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— Quando è stato… — cominciò, poi fu assalito dai brividi e la voce gli si spense, come se avesse dimenticato quello che voleva dire.

La porta di vetro sottile sbatté con violenza e Gilchrist e Mary entrarono a loro volta, tallonati da Latimer che stava armeggiando con l'ombrello.

— Che succede? Cosa è successo? — domandò Mary.

— Quando è stato cosa, Badri? — chiese a sua volta Dunworthy.

— Ho ottenuto i dati — replicò il tecnico, poi si girò verso lo schermo.

— Sono questi? — volle sapere Gilchrist, protendendosi oltre la sua spalla. — Cosa significano tutti questi simboli? Dovrà tradurlo a beneficio di noialtri profani.

— C'è qualcosa che non va — affermò Badri, portandosi di nuovo la mano alla fronte.

— Cosa? — gridò Dunworthy. — Lo slittamento? Si tratta dello slittamento?

— Badri, stai bene? — intervenne Mary.

Badri assunse di nuovo quella strana espressione distratta, come se stesse meditando sulla risposta.

— No — disse infine, e crollò in avanti sulla consolle.

3

Nel passare dall'altra parte lei sentì un suono di campane, flebile e metallico come il sottofondo di musica per campane che veniva suonato sull'High a Natale; anche se si supponeva che la camera di controllo fosse a prova di suono, infatti, ogni volta che qualcuno aveva aperto la porta dell'anticamera dall'esterno lei aveva potuto udire il debole e spettrale suono delle carole natalizie.

La Dottoressa Ahrens era arrivata per prima, poi era stata la volta del Signor Dunworthy, e in tutte e due le occasioni Kivrin aveva avuto la certezza che fossero venuti per dirle che non poteva andare. In ospedale la Dottoressa Ahrens per poco non aveva vietato la transizione quando l'inoculazione antivirale si era gonfiata fino a trasformarsi in una grossa chiazza rossa sul lato inferiore del braccio.

— Se quel gonfiore non sparisce non andrai da nessuna parte — aveva dichiarato la dottoressa, rifiutandosi di dimetterla dall'ospedale. Il braccio le causava ancora prurito, ma lei non aveva voluto dirlo alla Dottoressa Ahrens perché lei avrebbe potuto informare il Signor Dunworthy, che si era comportato come un uomo in preda al più profondo orrore da quando aveva saputo che lei sarebbe andata nel 1300.

Già due anni fa gli avevo detto che ci volevo andare, pensò. Erano passati due anni, e tuttavia quando il giorno prima era andata a mostrargli il suo costume lui aveva ancora cercato di dissuaderla.

— Non mi piace il modo in cui la Sezione Medievale sta conducendo questa transizione — aveva ribadito, — e anche ammesso che si stessero prendendo tutte le precauzioni del caso una ragazza non dovrebbe andare nel medioevo da sola.

— Abbiamo risolto tutti i problemi — aveva replicato lei. — Io sono Isabel de Beauvrier, figlia di Gilbert de Beauvrier, un nobiluomo che è vissuto nello Yorkshire Orientale fra il 1276 e il 1332.

— E cosa ci fa la figlia di un nobile dello Yorkshire sola sulla strada fra Oxford e Bath?

— All'inizio non ero sola. Ero scortata da tutti i miei servitori e mi stavo dirigendo ad Evesham per prelevare mio fratello, che si trova laggiù in un monastero in preda ad una malattia, ma siamo stati assaliti dai banditi.

— Dai banditi — aveva ripetuto lui, fissandola con perplessità da dietro gli occhiali.

— È stato lei a darmi quest'idea, quando mi ha detto che nel medioevo le giovani donne non andavano sole da nessuna parte e che erano sempre scortate. Quindi io ero scortata, ma i miei servitori sono fuggiti quando siamo stati assaliti e i ladri hanno portato via i cavalli e tutti i miei bagagli. Il Signor Gilchrist pensa che sia una storia plausibile e ha detto che le probabilità di…

— È una storia plausibile perché il medioevo pullulava di tagliagole e di ladri.

— Lo so — aveva ribattuto lei, in tono impaziente, — e di malattie e di cavalieri in cerca di donne e di altri tipi pericolosi. Non c'erano persone oneste nel medioevo?

— Erano tutte impegnate a bruciare le streghe sul rogo.

— Sono venuta a mostrarle il mio costume — aveva affermato allora Kivrin, decidendo che era meglio cambiare argomento, e aveva ruotato lentamente su se stessa in modo che lui potesse ammirare l'abito azzurro e il mantello bianco. — Quando effettuerò la transizione avrò i capelli sciolti.

— Non ha senso indossare un indumento bianco nel medioevo — aveva dichiarato lui. — Si sporcherà tutto.

Dunworthy non era stato di umore migliore quella mattina e aveva continuato a passeggiare per l'area di osservazione come un futuro padre, tanto che per tutto il tempo Kivrin aveva nutrito il timore che lui decidesse improvvisamente di annullare l'intera procedura.

C'erano stati ritardi e poi ancora altri ritardi, e il Signor Gilchrist aveva continuato a ripeterle un'infinità di volte in che modo funzionava il registratore, come se fosse stata una studentessa del primo anno. Nessuno aveva la minima fiducia in lei, tranne forse Badri, e anche lui era stato di una cautela snervante, continuando a misurare e a rimisurare l'area della rete per poi cancellare un'intera serie di coordinate e immetterle da capo.

Kivrin aveva quasi pensato che per lei non sarebbe mai arrivato il momento di mettersi in posizione, e dopo che esso era giunto la situazione si era fatta ancora peggiore, perché aveva dovuto restare distesa lì con gli occhi chiusi a chiedersi cosa stava succedendo. Latimer aveva detto a Gilchrist di essere preoccupato per la dizione del nome Isabel che avevano scelto, come se a quell'epoca qualcuno avesse saputo leggere o anche soltanto scandire la dizione di una parola; poi Montoya le si era avvicinata e le aveva spiegato come identificare Skendgate grazie agli affreschi del Giudizio Universale presenti nella sua chiesa… una cosa che le aveva già ripetuto almeno una dozzina di volte.

Qualcuno… aveva supposto che fosse Badri perché era il solo che non avesse istruzioni da impartirle… si era chinato su di lei per spostarle un poco il braccio verso il corpo e assestarle le gonne. Il pavimento era duro e qualcosa le stava pungendo il fianco, appena sotto le costole. Poi il Signor Gilchrist aveva detto qualcosa e le campane si erano rimesse a suonare.

Per favore, aveva pensato Kivrin, per favore… chiedendosi se la Dottoressa Ahrens aveva appena deciso che lei aveva bisogno di un altro vaccino o se Dunworthy si era precipitato alla Facoltà di Storia e li aveva convinti a riportare la valutazione al livello dieci.

Chiunque fosse stato ad aprire la porta, la stava di certo tenendo spalancata perché lei poteva ancora sentire le campane, anche se non riusciva a riconoscere il motivo che stavano suonando, una serie di rintocchi lenti e costanti che si soffermavano a tratti per poi riprendere ancora.

Sono passata, pensò.

Era distesa sul fianco sinistro, con le gambe allargate in una posizione goffa come se fosse stata gettata a terra dagli uomini che l'avevano derubata e con il braccio parzialmente sollevato a coprire la faccia nel tentativo di deviare il colpo che le aveva insanguinato la tempia. La posizione del braccio era stata studiata apposta per renderle possibile aprire gli occhi senza essere vista, ma per il momento lei preferì tenerli chiusi e rimase immobile, cercando di ascoltare.

Tranne per le campane, non si udivano suoni di sorta, mentre se davvero si trovava distesa sul bordo di una strada dei quattordicesimo secolo avrebbero dovuto esserci almeno uccelli e scoiattoli; probabilmente quelle bestiole erano state spaventate e indotte al silenzio dalla sua improvvisa apparizione o dall'alone della rete, che lasciava nell'aria scintillanti particelle simili a brina che perduravano per parecchi minuti.

Dopo un lungo intervallo un uccello trillò, poi un altro, e qualcosa frusciò poco lontano, si fermò e frusciò ancora… uno scoiattolo o un topo di bosco del quattrodicesimo secolo. Accanto a quei suoni si udiva un frusciare più sommesso che era probabilmente prodotto dal vento fra i rami degli alberi anche se lei non avvertiva sul volto la minima brezza, e al di sopra di esso, molto lontano, perdurava il battito delle campane.

14
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