Литмир - Электронная Библиотека
A
A

15

Hongan Os era, essenzialmente, un uomo giusto e di animo gentile. Quando vide un gruppo di suoi guerrieri che si divertivano con i prigionieri laredani, si fermò a guardare; ma quando quelli legarono per le caviglie tre laredani ai cavalli, e sferzarono le bestie per lanciarli al galoppo, Hongan Os decise di intervenire. Ordinò che i guerrieri venissero frustati, perché Hongan Os — Orso Pazzo — era conosciuto come un capitano misericordioso. Non aveva mai maltrattato un cavallo.

— Uccidere i prigionieri è un lavoro da femmina — grugnì rivolto ai colpevoli. — Purificatevi, se non volete essere additati come femmine, e ritiratevi dal campo fino alla Luna Nuova, perché siete banditi per dodici giorni. — E, in risposta ai gemiti di protesta: — Immaginate che i cavalli avessero trascinato uno dei prigionieri attraverso il campo. I capi dei mangiaerba sono nostri ospiti, ed è noto che si spaventano facilmente alla vista del sangue. Specialmente del sangue della loro razza. Tenetelo a mente.

— Ma questi sono mangiaerba del Sud — obiettò un guerriero, indicando i prigionieri mutilati. — I nostri ospiti sono mangiaerba dell'Est. Non c'è forse un patto fra noi, il vero popolo, e l'Est, per fare guerra al Sud?

— Se ne parli di nuovo, ti farò mozzare la lingua per darla in pasto ai cani! — l'ammonì Orso Pazzo. — Dimentica di aver mai sentito parlare di queste cose.

— I mangiatori d'erba rimarranno tra noi per molti giorni, o Figlio del Potente?

— Chi può sapere che cosa abbiano in mente quei contadini? — chiese di rimando Orso Pazzo. — Il loro pensiero non è il nostro pensiero. Dicono che alcuni di loro partiranno di qui per proseguire attraverso le Terre Aride… verso una località abitata da preti mangiaerba, da individui vestiti di tonache scure. Gli altri resteranno qui per parlare… ma ciò non è per le vostre orecchie. Adesso andatevene, e vergognatevi per dodici giorni.

Voltò loro le spalle, perché potessero scivolare via senza sentire il suo sguardo terribile. Negli ultimi tempi la disciplina si era allentata. I clan erano irrequieti. Si era risaputo fra il popolo delle Pianure che lui, Orso Pazzo, aveva stretto le mani, attraverso il fuoco del trattato, a un messaggero di Texarkana, e che uno sciamano aveva tagliato a entrambi le unghie e ciuffi di capelli per farne un feticcio della buonafede come difesa contro i possibili tradimenti da ambo le parti. Si era risaputo che era stato concluso un accordo, e qualunque accordo fra il vero popolo e i mangiaerba era considerato dalle tribù come motivo di vergogna. Orso Pazzo aveva sentito il sarcasmo velato dei guerrieri più giovani, ma non avrebbe dato loro alcuna spiegazione fino a che non fosse giunto il momento opportuno.

Orso Pazzo era disposto ad ascoltare ogni buon pensiero, anche se veniva da un cane. Il pensiero dei mangiaerba era buono solo raramente, ma era stato impressionato dai messaggi del re mangiaerba dell'Est, che aveva esposto i pregi della segretezza e aveva deplorato le inutili vanterie. Se i laredani avessero saputo che le tribù venivano armate da Hannegan, il piano sarebbe indubbiamente fallito. Orso Pazzo aveva meditato su quel pensiero; gli ripugnava… perché certamente era più soddisfacente e più virile dire al nemico che cosa avevi intenzione di fargli, prima di mettere in atto i tuoi propositi; eppure, più vi rifletteva, e più comprendeva la saggezza di quel pensiero. O il re mangiaerba era un codardo, oppure era saggio più di qualsiasi altro uomo: Orso Pazzo non aveva deciso quale delle due ipotesi fosse vera… ma giudicava saggio quel pensiero. La segretezza era importantissima, anche se per un certo tempo sembrava piuttosto femminile. Se il popolo di Orso Pazzo avesse saputo che le armi che gli giungevano erano i doni di Hannegan, e non le spoglie di scorrerie di confine, allora si sarebbe presentata la possibilità che anche Laredo venisse a conoscenza del piano dai prigionieri catturati durante le scorrerie. Di conseguenza, era necessario lasciare che le tribù brontolassero contro la vergogna di parlare di pace con gli agricoltori dell'Est.

Ma i discorsi non erano di pace. I discorsi erano buoni, promettevano bottino.

Poche settimane prima, lo stesso Orso Pazzo aveva guidato una "scorreria" all'Est, e ne era ritornato con cento cavalli, quattro dozzine di lunghi fucili, parecchi barili di polvere nera, molte munizioni e un prigioniero. Ma neppure i guerrieri che l'avevano accompagnato sapevano che il deposito di armi era stato messo lì apposta per lui dagli uomini di Hannegan, e che il prigioniero era in realtà un ufficiale della cavalleria di Texarkana che in avvenire avrebbe consigliato Orso Pazzo circa le possibili tattiche usate dai laredani durante i futuri combattimenti. Il pensiero dei mangiaerba era privo di vergogna, ma il pensiero dell'ufficiale poteva sondare quello dei mangiaerba del Sud; non poteva sondare invece quello di Hongan Os.

Orso Pazzo era comprensibilmente orgoglioso delle sue capacità di negoziatore. Non aveva promesso niente, se non di non fare guerra a Texarkana e di smettere di rubare il bestiame ai confini orientali, ma soltanto finché Hannegan lo riforniva di armi e di munizioni. L'accordo di guerra contro Laredo era un accordo tacito, ma corrispondeva alle naturali inclinazioni di Orso Pazzo, e non c'era bisogno, quindi, di un patto formale. L'alleanza con uno dei suoi nemici gli avrebbe permesso di liquidare un avversario alla volta, e alla fine avrebbe potuto riconquistare le terre che gli agricoltori avevano occupato e colonizzato durante il secolo precedente.

Era caduta la notte quando il capo dei clan entrò a cavallo nell'accampamento: il freddo era sceso sulle Pianure. I suoi ospiti venuti dall'Est sedevano raggomitolati nelle loro coperte attorno al fuoco del consiglio insieme a tre anziani, mentre la solita cerchia di bambini curiosi si stringeva nell'ombra circostante e sbirciava gli stranieri al di sotto dei lembi delle tende. C'erano in tutto dodici stranieri, ma erano separati in due gruppi distinti che avevano viaggiato insieme ma che mostravano di tenere ben poco l'uno alla compagnia dell'altro.

Il capo di uno dei due gruppi era evidentemente un pazzo. Hongan Os non aveva obiezioni contro la pazzia (in realtà, era considerato dai suoi sciamani come l'uomo che era visitato dal soprannaturale più frequentemente d'ogni altro) ma non aveva mai saputo che anche gli agricoltori considerassero la follia come una virtù, in un loro capo. Ma quest'uomo trascorreva metà del tempo a scavare la terra lungo il letto del fiume disseccato, e l'altra metà a scribacchiare misteriosamente su un libriccino. Era evidentemente uno stregone, e probabilmente era meglio non fidarsi di lui.

Orso Pazzo si fermò soltanto per il tempo necessario a indossare le sue pelli di lupo da cerimonia e a permettere a uno sciamano di dipingergli sulla fronte il segno del totem, prima di unirsi al gruppo attorno al fuoco.

— Tremate! - gemette ritualmente un vecchio guerriero, mentre il capo dei clan si mostrava nel riverbero del fuoco. — Tremate, perché il Potente cammina fra i suoi figli. Tremate, o clan, perché il suo nome è Orso Pazzo… un nome ben meritato, perché da giovane lui vinse senza armi un orso impazzito, e con le mani nude lo strangolò, lassù nelle terre del Nord…

Hongan Os ignorò gli elogi ed accettò una coppa di sangue dalla vecchia donna che serviva il fuoco del consiglio. Era stato raccolto di fresco da un giovane bue appena macellato e ancora caldo. Vuotò la coppa prima di voltarsi per fare un cenno con il capo agli orientali, che osservavano la breve cerimonia con evidente inquietudine.

— Aah! - disse il capo dei clan.

— Aah! - risposero i tre anziani, insieme a un mangiaerba che osò fare eco. I membri dei clan guardarono il mangiaerba per un attimo, disgustati.

Il pazzo tentò di coprire la goffaggine del suo compagno.

40
{"b":"119625","o":1}