Литмир - Электронная Библиотека
A
A

Li aveva in pugno.

— So che lo farete, voi — disse a Jordan. Per un lungo istante la bolla lo strinse, mentre Leisha e Jordan si scambiavano sguardi sconcertati sopra la sua testa. Poi la bolla esplose. Drew non riuscì a trattenerla. Sparì completamente, era ancora vera e sarebbe ritornata, ma in quel momento non fu in grado di trattenerla. Aveva le gambe spezzate e non avrebbe mai più potuto camminare: cominciò a piangere, un ragazzino di dieci anni immobilizzato su un letto d’ospedale, in una stanza insieme a estranei che non dormivano mai.

18

— Prossimo servizio: una nazione rappacificata, gli Stati Uniti nel tricentenario — disse l’annunciatore olovisivo. — Un approfondimento speciale della CNS.

— Bah — commentò Leisha. — Non saprebbero fare un commento approfondito nemmeno su un seme di soia sintetica da cucina.

— Sttt, fammi sentire — disse Alice. — Drew, passami gli occhiali che stanno sul tavolino.

Formavano un semicerchio attorno all’olovisore, ventisei persone assorte sedute, in piedi o appoggiate contro le pareti in cotto. Drew consegnò ad Alice gli occhiali. Leisha distolse per un minuto l’attenzione dalla ridicola trasmissione per lanciargli un’occhiata. Era un anno che Drew era sulla carrozzella, e la manovrava con la stessa disinvoltura di un paio di scarpe. Nei mesi in cui era stato lontano, a scuola, era diventato più alto, anche se non meno sparuto. Era più tranquillo, meno aperto, ma non era normale per un ragazzino che si stava avvicinando all’adolescenza? Drew sembrava a posto: si era abituato alla carrozzella, adeguato alla nuova vita. Leisha riportò la propria attenzione sull’olovisore.

Rappresentava la tecnologia da Mulo più avanzata, un rettangolo appiattito fissato al soffitto, butterato da varie aperture e protuberanze. Proiettava la trasmissione in ologrammi tridimensionali di un metro e mezzo sull’olopalco sottostante. I colori erano più vividi di quelli della realtà, i contorni meno netti, così che tutte le immagini assumevano l’aspetto brillante e contuso dei disegni dei bambini.

— Trecento anni fa — disse il cronista eccezionalmente bello, ovviamente modificato geneticamente, vestito con un’immacolata divisa dell’esercito di George Washington — i fondatori del nostro paese firmarono il documento più importante per la storia che il mondo abbia mai conosciuto: la Dichiarazione di Indipendenza. Le antiche parole ci commuovono ancora: "Quando nel corso degli eventi umani diviene necessario per un popolo sciogliere i vincoli politici che l’hanno unito a un altro e assumere fra i Poteri della Terra, lo stato separato e ugualitario che gli garantiscono le Leggi di Dio e della Natura, un onesto rispetto delle opinioni dell’umanità richiede che esso dichiari le cause che lo spingono alla separazione. Noi consideriamo lampanti le seguenti verità: che tutti gli uomini sono stati creati uguali…".

Alice sbuffò. Leisha le lanciò un’occhiata, ma Alice stava sorridendo.

— "…che siano stati dotati dal loro Creatore di determinati diritti inalienabili e che fra questi vi siano la Vita, la Libertà e il conseguimento della Felicità…"

Drew corrugò la fronte. Leisha si chiese se sapesse che cosa significassero tali parole: i suoi voti a scuola non erano stati esaltanti. Una sottile coperta gli copriva le gambe. Dall’altra parte della camera, Eric, afflitto e tetro, stava appoggiato contro una parete. Non guardava mai direttamente Drew, ma Leisha aveva notato, invece, che Drew sembrava quasi cambiare strada per spingere la propria carrozzella sotto il naso di Eric, per parlargli, per rivolgergli il suo sfolgorante sorriso. Rivincita? Era certamente un comportamento troppo sottile per un ragazzino di undici anni. Riconciliazione? Bisogno? — Tutte e tre le cose — aveva detto bruscamente Alice una volta. — Ma in fondo, Leisha, non sei mai stata molto sensibile al teatro.

Il pittoresco narratore terminò la Dichiarazione di Indipendenza e svanì. Seguirono alcune scene di festeggiamenti del Quattro Luglio in tutto il paese: Vivi impegnati in grigliate di arrosti di soia sintetica in Georgia; sfilate di scooter bianchi-rossi-e-blu in California; un ballo per Muli a New York, con donne che indossavano i nuovi severi abiti di seta tanto diritti da sembrare inamidati, sfoggiandoli tuttavia con elaborati colletti e polsini d’oro massiccio tempestato di pietre preziose.

La voce fuori campo era potenziata elettronicamente: — Una vera Indipendenza, dalla fame, dal bisogno, dal fazionalismo che ci ha divisi così a lungo. Da intrighi stranieri, come ammoniva George Washington trecento anni fa, dall’invidia, dal conflitto di classe. Dall’innovazione: è passato un decennio dall’ultima volta in cui gli Stati Uniti sono stati pionieri di un singolo importante progresso tecnologico. Sembra che accontentarsi dia luogo all’agio della familiarità; ma era questo ciò che i padri fondatori volevano per noi, questo dolce comodo, questo indisturbato equilibrio politico? Il tricenfenario ci trova arrivati a destinazione o immobili in acque stagnanti?

Leisha rimase strabiliata: quando era stata l’ultima volta che aveva sentito porre quella domanda, anche solo su un canale olovisivo da Muli? Jordan e Stella si sporsero tutti e due in avanti.

— E che effetto sta avendo questo smielato equilibrio sui nostri giovani? — proseguì la voce fuori campo. — La classe lavoratrice — …scene della Borsa di New York, sedute del Congresso, una riunione del consiglio di amministrazione di Fortuna 500… — si dà ancora da fare. Ma i cosiddetti Vivi, l’ottanta per cento della popolazione che controlla le votazioni semplicemente con il proprio numero, rappresenta una fonte in estinzione da cui trarre gli elementi migliori e i più brillanti per creare il futuro dell’America. Diventare i migliori e i più brillanti deve essere preceduto dal desiderio di eccellere…

— Oh, spegni l’olovideo — disse Eric a voce alta. Stella gli lanciò un’occhiata infuriata; Jordan fissò il pavimento. Quel secondo figlio stava spezzando loro il cuore.

— …e forse la stessa avversità è necessaria per creare quel desiderio. Gli ideali dello yagaismo, niente affatto screditati, che portarono avanti questa spinta quaranta anni fa quando…

Le gare di scooter e Wall Street scomparvero. Il narratore proseguì, descrivendo oloimmagini che non erano li, mentre il palco si riempiva di una proiezione di profonda oscurità. — Che diavo… — disse Seth.

Nell’oscurità, apparvero le stelle. Lo spazio. La voce del narratore andava avanti a descrivere la festa per il tricentenario alla Casa Bianca. Davanti alle stelle apparve una stazione orbitale che ruotava lentamente e, sotto di essa, uno stendardo con la citazione fatta da un diverso presidente in un diverso periodo… Abramo Lincoln: "Nessun uomo ha il diritto di governare un altro uomo senza il consenso di quest’ultimo".

La stanza si riempì di un vociare confuso. Leisha restò seduta un istante, sbalordita, ma poi comprese. Quella non era un trasmissione a diffusione generale. Il Rifugio manteneva una serie di satelliti per comunicazioni che monitorava le trasmissioni terrestri e portava avanti affari in rete. Era in grado di inserirsi in frequenze strettissime, focalizzate. L’immagine del Rifugio era stata inviata in modo che arrivasse solamente alla tenuta, a nessun altro se non a lei. Erano passati venticinque anni dall’ultima volta che Leisha aveva comunicato con il Rifugio, con le sue holding dichiarate o con i suoi partner economici nascosti e segreti. Quella mancanza di comunicazione, con la sua miriade di implicazioni, aveva costretto tutti all’inattività, a quella specie di calma piatta: la sua, quella di Jordan e dei figli di Jordan. Venticinque anni. Fino a quella comunicazione.

Jennifer voleva solamente ricordarle che il Rifugio c’era ancora.

Il primo ricordo di Miri furono le stelle. Il secondo ricordo Tony.

65
{"b":"120880","o":1}