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— Io no, ma Peetcy? Passategli questi elementi e vediamo.

Introdussero nel mostro gli ultimi dati esaminati, e fecero scattare una leva da Fermo a In movimento. Gli occhi di Peetcy ammiccarono, meditabondi; dal suo stomaco venne un lieve suono sordo; la sua memoria sussultò. Powell e gli altri aspettavano con ansia crescente. Un campanello cominciò a squillare, e i tasti della macchina a battere.

— CON IL CONSENSO DELLA CORTE. I PERORANTI DELLE ECCEZIONI PREGIUDIZIALI E LE FIRME ILLEGALI. VEDETE IL PROCESSO HAY CONTRO COHOES, E LA LEGGE APPLICATA NEL PROCESSO SHELLEY. STOP.

— Ma che diavolo va dicendo? — Powell guardò Son.

— Si diverte a far di questi scherzi, qualche volta — spiegò Son.

Lo lasciarono riscaldare per cinque minuti buoni, poi lo misero in azione nuovamente. Di nuovo i suoi occhi ammiccarono, lo stomaco brontolò, la memoria sibilò, mentre Powell e i suoi due uomini attendevano ansiosamente. Il duro lavoro di un mese poteva esser reso vano dalla decisione di Peetcy. I tasti cominciarono a battere.

— VERBALE 921,088. SEZIONE C-1. MOVENTE PASSIONALE DEL DELITTO INSUFFICIENTEMENTE DOCUMENTATO. VEDI PROCESSO HANRAHAN, 1202 CORTE SUPREMA 19 E GLI ALTRI FONDAMENTALI PROCESSI SEGUENTI.

— Il movente passionale? — mormorò Powell. — Ma Peetcy è matto? Si tratta di un movente economico. Controlla C-1, Son.

Son controllò. — Tutto bene qui.

— Mettilo in azione ancora.

Misero in azione Peetcy per la terza volta. Questa volta rispose a tono.

— VERBALE 921,088. SEZIONE C-1. MOVENTE ECONOMICO INSUFFICIENTEMENTE DOCUMENTATO. VEDI PROCESSO ROYAL 1197 CORTE SUPREMA 388.

— Scusatemi — disse Powell agli altri. — Bisogna che trasmetta subito la mia opinione a Son. — Si volse a Son. — Pensaci, Charley. A me è parso di avvertire in queste ultime parole un rimprovero a una nostra effettiva manchevolezza.

Francamente, Pres, non sono al corrente di nessun…

Se tu fossi al corrente, non si tratterebbe di una manchevolezza, ma di truffa da parte nostra. Lasciami pensare che cosa abbiamo potuto dimenticare… Oh! Naturalmente! Powell si rivolse agli altri, parlando a voce alta:

— Son ha trascurato un particolare. Avendo Hassop a nostra disposizione siamo ancora in grado di interpretare il codice. Sappiamo che Reich chiese la fusione e che gli fu rifiutata. Ma non abbiamo ancora decifrato l’offerta definitiva e il rifiuto. Ecco che cosa vuole Peetcy.

— Come fate a sapere che l’offerta venne rifiutata? — chiese il Procuratore Distrettuale.

— L’ho saputo da Reich stesso attraverso T8. Fu una delle ultime cose che captai nel suo cervello prima che fosse ucciso. Ti dico io che cosa dobbiamo fare, Son, introdurre una supposizione. Supponendo che il fatto dell’offerta e del rifiuto sia incontestabile, che cosa ne pensa Peetcy?

Son estrasse dalla mostruosa macchina un pezzo di nastro, lo collegò a quello principale e, dopo averlo corredato degli adeguati particolari, lo inserì di nuovo. Ormai ben riscaldato, Peetcy rispose in trenta secondi: VERBALE 921,088. ACCETTANDO LA SUPPOSIZIONE PROBABILITÀ DI SUCCESSO 97,99 %.

Gli uomini di Powell sogghignarono, risollevati. Powell estrasse la strisciolina e la porse al Procuratore Distrettuale con un sorriso di trionfo.

— Per Dio — disse il Procuratore. — Novantotto per cento! E io che mi ritenevo fortunato quando si raggiungeva il settanta!

La porta dell’ufficio si aprì ed entrarono due uomini tutti sudati.

— Ecco il codice — disse Powell. — L’avete decifrato?

— Sì, l’abbiamo decifrato, ma ora siete fritto, Powell, l’intero processo va a monte.

— Che cosa diavolo intendete dire?

— Reich avrebbe eliminato D’Courtney perché D’ Courtney avrebbe rifiutato la fusione? Avrebbe avuto i suoi buoni motivi finanziari per uccidere D’Courtney? Li aveva un accidente!

— Reich spedì il messaggio: YYJI TTED BBCB UUFE AALK QQBA a D’Courtney — soggiunse l’altro. — Il che significa: PROPONIAMO FUSIONE NOSTRI INTERESSI PARI CONDIZIONI COMPARTECIPAZIONE.

— Dannazione, questo è quel che vado dicendo da tanto tempo. E D’Courtney rispose: WWHG. Era un rifiuto. Reich lo disse a T8. T8 lo riferì a me.

— Siamo spiacenti, Powell. WWGH significa esattamente il contrario: ACCETTIAMO OFFERTA. Non riuscirete mai a convincere nessuna Corte del sistema solare che Reich aveva motivo di uccidere D’Courtney. Il vostro caso è liquidato.

Powell rimase immobile, i pugni serrati. D’improvviso afferrò la figura in miniatura rappresentante Reich e gli torse la testa. S’accostò a Peetcy, strappò le striscioline su cui figuravano i dati vagliati, le gualcì fino a ridurle in una pallottola che gettò nel mezzo della stanza. Poi sferrò un tremendo calcio alla sedia su cui era sdraiato Crabbe. Sotto gli occhi atterriti degli agenti sedia e commissario finirono sul pavimento. — Maledetto voi, siete sempre seduto su quella sedia! — disse Powell e si precipitò fuori dell’ufficio.

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Disintegrazione! Distruzione! Esplosione! Le porte della cella si spalancano. Lo sfavillìo della stellile si frantuma in una pioggia di pugnali e proiettili. E, più addentro, la libertà attende, avvolta nel manto del buio e della fuga nell’ignoto!

Chi è là fuori dalla cella? L’Uomo senza Volto. Si guarda intorno. Minaccioso. Muto.

Fuggi per gli spazi! C’è tempo e sicurezza nella solitudine di quest’astrolancia lieve come il velluto. Il portello! Si apre. Ma io non posso. Sono solo. L’Uomo senza Volto. Si guarda intorno. Minaccioso. Muto.

Ma io sono innocente, Vostro Onore. Non proverete mai la mia colpa. Nell’aula? L’Uomo senza Volto.

Si guarda intorno. Minaccioso. Muto. Batte il martello.

Quel battere si mutò in un bussare alla porta della cabina. — Siamo sopra New York, signor Reich. Un’ora allo sbarco.

— Benissimo — mugolò Reich. — Ho sentito.

Saltando fuori dal letto ancora attanagliato dal terrore dell’incubo, si aggirò nella cabina vacillando. Gettò la sua biancheria e i suoi abiti nel raccoglitore, scelse indumenti nuovi nel distributore e li dispose in bell’ordine per indossarli.

Entrò nel bagno, si sbarbò, fece doccia, vaporizzazioni e bagni d’aria per dieci minuti. Barcollava ancora. Passò nel gabinetto per i massaggi e premette il pulsante della scritta Sali termici. Si udì una sorda detonazione e Reich fu sbattuto a terra, mentre alcuni frammenti lo colpivano violentemente alla schiena.

Con un’istintiva reazione si precipitò nella stanza da letto, afferrò la sua valigia e cercò la scatola dei bulbi esplosivi che portava sempre con sé. Non c’era.

Reich cercò di ricomporsi. Sentendo acuto il bruciore del sale penetrato nelle ferite alla schiena, tornò nella stanza da bagno, tolse la corrente e diede un’occhiata al disastro avvenuto nel gabinetto dei massaggi. Qualcuno gli aveva sottratto la scatola durante la notte e aveva inserito un bulbo in ciascuno dei repulsori del massaggiatore automatico. La scatola vuota giaceva in un angolo.

Esaminò la porta della cabina. Evidentemente la serratura era stata forzata da un maestro. Ma chi? E perché?

Ritornò nel bagno, si deterse sangue e sale e si cosparse il dorso con un coagulante. Si vestì, bevve un caffè, e discese nel salone degli spettacoli dove dopo un accanito duello con il doganiere esper (Paura, Tensione, Ansietà cominciano già) saltò a bordo dell’astrolancia della Sacramento che lo attendeva per portarlo in città.

Dalla lancia telefonò alla Sacramento. Sullo schermo comparve il viso della sua segretaria.

— Notizie di Hassop? — chiese Reich.

— No, signor Reich. Nessuna notizia da quando avete chiamato l’ultima volta da Pardi.

— Datemi l’Ufficio Informazioni.

Lo schermo rivelò il salone della Sacramento tutto rilucente di cromo. West, intento a rilegare in volumi i fogli di dattiloscritti, alzò lo sguardo e sogghignò.

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