Ma non ci sono laghi nel tuo settore, Julie. Sono tutti nel mio.
Scusami. Era un miraggio.
Maledetta geografia!
Come si fa ad arrampicarsi su un albero?
Salici sopra.
Ah!
Come hai fatto a salire, dottore?
Con l’aiuto di un’alce.
La chiamate alce? Noi su Titano…
Attenzione: gente in vista. Settore 37.
Nulla che interessi.
Nessuno ha mai telespiato una scimmia?
Una volta ho scimmiottato una telespia.
Oh, signore. Mandate questo individuo su Titano!
E lo chiamate un gioco di parole? Su Titano noi…
Qualcosa in vista, Pres. Settore 60. Eccoti il quadro…
Passate alla larga.
Quanto durerà tutto questo?
Sono a circa otto ore di distanza da noi.
No, sono in vantaggio di otto ore sulla partenza, ma può darsi che siano più vicini.
Avverti tutti, Pres.
Può darsi che Reich non sia andato molto avanti. Può essersi cercato un posticino di suo gusto nelle vicinanze dei cancelli.
Di suo gusto per far che?
Per compiervi un omicidio.
Ah!
Come si fa a convincere un gatto selvatico a non mangiare un tale?
Usa la psicologia politica.
Oh, cielo…
Non funziona?
Magnificamente!
E allora che altro c’è?
Il gatto sta divorandomi il cilindro.
A proposito di cilindri, una volta, su Titano… Gente in vista, Pres.
Nasconditi. Sono Reich e Hassop.
Come!
Attenzione a non destare sospetti. Tieniti alla larga. Anche il resto di voi può andarsene a casa. Tutti i miei ringraziamenti. D’ora in poi bisogna che m’arrangi da solo.
Lascia che ci divertiamo anche noi ora che viene il bello, Pres. Li circonderemo tutti insieme e…
Bisogna agire d’astuzia, ora. Non voglio che Reich si accorga che ho intenzione di sottrargli Hassop. Tutto deve sembrare naturale.
Quel miglio quadrato della Riserva era costituito da un tratto di giungla acquitrinosa, intricata, grondante umidità. Come cadde la notte, Powell strisciò lentamente verso i fuochi che Reich aveva acceso in uno spiazzo che s’apriva lungo le rive di un laghetto. Le acque erano infestate da coccodrilli e ippopotami. Gli alberi e il suolo brulicavano di vita. L’intera giungla era un selvaggio tributo all’abilità e alla sapienza degli ecologi della Riserva che sapevano controllar la natura a bacchetta.
In omaggio a tale natura, lo schermo difensivo di Reich era in piena azione.
Powell udiva il ronzio delle zanzare che si abbattevano contro la barriera formata dallo schermo. Non poteva arrischiarsi a mettere in azione il suo, perché gli schermi frusciavano leggermente e Reich aveva l’udito fino. Powell avanzò di qualche pollice e cominciò a captare.
Hassop era lusingato dal fatto di trovarsi con Reich. Reich, intento a lavorare febbrilmente intorno a un rudimentale, possente arco, progettava con torva passione l’incidente che lo avrebbe allontanato ancora di un poco dalla disintegrazione. Era per costruirsi quest’arco e queste frecce che aveva perduto le otto ore di vantaggio su Powell. Non si può uccidere un uomo in un incidente di caccia, se non si va a caccia.
Mentre Reich sollevava l’arco, evitando accuratamente di alzare lo sguardo su Hassop, ma con gli occhi della mente fissi su quel cuore pulsante che era il suo bersaglio, Powell si spinse rapidamente avanti. Prima che avesse percorso dieci piedi, un senso di allarme si infiltrò nel cervello di Reich, che si alzò di scatto, in tutta la sua prestanza. Strappò dal fuoco un tizzone ardente e lo lanciò verso la fitta oscurità in cui Powell si teneva celato. L’idea e la sua esecuzione furono così improvvise che Powell non poté prevenire l’atto. E si sarebbe trovato in piena luce, se Reich non avesse dimenticato l’esistenza della barriera protettiva. Essa arrestò il tizzone a mezzo volo e lo fece cadere al suolo.
— Per Dio! — urlò Reich e si volse di scatto ad Hassop.
— Che c’è, Ben?
Reich si portò la freccia all’altezza di un orecchio e puntò l’arco sul corpo di Hassop. Hassop si rannicchiò a terra.
— Ben, fa’ attenzione! Stai mirando proprio a me.
Hassop fece un balzo laterale mentre Reich scoccava la freccia.
— Ben, per l’amor di… — D’improvviso Hassop si rese conto delle intenzioni di Reich. Correndo disperatamente andò a urtare contro l’invisibile barriera mentre un’altra freccia gli sfiorava la spalla.
— Ben! — urlò.
— Figlio di un cane — grugnì Reich e scoccò un altro dardo.
Powell balzò in avanti e si avvicinò alla barriera. Superarla era impossibile. Là dentro, Hassop fuggiva gridando, mentre Reich lo inseguiva.
Powell si ritrasse nell’oscurità, cercando disperatamente una soluzione. Gli urli di Hassop stavano risvegliando la giungla, e si udivano rombi e strida. Powell entrò in comunicazione con il flusso telepatico. Null’altro che cieco terrore, furore cieco, ciechi istinti intorno a lui.
Vale la pena, si disse Powell. Bisogna che sfondi questa barriera.
Si trincerò tutto dietro i suoi schermi mentali, dissimulando tutti i suoi pensieri e sentimenti tranne: Paura, terrore, paura…
Tutti gli uccelli si destarono stridendo. Le scimmie lanciarono a loro volta acute grida scuotendo i rami degli alberi in fughe improvvise. Un susseguirsi di cupi tonfi giunse dal lago dove gli ippopotami si alzavano atterriti dai loro giacigli di mota. La giungla tremò del potente barrito degli elefanti, del tumulto della loro fuga precipitosa. Reich udì e si sentì gelare, dimenticando Hassop che ancora fuggiva singhiozzando, urtando ora contro l’una ora contro l’altra parete della barriera.
Gli ippopotami furono i primi a sfondarla. Poi seguirono i wapiti, le zebre, gli gnu, a torme pesanti, possenti. I costruttori del famoso schermo protettivo non avevano mai pensato a un’irruzione di questo genere. Nulla avrebbe potuto resistere a una simile carica selvaggia.
La barriera di Reich si abbatté con un secco rumore di vetro tagliato.
Gli ippopotami calpestarono il bivacco. Powell avanzò nel buio, afferrò il braccio di Hassop e trascinò l’uomo semi-impazzito verso il mucchio dei bagagli, e riuscì a impadronirsi del prezioso rullo. Sempre trascinando Hassop con sé, impiegò le sue facoltà telepatiche per farsi strada tra l’orda degli animali in fuga.
Dietro un grosso tronco Powell si fermò a riprendere fiato e mise al sicuro il rullo in una delle sue tasche. Hassop continuava a singhiozzare. Powell avvertì la presenza di Reich a trenta metri di distanza, il dorso appoggiato a un eucalyptus, l’arco e le frecce ancora stretti nelle mani serrate. Era sconvolto, furibondo, atterrito… ma sano e salvo. Powell lo voleva conservare tale per la disintegrazione.
Sganciatosi lo schermo protettivo dalla cintura, Powell lo lanciò oltre lo spiazzo verso le braci del bivacco dove Reich l’avrebbe certamente trovato. Poi si voltò sospingendo l’inebetito Capo dell’Ufficio Codici verso i cancelli.