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Quando finì di parlare, Theresa aggiunse: — Ma se non hai fatto tu le nuove siringhe, allora chi è stato? Jackson ha detto che noi Muli non abbiamo conoscenze biotecniche così sofisticate…

— Ecco cosa voglio che tu faccia, Theresa. Ascoltami attentamente. Voglio che tu torni a casa e che non parli a nessuno della tua visita qui, né delle nuove siringhe. Nemmeno a Jackson. Inoltre, è molto importante, non parlarne a nessuno tramite nessun terminale. Nemmeno se pensi che sia completamente indipendente.

Theresa stese una mano ma si fermò a pochi centimetri dalla piccola immagine sulla parete azzurra. Le sue dita restarono sospese. Il vento caldo muoveva l’ammasso di offerte invecchiate dal tempo che aveva ai piedi.

— Miranda… perché hai smesso di fornire le siringhe del Cambiamento?

— Abbiamo commesso un errore. Non volevamo. La nostra meta era rendere i Vivi liberi dalla dominazione dei Muli. Autotropici. Non sapevamo che loro, voi, sareste regrediti così in fretta a una forma di dipendenza infantile. Adesso nessuno di noi sa più quale dovrebbe essere il prossimo passo, perché non troviamo le equazioni per prevedere risultati con un tasso discreto di precisione. Siamo tutti qui a lavorare duramente… — L’immagine olografica tremò. Miranda sollevò le mani e le lasciò cadere, impotente. — Un errore enorme. Quando vedo ai notiziari i bambini che muoiono, le sofferenze dei neonati nonCambiati, quando le preghiere vengono ritrasmesse da Selene… Pensavamo di controllare tutto per voi! Come fossimo vostri "dei". Pensavamo… abbiamo dimenticato…

Theresa terminò la frase per lei: — Avete dimenticato di guardare profondamente dentro voi stessi.

— Sì — sussurrò Miranda. — Proprio così. E abbiamo provocato il caos.

— Ma intendevate soltanto…

— E adesso stiamo cercando disperatamente una via d’uscita da quel caos, una soluzione scientifica che possiate sintetizzare da soli, senza di noi, la sostanza giusta. Una soluzione che voi possiate controllare e non pervertire. Ma, Theresa, noi non pensiamo come voi, non reagiamo come voi e non sentiamo come voi.

Era una preghiera. Theresa si accorse che Miranda. "Miranda Sharifi!" soffriva con una profondità di dolore che Theresa poteva solo immaginare. Trattenne il fiato. Le due donne si fissarono e qualcosa passò fra loro, sembrò a Theresa, che lei non aveva mai condiviso con nessuno in vita sua, nemmeno con Jackson.

Disse dolcemente: — Sì invece. Tu provi esattamente quello che provo io.

Miranda non sorrise. — Forse. Adesso vai, Theresa. Ci occuperemo noi delle nuove siringhe che distruggono la libertà più di quanto l’abbiamo distrutta noi.

La parete azzurra scintillante si spense.

Abbacinata, Theresa tornò all’aereo. Il pilota la stava aspettando, guardando un notiziario. Spense lo schermo quando Theresa salì. La Solana era già fuori dal campo visivo e Theresa parlò per la prima volta.

— Lei sa quanto occorre a un messaggio per arrivare alla Luna e tornare indietro? Per la via più breve?

Il pilota la guardò con espressione interrogativa. — Vuole dire se lei trasmettesse a Luna City e loro rispondessero subito?

— Sì. Non c’è un… un tempo di attesa quando le persone si parlano? Almeno di qualche secondo?

— Sì.

— Grazie. — Ovviamente quello valeva per la tecnologia umana. Jackson diceva che i Super avevano una tecnologia che gli umani non possedevano. "Non pensiamo come voi, né reagiamo come voi…"

— Oh, mio Dio! — fece il pilota Olivetti.

— Cosa? Che c’è?

L’aereo sobbalzò improvvisamente in avanti con una accelerazione che schiacciò Theresa contro lo schienale del sedile. Il cielo si riempì di una luce accecante. Il pilota gridò.

La luce si affievolì: qualche istante dopo, l’aereo vibrò come se dovesse andare in pezzi. Le orecchie di Theresa vennero assalite da un gran fragore. L’aereo si raddrizzò e proseguì.

La luce brillante era alle sue spalle. Il sole, però, le stava davanti, a sud-est: come poteva esserci quella luce dove non c’era il sole? Theresa si voltò per guardare dal finestrino posteriore e vide il cappello di una nuvola a fungo che si alzava all’orizzonte.

— Abbiamo preso duecentoquaranta rad — annunciò col fiato mozzo il pilota Olivetti, controllando i suoi schermi. — Signorina Aranow, si prepari a stare molto male.

— Ma… che cosa è successo?

— Qualcuno ha fatto esplodere la Solana. Con un’arma nucleare. Qualche minuto prima, saremmo morte.

— Ma… "perché"?

— Come faccio a saperlo? Dio, se Selene reagisce… — Si collegò immediatamente su un notiziario.

Theresa si mise la testa fra le mani. Selene non poteva reagire. Non c’era nessuno a Selene. Miranda Sharifi e tutti i suoi Super-Insonni erano a La Solana "stiamo cercando", "disperatamente di trovare una soluzione" ed erano tutti morti. Non avrebbero più fornito siringhe del Cambiamento per salvare i bambini morenti né avrebbero trovato una soluzione per gli esseri umani dipendenti dalle siringhe, né avrebbero fermato chi stava rendendo Jomp e le altre triadi ancora più dipendenti e terrorizzate. Qualcuno aveva bombardato La Solana per uccidere Richard Sharifi, per distruggere la vecchia casa di Miranda, per attirare l’attenzione su una propria causa. I Super-Insonni erano morti.

E Theresa era l’unica persona sulla Terra a saperlo.

Interludio

DATA TRASMISSIONE: 4 aprile 2121

A: Base Selene, Luna

VIA: Stazione Terrestre Enclave Lubbock, Satellite S-65 (Israele)

TIPO MESSAGGIO: Non codificato

CLASSE MESSAGGIO: Classe D, Accesso Servizio Pubblico, in accordo con la Legge Congressuale 4892-18, Maggio 2118

GRUPPO DI ORIGINE: "La Tribù Carter" Texas

MESSAGGIO:

La famiglia Carter ha diretto ranch nel Texas Occidentale da 250 anni. Siamo abituati a sostenerci a vicenda. Adesso non ci sono più ranch da dirigere, ma ci sosteniamo ancora a vicenda. Io sono Molly Carter, io. Ho sei figli, diciassette nipoti, venti bisnipoti e altri ancora in arrivo. Ma non abbiamo più siringhe del Cambiamento per i nuovi bisnipoti. Io le chiedo di mandarcene, per favore, delle altre.

Mio figlio Ray Junior, lui, porterà questo messaggio in un posto dove c’è la radio a Lubbock, per spedirglielo nello spazio.

CONFERMA RICEZIONE: Nessuna

15

Nulla era mai quello che ci si aspettava, pensò Jackson.

Quando aveva accompagnato Shockey, Lizzie, Dirk e Vicki alla Kelvin-Castner Pharmaceuticals, si era aspettato di affrontare un’impresa difficile. Si era aspettato una crisi di panico dopo l’altra dei Vivi di fronte a un ambiente estraneo e sconvolgente perfino "prima" di inalare il neurofarmaco che li aveva resi così carichi di ansia e di paura verso tutto ciò che era nuovo. Aveva immaginato lotte fisiche con Shockey perché fornisse campioni di tessuto e proteste isteriche da parte di Lizzie quando fossero stati prelevati dei campioni da Dirk. Aveva contato sul fatto che Vicki lo avrebbe aiutato in quelle ipotetiche lotte. Aveva immaginato che lui e Thurmond Rogers avrebbero avuto una lunga e intensa conversazione sulle implicazioni di un farmaco che non era soggetto al Depuratore Cellulare. Le analisi dei tessuti sarebbero state una priorità assoluta, per Rogers, quindi il referto sarebbe stato preparato in fretta.

Non era accaduto niente di tutto ciò.

La sua aeromobile era stata accolta sul tetto della Kelvin-Castner, all’interno dell’Enclave di Boston Harborside, da due robot della sicurezza di alta qualità. I robot avevano afferrato con efficienza tutti, tranne Jackson, e avevano applicato loro maschere che li avevano resi immediatamente inoffensivi. Perfino Vicki. Poi, i robot avevano caricato su fluttuanti le quattro persone in stato di incoscienza e, ignorando le proteste di Jackson, le avevano portate giù con un ascensore fino a un laboratorio. Lì, altri robot avevano spogliato Shockey, Lizzie e il piccolo e avevano prelevato campioni: saliva, fluido cerebrospinale, sangue, urina, feci e cellule di ogni organo. I campioni erano stati estratti con lunghi aghi nanocostruiti, le loro pareti spesse soltanto qualche atomo, usati di solito per le biopsie. Quindi erano seguite tutte le scansioni, dalla conduttanza della pelle fino alla TAC cerebrale, sotto svariati stimoli. Non apparve mai nessuno in carne e ossa. A Jackson risultò chiaro che quella procedura era già sperimentata.

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