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— Abbiamo usato il backup — spiegò Badri, sollevando lo sguardo su di lui.

— Quale backup?

— Quello dei calcoli che avevo effettuato sulla rete — spiegò Badri, che appariva sconcertato. — Lei era così preoccupato per il modo in cui la Sezione Medievale stava gestendo quella transizione che ho deciso che era meglio creare un backup, nel caso che qualcosa fosse andato storto. Ero venuto a Balliol per chiedere il suo parere al riguardo, martedì pomeriggio, ma lei non c'era e le ho lasciato un biglietto in cui dicevo che avevo bisogno di parlarle.

— Un biglietto — ripeté Dunworthy.

— Il laboratorio era aperto ed ho effettuato un salvataggio di sicurezza dei dati attraverso la rete di Balliol — precisò Badri. — Lei era così preoccupato.

Dunworthy sentì le forze che lo abbandonavano improvvisamente e si sedette sul letto.

— Ho cercato di dirglielo — continuò Badri, — ma ero troppo malato per riuscire a farmi capire.

C'era sempre stato un backup. Lui aveva sprecato giorni su giorni cercando di costringere Gilchrist ad aprire il laboratorio, a cercare Basingame, ad aspettare che Polly Wilson escogitasse un modo per insinuarsi nel computer dell'università, e c'era sempre stato un backup nella rete di Balliol.

— Così preoccupato — aveva detto Badri, mentre delirava. — Il laboratorio è aperto? Backup. — Aveva detto backup.

— Può riaprire la rete?

— Certamente, ma anche se non ha contratto la peste…

— Non l'ha contratta — interruppe Dunworthy. — È stata immunizzata.

— … non sarà comunque ancora là. Sono passati otto giorni dalla data fissata per il recupero, ed è impossibile che abbia aspettato così a lungo.

— Può passare qualcun altro attraverso la rete?

— Qualcun altro? — ripeté Badri, con espressione vacua.

— Per andare a cercarla. Qualcun altro potrebbe usare gli stessi parametri di transizione?

— Non lo so.

— Quanto ci vorrà per preparare tutto per un tentativo?

— Due ore al massimo. Le coordinate locazionali e temporali sono già inserite, ma non so quanto slittamento ci potrà essere.

La porta della corsia si spalancò e Colin fece irruzione.

— Eccola qui! — esclamò. — L'infermiera mi ha detto che era andato a fare due passi, ma non riuscivo a trovarla e ho temuto che si fosse perso.

— No — replicò Dunworthy, senza distogliere lo sguardo da Badri.

— L'infermiera ha detto che devo riportarla indietro — aggiunse Colin, prendendo Dunworthy per un braccio e aiutandolo ad alzarsi, — e che non deve esagerare.

Lo accompagnò verso la porta, ma Dunworthy si fermò sulla soglia.

— Di quale laboratorio ti sei servito quando hai aperto la rete, l'otto? — domandò.

— Di quello di Balliol — rispose il tecnico. — Avevo paura che parte della memoria permanente fosse stata cancellata quando l'impianto di Brasenose è stato disattivato, e non c'era il tempo per una routine di valutazione dei danni.

— L'infermiera decrepita entrerà in servizio fra mezz'ora — avvertì Colin, tenendo aperta la porta. — Non vorrà certo farsi sorprendere alzato da lei, vero? Mi dispiace di non essere potuto tornare prima a trovarla — continuò, lasciando che il battente si richiudesse, — ma ho dovuto portare a Godstow le tabelle per l'immunizzazione.

Dunworthy si appoggiò contro la porta. Poteva esserci uno slittamento eccessivo, il tecnico era su una sedia a rotelle e lui non era certo di riuscire a tornare camminando fino all'estremità del corridoio e tanto meno nella sua stanza. Così preoccupato. Lui aveva creduto che Badri avesse inteso dire «lei era così preoccupato che ho reinserito le coordinate», mentre quello che lui voleva dire era che aveva creato un backup. Un backup.

— Si sente bene? — chiese Colin. — Non sta avendo una ricaduta o qualcosa del genere, vero?

— No — garantì lui.

— Ha chiesto al Signor Chaudhuri se poteva rielaborare i dati?

— No, perché esiste un backup.

— Un backup? — ripeté Colin, in tono eccitato. — Vuole dire un altro set di dati?

— Sì.

— Questo significa che può salvarla?

Dunworthy si fermò e si appoggiò alla barella vuota.

— Non lo so.

— L'aiuterò io — si offrì Colin. — Cosa vuole che faccia? Sono pronto a fare qualsiasi cosa lei voglia: posso svolgere commissioni e procurarle oggetti. Dovrà soltanto dare ordini.

— Potrebbe non funzionare — obiettò Dunworthy. — Lo slittamento…

— Ma ha intenzione di tentare, vero? Vero?

Una morsa gli si serrava intorno al petto ad ogni passo, e Badri aveva già avuto una ricaduta, e se anche fossero riusciti ad aprirla la rete avrebbe potuto rifiutare di farlo passare.

— Sì — confermò. — Ho intenzione di tentare.

— Apocalittico! — esclamò Colin.

ESTRATTO DAL DOMESDAY BOOK
(064996-065537)

Lady Imeyne, madre di Guillaume D'Iverie.

(Pausa)

Rosemund se ne sta andando. Non riesco più a sentirle il battito e la sua pelle appare giallastra e cerea, il che so non essere un buon segno. Agnes sta lottando con vigore contro il male. Non ha bubboni e non vomita sangue, il che credo sia un buon segno. Eliwys ha dovuto tagliarle i capelli, perché lei continuava a tirarseli urlando che io venissi a intrecciarglieli.

(Pausa)

Roche ha dato l'estrema unzione a Rosemund, che naturalmente non è stata in grado di confessarsi. Agnes sembra stare un po' meglio anche se poco fa ha perso sangue dal naso. Ha chiesto la sua campanella.

(Pausa)

Bastarda! Non ti permetterò di prenderla, è soltanto una bambina. Ma è questa la tua specialità, vero? Massacrare gli innocenti. Hai già ucciso il neonato del castaldo e il cucciolo di Agnes e il ragazzo che è andato in cerca di aiuto quando mi sono fermata nella sua capanna, e questo deve bastare. Non ti permetterò di ucciderla, maledetta! Non te lo permetterò!

31

Agnes morì il giorno dopo Capodanno, continuando a urlare che Kivrin venisse da lei.

— È qui — cercò di rassicurarla Eliwys, stringendole la mano. — Lady Katherine è qui.

— Invece non c'è — gemette Agnes, con voce rauca ma ancora forte. — Dille di venire.

— Lo farò — promise Eliwys, poi sollevò lo sguardo su Kivrin con espressione vagamente perplessa e aggiunse: — Va' a chiamare Padre Roche.

— Cosa c'è? — domandò Kivrin. Il prete aveva infatti impartito gli ultimi riti alla bambina quella prima notte, mentre lei si agitava e scalciava come se avesse avuto una crisi epilettica, e da allora Agnes aveva rifiutato di lasciare che lui le si avvicinasse. — Stai male, signora?

Eliwys scosse il capo, continuando a fissare Kivrin.

— Cosa dirò a mio marito, quando arriverà? — mormorò, adagiando la mano di Agnes sulle coltri, e soltanto allora Kivrin si rese conto che la bambina era morta.

Lavò il suo piccolo corpo, che era quasi interamente coperto di lividi fra il porpora e l'azzurro… la mano che Eliwys le aveva tenuto stretta era completamente nera e si aveva l'impressione che la bambina fosse stata picchiata.

E lo è stata, pensò Kivrin. È stata picchiata e torturata e assassinata. La strage degli innocenti.

La sopravveste e la camicia di Agnes erano ridotte a una rigida massa di sangue e di vomito e la camicia di Kivrin era da tempo stata ridotta in strisce, quindi lei avvolse il corpo della bambina nel proprio mantello bianco e poi Roche e il castaldo pensarono a seppellirla.

Eliwys non venne a vedere.

— Devo restare con Rosemund — disse, quando Kivrin l'avvertì che era ora. Peraltro non c'era nulla che Eliwys potesse fare per Rosemund… la ragazza giaceva ancora inerte come se fosse stata soggetta a un incantesimo, tanto che Kivrin cominciava a supporre che la febbre dovesse averle danneggiato il cervello. — E poi Gawyn potrebbe arrivare — aggiunse Eliwys.

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