— Mi auguravo che fosse Oceano — disse Gaby. — Ma era poco probabile. Gene obbediva alla persona di cui avevo sempre sospettato. È stata Gea a dirgli che io dovevo essere uccisa, e Cirocco risparmiata. È per questo che, alla morte di Salterio, io ho detto che era stata lei. Credo che mi abbia sentita, e che abbia detto a Gene di metterci più impegno. Gli ha dato lei il napalm e gli esplosivi.
— Anche quell’attacco è stato organizzato da Gene?
— Ricordi? Chris ha visto la bomba volante e mi ha spinto a terra. Se non lo avesse fatto, saremmo morti entrambi, e non solo Salterio. Dopo il primo passaggio, Gene ha dovuto farlo apparire come un attacco contro tutto il gruppo, perché Rocky non doveva sapere che volevano uccidere soltanto me. — Tossì di nuovo, poi afferrò Chris per il colletto, istericamente.
— Ed è questo — riprese — che devi dire a Rocky, quando verrà qui. Deve sapere che è stata Gea. Se al momento del suo arrivo sarò addormentata, diglielo per prima cosa. Promettimelo. Se sarò in delirio, o se sarò troppo debole per parlare, diglielo.
— Glielo dirò, lo prometto — disse Chris. Guardò Robin. Pensava che Gaby delirasse, e Robin annuì. Cirocco era morta, probabilmente, e anche se non lo era, era assai difficile che riuscisse a spostare la montagna di pietre che bloccava la scala, sopra di loro.
— Non capite — disse Gaby, lasciandosi ricadere. — Va bene, vi dirò cosa stavamo realmente facendo, mentre fingevamo di accompagnarvi in una piccola escursione.
"Studiavamo come rovesciare Gea."
In realtà non si trattava di una vera congiura, ma di un esame preliminare delle varie possibilità. Nessuna di loro era sicura che fosse fisicamente possibile rovesciare Gea, o che si potesse eliminare Gea, la persona, senza distruggere il corpo di Gea, da cui tutti dipendevano per la sopravvivenza.
Come sempre su Gea, la situazione affondava le radici nel passato. Gaby desiderava cambiare la situazione da almeno trent’anni. Robin adesso le sentiva dire ciò che fino a quel momento aveva osato confidare soltanto a Cirocco.
— Anzi — disse Gaby — per molto tempo, Cirocco non volle neppure sentirne parlare. Non le do torto. Aveva le sue buone ragioni di essere soddisfatta. E anch’io. La vita su Gea non era niente di terribile. Di tanto in tanto trovavo qualcosa che non mi andava, ma, al diavolo, sulla Terra era ancora peggio. L’universo non è né onesto né gentile, indipendentemente dal fatto che sia governato da un dio vivente oppure no. Onestamente, sono convinta che se esistesse il dio dei cristiani, lo odierei più di quanto odio Gea.
"Eppure, proprio perché potevi parlare con questo dio, proprio per il fatto che si trovava in un certo luogo, e che io ero stata da lui, e sapevo che era responsabile, e che ogni ingiustizia e ogni morte inutile erano frutto di una sua decisione… proprio per questo era molto più difficile accettarlo. Secondo me, il cancro è accettabile se si sviluppa per conto suo, se so che nessuno ha deciso di attaccarlo alla gente. E le cose, sulla Terra, stavano appunto così. Se eri colpito dal terremoto, ti leccavi le ferite, recuperavi la tua roba e ripartivi per andare a prenderti le disgrazie che l’universo teneva in serbo per te il giorno seguente. Non protestavi contro la volontà di Dio, o, almeno, le persone che conoscevo io non protestavano.
"Ma se le autorità facevano una legge che non ti piaceva, scendevi in piazza a protestare. O cercavi di eliminare i responsabili alle successive elezioni, o ti organizzavi per togliergli il potere con altri mezzi. Dato che l’ingiustizia veniva da altre persone, e non da un universo indifferente, sentivi di poter fare qualcosa.
"Mi è occorso molto tempo per capire che qui la situazione è la stessa, ma alla fine l’ho capito. L’ostacolo stava nel pensare a Gea come a un dio e, credetemi o no, per molto tempo io credo di averlo pensato. Ci sono molte analogie. Ma Gea non opera con mezzi magici. Tutto quello che fa è teoricamente alla portata di esseri come noi. Perciò mi sono staccata gradualmente dall’idea che Gea fosse un dio, e ho cominciato a vederla come il Consiglio Municipale. E, maledizione, io non posso fare a meno di lottare contro il Consiglio Municipale."
S’interruppe per tossire, e Robin le porse la borraccia. Gaby bevve, poi si guardò con le lacrime agli occhi, e disse: — Ecco dove sono finita.
Valiha le accarezzò la fronte. — Riposa — disse. — Cerca di conservare le forze.
— Sì — disse Gaby — ma prima voglio finire. — Respirò affannosamente, e Robin vide che aveva gli occhi dilatati. Li guardò tutti, e parve capire. Quando riprese a parlare, la sua voce era come quella di una bambina.
— Sto per morire, vero?
— Riposa… — disse Robin.
Ma Valiha disse: — Sì — con la caratteristica immediatezza dei titanidi in tutto ciò che riguardava la morte. — Restano poche speranze.
Gaby singhiozzò.
— Non voglio morire — gemette. Cercò di mettersi a sedere. — Non sono pronta. — Pianse a lungo e, quando riprese a parlare, le sue parole furono interrotte da singhiozzi.
Alla fine si addormentò.
Passarono varie ore prima che riprendesse a parlare. Nessuno di loro pensava che si risvegliasse da quel sonno.
Nelle ore successive raccontò il resto della storia. Era molto debole e divagava, ma ogni volta ritornava a parlare della sua eresia, della sua intenzione di abbattere il potere che dominava la sua vita e quella di tutte le persone a lei care.
Espose le lamentele grandi e piccole, e spesso le piccole ingiustizie a livello personale erano quelle più significative. Parlò dei pellegrini, e del suo crescente disgusto nel vedere quei poveri disgraziati costretti a lottare e a morire per divertire un dio annoiato. Ritornò a parlare dello scherzo crudele giocato alla Maga nel caso della riproduzione dei titanidi, ed elencò i giocattoli assassini di Gea: una lunga lista, che culminava con le bombe volanti.
A un certo punto, disse Gaby, si era chiesta se tutto ciò non potesse cambiare, e questo la aveva portata a esaminare le possibili alternative. All’inizio non poteva parlarne con nessuno, neppure con Cirocco, ma in seguito, quando Cirocco era stata toccata direttamente dalle macchinazioni di Gea, gliene aveva parlato. Lei non aveva neppure voluto ascoltare, a tutta prima, ma in seguito il problema aveva cominciato a interessarla. Dapprima era solo un problema teorico: qualcuno o qualcosa poteva sostituirsi a Gea? Non certo i computer della Terra, poiché nessuno di essi era abbastanza grande. Gli unici possibili candidati erano i cervelli regionali: probabilmente, uno di essi, o un loro gruppo, poteva prendere le funzioni di Gea, se Gea fosse morta. E anche se Gaby aveva continuato a fare progetti, Cirocco non aveva voluto spingersi più in là, perché le pareva che questa parte del problema fosse irrilevante, rispetto al problema vero: se tutto si basava sulla scomparsa di Gea, come si poteva ucciderla?
— Non ne avevo idea — confessò Gaby. — Tutto rimase fermo a questo punto per sei o sette anni, e Cirocco se ne disinteressò. Poi, in occasione di questo viaggio, ho cercato di interessarla nuovamente al progetto, ma Gea deve avere subodorato qualcosa, o semplicemente ha deciso che era stanca della mia indipendenza. Forse non sopporta le persone che non può ricattare. L’unico potere che ha su di me è quello di rinnovarmi la giovinezza, ma io le ho sempre detto che ero pronta a rifiutare e a morire serenamente di vecchiaia, se le sue richieste diventavano eccessive.
"In questo viaggio, Rocky si è recata a parlare con i cervelli regionali, ma si è ben guardata dal sobillarli. Se pensate che abbia offerto loro la carica di Dea su un piatto d’argento, vi sbagliate. Ha solo cercato di vedere se in loro c’era qualche risentimento nascosto. Avremmo già potuto eliminarne in partenza una buona metà, ma abbiamo preferito visitarli tutti. In questo modo potevamo affermare che facevamo un normale viaggio di controllo.