Congelò l'immagine sull'olovisore al centro del tavolo. Gli sarebbe piaciuto poter premere un pulsante e congelare allo stesso modo gli eventi in essa rappresentati, per fermare la loro terribile corsa verso quella che poteva essere soltanto una tragedia. — Avrai notato che la nostra falla più evidente resta l'assenza di informazioni precise sulle forze cetagandane. Spero che il servizio segreto dei vervani, e forse anche i Randall Rangers, possano darmi qualcosa di utile, se riusciremo a tirarli dalla nostra parte.
«Ora, Altezza Imperiale, la decisione spetta a lei. Combattere o non combattere? Io posso separare la Ariel dal resto della Flotta e rimandarti a casa anche subito, senza che questo influisca troppo sulla battaglia che senza dubbio ci sarà al corridoio di transito. A determinare le nostre possibilità non sarà la velocità di manovra, ma la pura e semplice potenza di fuoco. Ed è quello che farebbero mio padre o Illyan, se fossero qui, lo sai.
— No. — Gregor s'irrigidì. — Comunque loro non sono qui.
— Vero. In alternativa, se esaminiamo la soluzione opposta, te la sentiresti di essere il comandante in capo di una faccenda sporca e sanguinosa? Comandante di fatto, oltreché di nome?
Gregor ebbe un sorrisetto. — Che tentazione. Ma non credi che ci sia una certa… folle arroganza nel prendere il comando senza aver fatto apprendistato sul campo di battaglia?
Miles sentì una vampa di rossore. — Io… mmh… sono alle prese con lo stesso dilemma. Tu però hai una soluzione: si chiama Ky Tung. Parleremo con lui più tardi, quando ci trasferiremo sulla Triumph. - Fece una pausa. — C'è un paio di altre cose che dovresti fare per noi. Se credi. Cose di una certa importanza.
Gregor si grattò il mento, scrutando Miles come se stessero giocando a mini-tattica. — Scopra le sue intenzioni, Lord Vorkosigan.
— Legittimare i Dendarii. Presentarli ai vervani come Flotta ufficialmente al servizio di Barrayar. Io susciterei dubbi. La tua parola è legge. Potresti concludere un vero trattato di alleanza difensiva fra Vervain e Barrayar… e anche Aslund, se riuscissimo ad averlo. Il tuo principale valore è, mi spiace dirtelo, non militare ma diplomatico. Fermati a Stazione Vervain e tratta con quella gente. E intendo dire contratta.
— Al sicuro dietro le linee — notò seccamente Gregor.
— Soltanto se noi vincessimo, sul nostro lato del corridoio di transito. Se fossimo sconfitti, il fronte arriverà fino a te.
— Vorrei essere un soldato e basta. Un semplice tenente, con una sola squadra di uomini a cui pensare.
— Moralmente non c'è alcuna differenza fra mandarne alla morte uno o diecimila, stanne certo. Sarai dannato allo stesso modo.
— Sì, ma vorrei andare in battaglia. Probabilmente è l'unica occasione che avrò mai di correre i miei rischi sul serio.
— E il rischio che corri ogni giorno, quello d'essere ucciso in un attentato, non è un brivido sufficiente per te? Capisco.
— Parlo di rischio attivo, non passivo. In servizio.
— Se dal tuo punto di vista il servizio migliore che puoi rendere alla gente che combatte è di rischiare la tua vita qui, col grado di tenente, ti faccio subito portare un'uniforme.
— Ouch! — mormorò Gregor. — Riesci a rivoltare ogni cosa che dico contro di me, come un coltello, vero? — Fece una pausa. — Trattati militari, eh?
— Sempreché Sua Altezza li trovi abbastanza rischiosi, Maestà.
— Oh, piantala — sospirò Gregor. — Io reciterò la parte che mi è stata assegnata. Come sempre.
— Grazie. — Per un attimo Miles fu tentato di chiedergli scusa, di ammorbidire quelle parole, poi ci ripensò. — L'altro nostro jolly sono i Randall Rangers. Che in questo momento, se posso permettermi una solida ipotesi, sono in pieno caos. Metzov è scomparso, l'attacco in superficie non è avvenuto, la loro comandante ha disertato la scena dell'azione… a proposito, com'è riuscita a convincere i vervani a lasciarla allontanare?
— Ha detto loro che veniva a conferire con te, facendo credere che ti consideravi davvero al suo servizio. Penso che contasse su un rapido arrivo delle forze cetagandane, per farsi inseguire fino a Pol. Ma a quanto pare gli invasori non sono ancora riusciti a raggiungere il corridoio di transito Vervain-Mozzo.
— La loro avanguardia ha compiuto il balzo Cetaganda-Vervain, ma sta attaccando i cantieri orbitali. O almeno credo. — Miles annuì fra sé. — Mmh. Cavilo potrebbe averci spianato la strada. Ha negato d'essere in qualche modo coinvolta coi cetagandani?
— Non credo che i vervani abbiano capito che i Rangers dovevano aprire la strada agli invasori. Quando siamo partiti da Stazione Vervain sapevano che i Rangers non avevano neppure cominciato a difendere l'uscita del corridoio di transito Cetaganda-Vervain, ma lo attribuivano a incompetenza.
— Probabilmente con abbondanti prove al riguardo. Ma dubito che la maggior parte dei Rangers sapesse del tradimento, o non sarebbe rimasto a lungo un segreto. E quelli di loro che lavoravano per i cetagandani sono rimasti a brancolare nel buio quando Cavilo ha deciso di filarsela per la sua tangente imperiale. Tu sapevi che, accettando le sue proposte con una mano, con l'altra stavi sabotando l'invasione cetagandana?
— Oh — borbottò Gregor, — per accettare quello che lei offriva ho dovuto usare due mani…
Miles decise di non toccare quel tasto. — Comunque, se possibile, dobbiamo occuparci dei Rangers. Prenderli sotto controllo, o almeno impedire che agiscano alle nostre spalle.
— Saggia idea.
— Suggerisco di chiamare la nostra amica e giocare al Buono-e-Cattivo. Io sarò lieto di recitare la parte del Cattivo.
Cavilo fu portata dentro da due uomini che la manovravano con campi-rete di energia. Indossava ancora il suo pesante scafandro da combattimento, ora segnato e ammaccato. Non aveva più il casco. La riserva d'aria e le armi erano state staccate, i servomeccanismi disattivati, l'elettronica interna spenta, e ciò che restava era una prigione di oltre cento chili che la racchiudeva come un sarcofago. I due mercenari Dendarii la sistemarono in piedi a un'estremità del tavolo e si fecero indietro con un sorrisetto. Una statua con una testa viva, quasi una specie di Pigmalione orribilmente interrotta a metà della sua metamorfosi.
— Grazie, signori. Attendete fuori — disse Miles. — Comandante Bothari-Jesek, prego, lei resti.
Cavilo agitava con furia la bella testa bionda, unico movimento a sua disposizione, in un futile tentativo di mostrare che stava resistendo. Mentre gli altri uscivano incenerì Gregor con lo sguardo. — Tu, serpente! — ringhiò. — Razza di bastardo!
Gregor aveva i gomiti sul tavolo e il mento appoggiato sulle mani. Alzò gli occhi verso di lei, con aria stanca. — Comandante Cavilo, entrambi i miei genitori sono morti di morte violenta durante un complotto politico prima che io avessi sei anni. Un fatto che lei avrebbe dovuto considerare. Pensava di avere a che fare con un dilettante?
— Lei stava giocando fuori dal suo cortile fin dall'inizio, Cavilo — disse Miles, camminando lentamente intorno a lei come se valutasse un oggetto esposto in vendita. — Avrebbe dovuto attenersi al suo contratto. O al suo secondo piano. O al terzo. In effetti, avrebbe dovuto attenersi a qualcosa. La totale propensione a fare soltanto i suoi interessi ha fatto di lei una foglia al vento, che chiunque poteva raccogliere. Ora Sua Altezza Imperiale… non io, sia chiaro… pensa che dovremmo darle una possibilità di comprarsi il diritto di vivere.
— Tu non hai neppure abbastanza pelo sullo stomaco da farmi gettare nello spazio — sbottò lei, vibrando di rabbia.
— Non è questo che mi riproponevo. — Visto che le stava facendo accapponare la pelle, Miles continuò a girarle freddamente intorno. — No. Guardando al futuro… quando questa storia sarà finita, pensavo di consegnarla ai cetagandani. Un piccolo regalo che a noi non costerà niente, e che faciliterà la conclusione della faccenda. Immagino che alcuni di quei Lord siano ansiosi di rivederla, no? — Si fermò davanti a lei e sorrise.