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Si suppone che Dio fosse molto reale per la gente del 1300, più vivido del mondo fisico in cui essa abitava. Quando stavo morendo, Padre Roche mi ha detto che stavo soltanto tornando a casa, e questa è la credenza che si suppone fosse diffusa in quest'epoca… che la vita del corpo sia illusoria e poco importante e che la vera vita sia quella dell'anima eterna, come se la vita fosse una semplice visita al mondo terreno come io sono soltanto in visita in questo secolo. Finora però ho visto ben poche prove che supportino tale teoria. Eliwys mormora doverosamente le sue avemarie ai vespri e al mattutino, ma poi si alza e si pulisce la gonna come se quelle preghiere non avessero nulla a che vedere con le sue preoccupazioni riguardo al marito, alle figlie o a Gawyn. E nonostante il suo reliquiario e il suo Libro delle Ore, Imeyne è preoccupata soprattutto della sua posizione sociale. Quindi posso dire di non aver visto nulla che indicasse che Dio era reale per loro fino a quando non mi sono trovata in quella chiesa umida ad ascoltare Padre Roche.

Mi chiedo se lui veda Dio e il cielo con la stessa chiarezza con cui io vedo lei, Signor Dunworthy, e Oxford con la pioggia che cade sul cortile, e i suoi occhiali che si appannano e la costringono a toglierli e a lucidarli contro la sciarpa. Mi chiedo se anche a lui essi sembrino vicini e al tempo stesso difficili da raggiungere come voi lo siete per me.

— Preserva la nostra anima dal male e portaci al sicuro in cielo — ha detto Roche, e come se avesse ricevuto un'imbeccata Agnes si è sollevata a sedere fra le mie braccia.

— Voglio Padre Roche — ha detto.

— Cosa succede? Chi c'è? — ha chiesto Padre Roche, alzandosi e avviandosi verso di noi.

— Sono Lady Katherine, e ti ho portato Agnes — ho risposto. — Il suo ginocchio si è… — Cosa? Infettato? — Vorrei che le guardassi il ginocchio.

Lui ha cercato di farlo, ma in chiesa era troppo buio e quindi ha portato la bambina a casa sua, dove peraltro la luce era appena meno scarsa. La sua casa non è molto più grande della capanna in cui mi sono rifugiata e non ha il tetto più alto del suo, tanto che mentre siamo rimasti lì lui ha dovuto tenersi sempre curvo per evitare di picchiare la testa contro il soffitto.

Roche ha spalancato l'imposta dell'unica finestra, lasciando entrare la pioggia, ed ha acceso una candela di giunco, poi ha messo Agnes a sedere su un rozzo tavolo di legno, ma quando ha slegato la benda lei si è ritratta con un sussulto.

— Sta ferma, Agnus, — le ha detto Padre Roche, — ed io ti racconterò come Cristo è sceso sulla terra dal cielo.

— Il Giorno di Natale — ha replicato la bambina.

Roche ha tastato la ferita, premendo le dita contro la parte gonfia, e al tempo stesso ha continuato a parlare.

— E i pastori hanno avuto paura, perché non sapevano cosa fosse quella stella lucente, e neppure i suoni che udivano, come di campane suonate in cielo, ma poi hanno compreso che l'angelo di Dio era sceso fra loro.

Quando cercavo di toccarle il ginocchio Agnes urlava e mi allontanava le mani, ma adesso stava permettendo a Roche di esaminarlo con le sue grosse dita. Decisamente c'era l'inizio di una striatura rossa. Roche l'ha toccata con delicatezza ed ha avvicinato la candela.

— E poi — ha proseguito, scrutando quel punto con occhi socchiusi, — da una terra lontana sono giunti tre re che portavano doni.

Di nuovo ha toccato la striatura rossa con cautela, poi ha congiunto le mani come se intendesse pregare, ed io ho pensato che non era il momento di pregare, ma di fare qualcosa.

Lui ha abbassato le mani e mi ha fissata.

— Temo che la ferita sia avvelenata — ha detto. — Preparerò un infuso di issopo per tirare fuori il veleno.

Poi si è accostato al focolare e ha attizzato i carboni che apparivano appena tiepidi, versando dell'acqua da un secchio in una pentola di ferro.

Il secchio era sporco, la pentola era sporca, le mani con cui aveva tastato la ferita di Agnes erano sporche, e mentre me ne stavo là a guardarlo mettere la pentola sul fuoco e tirare fuori un sacchetto altrettanto sporco mi è dispiaciuto di essere andata da lui. Roche non era meglio di Imeyne e un infuso di erbe e di semi non avrebbe curato l'avvelenamento del sangue più di quanto avrebbero potuto fare gli impiastri di Imeyne, e le sue preghiere non sarebbero state d'aiuto neppure loro, anche se parlava a Dio come se Lui fosse davvero presente.

Sono stata sul punto di chiedergli se quello era tutto ciò che poteva fare, poi mi sono resa conto che mi stavo aspettando l'impossibile. La cura per le infezioni è la penicillina, il rinforzo dei linfociti T e l'uso di antisettici, tutte cose che non erano certo contenute nel suo sacchetto di tela.

Ricordo che in una delle sue conferenze il Signor Gilchrist ha parlato dei dottori medievali, descrivendoli come degli stolti che praticavano salassi alla gente e la curavano con l'arsenico e l'urina di capra durante la Morte Nera… ma cosa si aspettava che facessero? Non avevano analoghi o antimicrobici, non sapevano neppure quale fosse la causa del contagio. Sbriciolando la mistura secca di petali e di foglie fra le dita sporche per preparare l'infuso, Padre Roche stava cercando di fare del suo meglio.

— Hai del vino? — gli ho chiesto. — Vino vecchio?

Nella birra e nel vino che beve questa gente non c'è quasi traccia di alcool, ma quanto più una bevanda alcoolica invecchia, tanto più si concentra il suo contenuto di alcool… e l'alcool è un antisettico.

— Ho appena ricordato che a volte il vino versato su una ferita può arrestare l'infezione — ho aggiunto.

Lui non mi ha chiesto cosa fosse un'«infezione» o come potessi essere in grado di ricordare una cosa del genere quando si supponeva che non rammentassi niente altro. Immediatamente è andato in chiesa ed è tornato di lì a poco con una bottiglia di coccio piena di vino dall'odore intenso, lo ne ho versato un po' sulla benda e l'ho usato per lavare la ferita.

Ho portato la bottiglia a casa con me e l'ho nascosta sotto il letto nella stanza di Rosemund (nel caso che sia parte della scorta di vino sacramentale… ad Imeyne non servirebbe altro per far bruciare Roche sul rogo come eretico), in modo da poter continuare a pulire la ferita. Prima che Agnes andasse a letto gliene ho versato un poco direttamente sul ginocchio.

19

Piovve fino alla Vigilia di Natale, una pioggia invernale battente che penetrava attraverso il foro di aerazione nel soffitto e faceva sfrigolare e fumare il fuoco.

Kivrin continuò a versare vino sul ginocchio di Agnes ad ogni occasione possibile ed entro il pomeriggio del ventitré le sue condizioni parvero migliorare: era ancora gonfio, ma la striatura rossa era scomparsa. Kivrin corse fino alla chiesa coprendosi la testa con il mantello per dare la buona notizia a Padre Roche, ma lui non c'era.

Sia Imeyne che Eliwys non si erano neppure accorte che il ginocchio di Agnes avesse qualcosa, perché entrambe erano freneticamente impegnate a preparare ogni cosa per l'eventuale venuta di Sir Bloet pulendo il solaio in modo che le donne vi potessero dormire, spargendo petali di rosa sui giunchi che coprivano il pavimento, cuocendo al forno uno stupefacente assortimento di pasticci, di budini e di sformati, compreso uno grottesco che aveva la forma dei Cristo bambino nella mangiatoia con un pezzo di pasta di pane intrecciata al posto del pannolino.

Nel pomeriggio Padre Roche si presentò al maniero, fradicio e tremante. Era uscito sotto quella pioggia battente per andare a raccogliere l'edera per la sala. Dal momento che Imeyne non c'era… era in cucina a sovrintendere alla cottura del Cristo bambino, Kivrin fece entrare Roche e lo fece sedere accanto al fuoco perché potesse asciugarsi.

Provò quindi a chiamare Maisry, e quando lei non si presentò attraversò personalmente il cortile fino alle cucine per portare al prete un boccale di birra calda. Quando tornò con la birra trovò Maisry seduta sulla panca accanto a Roche e intenta a tenere indietro con una mano i capelli sporchi e arruffati mentre lui le applicava del grasso d'oca nell'orecchio. Non appena vide Kivrin, la ragazza si premette però la mano sull'orecchio, rovinando probabilmente l'effetto benefico del trattamento del prete, e si affrettò ad andarsene.

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