Ah, sì? E perché nessuno…»
«Leon…» Ford sembrava ancora più stanco che al mattino. «Che ti devo dire? Judith Li ha bloccato tutto. Forse è meglio così. Se fai parte di una squadra sfatale o militare, ci si aspetta che tu tenga la bocca chiusa. Tutto quello che fai è vincolato al segreto.»