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— Avanti — gridò Powell. — Un colpo solo per tutt’e due. Avanti! — E tenne gli occhi chiusi fissi in alto, verso l’invisibile Reich, in un’attesa satura d’odio e di sfida.

Reich distolse lo sguardo da quell’uomo che non poteva vederlo.

Powell condusse la ragazza, completamente passiva, all’uscita e chiuse la porta dietro di sé, senza rumore.

Reich si era lasciato scivolare la salvezza tra le dita.

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— È uno stato di rievocazione isterica — spiegò a Powell e Mary Noyes il dottor Johnny Jeems del Kingston Hospital. Erano nel salotto della casa di Powell. — Risponde alla parola chiave aiuto e rivive un’unica esperienza…

— La morte di suo padre — disse Powell.

— Capisco. Al di fuori di questo… assoluta catatonia.

— Definitiva? — chiese Mary Noyes.

Jeems parve sorpreso e indignato. Era uno dei più giovani e brillanti psichiatri del Kingston Hospital, fanaticamente devoto al suo lavoro. — In questi tempi e a quell’età? Niente è definitivo eccetto la morte, signorina Noyes, e a Kingston abbiamo cominciato a lavorare anche intorno a questo. Studiando il fenomeno della morte dal punto di vista nosogenico, siamo giunti alla conclusione che…

— Un’altra volta, Johnny — interruppe Powell. — Niente lezioni stasera. Posso captare i pensieri della ragazza?

Jeems rifletté. — Non c’è nessun motivo che lo impedisca. Ho già usato con lei il trattamento déjà éprouvé per la catatonia. Non penso che teleanalizzarla possa nuocere da questo punto di vista.

— Che cos’è il trattamento déjà éprouvé? — chiese Mary Noyes.

— Un nuovo sistema curativo — rispose Jeems, tutto eccitato. — Lo stato di catatonia significa fuga dalla realtà. Nella coscienza si fa strada il desiderio di non essere mai nati, il tentativo di ritornare allo stato prenatale. Capite?

Mary annuì.

— Allora interveniamo con il sistema déjà éprouvé. Nel linguaggio scientifico degli studiosi francesi ciò equivale a fatti psichici già sperimentati, già vissuti. Molti pazienti, spinti dal desiderio di cui ho detto, sentono di aver vissuto un’esperienza cui non erano preparati. Col nostro metodo curativo noi sintetizziamo per il paziente tutte le esperienze psichiche già vissute, il déjà éprouvé. Rimandiamo cioè la sua coscienza indietro nel tempo fino al periodo prenatale e lasciamo che in essa si formi la convinzione di essere stata appena generata. Realizziamo cioè il desiderio catatonico che assillava il paziente. Capito?

— Capito.

— Il paziente ricomincia così, coscientemente, ma solo per gli strati superficiali della coscienza, il processo di sviluppo, con un ritmo accelerato… infanzia, fanciullezza, adolescenza e infine maturità.

— Volete dire che Barbara sta per ridiventare bambina, per imparare di nuovo a parlare, a camminare?

— Esatto. Ci vogliono circa tre settimane. Quando avrà compiuto il ciclo completo del suo sviluppo sarà in grado di accettare l’esperienza da cui ora tenta di fuggire. Sarà, per così dire, maturata ad essa. Questo vale solo per gli strati superiori della sua coscienza. Al disotto, nel subcosciente, non subirà alcuna influenza. Potrete scrutarla nel profondo fin che vorrete. L’unico guaio è che deve aver subito un forte trauma, laggiù. Vi sarà difficile riuscire a captare quel che volete. Naturalmente, voi siete specializzato in questo. Saprete voi come cavarvela. — Jeems si alzò bruscamente. — Devo ritornare al lavoro. — Si avviò alla porta. — Mi fa sempre piacere essere consultato da un esper. — E se ne andò.

Mary salì a prendere la ragazza e la fece sedere su un basso palco disadorno. (Powell aveva recentemente rinnovato il suo appartamento, arredandolo in stile svedese del XX secolo). Barbara sedeva immobile come una statua. Mary le aveva fatto indossare un abito azzurro e le aveva pettinato i biondi capelli all’indietro, raccogliendoli sulla nuca con un nastro azzurro.

Così serena all’apparenza e così sconvolta di dentro. Maledetto Reich!

Che ne è di lui?

Ero così furibondo nel salottino di Chooka Frood, che me la presi con quel vigliacco di Quizzard e sua moglie.

Che cosa hai fatto a Quizzard?

Neurochoc. Vieni qualche volta al laboratorio e ti faremo vedere come si fa. Se prendi il primo grado te lo insegneremo. È come una qualunque arma elettronica, ma basato esclusivamente su fenomeni psichici.

Può essere fatale?

Hai dimenticato il voto? No, naturalmente.

E tu hai captato il pensiero di Reich attraverso il pavimento? Come ci sei riuscito?

Riflessione telepatica. Lo stanzino della chiromante non era assicurato contro il passaggio del suono; presentava anzi molti condotti acustici. È stato l’errore di Reich. I suoi pensieri mi giungevano attraverso tali condotti e ti giuro che speravo che Reich avesse il fegato di sparare. L’avrei atterrato con un neurochoc che sarebbe passato alla storia.

Perché non sparò?

Aveva tutte le ragioni per ucciderci. Credeva di essere al riparo, non sapeva del neurochoc, pur avendo visto cadere Quizzard dinanzi a me. Non poté. Inibizione inconscia, non so esattamente di che genere. Forse una prossima volta il caso non si ripeterà. Per questo ho intenzione di tenere Barbara in casa mia. È l’unico posto dove non c’è pericolo per lei.

Sarebbe al sicuro anche al Kingston Hospital.

Non abbastanza per il lavoro che devo fare io.

???

Nel suo stato d’isterismo Barbara racchiude la scena dell’assassinio con tutti i suoi particolari. Se riesco a captarla, Reich è nelle mie mani. Be’, meglio cominciare. — Si rivolse a Barbara D’Courtney e disse: — Aiuto, Barbara!

Di scatto lei balzò in piedi sulla piattaforma, in ascolto, e Powell cominciò a sondarne delicatamente le reazioni. Sensazione di lenzuola e coperte… Voce indistinta, invocante… La voce di chi, Barbara? Giù, nel profondo del precosciente lei rispose: Chi sei? Un amico, Barbara.

—  Non c’è nessuno! Nessuno! Sono sola. — Ed era sola. Sola correva per un corridoio, spalancava una porta e si precipitava in una camera d’orchidee per vedere… Che cosa, Barbara? — Un uomo. Due uomini. — Chi? — Via. Andate via, per favore! Non mi piace sentir voci. C’è una voce che mi urla nelle orecchie…

Urlava mentre il terrore la faceva fuggire da una nebulosa figura che si avventava contro di lei per allontanarla da suo padre. Che cosa fa tuo padre, Barbara?

—  Sta… no, voi non c’entrate qui. Qui siamo solo in tre. Papà, io e… — Il suo viso trasalì. Guarda ancora, Barbara. Testa oblunga. Occhi grandi. Naso piccolo e diritto. Bocca sottile, che pare una ferita. È questo l’uomo?

—  Sì, sì. — E poi tutto era scomparso. Lei era ginocchioni di nuovo, immobile come una bambola.

Powell si asciugò il sudore dal volto.

Era Ben Reich, Mary. Hai captato la sua immagine anche tu?

Non ho potuto rimanere abbastanza nella mente di lei, Pres. Ho dovuto prendere un po’ di respiro.

Era Reich, non c’è dubbio. L’unico problema resta ormai in che diavolo di modo ha ucciso il padre della ragazza. Che arma ha usato? Perché il vecchio D’Courtney non si è ribellato, non si è battuto per difendersi? Devo ripetere l’esperimento. Mi ripugna l’idea di doverle imporre tutte queste emozioni… Respirò profondamente e disse: — Aiuto, Barbara!

Di nuovo lei balzò in piedi, in ascolto. Non affrettarti così. C’è tanto tempo. — Ancora voi? — Ti ricordi di me, Barbara? — No, non vi conosco. Andate via. — Ma io sono parte di te, Barbara. Corriamo insieme per il corridoio. Vedi? Apriamo la porta insieme. Tutto è molto più facile insieme. Ci aiutiamo l’un l’altro. — Noi ci aiutiamo? — Sì, Barbara, tu ed io. Quando parli con te stessa, quando sei sola, parli con me. Ecco chi sono.

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