11
La cella in pietra spugnosa era di sei passi per sei. Conteneva una piattaforma incassata per il letto, due coperte riciclabili, un cuscino, un lavandino, una sedia e un gabinetto, ma nessuna finestra e nessun terminale. Will Sandaleros, avvocato della prigioniera, si era lamentato per la mancanza di un terminale: tutte le celle, eccetto quelle di isolamento, avevano una specie di semplice terminale per la sola lettura fatto con una lega infrangibile, saldato alla parete. Alla sua cliente era consentito l’accesso agli ologiornali, agli articoli approvati della biblioteca e al sistema postale a energia degli Stati Uniti. Il direttore della prigione della contea aveva ignorato la protesta: non si fidava di mettere in mano ad alcun Insonne un terminale. Né avrebbe concesso alla prigioniera ginnastica, pasti comuni o visitatori in cella, nemmeno Sandaleros. Vent’anni prima, lo stesso direttore del carcere della contea di Cattaraugus, più giovane e duro, aveva perduto un Insonne del Rifugio a seguito di un omicidio in prigione. Non sarebbe successo nuovamente. Non nella sua prigione.
Jennifer Sharifi disse al proprio legale di non inoltrare più la protesta.
Il primo giorno analizzò scrupolosamente i quattro angoli della sua cella. L’angolo a sud-est fu assegnato alla preghiera. Chiudendo gli occhi, riusciva a vedere il sole nascente invece della parete di pietra spugnosa: nel giro di qualche giorno non ebbe più bisogno di chiudere gli occhi. Il sole era lì, evocato dal credo e dalla volontà.
L’angolo a nord-est era occupato dal lavandino. Lei si lavava completamente due volte al giorno, scivolando fuori dalla sua abbaya e lavando anche quella, rifiutando di utilizzare la lavanderia e l’abito della prigione. Se il video della sorveglianza trasmetteva la sua quotidiana nudità, questo risultava irrilevante quanto la parete di pietra spugnosa per la vista del sole. Rilevante era solo quello che lei faceva, non il fatto che dei subumani esaminassero ciò che lei faceva. Con il loro lascivo sbirciare, avevano perduto l’umanità che le avrebbe permesso di prenderli in considerazione.
I restanti due angoli erano occupati dalla brandina. Lei vi lasciò le lenzuola piegate sotto, giorno dopo giorno, senza sfiorarle. Il letto stesso divenne il suo luogo di studio. Vi rimaneva seduta sul bordo, con la schiena diritta nella abbaya ancora umida. Quando le venivano consegnati i documenti cartacei che aveva richiesto, frammentariamente e a intermittenza, lei li leggeva, concedendosi una singola lettura per ogni tabloid, ogni libro di legge, ogni stampa della biblioteca. Quando non c’era niente da leggere imparava pensando, creando scenari dettagliati di ogni contingenza riuscisse a immaginare. Pensò alle contingenze della sua situazione legale. Alla ricerca di Walcott. Al futuro del Rifugio. Alle scelte di Leisha Camden. Ai sostegni economici di ogni reparto, di ogni organizzazione, di ogni significativa relazione personale o professionale all’interno del Rifugio. Ogni contingenza si ramificava in svariati punti: li imparò tutti finché non fu in grado di chiudere gli occhi e di vedere l’intera grande struttura, un albero della decisione dopo l’altro, che si ramificava e si ramificava ancora, decine di alberi. Quando le arrivavano nuovi dati dalla stampa o da Sandaleros, lei ridisegnava mentalmente ogni ramo interessato. A ogni punto di decisione assegnava un versetto del Corano o, se esisteva la possibilità di applicazioni contrastanti, più di un versetto. Quando era in grado di vedere l’immensa ed equilibrata unità allargarsi dietro le sue palpebre chiuse, apriva gli occhi e si allenava a vederla in tre dimensioni all’interno della cella, a riempire tutto lo spazio, con rami che crescevano tangibili come lo stesso albero della vita.
— Tutto quello che fa è stare seduta a fissare nel vuoto — riportò la vigilatrice al Procuratore distrettuale. — A volte a occhi aperti. A volte chiusi. Non si muove quasi mai.
— Le sembra in uno stato catatonico che abbia bisogno di osservazione medica?
La vigilatrice scosse la testa, quindi annuì, poi scosse nuovamente la testa. — Come diavolo faccio a sapere di che cosa ha bisogno uno di quelli!
Il Procuratore distrettuale non rispose.
Il mercoledì e la domenica erano giorni di visita, ma l’unico visitatore a cui lei aveva concesso di andare era Will Sandaleros, che giungeva quotidianamente alla sala visite vuota, dove lei sedeva dietro una spessa vetrata in plastica sotto un cerchio di pannelli video di sorveglianza.
— Jennifer, il gran giurì ha prodotto un capo di imputazione contro di te.
— Sì — commentò Jennifer. Non c’erano rami nel suo albero decisionale in cui il gran giurì non la rimandava a giudizio. — Hanno fissato la data del processo?
— L’otto dicembre. La mozione per riesaminare la cauzione è stata respinta.
— Sì — pronunciò Jennifer. Non c’erano stati nemmeno rami riguardanti una cauzione. — Leisha Camden ha testimoniato davanti al gran giurì. — Non era una domanda.
— Già. La testimonianza è stata consegnata alla difesa: sto cercando di farti avere una copia.
— Non mi sono state portate carte da due giorni.
— Presenterò nuovamente una mozione contro questa cosa. Gli ologiornali sono sempre più o meno uguali: non penso che ti interessi vederli.
— Sì — disse Jennifer — li voglio vedere. — L’isteria della stampa era necessaria: non per la sua istruzione quanto per il rafforzamento delle sue preghiere. "Un ricordo per i credenti" diceva il Corano. "Insonne uccide per controllare il mondo!" "Prima soldi… ora sangue?" "Cartello segreto di Insonni complotta per un rovesciamento negli Stati Uniti… con l’omicidio!" "Rinnegato Insonne provoca la morte totale del Rifugio mafioso." "Banda locale rivendica il pestaggio mortale di un ragazzino: ’Era un Insonne’."
— Penso che forse tu li voglia avere — disse Sandaleros. Aveva venticinque anni ed era cresciuto al Rifugio da quando ne aveva quattro, il suo affidamento firmato volontariamente dai genitori che non avevano ricevuto quello che si erano aspettati da un bambino alterato geneticamente. Dopo avere frequentato legge ad Harvard, Sandaleros era tornato al Rifugio per aprire lì il suo studio, uscendone soltanto per conferire con i clienti o per apparire in tribunale. E nemmeno per quello gradiva allontanarsi. Ricordava a mala pena i propri genitori e senza alcun affetto. Era stato il primo a essere scelto da Jennifer come avvocato.
— C’è un’altra cosa — aggiunse Sandaleros — Ho un messaggio da parte dei tuoi bambini.
Jennifer raddrizzò ulteriormente la schiena. Ogni volta, quella era la cosa più difficile da affrontare: ecco perché si autodisciplinava giorno dopo notte sul bordo della dura brandina in metallo, con la schiena diritta e la mente costretta a una calma programmazione. Per quello: — Vai avanti.
— Najla mi ha chiesto di dirti che ha finito il software di Fisica Tre. Ricky dice di avere trovato un nuovo schema di migrazione dei pesci nei dati dal vivo della Corrente del Golfo e che sta inserendo il diagramma nella Directory Globale sul lavoro del padre.
Ricky trovava quasi sempre un modo per inserire il padre nei suoi messaggi; Najla non lo faceva mai. Era stato detto loro che il padre avrebbe testimoniato contro là loro madre in tribunale. Jennifer aveva insistito perché Sandaleros glielo dicesse. Non era quello il mondo in cui ai bambini Insonni si potesse concedere un’ignoranza protettiva.
— Grazie — disse Jennifer composta. — Adesso illustrami le nostre opzioni di difesa.
Successivamente, dopo che Sandaleros se ne fu andato, lei rimase seduta a lungo sul bordo della brandina, facendo crescere alberi decisionali negli spazi liberi della sua mente.
— Lo farai davvero? — il grazioso volto di Stella Bevington sul videotelefono era grave e freddo. — Hai realmente intenzione di testimoniare contro uno di noi?