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«Non fanno niente», gridò, benché non ne fosse convinto, ma Linda si era già girata e stava correndo sugli scogli. «Linda!»

Lei inciampò e cadde. Darryl corse verso di lei. Un attimo dopo i granchi erano ovunque, e si lanciavano contro di loro, aggrappandosi al loro corpo e pizzicandoli. Presa dal panico, Linda urlava. Darryl colpiva gli animali col palmo della mano per toglierli dalla schiena di lei e dai propri avambracci. Poi Linda balzò in piedi e, sempre urlando, si passò le mani tra i capelli. I granchi le stavano correndo sulla testa. Darryl l'afferrò e la spinse in avanti. Non voleva farle male… Desiderava soltanto sottrarsi a quella valanga che si riversava dagli scogli. Ma Linda inciampò di nuovo e lo trascinò con sé. Darryl perse l'equilibrio, cadde a terra e sentì i piccoli corpi duri spezzarsi sotto il suo peso. I frammenti gli entrarono dolorosamente nella carne. Agitò mani, braccia e gambe, sentendo centinaia di minuscole zampe appuntite che gli passavano sopra. Le sue dita presero a sanguinare. Finalmente si rialzò, trascinando Linda con sé.

In qualche modo, riuscirono a correre verso la Harley, con le corazze chitinose che scricchiolavano sotto i loro piedi. Durante la corsa, Darryl girò la testa e rimase allibito: tutta la spiaggia sembrava ribollire di granchi. Arrivavano dal mare… Continuavano ad arrivare, sempre di più. Sembravano infiniti. I primi avevano già raggiunto il parcheggio e, sul fondo liscio, procedevano ancora più velocemente. Darryl correva con tutte le sue forze, trascinando Linda. Le piante dei piedi erano piene di schegge e ricoperti da una fanghiglia disgustosa. Doveva fare attenzione a non scivolare. Finalmente raggiunsero la moto, saltarono in sella e Darryl azionò lo starter. Sfrecciarono via, fuori dalla recinzione del parcheggio fino alla strada. La moto rischiava d'impantanarsi nella melma dei granchi schiacciati, ma, alla fine, raggiunse l'asfalto. Linda si aggrappava al marito. Verso di loro veniva un camion, con alla guida un uomo anziano che li guardava, incredulo. Per un attimo, Darryl pensò che simili scene — due persone completamente nude su una moto — si vedevano solo nei film. Se la situazione non fosse stata così spaventosa, ci sarebbe stato da morire dal ridere.

In lontananza comparvero le prime case di Montauk. La punta orientale di Long Island era poco meno che una striscia di terra, con la strada che correva parallela alla costa. Mentre si dirigeva verso Montauk, Darryl vide avvicinarsi sulla sinistra la fiumana bianca dei granchi. A quanto pareva, stavano arrivando dal mare anche da altri luoghi. Si riversavano dagli scogli e si dirigevano verso la strada.

Accelerò.

La fiumana bianca era più veloce.

Pochi metri prima del cartello del paese, i granchi avevano raggiunto la strada, trasformando l'asfalto in un mare di piccoli corpi. Contemporaneamente, un pick-up stava uscendo in retromarcia dal portone di una casa. Darryl sentì che la Harley sbandava e cercò di evitare il pick-up, ma la moto non rispondeva più ai suoi comandi.

No, pensò. Mio Dio, ti prego, no.

Il pick-up si mise di traverso sulla strada e poi indietreggiò ancora, mentre l'Harley scivolava verso di lui. Darryl sentì Linda gridare e sterzò bruscamente. Riuscirono a passare per un pelo davanti al radiatore cromato. L'Harley ruotò su se stessa. Dopo qualche secondo, Darryl riuscì a stabilizzare la moto. Le persone fuggivano. Non ci fece caso. La strada davanti a loro era libera.

Si diressero a tutta velocità verso Southampton.

Buckley Field, USA

«Ma che cosa diavolo è?»

Le dita di Cody correvano sulla tastiera. Inserì l'uno dopo l'altro tutti i filtri possibili, ma l'immagine rimase quello che era, una massa chiara che si dirigeva rapidamente dal mare verso la terraferma.

«Sembra quasi un'onda gigante.»

«Non abbiamo visto onde», disse Mike. «Non è un'onda. Devono essere animali.»

«Che animali di merda sarebbero?»

«Sono…» Mike fissò lo schermo. «Là. Quello là. Portami più vicino. Fammi una sezione di un metro quadrato.»

Cody delimitò la sezione e la ingrandì. Il risultato fu una superficie chiara e scura. Mike socchiuse le palpebre.

«Ancora più vicino.»

I quadrati dei pixel divennero più grandi. Alcuni erano bianchi, altri di diverse tonalità di grigio.

«Dirai che sono pazzo», mormorò Mike. «Ma potrebbero…» Era possibile? Ma cos'altro potevano essere? Cos'altro arriva dal mare e si muove così velocemente? «Chele», esclamò infine. «Sembrano corazze con le chele.»

Cody lo fissò. «Chele?»

«Granchi.»

Cody aprì la bocca. Poi ordinò al satellite di esaminare il resto della costa.

Il KH-12-4 si mosse da Montauk verso Southampton, poi oltre Southampton fino a Mastic Beach e Patchogue. A ogni nuova immagine scattata dalla sonda, Mike diventava sempre più inquieto. «Non può essere vero», gridò.

«Non può? È merdosamente vero! Laggiù c'è qualcosa che arriva dal mare. Su tutta la costa di Long Island c'è qualcosa che arriva dal mare di merda! Vuoi continuare a guardare Montauk?»

Mike si passò una mano sugli occhi.

Poi prese la cornetta del telefono e chiamò la centrale.

Greater New York, USA

Poco dopo Montauk, la Route 27 sfociava nella 495, la Long Island Expressway. Era la via diretta per il Queens. Da Montauk a New York c'erano duecento chilometri e, più ci si avvicinava alla metropoli, più aumentava il traffico. A metà strada, dopo Patchogue, diventava davvero intenso.

Bo Henson gestiva una società di spedizioni e faceva due volte al giorno la tratta di Long Island. A Patchogue aveva ritirato alcuni pacchi dal locale aeroporto e li aveva distribuiti nella zona. Adesso era sulla strada per tornare in città. Si era fatto tardi, ma, per poter essere concorrenziali con società come la FedEx, non si poteva fare gli schizzinosi sugli orari di lavoro. Per quel giorno ormai era quasi finita. Aveva fatto tutto, anche prima di quanto pensasse. Era stanco e si rallegrava all'idea di una birra.

All'altezza di Amityville, a circa quaranta chilometri dal Queens, una macchina davanti a lui cominciò a sbandare.

Henson frenò bruscamente. La macchina si raddrizzò, proseguì lentamente e accese le frecce d'emergenza. Qualcosa ricopriva ampi tratti di strada. Nella luce del crepuscolo, in un primo momento, Henson non riuscì a capire cosa fosse: vide solo che si muoveva e che usciva dai cespugli a sinistra. Poi si accorse che la strada era coperta di granchi. Piccoli granchi, bianchi come la neve. Stretti l'uno all'altro, cercavano di attraversare la strada, ma era un'impresa senza speranza. Tracce fangose e corazze frantumate rivelavano che molti di loro avevano già pagato quel tentativo con la vita.

Il traffico procedeva lentamente. Quella sostanza era come sapone. Henson aveva letto su una rivista che, una volta all'anno, i granchi di terra sulla Christmas Island scendevano dalle montagne e marciavano verso il mare per riprodursi. Ogni anno si mettevano in viaggio cento milioni di granchi. Ma la Christmas Island era nell'oceano Indiano e, sulla rivista, c'erano le fotografie di grandi animali rosso vivo, non di piccoli esseri bianchi.

Henson non aveva mai visto nulla del genere.

Imprecando, accese la radio. Dopo qualche ricerca trovò una stazione locale e si appoggiò allo schienale rassegnandosi al proprio destino. Dolly Parton fece del suo meglio per consolarlo, ma ormai l'umore di Henson era irrimediabilmente rovinato. Ci vollero dieci minuti, poi finalmente arrivò il notiziario, ma l'invasione di granchi non fu neppure menzionata. In compenso, comparve uno spazzaneve che si fece largo tra le automobili, cercando di togliere dalla strada quella robaccia. L'effetto fu il blocco totale. Per un bel po' non si mossero più. Henson provò tutte le possibili stazioni locali, ma nessuno diede notizia di ciò che stava accadendo, e ciò lo rese furibondo, perché si sentiva completamente abbandonato. Il climatizzatore portava all'interno un odore disgustoso, così lo spense.

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