Jennifer non avrebbe mai dimenticato. Avrebbe ricordato per tutti loro.
Disse: — La vigilanza non è paranoia. La spinta verso l’esterno della comunità non è un’abilità a sopravvivere. Ci metterebbe tutti in pericolo.
Ricky non aggiunse altro: non avrebbe mai messo in pericolo la comunità. Nessuno di loro lo avrebbe fatto, Jennifer lo sapeva bene.
— Ho una proposta da farvi — continuò Jennifer. Will, l’unico che sapeva che cosa lei stesse per dire, si irrigidì. Attento.
— Tutte le nostre misure di sicurezza sono di tipo difensivo. Nemmeno di ritorsione, soltanto di difesa per la limitazione dei danni. Il nucleo della nostra esistenza, tuttavia, è rappresentato dalla sopravvivenza della comunità e dei suoi diritti, e fra i diritti della comunità c’è l’autodifesa. È arrivato per il Rifugio il momento di cominciare a sviluppare un potere contrattuale tramite armamenti difensivi. Ci è stato impedito di farlo dall’attento controllo internazionale di ogni transazione del Rifugio con la Terra, indipendentemente da quanto fosse segreta. L’unico modo in cui siamo riusciti a tenere fuori da qui i mendicanti per ventiquattro anni è stato non dando loro la minima scusa legale per l’emissione di un mandato di perquisizione.
Jennifer esaminò i volti del suo pubblico, giudicandoli: Will e Victor Lin erano solidali con lei. Ottima cosa, Lin era un personaggio influente; altri tre stavano ascoltando e trasmettendo un linguaggio corporale ricettivo; tre erano chiusi e corrugavano la fronte; otto mostravano espressioni di sorpresa o incertezza, inclusa Lucy Ames. E tutt’e due i suoi figli.
La donna proseguì con atteggiamento composto; — L’unico modo per impedire sia l’irruzione nel Rifugio da parte dei Dormienti sia di acquistare armamenti di difesa ci è dato dall’uso della nostra unica innegabile tecnologia di livello superiore: la genetica. Lo abbiamo già fatto con le nuove modificazioni genetiche per Miranda e gli altri bambini. Adesso abbiamo bisogno di pensare a utilizzare la nostra forza per creare armi di difesa.
Esplose una raffica di proteste. Lei e Will se l’erano aspettato. Il Rifugio, un asilo, non godeva di tradizione militare. Rimasero ad ascoltare attentamente, non tanto per comprendere le argomentazioni, quanto per rendersi conto delle potenziali alleanze. Chi avrebbero potuto persuadere, chi non sarebbe mai stato persuaso, chi era aperto a quali mosse lungo l’albero delle decisioni. Tutti i movimenti sarebbero stati aperti e legittimi: la comunità innanzi tutto. Ma le comunità cambiavano. Gli otto consiglieri che non appartenevano alla famiglia mantenevano i seggi per soli due anni, e perfino la composizione della famiglia era aperta ai cambiamenti. Lars Johnson era il secondo marito di Najla: lei avrebbe potuto averne un terzo, oppure Ricky avrebbe potuto avere una nuova moglie. A sedici anni, poi, la successiva generazione avrebbe cominciato a votare nel Consiglio. Sedici anni, per un Insonne modificato geneticamente, era un’età sufficiente per prendere decisioni intelligenti: le scelte di Miranda sarebbero state superintelligenti.
Jennifer e Will potevano aspettare. Non avrebbero forzato nessuno. Era così che funzionava una comunità. Non fra i mendicanti, ma lì, nel Rifugio, era quello il modo in cui funzionava la comunità. Funzionava attraverso il lento modellare del consenso fra i membri, i produttivi che erano autorizzati ad avere punti di vista personali in quanto erano produttivi. Jennifer avrebbe potuto aspettare che la sua comunità entrasse in azione.
Ma le strutture di ricerca Laboratori Sharifi non appartenevano alla comunità. Quelli erano suoi, costruiti e finanziati con i suoi soldi, non con quelli dei fondi dell’Azienda del Rifugio. Quello che era suo poteva cominciare a lavorare immediatamente. In quel modo, le armi biologiche sarebbero state pronte quando la comunità ne avesse avuto bisogno.
— Io penso — disse Najla — che dovremmo discutere di questo argomento in termini della prossima generazione. Quale relazione avremo con il governo federale fra vent’anni? Se inseriremo tutte le variabili nelle equazioni socio-dinamiche di Geary-Tollers…
Sua figlia. Brillante, produttiva, impegnata. Jennifer sorrise con amore a Najla, dall’altra parte del tavolo. Avrebbe protetto sua figlia.
E avrebbe dato inizio alla ricerca di bioarmi genetiche.
Drew aveva due problemi nella casa di Leisha, nel deserto: Eric Bevington-Watrous e il cibo.
Per come la vedeva, nessuno a parte lui aveva mai saputo che potessero esserlo. Per contro, loro pensavano che Drew avesse tutta una serie di problemi che il ragazzino stesso non considerava affatto fastidiosi. Pensavano che fosse preoccupato per le strane maniere, il sorprendente numero di persone da ricordare, il parlare da Mulo che lui non aveva mai sentito prima di allora, il bisogno di dormire che condividevano soltanto poche altre persone e il tempo che doveva aspettare, senza far nulla fino a settembre, quando l’avrebbero spedito alla scuola per Muli che stavano pagando.
Nulla di tutto ciò rappresentava un problema per Drew, specialmente l’ozio. Non aveva mai visto nessuno nella sua breve vita agire altrimenti. Ma non far nulla, si accorse fin dal primo giorno, non lo avrebbe fatto restare a galla in un posto simile. Non lì. Quella gente era terrorizzata dall’ozio.
Quindi si mantenne occupato e cercò di assicurarsi che tutti lo vedessero tenersi occupato con le cose che loro ritenevano che fossero i suoi problemi. Imparò i nomi di tutti nella tenuta, ecco come chiamavano quel posto, "tenuta"; a Drew, fino a quel minuto esatto, era sembrato un incrocio fra un’orgia e una narcofesta, una cosa che aveva visto una volta con grande interesse. Imparò quali fossero le parentele: Leisha e sua sorella, la vecchia con la paralisi che era una Dormiente, il figlio Dormiente di lei, Jordan, con la moglie Insonne Stella, ai quali Drew imparò presto che si doveva rivolgere chiamandoli "signor Watrous" e "signora Bevington". Erano fatti così. Avevano tre figli: Alicia, Eric e Seth. Alicia era grande, poteva avere quasi diciotto anni, ma non era sposata, cosa che a Drew apparve strana. A Montronce, le donne a diciotto anni avevano generalmente il primo figlio. Forse i Muli erano diversi.
C’erano anche altre persone che vivevano lì, nella maggior parte dei casi Insonni, ma non sempre. Drew scoprì di che cosa si occupavano quelle persone, legge, soldi e altra roba da Muli, e cercò di interessarsi. Quando non riusciva a restare interessato, cercava quanto meno di essere utile, svolgendo commissioni e chiedendo alla gente se avesse bisogno di qualche cosa. — Un ossequioso piccolo lacché — aveva sentito dire una volta ad Alicia, ma la vecchia signora l’aveva ripresa in modo abbastanza brusco dicendole: — Non osare fraintenderlo, signorina. Sta facendo del suo meglio con i geni che ha, e non ti permetterò di calpestare i suoi sentimenti! — Drew non si era sentito calpestato: non sapeva né cosa significasse "ossequioso" né "lacché". Però aveva scoperto che la vecchia signora lo apprezzava e, da quel giorno, aveva passato un sacco di tempo a fare cose per lei che, alla fine, era quella che aveva più bisogno di tutti, visto che era così vecchia.
— Per caso sei un gemello, Drew? — gli aveva chiesto lei una volta. La donna stava lavorando molto lentamente a un terminale.
— No, signora — aveva risposto prontamente lui. L’idea gli faceva venire la pelle d’oca. Nessun altro era come lui!
— Oh — aveva commentato la vecchia signora con un debole sorriso. — Decisamente discontinuo.
Usavano una marea di parole che lui non capiva: parole, idee, maniere. Parlavano dello spostamento della corrente elettorale: di che genere era? Era differente dall’energia-Y? Di diatomee modificate geneticamente che alimentavano il Madagascar, dei vantaggi delle stazioni orbitali circumlunari rispetto alle vecchie circumterrestri. Gli spiegarono come tagliare la carne con forchetta e coltello, di non parlare con la bocca piena e di dire grazie anche per la roba che non voleva. Lui fece tutto. Gli dissero che doveva imparare a leggere, e lui lavorò ogni giorno al terminale, anche se era una roba lenta e non riusciva proprio a capire come sarebbe potuto tornargli utile. I terminali ti dicevano tutto quello che volevi sapere, e quando c’erano le parole sullo schermo non restava altrettanto posto per la parte grafica. Le immagini avevano comunque più senso per Drew che non le parole. Era sempre stato così. Lui provava cose in immagini, colori e forme nel fondo del suo cervello che, in qualche modo, fluttuavano fino alla superficie, stipandogli la testa. La vecchia signora era una spirale di color bruno e ruggine; il deserto di notte lo riempiva di un dolce e mobile color porpora. Proprio così. Gli dicevano però di imparare a leggere, e lui lo faceva.