Oboe: — Adesso, Rocky, dacci le notizie brutte.
Cirocco: — Sono quelle che vi ho detto. La buona notizia è che non hanno molta mira, con le frecce. Ma preferiscono sbagliare il bersaglio che avvicinarsi troppo.
Gaby: — In compenso, lanciano un mucchio di frecce.
Oboe: — Lo sapevo che c’era la fregatura.
Si udì il ruggito, ormai familiare, di una bomba volante, ancora lontana.
Gaby: — Continuo a dire che c’è qualcosa di strano, in quella creatura. Non riesco a vedere, ma ha qualcosa sulla schiena.
Cornamusa: — Lo vedo anch’io.
Cirocco: — Si vede che avete la vista più acuta della mia.
Per qualche tempo si udì solo il rumore del respiro e di tanto in tanto il fruscio di qualcuno che si spostava sulla sabbia. Una volta, Robin si sentì sfiorare la gamba. Poi Cornamusa gridò un avvertimento. Qualcosa cadde sulla sabbia, entro il campo di visione di Robin. Era un sottile bastoncino di vetro, lungo mezzo metro. A un’estremità aveva un’intaccatura, l’altra estremità era piantata nella sabbia.
— Qualcuno è stato colpito? — domandò Cirocco. Risposte negative. — Le lanciano in aria a casaccio. Devono trovarsi dietro la duna. Tra poco si faranno coraggio a sufficienza per venire a guardare, e la loro mira migliorerà. Tenete pronta la fionda.
Qualche istante più tardi, Robin udì il suono delle fionde dei titanidi.
Chris: — Devi averlo colpito, Valiha. Oh! Questa volta hanno mirato meglio.
Cirocco: — Maledizione, guardate Robin. Non si può fare niente? Deve essere una cosa infernale.
Robin aveva udito il rumore dell’ultima salva di frecce che colpiva la sabbia; sentì alcuni granelli caderle sulle gambe. Non aveva importanza. Udì altri sibili, poi vide una mano che afferrava la freccia davanti a lei e la gettava via. Comparve la faccia di Gaby, a pochi centimetri dalla sua.
— Come va, bambina? — Le strinse la mano, e poi le sfiorò la guancia. — Preferiresti vedere meglio? Non so come proteggerti, purtroppo, altrimenti lo userei per proteggere tutti.
— No — rispose Robin, da una grande distanza.
— Vorrei… Oh, maledizione. — Gaby picchiò in terra il pugno. — Mi sento impotente. Immagino cosa devi provare tu. — Vedendo che Roby non rispondeva, accostò la faccia alla sua.
— Senti, posso prendere in prestito la tua pistola?
— Sì.
— Hai ancora i razzi? Quelli esplosivi?
— Tre caricatori.
— Mi serviranno. Voglio cercare di colpire la bomba volante, se si abbassa a sufficienza. Tu sta’ lì tranquilla, e non pensare a niente. Tra poco cercheremo di raggiungere di corsa il cavo.
— Sono a posto — disse Robin, ma Gaby era già sparita.
— Ti porterò io — disse Oboe, dietro di lei. La titanide le accarezzo la guancia, che era bagnata. — Non risparmiare le lacrime. Oltre a fare bene allo spirito, ogni goccia è una protezione in più.
31
Fulmini a del sereno
— Che intelligenza possono avere quelle creature? — domandò Chris, osservando la solitaria bomba volante che cabrava a sinistra per un altro passaggio in quota.
Gaby la guardò a sua volta e aggrottò la fronte.
— Non bisogna mai sottovalutare l’intelligenza delle creature che si incontrano su Gea. Una buona regola pratica è quella di pensare che siano sempre intelligenti come te, e almeno il doppio più cattive.
— Allora, cosa fa, lassù?
Gaby gli mostrò la pistola. — Forse ha visto che Robin ne ha abbattuta una. — Guardò nuovamente il cielo, e scosse la testa. — Ma non credo che sia la sola ragione. La cosa mi piace poco. Anzi, non mi piace affatto. — Guardò Cirocco.
— Mi hai convinto. Non piace neanche a me.
Chris ne guardò prima una e poi l’altra, con aria interrogativa, ma nessuna volle dire altro.
In alto, la bomba volante continuava a volare in cerchio. Pareva in attesa di qualcosa, ma di cosa? Di tanto in tanto, le frecce dei fantasmi piovevano su di loro, trenta o quaranta per volta. Erano scagliate quasi orizzontalmente, e quando toccavano terra avevano ormai perso gran parte della velocità. Una sola aveva colpito Cornamusa in una zampa posteriore, penetrando per qualche centimetro nel muscolo; una ferita dolorosa, ma la freccia si lasciò estrarre facilmente, perché la punta non era uncinata. Quel fuoco di sbarramento pareva avere il solo scopo di tenerli bloccati laggiù. Chris aveva letto da qualche parte che, durante le guerre, migliaia di colpi venivano sparati con quell’unico scopo.
Ma se i fantasmi volevano tenerli fermi laggiù, doveva esserci una ragione. O avevano in serbo una sorpresa, o attendevano l’arrivo dei rinforzi. In entrambi i casi, secondo Chris, la mossa logica era quella di cercare di raggiungere il cavo. E così avrebbero fatto, se non ci fosse stata la bomba volante.
— Credi che i fantasmi e le bombe lavorino insieme? — chiese.
Gaby lo fissò, e rifletté prima di rispondere.
— Ne dubito — disse infine. — A quanto ne so, i fantasmi non hanno mai lavorato con nessuno, salvo che con altri fantasmi, ma senza andare molto d’accordo neppure con loro. — Ma quando tornò a guardare il cielo, parve meditabonda. Sollevò la pistola e la puntò in direzione del bersaglio lontano, invitandolo a scendere con dolci mormoni.
— Hanno finito di scagliare frecce — disse Valiha.
Chris se n’era già accorto da vari minuti, ma non l’aveva detto, nell’illogico timore che il fuoco di sbarramento riprendesse al solo scopo di fargli dispetto. Ma era vero; per una mezz’ora, dopo che avevano scavato il loro riparo comune, le frecce erano giunte a intervalli di un paio di minuti, e poi erano cessate.
— Sarò pessimista — disse Gaby — ma la cosa mi piace poco.
— Potrebbero essersene andati — suggerì Cornamusa.
— E io potrei essere un titanide.
Chris non riuscì più a trattenersi, anche se aveva continuato a ripetersi che Gaby e Cirocco erano più sagge di lui e avevano maggiore esperienza.
— Penso che dovremmo correre al cavo — disse. — Cornamusa è già ferito. Se aspettiamo che riprendano a tirare le frecce, possiamo trovarci a mal partito. — Attese, ma anche se tutti lo guardavano, nessuno disse niente. Proseguì: — È solo un’impressione, ma temo che la bomba volante sia in attesa di qualcosa. Rinforzi, per esempio.
Si aspettava che la Maga non fosse d’accordo su quest’ultimo particolare. Non aveva alcuna prova, a parte il fatto che le bombe volanti avevano agito di concerto già una volta, nell’attacco in cui era stato ucciso Salterio.
Con sorpresa, vide invece che Gaby e Cirocco si guardavano, e che entrambe erano preoccupate. Capì che al di là di una certa base di informazioni, neppure la Maga era in grado di predire le azioni di Gea. C’erano infinite possibilità, e anche le cose che parevano sicure potevano cambiare da un giorno all’altro, perché Gea fabbricava nuove creature, o cambiava le leggi su cui si basavano quelle vecchie.
— Parla un uomo molto fortunato. Rocky — disse Gaby.
— Lo so, lo so. Non intendo certo negare la validità delle sue premonizioni. Io stessa non riesco più a resistere. Ma forse è proprio ciò che aspetta quel bastardo volante. Anche se ci metteremo a correre, riuscirà a passare su di noi almeno una volta, e laggiù il terreno è piatto come una frittata.
— La ferita non mi rallenta — disse Cornamusa.
— Io posso occuparmi di Robin — disse Oboe.
— Maledizione, siete voi titanidi che correte il rischio più grave — gridò Cirocco. — Io posso infilarmi in quella sabbia in cinque secondi, ma quando voialtri vi stendete a terra, avete le chiappe che sporgono di un metro e mezzo.
— In qualsiasi caso, preferisco fare un tentativo — disse Cornamusa. — Sono stufo di stare qui a fare da puntaspilli.
Chris cominciava a pensare che non si sarebbe giunti a nessuna decisione. Cirocco, dovendo scegliere tra due alternative ugualmente irragionevoli, aveva improvvisamente perso tutta la sicurezza di sé che aveva riacquistato durante il viaggio. Non gli pareva che la leadership, la guida, fosse il suo forte, tranne forse che nel senso di sollevare il morale degli altri. Quanto a Gaby, le occorreva del tempo per assumersi un ruolo che, fondamentalmente, le era antipatico. Robin era paralizzata, e i titanidi non avevano mai messo in discussione gli ordini di Gaby, prima, e di Cirocco poi.