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Powell cominciò un giro di ricognizione per le varie bolle.

Girava da ore quando sentì alle sue spalle la presenza di una ragazza. Poi il tipo psichico di lei lo colpì, e Powell si voltò di colpo.

— Bene, Duffy! — disse.

Il cipiglio di lei si mutò rapidamente in un sorriso. — Ah, il signor Powell, il segugio. Mi dovete ancora un ballo.

— Vi devo le mie scuse.

— Mi fa piacere. Nessuno me ne fa mai abbastanza. Quale motivo vi induce a farmi le vostre?

— Non vi stimo più.

— È la storia della mia vita. — Gli diede il braccio e si incamminò con lui lungo il vialetto. — Mi avete osservata meglio e…

— E mi sono accorto che siete la persona più astuta che Reich abbia alle sue dipendenze.

— Sono astuta. E ho reso qualche servizio a Ben. Ma che c’è in tutto questo?

— Vi siete mangiata la pedina che avevamo messo in gioco dietro Hassop, Duffy. Congratulazioni.

Il viso vivace si alzò verso di lui, mezzo serio, mezzo divertito. — Di che cosa diavolo state parlando?

— Avevamo messo in gioco una pedina dietro Hassop. Una pedina, in questo caso, è un agente a cui viene assegnato il compito di seguire una persona sospetta.

— Capito. E che cos’è un Hassop?

— Un tale che lavora per Ben Reich. Il capo del suo Ufficio Codici.

— Che cosa ho fatto a questo vostro spione?

— Seguendo le istruzioni di Ben Reich, avete sedotto il brav’uomo, e lo avete allontanato dai suoi doveri, tenendolo seduto davanti al piano per giorni e giorni…

— Un momento! — disse Duffy vivamente. — Quel giannizzero era della polizia?

— Sì.

— E pedinava questo Hassop?

— Sì.

— Hassop… un tipo molto pallido? Capelli color paglia? Scialbi occhi celesti?

Powell annuì.

— Lo sporco verme — mormorò Duffy. — E voi pensate che io mi presti a questi loschi servizi, vero? Voi… telespia! Io guadagno abbastanza denaro per avere più di una telespia alle mie dipendenze! Reich mi chiese di fargli un favore. Disse che quassù c’era un tale che lavorava intorno a un interessante cifrario musicale. Voleva che io lo bloccassi. Come potevo sapere che si trattava di un vostro giannizzero, mascherato da musicista?

Powell la fissò stupito. — Volete dire che non sapevate niente?

— Avanti, scrutatemi per bene. Se Reich non fosse nella Riserva, potreste captare a fondo l’inganno.

— Ferma! — Powell l’interruppe d’improvviso. Indagò minutamente e profondamente nel pensiero di lei, poi si volse e cominciò a correre.

— Ehi! — urlò Duffy. — Qual è il verdetto?

— Medaglia al valore — le gridò Powell, volgendo appena il capo. — Ve l’appunterò io non appena avrò recuperato un uomo sano e salvo.

— Non voglio un uomo qualunque, voglio voi!

Powell trovò il sergente Bible al teatro Globo, dove Diana Clerisy, la meravigliosa attrice esper, commuoveva migliaia di spettatori con le sue interpretazioni. Bible, indifferente al fascino della signorina Clerisy, esaminava, persona per persona, il pubblico. Powell lo prese per un braccio e lo trascinò fuori per parlargli con comodo.

— È nella Riserva — disse Powell. — Ha portato Hassop con sé. Anche il bagaglio di Hassop. Alibi perfetto. È rimasto scosso dall’incidente e ha bisogno di riposo. Ha bisogno anche di compagnia. È a otto ore da qui.

— La Riserva, eh? — rifletté Bible. — Duecentocinquanta miglia di animali, geografia e clima da far impazzire.

— Se vogliamo liberare Hassop, dobbiamo balzare su un elio e fare una rapida ricognizione in quella zona.

— Nella Riserva è vietato il transito a qualsiasi mezzo meccanico.

— Ma questa è una situazione di emergenza! Peetcy ha bisogno di avere Hassop a sua disposizione.

— E allora lasciate che ci pensi Peetcy a trattare con le autorità di Pardi. Vedrete che non si riuscirà a ottenere un permesso speciale prima di tre o quattro settimane.

— Già. Nel frattempo Hassop sarà morto e sepolto. Che ne dite di usare il radar o il sonar? Potremmo individuare la località in cui si trova Hassop e…

— Non si possono portare con sé apparecchi di nessun genere nella Riserva, se escludete le macchine fotografiche. Dovete trascinarvi sui vostri propri piedi, là dentro, portarvi con voi i vostri viveri. Munirvi di uno speciale schermo protettivo che impedisca agli animali di farvi sparire in un solo boccone. Se volete riscaldarvi, dovete farvi il vostro fuoco. Se volete andare a caccia dovete costruirvi armi di fortuna. Siete solo contro la natura. E vi fanno firmare un documento nel quale vi dichiarate pienamente responsabile della vostra sorte, nel caso che la natura abbia la meglio.

— Come faremo allora a trovare Hassop?

— Firmiamo il documento e andiamo a cercarlo a piedi, così come siamo.

— Noi due? Percorrere duecentocinquanta miglia quadrate di territorio dalle più varie caratteristiche geografiche? Di quanti agenti potete disporre?

— Forse dieci.

— Venticinque miglia quadrate a testa. Impossibile.

— Forse potreste tentar di convincere le autorità di Pardi… No. Anche se ci riusciste non potremmo radunarli in meno di una settimana. Non potreste per caso radunarli mediante trasmissioni telepatiche?

— Noi non possiamo trasmettere il nostro pensiero a nessuno se non a un’altra telespia, così… Un momento! Mi è venuta un’idea. Un essere umano è considerato alla stregua di un apparecchio meccanico? No, vero? Benissimo, allora. Farò una rapida azione di reclutamento e porterò con me nella Riserva il mio radar privato.

Fu così che un improvviso amore per la natura colse un eminente avvocato proprio nel pieno di una serie di delicate transazioni contrattuali in una delle lussuose sale da conferenza di Pardi. Lo stesso genere di amore invase anche la segretaria di un famoso scrittore, un giudice di pace, un medico, un teleanalista incaricato di vagliare i candidati che aspiravano a un posto nella Associazione alberghiera, un disegnatore, un ingegnere, il presidente della famosa Amalgamated Union’s Grievance Committee, il sovrintendente alla cibernetica di Titano, un segretario di psicologia politica, due membri di Gabinetto, cinque membri del Parlamento, e decine e decine di altri esper che si trovavano a Pardi per lavoro o vacanza.

Con la stessa aria di gaia spensieratezza e gli abiti più impensati, essi varcarono i confini della Riserva. Quelli che avevano avuto notizia della spedizione per tempo indossavano abiti semplici e sportivi. Altri non avevano avuto il tempo di organizzarsi; e le guardie che stavano ai cancelli con l’incarico di ispezionare il contenuto dei bagagli e trattenere gli oggetti illeciti, videro un pazzo tutto azzimato, in abito ufficiale da diplomatico, avviarsi decisamente con un gran fagotto in spalla alla volta della Riserva. In realtà tutti questi amanti della natura improvvisati avevano con sé delle carte particolareggiate della Riserva accuratamente divise in settori.

Con straordinaria rapidità di movimenti i nostri uomini si sparsero qua e là avanzando indomiti in quel cosmo in miniatura comprendente i più varii tipi di clima e le più disparate caratteristiche geografiche. La linea di trasmissione telepatica sussultava assiduamente mentre commenti e informazioni andavano e venivano lungo quel radar umano di cui Powell occupava la posizione centrale.

Nevica, qui. La tempesta imperversa.

Paludi e zanzare in questa zona.

Nessuno sa com’è fatto esattamente un serpente a sonagli?

Non morderlo, ti raccomando!

Maledetta natura!

Gente in vista, Pres. Settore 17.

Trasmettetene l’immagine, signor Presidente!

È un orso!

Lo chiamate un orso? Da noi, su Titano…

Mi insegue!

Non correre! Convincilo con le buone!

Accidenti, c’è un lago qui davanti a me e io non so nuotare!

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