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L'abate si sventolò con un ventaglio di penne di poiana, ma la brezza non lo rinfrescò. L'aria che entrava dalla finestra era simile al soffio di un forno, poiché proveniva dal deserto arroventato, e si aggiungeva alla sofferenza causatagli dal demonio o dall'angelo spietato che gli tormentava lo stomaco. Era quell'afa che annuncia pericoli in agguato da parte dei serpenti a sonagli inferociti dal sole, dei temporali che turbinano sulle montagne, dei cani idrofobi e dei temperamenti incattiviti dal calore. E peggiorava i suoi crampi.

— Per favore — mormorò forte al santo, in una preghiera senza parole per implorare un clima più fresco, uno spirito più acuto, e una maggiore comprensione di quella vaga sensazione di inquietudine. Forse è stata colpa di quel formaggio, pensò. È gommoso, in questa stagione, ed è troppo fresco. Io potrei concedermi una dispensa… e una dieta più digeribile.

Ma no, ci siamo di nuovo. Affronta la verità, Paulo: non è il cibo per il ventre che provoca questo; è il cibo per il cervello. C'è in giro qualcosa di indigesto.

"Ma cosa?"

Il santo di legno non gli diede una pronta risposta. Pappetta. Mutamenti. Qualche volta la sua mente lavorava a tratti. Era meglio lasciarla lavorare in quel modo, quando sopravvenivano i crampi e il mondo lo opprimeva con il suo peso. Quanto pesava il mondo? Pesa, ma non è pesato. Qualche volta le sue bilance sono alterate. Pesa la vita e la fatica, contro argento e oro. Non vi sarà mai equilibrio. Ma, rapido e spietato, continua a pesare. Versa tutto intorno una quantità di vita in questo modo, e qualche volta anche un po' d'oro. E un re bendato viene a cavallo attraverso il deserto, con una bilancia alterata e un paio di dadi truccati. E sulle sue bandiere blasonate… Vexilla regis…

— No — gemette l'abate, respingendo la visione.

Ma naturalmente! sembrava insistere il sorriso legnoso del santo.

Don Paulo distolse lo sguardo dall'immagine con un lieve brivido. Qualche volta aveva l'impressione che il santo ridesse di lui. Ridono di noi, in Paradiso? si chiese. Anche Santa Maisie di York — ricordati di lei, vecchio! — morì di un accesso di risa. Questo è diverso. Morì ridendo di se stessa. No, non è tanto diverso. Ulp! Di nuovo il singulto silenzioso. Giovedì è la festa di Santa Maisie. Il coro ride con reverenza all'Alleluia della sua Messa. "Alleluia ah ah! Alleluia oh oh!"

"Sancta Maisie, interride pro me".

E il re veniva per pesare i libri nel sotterraneo con le sue bilance alterate. Quanto alterate, Paulo? E cosa ti fa pensare che i Memorabilia siano completamente esenti da pappette edulcoranti? Persino il dotato e Venerabile Boedullus osservò ironicamente, una volta, che almeno metà dei Memorabilia avrebbero dovuto essere chiamati gli Inscrutabilia. Erano veramente frammenti tesaurizzati di una civiltà morta… ma quanto di essi era stato ridotto a balbettamenti incomprensibili, abbelliti di rami d'ulivo e di cherubini, da quaranta generazioni di monaci ignoranti, bambini dei secoli dell'oscurantismo cui gli adulti affidarono un messaggio incomprensibile, che doveva essere imparato a memoria e consegnato ad altri adulti…

L'ho costretto a venire fin qui da Texarkana, attraverso un cammino pericoloso, pensò Paulo. E adesso mi preoccupo perché ciò che noi abbiamo qui potrebbe rivelarsi privo di valore ai suoi occhi, ecco tutto.

Ma no, non era tutto. Guardò di nuovo il santo sorridente. E di nuovo: Vexilla regis inferni prodeunt… Avanzano le bandiere del Re dell'Inferno, sussurrò il ricordo di quel verso alterato di una antica commedia. Aleggiava nel suo pensiero come una melodia indesiderata.

Strinse più forte il pugno. Lasciò cadere il ventaglio e respirò fra i denti. Evitò di guardare di nuovo il santo. L'angelo spietato gli inferì di nuovo il colpo ardente nel suo midollo corporeo. Si piegò sulla scrivania. Era stato come se un filo ardente si fosse spezzato. Il suo respiro pesante ripulì un angoletto del piano della scrivania dal lieve strato di polvere del deserto che vi si era posata. L'odore della polvere era soffocante. La stanza divenne rosea, brulicante di moscerini neri. Non oso singultare, potrebbe spezzarsi qualcosa… ma per il Santo Patrono, devo farlo. È dolore. Ergo sum. Cristo, Dio Signore, accetta questo pegno.

Singulto; aveva un sapore di salato, in bocca. Lasciò cadere il capo sulla scrivania.

Il calice è qui, in questo momento, Signore, o posso attendere ancora? Ma la crocefissione è sempre in questo momento. Da prima di Abramo, è in questo momento. Sempre, perché chiunque, in qualunque modo, viene inchiodato alla croce e poi vi è sollevato, e se tu cedi ti batteranno a morte con un badile, quindi comportati con dignità, vecchio. Se sai vomitare con dignità potrai ascendere al cielo, se ti dispiace abbastanza di aver rovinato il tappeto… Si sentiva molto umile.

Attese, a lungo. Alcuni dei moscerini morirono e la stanza perdette il suo riflesso dorato, divenne grigia e nebbiosa.

Ebbene, Paulo, avremo un'emorragia, o ci limitiamo a immaginarla?

Filtrò lo sguardo attraverso la nebbia e ritrovò di nuovo il volto del santo. Era un sogghigno così lieve… triste, comprensivo… ed era anche qualcosa d'altro. Rideva del carnefice? No, rideva per il carnefice. Rideva dello Stultus Maximus, dello stesso Satana. Era la prima volta che lo capiva chiaramente. Nell'ultimo calice, poteva esservi una risata di trionfo. Hoec commixtio…

Improvvisamente sentì di avere molto sonno; il volto del santo ingrigì, ma l'abate continuò a sogghignare lievemente, in risposta.

Il Priore Gault lo trovò abbandonato sulla scrivania, poco prima dell'Ora Nona. Gli colava un filo di sangue, dai denti.

Il giovane prete gli tastò prontamente il polso. Don Paulo si svegliò all'improvviso, si raddrizzò sulla sedia e, come se stesse ancora sognando, pontificò imperiosamente. — Io vi dico, è tutto supremamente ridicolo! È assolutamente sciocco! Non potrebbe esservi nulla di più assurdo.

— Che cosa è assurdo, Domne?

L'abate scosse il capo, e batté parecchie volte le palpebre. — Cosa?

— Andrò subito a cercare frate Andrew.

— Oh? Questo è assurdo. Ritornate qui, immediatamente. Che cosa volevate?

— Niente, Padre Abate. Tornerò non appena avrò trovato frate…

— Oh, disturbare il medico! Non eravate venuto qui senza ragione. La mia porta era chiusa. Chiudetela di nuovo, sedetevi, ditemi che cosa volevate.

— L'esperimento ha avuto successo. La lampada di frate Kornhoer, voglio dire.

— Benissimo, sentiamo. Sedetevi, cominciate a parlare, ditemi tutto. — Si riassestò l'abito e si asciugò la bocca con un pezzo di lino. Era ancora stordito, ma il pugno nel suo ventre si era schiuso. Non avrebbe potuto provare un interesse minore per il racconto dell'esperimento, ma fece del suo meglio per mostrarsi attento. Devo tenerlo qui, finché sono ancora abbastanza sveglio per pensare. Non posso lasciarlo andare dal medico… non ancora. La notizia si spargerebbe: Il vecchio è finito. Devo decidere se è un momento sicuro o no per essere finito.

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