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— Messaggio urgentissimo dalla Terra, Comandante — comunicò la plancia. — Vocale. Segue conferma scritta. Da parte del Comandante in capo. Pronto a riceverlo?

— Controllate e archiviate il testo. Pronto a ricevere il messaggio orale.

La voce dell'Ammiraglio Hendrix era calma e formale come se stesse impartendo qualche ordine di normale amministrazione, invece di trattare una questione unica nella storia dello spazio. Comunque, lui non si trovava a pochi chilometri dalla bomba.

— C in C al Comandante della Endeavour. Questo è un rapido sommario della situazione quale la vediamo attualmente. Sapete che l'Assemblea Generale si riunisce alle quattordici e ascolterete quanto verrà detto nel corso della seduta. È probabile che dobbiate tenervi pronto ad agire immediatamente, senza chiedere consiglio. Questo il motivo del mio messaggio.

«Abbiamo analizzato le foto che ci avete mandato. Il veicolo è una normale sonda spaziale modificata per altoimpulso e probabilmente funzionante a laser nello stadio iniziale. Dimensioni e massa corrispondono a quelli di una bomba nucleare da cinquecento a mille megaton. Gli hermiani si servono normalmente di cariche da cento megaton per gli scavi minerari, quindi non hanno avuto difficoltà a mettere insieme una testata nucleare di tale portata.

«Secondo i nostri esperti, inoltre, questa sarebbe la potenza minima richiesta per distruggere un oggetto come Rama. Se sarà fatta detonare nel punto più sottile dello scafo, cioè sotto il Mare Cilindrico, provocherà uno squarcio tale da disintegrarlo completamente, con l'ausilio del suo moto rotatorio.

«Nutriamo fondate speranze che se gli hermiani hanno intenzione di compiere un simile gesto, vi preavvertiranno in modo da darvi il tempo necessario per allontanarvi da Rama. Vi informiamo che i raggi gamma dell'esplosione potrebbero essere dannosi fino a mille chilometri.

«Ma questo non è il pericolo più grave. I frammenti di Rama, pesanti tonnellate, e dotati di moto rotatorio a una velocità di quasi mille chilometri all'ora, potrebbero distruggervi a distanza illimitata. Vi raccomandiamo perciò di procedere nel senso dell'asse, in quanto in quella direzione non vi saranno frammenti. Diecimila chilometri dovrebbero essere una buona distanza di sicurezza.

«Il messaggio non è cifrato in quanto non può essere intercettato: lo invio su frequenza multipla pseudoirregolare. La vostra risposta potrebbe non essere altrettanto sicura, perciò parlate con discrezione e ricorrete se necessario al codice. Vi chiamerò immediatamente appena conclusa la discussione all'Assemblea Generale. Messaggio concluso. C in C. — Chiudo.»

38

A dar retta ai libri di storia (ma nessuno ci credeva), una volta le Nazioni Unite contavano 174 nazioni. I Pianeti Uniti ne avevano solo sette, ed erano già anche troppi. In ordine di distanza dal Sole erano: Mercurio, Terra, Luna, Marte, Ganimede, Titano e Tritone.

Nell'elenco c'erano parecchie omissioni e ambiguità, che sarebbero state probabilmente corrette in futuro. Gli amanti dei cavilli non si stancavano mai di far rilevare che molti Pianeti Uniti erano in realtà satelliti, e che era ridicolo che i quattro giganti, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, non vi fossero compresi. Ma nessuno viveva sui Giganti Gassosi, e con tutta probabilità nessuno ci avrebbe mai vissuto. Lo stesso valeva per l'altro grande assente: Venere. Anche i tecnici planetari più entusiasti sostenevano che ci sarebbero voluti ancora secoli prima di riuscire a domare Venere, e intanto gli hermiani lo tenevano d'occhio, certo rimuginando su qualche progetto a lunga scadenza.

Era stato oggetto di critiche anche il fatto che la Terra e la Luna avessero un rappresentante ciascuno. Gli altri membri sostenevano che c'era troppo potere accentrato in quella zona del sistema solare. Ma la Luna contava più abitanti di tutti gli altri mondi, eccettuata la Terra, ed inoltre la Luna era sede dei P.U. Per di più, la Terra e la Luna non erano quasi mai dello stesso parere, per cui era molto improbabile che potessero costituire un blocco pericoloso.

Marte aveva sotto la sua giurisdizione gli asteroidi, salvo il gruppo Icariano (affidato a Mercurio), e una manciata d'altri il cui perielio si trovava oltre Saturno e che rientravano nella giurisdizione di Titano. Un giorno, gli asteroidi maggiori, Pallade, Vesta, Giunone e Cerere, sarebbero diventati abbastanza importanti da avere ambasciatori propri, e così il numero di membri dei P.U. avrebbe superato la decina.

Ganimede rappresentava non solamente Giove ma anche gli altri satelliti gioviani, che ammontavano a una cinquantina volendo comprendere nel novero i corpi attratti più o meno temporaneamente dalla cintura degli asteroidi, sebbene i legali stessero ancora discutendo su questo punto.

La situazione era ancora più complessa quando si passava a Tritone. La grande luna di Nettuno era il corpo più esterno del sistema solare in cui esistessero colonie permanenti. Come risultato, il suo ambasciatore parlava anche in rappresentanza di altri, e cioè Urano e le sue otto lune (nessuna delle quali ancora occupata), Nettuno e i suoi altri tre satelliti, Plutone e la sua unica luna, Persefone, che di lune non ne aveva. Se poi, al di là di Persefone, c'erano altri pianeti, anche questi sarebbero entrati sotto la giurisdizione di Tritone. E, come se non bastasse, l'ambasciatore delle Tenebre Esterne, come talvolta veniva chiamato, si era lamentato dicendo: — E le comete? — Ma si preferiva rinviare al futuro la soluzione di questo problema.

Eppure, in un certo senso, il futuro si era già avverato. Secondo alcuni, Rama era una cometa. Le comete erano i soli corpi provenienti dagli spazi che erano entrati nel sistema solare, e molte avevano percorso orbite iperboliche avvicinandosi al Sole molto più di Rama. Un buon avvocato spaziale poteva trarne materia per una causa, e l'ambasciatore hermiano era uno dei migliori avvocati.

— La parola a sua eccellenza, l'ambasciatore hermiano.

Poiché i delegati sedevano in senso antiorario secondo la distanza del loro pianeta dal Sole, l'hermiano si trovava alla destra del presidente. Si era dato da fare fino all'ultimo momento col suo calcolatore e ora si tolse gli occhiali sincronizzati che permettevano a lui solo di leggere la risposta che appariva sullo schermo. Raccolse i fogli che aveva davanti e si alzò prontamente in piedi.

— Signor presidente, egregi colleghi delegati, vorrei cominciare con un breve riassunto della situazione che stiamo affrontando.

Se a parlare fosse stato qualcun altro, le parole breve riassunto avrebbero strappato negli altri borbottii mal repressi, ma tutti sapevano che l'hermiano era estremamente preciso, e, quando diceva una cosa, era quella.

— La gigantesca astronave, o asteroide artificiale, che è stato battezzato Rama, fu scoperta più di un'anno fa nella zona più esterna di Giove. Dapprima si pensò che fosse un corpo naturale che seguiva un'orbita iperbolica che l'avrebbe portato a girare intorno al Sole, per poi allontanarsi fra le stelle.

«Allorché venne scoperta la sua vera natura, si ordinò al vascello di Sorveglianza Spaziale Endeavour di accostarsi ad esso. Sono certo che vi unirete a me nel congratularvi con il Comandante Norton e il suo equipaggio per il modo efficiente con cui hanno attuato il rendez-vous.

«In un primo momento si credette che Rama fosse morto, congelato da centinaia di migliaia d'anni e che non fosse possibile un risveglio alla vita. Forse questo è ancora vero nel senso strettamente biologico della parola. Gli scienziati che hanno studiato l'argomento sono d'accordo nel sostenere che nessun organismo semplice o complesso può sopravvivere per più di pochi secondi in stato di animazione sospesa. Se così fosse stato, e sebbene Rama sia importantissimo dal punto di vista archeologico, non avrebbe presentato gravi problemi di astropolitica.

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