Chris sorrise. — Pressappoco. Penso di fermarmi, ma non so bene cosa potrò fare, durante la mia permanenza qui.
— È la natura stessa della prova — disse Cirocco. — Non sai mai di che cosa si tratti, finché non le sei davanti. L’unica cosa che puoi fare è quella di proseguire nella ricerca. È per questo che siete chiamati pellegrini. E tu, Robin?
Robin si fissò le unghie per qualche istante, senza rispondere, e infine sollevò lo sguardo e fissò Cirocco senza battere ciglio.
— Non so se sia consigliabile comunicarti le mie intenzioni. Non so fino a che punto posso fidarmi di te.
— Almeno, non usi perifrasi — disse Cirocco, con un mezzo sorriso.
— Dice di avere ancora dei conti da regolare con Gea — spiegò Gaby. — All’inizio, non voleva fidarsi di me. Anzi, può darsi che non si fidi neppure adesso.
— Intendo ucciderla — disse Robin, con una calma glaciale, minacciosa. — Lei ha cercato di uccidere me, e io l’ho giurato. Non riuscirai a fermarmi.
Cirocco rise. — Fermarti? Non credo che ci sia bisogno di me. Hai un paio di bombe nucleari? — Guardò la pistola che Robin portava al fianco. — È carica?
— A cosa serve una pistola scarica? — chiese Robin, sinceramente stupita della domanda.
— Giusto. Comunque, su almeno una cosa, puoi metterti il cuore in pace. Non sono la guardia del corpo di Gea. Ha un numero sufficiente di occhi e di orecchie, senza che debba farlo io per lei. Anzi, non le comunicherò neppure le tue intenzioni. Non sono affar mio.
Robin rifletté sulle sue parole. — Va bene. Conto di rimanere. Presto mi arrampicherò lungo uno dei raggi e, quando sarò arrivata lassù, la ucciderò.
Cirocco fissò Gaby, con l’aria di volerle chiedere: "Dove l’hai trovata, questa?". Gaby alzò le spalle e sorrise.
— Be’… è tutto. Non credo di poter aggiungere altro.
— Perché non continui, Rocky — chiese Gaby. — Può darsi che le interessi.
— Non credo — disse Robin, alzandosi in piedi. — Non so cosa intendete proporre, ma se si tratta di andarsene in giro a fare gli "eroi"… — Si guardò attorno, come se volesse sputare, ma non riuscì a trovare un punto che non fosse coperto da un tappeto. — Potete cancellare il mio nome. Non intendo lasciarmi coinvolgere in questo tipo di gioco. Ho un conto in sospeso, e voglio risolvere la questione per poi ritornarmene a casa, se sarò ancora viva.
— Allora, intendi davvero arrampicarti lungo il raggio.
— Esattamente
Cirocco si voltò di nuovo verso Gaby, che capì all’istante cosa volesse dirle. "L’idea è stata tua" le diceva il suo sguardo. "Da questo momento in poi, tocca te convincerla."
— Ascolta, Robin — disse Gaby. — La tua intenzione è di risalire al mozzo, vero? Ma siccome hai già avuto il tuo viaggio gratuito, l’ascensore non ti porterà più su. Hai circa una possibilità su trenta di arrivare viva alla cima. Meno, anzi, dato che vuoi fare il tragitto da sola. Cirocco e io siamo riuscite ad arrivarci, ma abbiamo avuto fortuna.
— Lo so — cominciò a dire Robin, e Gaby si affrettò a riprendere il discorso.
— Quello che desidero chiarirti, è che seguendo la nostra proposta potrai arrivare alla cima più rapidamente, e con maggiore sicurezza. Non ti chiedo di prestarti al gioco di Gea: io stessa odio quel genere di cose. Io credo che sia… be’, lasciamo perdere. Ma considera una cosa. Non ti chiede di fare male a qualcuno, o di fare qualcosa di disonorevole. Ti ha suggerito di fare un viaggio attorno alla circonferenza. Ed è appunto quello che ci proponiamo di fare.
— Ho alcuni lavori da fare — spiegò Cirocco.
— Giusto. Noi due facevamo la stessa strada, e Gea ci ha detto che tu e Chris stavate arrivando. Io e Rocky l’abbiamo già fatto altre volte, con altri pellegrini, a volte insieme, a volte separatamente. Li aiutiamo a tenersi lontano dai guai finché non imparano a viaggiare da soli.
"Intendo dire che puoi venire con noi. Puoi imparare varie cose che poi ti saranno utili durante la scalata. Non dico che non ci siano pericoli. Esci da Iperione, e tutto, su Gea, comporta dei pericoli. Anzi, anche su Iperione c’è un mucchio di cose che possono ucciderti. Ma è questo il bello. Può darsi che lungo la strada tu possa fare qualcosa che Gea considera eroico. Niente di cui ti debba vergognare, te lo assicuro. Una cosa bisogna ammetterla, a proposito di Gea: che sa scegliere i suoi eroi. Ma, ricorda, soltanto se si presenterà l’occasione. Non devi pensare di accettare il suo gioco, o di cercare qualcosa in particolare. Devi solo venire con noi, nient’altro. E, quando tornerai, potrai fare un viaggio gratis fino alla cima. Cosa farai, una volta arrivata lassù, è soltanto affar tuo."
Tornò a sedere. Robin le piaceva, ma, per proteggerla, non poteva fare di più. In un certo senso, Gaby si sentiva come "Ciccio" Fred, l’angelo; alcune persone sarebbero state disposte a dare un braccio o una gamba per l’aiuto offerto da lei e da Rocky, mentre lei era costretta a faticare per convincere quella ragazzina ostinata.
Anche Robin tornò ad accomodarsi. Le fece la cortesia di mostrarsi leggermente imbarazzata.
— Mi spiace — disse. — Ti ringrazio dell’offerta, e sarò lieta di venire con voi. Quello che mi hai detto mi sembra giusto. — Gaby si chiese se anche Robin aveva pensato quello che aveva pensato lei: che, giunta a due o trecento chilometri d’altezza all’interno del raggio verticale, Robin poteva essere improvvisamente colta da paralisi. Nessuno, dopo avere provato una volta il Grande Salto, era ansioso di ripetere l’esperienza.
— Chris?
— Io? Certo. Sarei uno sciocco a rifiutare.
— Ecco lo spirito che mi piace — disse Cirocco. — Una valutazione realistica. — Si alzò in piedi, si tolse la vestaglia e si rimise la coperta. — Fate come se foste a casa vostra. Cibo e bevande sono offerte dalla ditta. Il Festival sarà finito tra un’ottantina di riv, e divertitevi finché dura. Ci rivedremo alla Gatta Incantata tra un centinaio di rivoluzioni.
14
Amanti e altri estranei
— Ehi, amore, se non ti sbrighi a uscire da lì dentro, ci vengo anch’io.
Chris era intento a osservare l’acqua che gli ruscellava sul corpo e che gli ricadeva sui piedi nudi. In mano aveva una saponetta. Provò a guardare in alto e ricevette uno schizzo d’acqua un piena faccia.
Strano, avere due attacchi uno dietro l’altro.
— Lascia un po’ d’acqua anche a me. — Era una voce femminile: la voce di una persona che non conosceva. Dove si era trovato, quale era il suo ultimo ricordo chiaro? Chiuse l’acqua e uscì dalla piccola cabina della doccia. Pareti e pavimento erano di assi di legno non verniciate. Da una finestra aperta si scorgeva il terreno, trenta metri più in basso. Si trovava su un albero, probabilmente al Titantown Hotel. Guardò cautamente al di là della porta. Nella stanza vicina c’erano alcuni mobiletti leggeri e un letto imponente. La ragazza era stesa sulla schiena, in una posa che sarebbe stata eccitante se non avesse avuto un aspetto così rilassato. Chissà se erano ai prelimimari o ai commiati, si chiese, ma il suo corpo sapeva la risposta. Ai commiati.
— Oh, finalmente — disse lei, sollevando la testa, quando lo vide uscire. — Ancora un po’ di questo caldo, e sarò morta. — Si alzò in piedi e andò a stiracchiarsi davanti alla finestra della camera, poi si sollevò dalle spalle i capelli lunghi e neri e li fermò con una forcina. Chris pensò che gli piaceva molto, e rimpianse di essersi scordato ogni cosa. In genere, le cose che dimenticava non avevano importanza, ma questa pareva un’eccezione. Aveva gambe lunghe e pelle vellutata. I seni forse erano un po’ troppo abbondanti, ma era il tipo di giudizio che era meglio lasciare alla verifica sperimentale.
Lei lo guardò con preoccupazione. — Oh, no, non avrai idea di… No, basta, non ora, fratello. Non ne hai avuto abbastanza? — Si affrettò a entrare nella doccia.