"Un cittadino dovrà essere giudicato da una giuria di suoi pari."
— Può cominciare, signor Hossack — disse il giudice al pubblico ministero, un uomo pesante dai folti capelli grigi e dalla considerevole capacità, in un processo, di attirare l’attenzione con il silenzio. Come chiunque altro negli Stati Uniti che avesse accesso a un nutrito data-base, Leisha sapeva tutto su Geoffrey Hossack. Aveva cinquantaquattro anni, un rapporto tra cause vinte e perse di ventitré a nove, non aveva mai subito accertamenti da parte del fisco e non aveva avuto reprimende da parte dell’Associazione Magistrati Americani. Sua moglie comperava solamente pane di vero grano, tre pagnotte alla settimana. Hossack era abbonato a due olocanali e a un canale privato per appassionati della Guerra Civile. La figlia maggiore era stata rimandata in trigonometria.
Lui e il giudice Deepford avevano tutti e due una carriera da corretti, onesti e abili professionisti della legge.
Alcune settimane prima Leisha, seduta davanti al terminale dopo avere meticolosamente dragato la documentazione processuale di Deepford, aveva riflettuto sui dossier riguardanti Deepford e Hossack. Non si era aspettata che il Rifugio fosse in grado di manipolare la scelta del giudice o del pubblico ministero: il potere degli Insonni era principalmente economico, non politico. Non erano abbastanza per poter costituire un blocco di voto ed erano troppo poco amati per poter guadagnare cariche elettorali. Il Rifugio era ovviamente in grado di comperare giudici, avvocati o singoli uomini del congresso e probabilmente lo faceva, ma non c’era nulla a indicare che Hossack o Deepford fossero in vendita.
Cosa ancora più importante, Deepford non era un fanatico Dormiente. Qualsiasi fossero i suoi personali sentimenti, aveva presieduto oltre nove cause civili con parti in causa Insonni, c’erano pochissimi procedimenti penali contro Insonni, e in ognuno dei casi la prestazione di Deepford era stata giusta e ragionevole. Tendeva ad attenersi rigidamente a interpretazioni ristrette sia delle regole riguardanti l’ammissione delle prove, sia della legge stessa, ma quello era l’unico punto su cui Leisha lo avrebbe contestato.
Il discorso d’apertura di Hossack alla giuria espose il caso velocemente e chiaramente: esistevano prove a dimostrare che il deflettore a energia-Y sullo scooter del dottor Timothy Herlinger era stato manomesso. Ulteriori prove avrebbero collegato la manomissione a Jennifer Sharifi. — Lo scooter era equipaggiato con un analizzatore di retina, signori e signore, che mostrava tre impronte: quella di un bambino del vicinato che aveva giocato per la strada quella mattina. Quella dello stesso dottor Herlinger. L’impronta, inoltre, di una donna adulta Insonne. Dimostreremo altresì che questa donna Insonne era qualcuno posto alle più alte sfere di comando nel Rifugio, qualcuno che controllava tecnologie fra le più avanzate del mondo.
Hossack si interruppe. — Forniremo come prova un pendente trovato nel garage alla Samplice, accanto al punto occupato dallo scooter del dottor Herlinger. Quel pendente contiene un microchip talmente avanzato, talmente differente, che gli esperti del governo non sono ancora in grado di duplicarlo. Non possiamo capire come esso sia stato fatto, ma possiamo capire che cosa faccia. Lo abbiamo provato: apre i cancelli del Rifugio. In breve, lo Stato proverà che la manomissione dello scooter faceva parte di un elaborato schema illegale progettato ed eseguito dal Rifugio. Proveremo altresì che l’unica persona che avrebbe potuto architettare questo schema era Jennifer Sharifi, creatrice e direttrice di illecite reti di potere che includono infiltrazioni nel sistema bancario nazionale e perfino nell’archivio dati del governo, impresa tanto grave da essere attualmente sotto inchiesta da parte di una speciale commissione al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti…
— Obiezione! — gridò Will Sandaleros.
— Signor Hossack — disse il giudice — è chiaramente sconfinato dal suo discorso di apertura. In questo caso di omicidio, la giuria non terrà conto di ogni riferimento a qualsiasi inchiesta parallela portata avanti da chiunque.
Tutti i giurati stavano fissando Jennifer, con la schiena eretta nella sua abbaya bianca dietro a una vetrata a prova di proiettile. La parola "potere" aleggiava nell’aria come una carica ad alta densità. Jennifer non guardò mai di lato.
— Il movente della signora Sharifi — continuò Hossack — era di sopprimere brevetti che, se sviluppati e messi sul mercato, avrebbero permesso ai Dormienti di diventare Insonni, con gli stessi vantaggi biologici degli Insonni. Il Rifugio non vuole che noi, voi e io, godiamo di questi vantaggi. Il Rifugio, guidato da Jennifer Sharifi, è stato disposto a commettere un omicidio per poter evitare una cosa simile.
Leisha esaminò i giurati. Stavano ascoltando attentamente, ma lei non riusciva a comprendere nulla dalle rigide espressioni dei Dormienti.
A differenza di Hossack, Will Sandaleros si inoltrò nel discorso di apertura in chiave minore. — Sono imbarazzato per dover confutare il caso della pubblica accusa — cominciò a dire. Il suo volto bello, nettamente scolpito (Leisha ricordò che i genitori Dormienti che lo avevano rifiutato avevano acquistato per lui un’estesa modificazione genetica dell’aspetto), appariva modestamente sconcertato. Nessun Insonne, Leisha lo sapeva benissimo, poteva permettersi di affrontare una giuria con un qualsiasi atteggiamento che potesse essere interpretato come arroganza. Si sporse in avanti, ignorando gli inevitabili sguardi curiosi di altri spettatori, studiando attentamente Sandaleros. L’uomo appariva concentrato e pieno di energia. Appariva competente.
— Il fatto è — continuò Sandaleros — che non esiste un caso da confutare. Jennifer Sharifi è innocente dell’omicidio. L’accusa non ha alcuna prova incontestabile, come dimostrerò, che possa collegare Jennifer Sharifi, o l’entità aziendale del Rifugio, alla manomissione dello scooter, a una disputa sui brevetti o a una qualsiasi cospirazione omicida. Quello che l’accusa ha, signori e signore, è una sottile ragnatela di coincidenze, dicerie e collegamenti forzati. E qualcosa d’altro.
Sandaleros si avvicinò moltissimo al banco della giuria, più di quanto Leisha non si fosse mai permessa di spingersi, e si sporse in avanti. Una donna in prima fila indietreggiò leggermente. — Quello che l’accusa ha, signori e signore, è una ragnatela più spessa, molto più spessa della ragnatela delle prove, di insinuazioni, pregiudizi e connessioni prive di fondamento, basate su odio e sospetto contro la signora Sharifi perché lei è un’Insonne.
— Obiezione! — gridò Hossack. Sandaleros proseguì a raffica, come se non avesse sentito.
— Dico questo per portare alla luce i veri motivi di questo processo, dove tutti possiamo vederli. Jennifer Sharifi è un’Insonne. Io sono un Insonne…
— Obiezione! — gridò nuovamente Hossack, carico di vero furore. — Il difensore sta cercando di mettere sotto processo l’accusa, qui. La legge non fa distinzioni fra Dormienti e Insonni nel caso in cui venga commesso un reato, e non dovrebbe farlo nemmeno il nostro uso delle regole riguardanti le prove.
Ogni coppia di occhi nell’aula, Dormienti, Insonni, migliorati, velati, di vedute ristrette, incerti, fanatici, guardarono il giudice Deepford che non esitò. Aveva evidentemente riflettuto a priori sulla questione, — Proceda pure — disse tranquillamente, staccandosi in questo modo dal suo stile e chiarendo subito che ampio margine avrebbe concesso a Sandaleros per evitare l’accusa di pregiudizio nella sua aula di tribunale. Leisha notò che le unghie della mano destra le si erano conficcate nella sinistra. Quella era una trappola…
— Vostro Onore… — cominciò a dire molto pacatamente Hossack.
— Obiezione respinta, signor Hossack. Proceda, signor Sandaleros.
— Jennifer Sharifi è un’Insonne — ripeté Sandaleros. — Io sono un Insonne. Questo è il processo a un Insonne accusato di avere ucciso un Dormiente, accusato perché è Insonne…