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Vanderbilt annuì lentamente. «Capisco. Ciò significa che non lo sa.»

Samantha sorrise. «Mister Vanderbilt, mi permetta di fare un'osservazione prendendo spunto dalla sua T-shirt. Basandosi esclusivamente sull'aspetto esteriore, sarebbe difficile riconoscere come tale un essere intelligente.»

Ci fu un'esplosione di risate che si affievolì subito.

Vanderbilt la fissò, poi sorrise e mormorò: «Se qualcuno ha ragione, si può soltanto ammetterlo».

Una volta rotto il ghiaccio, le cose proseguirono in fretta. Samantha delineò i passi successivi. Aveva posto le basi del piano nelle settimane precedenti, con l'aiuto di Murray Shankar, Judith Li, Leon Anawak e di alcuni scienziati della NASA. Il progetto si fondava sui pochi tentativi che erano stati condotti fino a quel momento per prendere contatto con forme di vita extraterrestri.

«Lo spazio rende le cose più facili», spiegò Samantha. «Nel campo delle microonde si possono mandare quantità enormi di dati in un punto preciso. La luce è ben visibile e viaggia a trecentomila chilometri al secondo. Non ha bisogno di fili e cavi. Sott'acqua è tutto diverso, perché l'energia dei segnali a onde corte viene assorbita dalle molecole e i segnali a onde lunghe necessitano di antenne gigantesche. È vero che la comunicazione per mezzo della luce funziona, ma non sulle lunghe distanze. Rimane l'acustica. Ma in questo campo sorge il problema che chiamiamo 'effetto risonanza'. I segnali acustici si riflettono in tutti i luoghi possibili, generando interferenze. Il messaggio interferirebbe con se stesso e diventerebbe incomprensibile. Per attenuare tale effetto ci serviremo di un modem speciale.»

«È una cosa che abbiamo rilevato nei mammiferi marini», intervenne Anawak. «Un sistema che i delfini utilizzano per eliminare quasi completamente risonanze e interferenze: cantano.»

«Credevo lo facessero solo le balene», disse Peak.

«Che le balene cantino è un'interpretazione umana», ribatté Anawak. «Probabilmente non hanno la minima idea di cosa sia la musica. Sam intende un'altra cosa. In questo caso, cantare significa che gli animali modulano costantemente la loro frequenza e lo spettro acustico, così non solo evitano le interferenze, ma aumentano anche il potenziale di trasmissione delle informazioni digitalizzate sott'acqua. Quindi noi useremo un modem che, appunto, canta. Al momento, riusciamo a raggiungere la velocità di 30 Kbps con una portata di tre chilometri, che corrisponde a circa metà della velocità di una linea ISDN. È sufficiente a trasferire immagini di alta qualità.»

«E cosa gli raccontiamo?» chiese Peak.

«Le leggi della fisica e il codice cosmico sono espressi in forma matematica», rispose Samantha. «L'ordine cosmico ha permesso l'evoluzione della conoscenza ed essa a sua volta ha permesso di creare la matematica per poter spiegare in maniera sintetica e creativa la sua stessa origine. La matematica è l'unica lingua universale che ogni essere intelligente possa comprendere, perché esiste all'interno delle condizioni generali di validità della fisica, e noi la utilizzeremo.»

«E cosa vorrebbe fare? Assegnare verifiche di matematica?»

«No. Confezioneremo i pensieri in formule matematiche. Nel 1974, abbiamo sviluppato un segnale radio terrestre ad alta energia e l'abbiamo mandato verso un gruppo di stelle della costellazione di Ercole. Dovevamo trovare un sistema per cifrare il messaggio in modo che potesse essere compreso anche su un pianeta sconosciuto, e forse siamo stati un po' troppo zelanti… Infatti bisogna essere molto sviluppati per decifrare quel codice. Però con metodi matematici funziona. In tutto abbiamo mandato 1679 segni col sistema binario, quindi punto e linea, come il Morse. E qui la cosa si fa complessa. Un matematico è in grado d'interpretare il numero 1679 perché può essere immaginato come il prodotto di 23 e 73, tutti e due numeri primi, cioè numeri che possono essere divisi solo per uno o per se stessi. Già questo è sufficiente perché chi riceve il segnale possa comprendere le basi del sistema numerico umano. La disposizione dei 1679 segni avviene in 73 colonne di 23 segni. Come vedete, con un po' di matematica si possono sistemare parecchie cose, e se si trasformano i punti e le linee in bianco e nero — miracolo! — si ottiene un disegno.»

Sollevò un foglio. Sembrava una stampata da computer. Alcuni elementi parevano astratti, in altri si riconoscevano chiaramente delle forme.

Il quinto giorno - pic_1.jpg

«Le file superiori danno informazioni sui numeri da 1 a 10 e quindi anche sul nostro sistema di calcolo. Appena sotto, ci sono i numeri atomici degli elementi chimici: idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno e fosforo. Sono d'importanza fondamentale per il nostro pianeta e per la vita terrestre. Poi si procede con una corposa suddivisione della biochimica terrestre, formule degli zuccheri e delle basi, struttura a doppia elica e così via. Questo disegno mostra un uomo collegato direttamente con la struttura del DNA, che fornisce informazioni sullo sviluppo della vita sulla Terra. Un extraterrestre non conosce le unità di misura terrestri, così abbiamo impresso la statura media di un uomo sulla lunghezza d'onda dei segnali radio. Poi segue una rappresentazione del sistema solare e infine abbiamo schizzato l'aspetto, il modo di lavorare e le dimensioni del telescopio di Arecibo da cui veniva trasmesso il messaggio.»

«Proprio un bell'invito a precipitarsi qui e mangiarci tutti», notò Vanderbilt.

«Sì, è quello che ci ha sempre ripetuto la sua agenzia. E ogni volta abbiamo risposto che non c'è bisogno di quell'invito. Da decenni vengono emesse nell'universo onde radio, tutto il nostro traffico radio, compreso quello dei servizi segreti. Non è necessario decifrare quelle onde per capire che possono provenire solo da una civiltà che ha fatto progressi in campo tecnologico.» Samantha posò il foglio. «Il messaggio di Arecibo sarà in viaggio per ventiseimila anni, quindi riceveremo una risposta al più presto tra cinquantaduemila anni. Posso rassicurarvi rhe stavolta avverrà tutto più in fretta. Procederemo in diverse fasi. Il nostro primo messaggio sarà costituito in effetti da due 'verifiche' matematiche. Se quelli là sotto hanno uno spirito sportivo, risponderanno. Questa prima comunicazione ha lo scopo di dimostrare l'esistenza degli yrr e se ci sono le condizioni per instaurare un dialogo.»

«Perché dovrebbero rispondere?» chiese Greywolf. «Loro sanno già tutto di noi.»

«Forse sanno alcune cose, ma non necessariamente la cosa più importante, cioè che siamo intelligenti.»

«Come?» Vanderbilt scosse la testa. «Quelli distruggono le nostre navi! Quindi sanno che le sappiamo costruire. Come potrebbero dubitare della nostra intelligenza?»

«Il fatto che siamo in grado di realizzare costruzioni non è una prova d'intelligenza. Provi a guardare le colline fatte dalle termiti: sono capolavori architettonici.»

«È una cosa diversa.»

«Scenda dal suo destriero alato. Se è vero, come dice il dottor Johanson, che la cultura degli yrr è basata esclusivamente sulla biologia, allora dubito che ci considerino capaci di un pensiero mirato e strutturato.»

«Sta dicendo che ci considerano…» Vanderbilt fece una smorfia, disgustato. «… animali?»

«Forse parassiti.»

«Un'infestazione di funghi», sogghignò Alicia Delaware. «Forse abbiamo a che fare con un gruppo di disinfestatori.»

«Mi sono sforzata d'indagare le loro strutture di pensiero, così da avere qualche idea sul loro modo di vivere», riprese Samantha. «Lo so che è tutto spaventosamente aleatorio, però dobbiamo dare un obiettivo preciso al nostro tentativo di prendere contatto. Ho riflettuto sul fatto che gli attacchi non sono stati preceduti da nessun approccio diplomatico. Forse ciò significa che gli yrr non attribuiscono nessun valore alla diplomazia. Oppure che non sono stati nemmeno sfiorati dall'idea di farvi ricorso. Ebbene, neanche un esercito di formiche legionarie penserebbe di mandare un ambasciatore dalla preda e di attaccarla soltanto dopo quella 'visita'. Ma le formiche seguono l'istinto che hanno sviluppato. Gli yrr, invece, procedono come se avessero un piano, sembrano caratterizzati da capacità cognitive. Sviluppano strategie creative. Quindi, posto che siano intelligenti e consapevoli della loro intelligenza, non direi che si muovono sulla base di una morale e di un'etica corrente, almeno non sulla base del nostro concetto di bene e di male. Forse, per loro, combattere la nostra specie con tutte le forze disponibili è semplicemente una conseguenza logica. E, se non diamo loro un motivo per tornare indietro, non lo faranno.»

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