La porta si aprì.
Alle sue spalle, Hawke proseguì gentilmente: — Quando tornerai sarai il benvenuto, Jordan.
Solo una volta superati i cancelli, con il Mississippi che scivolava placidamente verso il delta, Jordan si rese conto che non esisteva altro posto in cui volesse andare.
Mayleen lo osservava dalla guardiola. A quella distanza, lui non era in grado di distinguere l’espressione della donna. Aveva incontrato una volta la figlia maggiore, una ragazzetta giocherellona con la stessa testa stopposa e lo stesso aspetto ossuto di Mayleen. Scuola di RoboTecnica. Vermi. Impieghi.
Jordan si incamminò nuovamente verso lo stabilimento degli scooter. Mayleen gli aprì i cancelli e lui rientrò.
Il volto rugoso di Susan Melling sullo schermo non aveva come sfondo il suo studio dalle pareti di mattoni del deserto del Nuovo Messico, ma un laboratorio stipato di terminali, macchinari in plastica e bracci robotici.
— Susan, dove sei? — chiese Leisha.
— Chicago Med — rispose Susan con voce sicura. — Reparto ricerca. Mi hanno dato un laboratorio da ospite. — Le rughe profonde sul suo volto si tirarono per l’eccitazione.
Leisha disse lentamente: — Hai lavorato su…
— Sì — la interruppe Susan — quel problema genetico di cui abbiamo parlato nel Nuovo Messico. Quello che la scuola medica ha segretato.
Leisha comprese che la linea non era schermata. Quanto meno non a sufficienza. Si mise quasi a ridere: in quelle circostanze, che cosa poteva significare "a sufficienza"?
Susan continuò: — Volevo soltanto che sapessi che abbiamo cominciato, e che il mio stimato collega cinese è arrivato sano e salvo per unirsi a me.
Cinese? Susan la stava fissando in modo insistente, significativo; Leisha ricordò improvvisamente che Claude Gaspard-Thiereux era stato modificato geneticamente per incrementare l’intelligenza e che una volta aveva detto a Susan, durante una robusta bevuta a un simposio internazionale, che il materiale genetico inserito nel suo proveniva originariamente da un donatore cinese. Quel fatto, per qualche strano motivo, lo aveva affascinato. Aveva cominciato a collezionare imitazioni di vasi Ming e di olofotografie della Città Proibita, cosa che, a sua volta, aveva affascinato Susan. Leisha aveva ritenuto che l’intera storia non fosse importante ma Susan, evidentemente, si aspettava che lei se ne ricordasse.
Gaspard-Thiereux alla Scuola Medica di Chicago. Sarebbe arrivato in volo da Parigi solamente se Susan fosse stata in grado di fornirgli una prova che le scoperte di Walcott erano realizzabili.
Susan procedette con voce ferma: — Abbiamo lavorato sulla prima parte del problema, replicando un lavoro svolto in precedenza sulla stessa area, e adesso siamo incappati in una specie di ostacolo imprevisto. Però ci stiamo lavorando sopra e ti terremo informata. Stiamo applicando il lavoro del signor Wong alla fine del problema, piuttosto che al principio, perché la falla più problematica si riscontra proprio alla fine.
Leisha si accorse che Susan si stava divertendo: non solo a causa della ricerca, ma anche della pseudosegretezza, delle teatrali parole codificate. La sua voce danzava: se Leisha avesse chiuso gli occhi, sarebbe stata era in grado di scorgere la Susan di quarant’anni prima, con le ciocche di capelli che sobbalzavano di inesauribile energia mentre guidava due bambinette in "giochi" testanti controllati. Un’improvvisa tenerezza soffocò Leisha.
Per dire qualcosa, buttò lì: — Iniziando dalla fine? Sembra quasi come applicare il verdetto al posto di una prova, in un processo.
— Non è un’analogia corretta — ribatté allegramente Susan. Quindi addolcì la voce: — Come stai, Leisha?
— Il processo inizia la prossima settimana — rispose Leisha, come se fosse una risposta. E lo era.
— Richard è ancora…
— Nessun cambiamento — replicò Leisha.
— E Kevin…
— Non tornerà.
— Che sia maledetto — commentò Susan. Leisha, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di discutere su Kevin. Quello che più l’addolorava della sua defezione, aveva compreso successivamente, era stato che Kevin aveva tradito gli Insonni come gruppo, non solamente lei. Questo significava che lei non aveva più amori personali ma solamente politici? La domanda era inquietante.
— Susan, sai che cosa mi è venuto in mente ieri? Che in tutto il mondo esistono solamente tre persone che capiscono perché sto testimoniando contro una Insonne, contro quello che la stampa definisce "il mio stesso genere". Solamente tre. Tu, Richard e… Papà.
— Già — commentò Susan. — Roger non ha mai ritenuto che la solidarietà di classe pesasse più della verità. A dire il vero, non ha mai provato solidarietà di classe, punto e basta. Si riteneva parte di una classe formata da un solo individuo. Ma esistono indubbiamente più di tre persone, Leisha. Nel mondo intero.
Leisha si guardò attorno nella stanza, fissò la pila di stampe da chiosco ammassate sulla scrivania, sul pavimento, sulla poltrona. Dall’essere incapace di leggerle aveva finito con l’essere incapace di non leggerle.
— La sensazione è che non ce ne siano più di tre.
— Oh — fece Susan. Era un’espressione tipica anche di Alice. Leisha non aveva mai notato il collegamento prima di allora. — Sapevi che negli Stati Uniti, da un anno a questa parte, il numero ufficiale registrato di modificazioni genetiche in vitro per ottenere bambini Insonni è stato di centoquarantadue unità?
— Tutto qui?
— Dalle migliaia di dieci anni fa. Perfino persone oneste e riflessive non vogliono che i loro figli vengano sottoposti al pericolo e alla discriminazione. Ma se la ricerca del tuo dottor Walcott… — Lasciò la frase a metà.
— Non è il mio — rispose Leisha. — Decisamente no.
— Oh — ripeté ancora una volta Susan, quella singola parola, un sospiro a più strati.
13
— Il Popolo contro Jennifer Fatima Sharifi. In piedi.
Leisha, seduta nel lato riservato ai testimoni, si alzò. Centosessantadue persone, spettatori, giuria, stampa, testimoni, avvocati, si alzarono con lei, un solo corpo con centosessantadue cervelli in lotta. Campi energetici di sicurezza avvolgevano l’aula del tribunale, il tribunale stesso, la città di Conewango, come guanti stratificati. Nessuna linea di comunicazione era in grado di funzionare attraverso i due strati più interni. Quindici anni prima, in un’altra delle periodiche oscillazioni del sistema giuridico fra il diritto del pubblico a sapere e il diritto dell’individuo alla riservatezza, lo stato di New York aveva bandito nuovamente i dispositivi di registrazione dai processi penali. I giornalisti erano tutti accreditati e potenziati con memorie eidetiche, con bioimpianti auricolo-neurali o con tutt’e due le cose; Leisha si chiese, cinicamente, quanti altri possedevano casualmente anche modificazioni genetiche non menzionate.
Vicino ai reporter, gli oloartisti degli ologiornali tenevano appoggiati i CAD sulle ginocchia serrate e, con minute flessioni delle dita, scolpivano gli ologrammi per i notiziari pomeridiani. Non era stato identificato alcun sito genetico per l’abilità artistica.
— Udite, udite. La Corte Suprema della Contea di Cattaraugus, stato di New York è riunita, l’onorevole Daniel J. Deepford, giudice, la presiede. Avvicinatevi, date tutta la vostra attenzione e sarete uditi. Dio salvi gli Stati Uniti e questa onorevole corte!
Leisha si chiese se solamente lei avesse sentito il febbrile punto esclamativo.
Era il primo giorno riservato alle testimonianze. Due settimane e mezzo di implacabili colloqui erano state necessarie per comporre una giuria: Signora Wright, ritiene di poter prendere una decisione imparziale rispetto all’imputata? Signor Aratina, ha già visto qualcosa sui notiziari riguardo al caso? Signorina Moranis, è membro della Noi-Dormiamo? Di Sveglia-America! Di Madri per la Parità Biologica? Trecentoottantanove destituzioni per questioni di ideali, un numero impensabile per qualsiasi altro voir dire. La giuria era composta da otto uomini e quattro donne. Sette bianchi, tre neri, un asiatico e un latino-americano. Cinque con istruzione da college, sette con diploma di scuola media superiore o anche meno. Nove più giovani di cinquant’anni, tre più anziani. Otto genitori biologici, tre senza figli, uno con un legale attestato per donare ovuli. Sei lavoranti, sei a carico dell’assistenza sociale. Nessun Insonne.