Литмир - Электронная Библиотека
A
A

— Non so di che cosa stia parlando — rimandò cordialmente Hawke.

Come se lui non avesse nemmeno parlato, Leisha proseguì. — Lo ha fatto per aumentare i profitti della Noi-Dormiamo. O meglio, lei pensa di averlo fatto per quel motivo. I profitti, tuttavia, stavano crescendo comunque. Lei lo ha fatto, in realtà, perché non è un Insonne e non potrà mai esserlo, ed è uno di quegli individui carichi di odio che si adoperano sempre per distruggere qualsiasi superiorità non siano in grado di avere.

La carne sopra al colletto di Hawke cominciò ad arrossire. Quello non era evidentemente ciò che si era aspettato di sentire. Jordan esordì — Leisha…

— Va tutto bene, Jordan — ribatté lei con chiarezza. — Le tre guardie del corpo sono altamente addestrate, l’aereo è dotato di dispositivi di sicurezza regolati sul mio corpo, io sto registrando e il signor Hawke lo sa. Non esiste alcun pericolo. — Si rivolse quindi a Hawke. — Nemmeno per lei, ovviamente. Non c’è nulla di dimostrabile. Non contro di lei, e nemmeno contro Jennifer, non appena l’impronta della retina verrà identificata come appartenente a Stella Bevington. Perché Stella potrà spiegare non soltanto come ha perduto il pendente, ma anche dove si trovava la mattina in cui è morto Herlinger. Era a una riunione congiunta con quattordici amministratori delegati ad Harrisburg, in Pennsylvania. Lei sapeva che tutto questo sarebbe venuto a galla, vero, signor Hawke, non appena il pendente fosse stato ammesso come prova, e Stella si fosse resa conto che era il suo. Sapeva che il processo sarebbe fallito e che nessuno sarebbe stato condannato. L’odio, tuttavia, sarebbe stato un po’ più infiammato, ed era questo ciò che le importava.

— Sta dicendo sciocchezze, signorina Camden — rispose Hawke. Jordan si accorse che l’uomo aveva nuovamente un pieno controllo di sé, il suo grosso corpo rilassato e possente mentre si appoggiava contro la scrivania. — Ma risponderò comunque alla sua ultima affermazione. Le dirò io quello che importa. Questo… — prese in mano un pacco di lettere alle sue spalle — … importa. La gratitudine da parte di gente che prima non aveva la dignità del lavoro e, grazie alla Noi-Dormiamo, adesso ce l’ha. Questo importa.

— Dignità? Basata su frode, furto e omicidio?

— L’unico furto di cui sono a conoscenza è quello commesso dal Rifugio, che ha sottratto i brevetti del dottor Walcott. Quanto meno, è ciò che ho sentito dire negli olonotiziari.

— Oh — commentò Leisha. — Allora mi lasci parlare di un altro furto, signor Hawke. Giusto per farle capire. Lei ha rubato qualche altra cosa, e l’ha rubata a mia sorella Alice, alla mia amica Susan Melling e a ogni altro Dormiente che credeva che esistesse una possibilità di una vita più lunga e di poteri maggiorati dovuti all’insonnia. Ci hanno creduto, per un breve periodo. Lo hanno sperato, nelle ore della notte in cui i Dormienti giacciono svegli e pensano alla vita e alla morte e non riescono a dormire. Si chiederà come faccio a saperlo. Lasci che le dica come faccio. Lo so perché Susan Melling sta morendo per una malattia incurabile al cervello, lo sa, e vuole disperatamente non morire. Lo so perché mia sorella me lo ha detto durante il processo, il processo che lei ha messo in piedi per aumentare il suo prestigio, mi ha detto: "La cosa più dura che ho imparato, Leisha, non è stata allevare Jordan da sola o guadagnarmi da vivere o accettare il fatto che Papà non mi amasse. La cosa più dura che ho imparato è stata che anche se davo la colpa a te, sarei stata comunque costretta a fare tutte quelle cose. La cosa più dura che ho imparato è che non esiste una via d’uscita". Lei ha offerto la promessa di una via d’uscita, signor Hawke, e poi ne ha derubato Alice. Alice, Susan e ogni altro Dormiente che non considera l’odio una via di uscita. Lei non ha derubato coloro che odiano. Ha derubato gli altri, la gente che si sforza di essere troppo onesta per odiare. Ecco che cosa ha rubato e a chi lo ha rubato.

Il sorriso di Hawke era rigido, Ci fu un lungo silenzio. Alla fine, lui disse in tono canzonatorio: — Molto carino, signorina Camden. Potrebbe trovare facilmente un lavoro come scrittrice di bigliettini di auguri.

L’espressione di Leisha non mutò. Si voltò per andarsene, e in quel singolo movimento di disprezzo Jordan si accorse improvvisamente quanto poco si fosse aspettata da quell’incontro. Non aveva affrontato Hawke nella speranza di cambiarlo, o di scoprire qualcosa da lui, o anche solo di scaricare la sua rabbia. Non erano stati quelli i motivi per cui era andata lì, o i motivi per cui aveva avuto bisogno che Jordan l’accompagnasse.

Nessuno li fermò, quando lasciarono la fabbrica. Nessuno parlò finché l’aereo non sfrecciò via sopra i campi scuri tagliati dal fiume ancor più scuro. Jordan guardò sua zia. Lei non sapeva di Joey, non sapeva che Jordan aveva già abbandonato Hawke. — Sei venuta qui per me. Così che potessi vedere che cosa è Hawke.

Leisha gli prese la mano. Aveva le dita fredde. — Sì. Sono venuta per te. È tutto qui, Jordan. Tu. Tu e tu e tu e tu e tu. Pensavo che ci fosse dell’altro, qualcosa di più, ma mi sbagliavo. Uno per uno. È tutto quello che c’è.

— La comunità deve sempre venire per prima — disse tranquillamente Jennifer Sharifi a Najla e Ricky, — Ecco perché Papà non tornerà più a casa. Papà ha infranto la solidarietà con questa comunità.

I bambini si fissarono le scarpe. Avevano paura di lei, si accorse Jennifer. Non era una cosa negativa: la paura era soltanto il termine antico per rispetto.

Najla, alla fine disse, con un fil di voce: — Perché dobbiamo lasciare il Rifugio?

— Non stiamo lasciando il Rifugio, Najla. Il Rifugio viene con noi. Ovunque si trovi la comunità, lì sarà il Rifugio. Ti piacerà il luogo in cui stabiliremo il Rifugio. E più sicuro per la nostra gente.

Ricky sollevò gli occhi per guardare sua madre. Gli occhi di Richard nel volto di Richard. — Quando sarà pronta la stazione orbitale per noi?

— Fra cinque anni. Dobbiamo progettarla, costruirla, pagarla. Cinque anni sarebbero stati il periodo più breve mai utilizzato per la costruzione di una stazione orbitale, pur considerando il fatto che loro avevano acquistato una struttura già esistente da un governo dell’Estremo Oriente che a quel punto se ne sarebbe dovuta costruire un’altra.

Ricky domandò: — E non torneremo mai più sulla Terra?

— Certo che tornerai sulla Terra — rispose Jennifer. — Per affari, quando sarai grande. Gran parte dei nostri affari si svolgerà ancora qui, con i pochi Dormienti che non sono né mendicanti né parassiti. Provvederemo però a gran parte del commercio dalla stazione orbitale, e troveremo il modo per utilizzare la modificazione genetica per formare la società più forte mai conosciuta.

Najla chiese dubbiosa: — È legale?

Jennifer si alzò, e le pieghe della sua abbaya le ricaddero attorno ai sandali. Si alzarono anche i due bambini, Najla ancora con la sua espressione dubbiosa, Ricky preoccupato. — Sarà legale — disse Jennifer. — Lo renderemo legale per voi e per tutti i bambini che verranno. Legale, solido e sicuro.

— Madre… — disse Ricky e si fermò.

— Sì, Ricky?

Lui la guardò, e un’ombra passò sul suo piccolo volto. Qualsiasi cosa avesse avuto intenzione di dire, decise di tenerla per se stesso. Jennifer si chinò e lo baciò, baciò Najla e si voltò per incamminarsi verso casa. Avrebbe parlato di nuovo con i bambini, in seguito, spiegando loro a piccole dosi che potessero assimilare, rendendo tutto chiaro. Dopo. In quel momento c’erano moltissime altre cose da fare. Progettare. Mantenere il controllo.

56
{"b":"120880","o":1}