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— Sono Richard Sharifi, il padre di Miranda Sharifi. Non è concesso l’ingresso a La Solana in nessuna circostanza. Se volete lasciare un messaggio per Miranda Sharifi, dite al registratore quando intendete iniziare a parlare. Tutti i messaggi per Miranda verranno trasmessi quotidianamente a Selene. Nessun oggetto che lascerete fuori da queste mura verrà mai recuperato o esaminato. Grazie. — L’immagine scomparve.

Tutto lì. Theresa serrò le mani. — Registratore, avvio.

— Registratore attivato.

— Mi chiamo Theresa Aranow. Lei non mi conosce. Io… io non sono nessuno. Tuttavia ci sono dei bambini che muoiono perché non sono Cambiati…

Si interruppe. Richard e Miranda Sharifi lo sapevano già. Che cosa poteva dire loro per interessarli, convincerli… che cosa? Che la gente aveva bisogno di aiuto? Chi era lei per pensare di potere aiutare qualcuno? Certe mattine non riusciva nemmeno a scendere dal letto.

Non quel giorno. Tentò di nuovo.

— Io non sono nessuno. Non sono nemmeno Cambiata. Volevo… ho bisogno di restare quello che sono perché non sono normale, come Mulo, e se lo perdo, allora perdo anche Theresa. Perdo… il modo in cui sono devo essere, il modo per trovare quello che sto cercando.

Le stava succedendo qualcosa, dentro. La sensazione di competenza che aveva provato quando si era finta Cazie le tornò, ma non perché si stava fingendo qualcun altro. Perché in quel momento lei era la Theresa più vera e solida. Le parole le sgorgarono fuori, come le era accaduto quando aveva parlato con Sorella Anne al convento delle Sorelle del Cielo Misericordioso.

— Potrei essere Cambiata e forse non ha importanza. Sono costosa, per come sono adesso, lo so. Devo mangiare cibo vero. Devo tenere una casa libera da germi. Devo avere sempre acqua potabile. Tutte queste cose costano denaro e se io non ne avessi così tanto, e se mio fratello non fosse medico, sarebbe ingiusto che non fossi Cambiata, perché risulterei un fardello terribile per tutti gli altri. Ma io "ho" i soldi e "ho" Jackson e quindi per me sarebbe ingiusto cambiare le cose per non soffrire. Io devo soffrire. Tutti hanno bisogno di soffrire, in un modo o nell’altro, altrimenti diventano… trascurati. No, non è quella la parola giusta. Miranda…

Stava parlando direttamente con Miranda che non era neppure sulla Terra, ma non importava. Theresa proseguì.

— Miranda, non conosco la parola giusta per descrivere come diventa la gente quando non si sente più ferita e sola. Però le accade qualcosa. Quando continua a prendere quel genere di neurofarmaci per non sentirsi "se stessa", presto non riesce più a sentire nemmeno l’altra gente. Diventano tutti come gli amici di Cazie, e forse come la stessa Cazie, non so. Cazie è buona, in fondo, ma ha inalato tanta roba per coprire la propria sofferenza che non si è più accorta nemmeno della sofferenza di Jackson e, dopo, non si è più accorta nemmeno di Jackson. Lui è solo un altro mobile nella sua vita, un altro robot.

"Le persone devono soffrire. Devono permettersi di sentire la sofferenza. Devono sopportarla e non cercare di eliminarla con l’Endorbacio, i neurofarmaci, il sesso, i soldi: è l’unico motivo per cui sappiamo che dovremmo fare qualcosa di diverso, che dovremmo continuare a cercare con più impegno dentro di noi e dentro gli altri. Non si può solo aggirare il dolore, bisogna passarci attraverso per arrivare dall’altra parte, dove l’anima è… Oh, non lo so! Non sono abbastanza intelligente per sapere! Nella mia modificazione genetica embrionale è andato storto qualcosa, non sono intelligente come Cazie o Jackson, ma so che dovresti darci altre siringhe del Cambiamento perché i bambini vivano abbastanza a lungo da sentire il proprio dolore e cominciare a imparare. Forse non avresti dovuto darci le siringhe. Però lo hai fatto e ora i Vivi non possono sopravvivere senza perché noi Muli li abbiamo lasciati in asso e controlliamo tutte le risorse. Ci devi dare altre siringhe del Cambiamento perché quei bambini possano vivere abbastanza da cercare quello che importa davvero.

"Però c’è anche qualcos’altro che non va. C’è un accampamento a New York, lo stato, non la città, che ha un nuovo tipo di siringhe del Cambiamento. Sono rosse e hanno uno strano effetto su quei Vivi. Quelli che vengono iniettati restano legati da feromoni o da qualche altra cosa in gruppi di tre, e non si possono mai allontanare a vicenda, altrimenti muoiono. Muoiono sul serio. Le siringhe sono arrivate con una cassetta che mostra proprio te che spieghi che le siringhe sono un altro dono da parte tua. I Vivi ci credono. Però è sbagliato. Quell’ologramma è falso e le nuove siringhe rendono solo più difficile provare il dolore individuale e accorgersi l’uno dell’altro. Le triadi sono confuse in una specie di bolla, non sono più persone vere, hanno il conforto di non sentirsi mai sole ma, se non si possono sentire sole, come possono provare il proprio dolore e poi cominciare a superarlo verso…"

— Quali nuove siringhe? — chiese Richard Sharifi.

Theresa strizzò gli occhi. L’immagine sulla parete azzurra e scintillante era in diretta. I tristi occhi di Richard Sharifi la fissavano, in attesa di una risposta.

— Le… le nuove siringhe che qualcuno ha lasciato all’accampamento nelle montagne dello stato di New York, a… — Non riusciva a ricordarne le coordinate. — Siringhe rosse, e c’era un ologramma di Miranda che non era realmente Miranda…

Richard Sharifi voltò la testa. Corrugò la fronte e disse: — No… — La sua immagine enorme rimpicciolì improvvisamente, e Theresa si trovò a guardare uno schermo non più grosso di dieci centimetri. Su di esso, Richard Sharifi venne sostituito da una donna non bella, con i capelli scuri e crespi tenuti indietro da un nastro rosso.

— Theresa. Sono Miranda Sharifi.

Theresa boccheggiò: — Stai… stai parlando da Selene?

— Ti prego, dimmi tutto quello che sai su queste nuove siringhe e sulla cassetta olografica lasciate alla tribù dei Vivi. Comincia dall’inizio, vai piano, e non tralasciare nulla. È molto importante.

Apparve una seconda immagine da dieci centimetri, di nuovo Richard Sharifi, con un’espressione truce in volto. Avvertì: — Deve sapere che abbiamo analizzato lei, il suo aereo e tutta la zona in cerca di materiale da registrazione. Il suo pilota non la sta osservando e, anche se lo stesse facendo, questo schermo a tale distanza risulta troppo piccolo per essere visto dagli zoom più potenti dei Dormienti. Se lei parlasse di questa conversazione con qualcuno, le sue possibilità di essere creduta sarebbero molto basse. La sua cartella medica indica…

— Non è necessario, papà — interruppe Miranda e, a quel punto, anche lei assunse un’espressione truce. La piccola immagine di Richard Sharifi scomparve.

Theresa spifferò subito: — Tu non sei affatto a Selene, vero? Tu sei "qui"…

— Dimmi tutto sulle nuove siringhe, Theresa. Comincia col dirmi come mai ti trovavi in un accampamento di Vivi. No, non farti prendere dal panico, non posso mandarti aiuto lì fuori. Respira profondamente, guarda questo schermo, Theresa, "guardalo".

Lei lo fece, boccheggiando, attraverso ondate di oscurità provocata dal panico. Attorno a Miranda scintillavano impalpabili forme e colori, e lei si sentì un po’ più calma. Stimoli subliminali. Theresa respirò meglio.

— Quelle… sono come un concerto di Drew Arlen!

Un’espressione di dolore, complesso e profondo, passò sul volto di Miranda. — Parlami delle nuove siringhe.

Theresa lo fece, diventando sempre più calma mentre parlava. Miranda la ascoltò senza mai battere ciglio sopra gli occhi scuri. Scuri come quelli di suo padre, troppo scuri per essere quelli di Cazie. Ma Theresa non stava fingendo di essere Cazie. Non stava fingendo nemmeno di essere Leisha Camden. Lei era Theresa Aranow.

— Miranda… spegni gli effetti subliminali. Ti prego. Io posso… posso farcela. Penso.

Per la prima e ultima volta, Theresa vide sorridere Miranda Sharifi.

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