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— Vivrà, fratello?

— Non posso saperlo, Domne. Torture, inedia, febbre da sfinimento… se Dio lo vuole… — E scrollò le spalle.

— Posso parlargli?

— Sono certo che non ha importanza. Ma non riesce a parlare con lucidità.

L'abate entrò nella stanza e chiuse senza far rumore la porta dietro di sé. — Frate Claret?

— No, basta! — boccheggiò l'uomo disteso sul letto. — Per l'amore di Dio, basta… vi ho detto tutto ciò che so. Io l'ho tradito. E adesso lasciatemi… essere.

Don Paulo guardò con pietà il segretario del defunto Marcus Apollo. Guardò le mani dello scrivano. C'erano soltanto piaghe dove c'erano state le unghie.

L'abate rabbrividì e si voltò verso il tavolino accanto al letto. In un mucchietto di documenti e di effetti personali, trovò subito il documento, rozzamente stampato, che il fuggitivo aveva portato con sé da occidente.

HANNEGAN IL PODESTÀ per Grazia di Dio: Sovrano di Texarkana, Imperatore di Laredo, Difensore della Fede, Dottore delle Leggi, Capo dei Clan dei Nomadi e Vacquero Supremo delle Pianure, a TUTTI I VESCOVI, E PRELATI della Chiesa in tutto il Nostro Legittimo Reame, Salute e AVVISO perché questa è la LEGGE videlicet vale a dire:

1) Laddove un certo principe straniero, certo Benedetto XXII, Vescovo di Nuova Roma, presumendo di asserire un'autorità che non gli compete di diritto sul clero di questa nazione, ha osato tentare, primo, di porre la Chiesa Texarkana sotto sentenza di interdizione e, più tardi, di sospendere questa sentenza, creando conseguentemente grande confusione e spirituale abbandono fra tutti i fedeli. Noi, unico legittimo dominatore al di sopra della Chiesa in questo reame, agendo in concordia con un concilio di vescovi e di prelati, con la presente dichiariamo ai Nostri leali sudditi che il predetto principe e vescovo, Benedetto XXII, è un eretico, simoniaco, assassino, sodomita e ateo, indegno di qualsiasi riconoscimento da parte dalla Santa Chiesa nelle terre del Nostro regno, impero o protettorato. Chi lo serve non serve Noi.

2) Sia noto, pertanto, che sia il decreto di interdizione sia il decreto che lo sospende sono con la presente CANCELLATI, REVOCATI, DICHIARATI NULLI E PRIVI DI CONSEGUENZA, perché non ebbero mai alcuna validità originaria…

Don Paulo gettò soltanto una breve occhiata al seguito. Non c'era bisogno di leggere oltre. L'avviso podestarile ordinava che il clero texarkano si procurasse licenze per esercitare il ministerio, proclamava la somministrazione dei Sacramenti da parte di persone non autorizzate un crimine punibile secondo la legge, faceva del giuramento di suprema lealtà al Podestà una condizione per ottenere autorizzazione e riconoscimento. Era firmato non soltanto con la X del Podestà, ma anche da parecchi "vescovi" i cui nomi erano sconosciuti all'abate.

Ributtò il documento sulla tavola e sedette accanto al letto. Il fuggitivo aveva gli occhi spalancati, ma si limitava a guardare il soffitto e ad ansimare.

— Frate Claret? — chiamò dolcemente. — Fratello…

Nel sotterraneo, gli occhi dello studioso brillavano dell'esuberanza di uno specialista che invade il campo di un altro specialista allo scopo di chiarire una grande confusione. — In realtà, sì! — disse, in risposta alla domanda di un novizio. — Io ho individuato una fonte, qui, che dovrebbe secondo me, essere di grande interesse per il Thon Mario. Naturalmente, non sono uno storico, ma…

— Thon Maho? È quello che, ehm, sta cercando di correggere la Genesi? — chiese maliziosamente Padre Gault,

— Sì, è lui… — Lo studioso si interruppe, lanciando uno sguardo un po' sorpreso a Gault.

— Benissimo — disse il prete, ridacchiando. — Molti di noi pensano che la Genesi sia più o meno allegorica. Che cosa avete scoperto?

— Abbiamo individuato un frammento prediluviale che suggerisce un concetto molto rivoluzionario, secondo me. Se interpreto correttamente il frammento, l'Uomo non fu creato se non poco tempo prima della caduta dell'ultima civiltà.

— Co-o-sa? E allora da dove veniva la civiltà?

— Non dall'umanità. Fu sviluppata da una razza precedente che si estinse durante il Diluvium Ignis.

— Ma la Sacra Scrittura risale a migliaia di anni prima del Diluvium!

Il Thon Taddeo conservò un silenzio significativo.

— Voi proponete — disse Gault, improvvisamente sgomento — l'ipotesi che noi non siamo discendenti di Adamo? Che non siamo legati all'umanità storica?

— Aspettate! Io propongo soltanto la congettura che la razza prediluviale, che si definiva umana, riuscisse a creare la vita. Poco prima della distruzione della loro civiltà, quegli esseri riuscirono a creare gli antenati dell'umanità attuale… "a loro immagine"… come una razza di schiavi.

— Ma anche se voi respingete completamente la Rivelazione, questa è una complicazione assolutamente non necessaria, alla luce del semplice buon senso! — protestò Gault.

L'abate aveva sceso quietamente le scale. Si fermò sull'ultimo pianerottolo e ascoltò, incredulo.

— Potrebbe sembrare così — affermò il Thon Taddeo — fino a che non considerate quante cose spiegherebbe, questa ipotesi. Voi conoscete le leggende della Semplificazione. Assumono tutte un significato, mi sembra, se si considera la Semplificazione come una ribellione di una razza schiava contro l'originale specie dei creatori, così come suggerisce il frammento di cui parlo. E spiegherebbe anche perché l'umanità di oggi sembra così inferiore a quella antica, perché i nostri antenati precipitarono nella barbarie, quando i loro padroni si estinsero, perché…

— Dio abbia misericordia di questa casa! — gridò Don Paulo, avanzando verso l'alcova. — Risparmiaci, o Signore… noi non sappiamo quello che facciamo.

— Io dovrei saperlo — mormorò lo studioso, rivolto a tutto il mondo lontano.

Il vecchio prete avanzò come una nemesi verso il suo ospite.

— Dunque noi siamo soltanto creature di altre creature, Signor Filosofo? Siamo stati fatti da dèi inferiori a Dio, e di conseguenza comprensibilmente meno che perfetti… senza nostra colpa, naturalmente.

— È soltanto una congettura che spiegherebbe molte cose — disse impettito il thon, non disposto a cedere.

— E che assolverebbe da molte colpe, non è vero? La ribellione dell'Uomo contro i suoi creatori era, senza dubbio, soltanto un giustificabile tirannicidio contro gli infinitamente malvagi figli di Adamo, dunque.

— Io non ho detto…

— Mostratemi, Signor Filosofo, questo brano straordinario!

Il Thon Taddeo si affrettò a frugare fra i suoi appunti. La luce cominciò ad ammiccare, quando i novizi che azionavano la dinamo si tesero per ascoltare. Il piccolo pubblico dello studioso era rimasto in uno stato di trauma fino a che l'ingresso tempestoso dell'abate non aveva mandato in frantumi l'ottuso sbigottimento degli ascoltatori. I monaci sussurravano tra loro; qualcuno osò ridere.

— Ecco qui — annunciò il Thon Taddeo, porgendo a Don Paulo parecchie pagine.

L'abate gli lanciò una breve occhiata fulminante e cominciò a leggere. Il silenzio era impacciato. — L'avete trovato nella sezione "Non classificati", vero? — chiese, dopo pochi secondi.

— Sì, ma…

L'abate continuò a leggere.

— Bene, penso che dovrei finire di preparare i bagagli — mormorò lo studioso, e ricominciò a dividere i documenti. I monaci si agitavano irrequieti, come se desiderassero allontanarsi senza farsi notare. Kornhoer meditava, tutto solo.

Dopo pochi minuti di lettura, Don Paulo porse bruscamente gli appunti al priore. — Lege! - ordinò, burbero.

— Ma cosa…?

— Un frammento di commedia, o un dialogo, sembra. L'ho già visto prima. È qualcosa che parla di qualcuno che aveva creato alcuni esseri artificiali come schiavi. E gli schiavi si rivoltano contro il loro creatore. Se il Thon Taddeo avesse letto il De Inanibus del Venerabile Boedullus, avrebbe trovato questo frammento classificato come "probabile favola o allegoria". Ma forse al thon non importerebbe molto la valutazione del Venerabile Boedullus, quando può darne una propria.

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