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— E ha detto che io ho del fascino! — mormorò Reich.

— Stanotte — proseguì Powell — vi siete divertiti a giocare un vecchio gioco detto Sardina. Vorrei essere stato tra i vostri invitati, Madame. Dovete ricordarvi di me la prossima volta.

— Certo — promise Marie, — certo, carissimo Ispettore.

— Nel corso del gioco, il vecchio D’Courtney è stato ucciso. Siamo quasi sicuri che si tratta di omicidio premeditato. Ne saremo certi quando il laboratorio legale avrà compiuto le sue analisi. Ma supponiamo che si tratti di un crimine aggravato. Questo ci permetterà di giocare a un altro antico gioco, detto Delitto.

Gli invitati parvero interessarsi. Powell proseguì con lo stesso tono leggero, riuscendo a far apparire il più spaventoso delitto del secolo come un pretesto al più piacevole degli svaghi.

— Nel gioco chiamato Delitto — disse — la presunta vittima viene uccisa. Colui che fa la parte dell’investigatore deve scoprire chi l’ha uccisa. Così sottopone a interrogatori i presunti sospettati. Tutti devono dire la verità, tranne l’assassino, che può mentire. L’investigatore, dall’analisi compatta delle varie storie, deduce chi ha mentito e scopre l’assassino. Ho pensato che vi potreste divertire partecipando al gioco.

Una voce chiese: — E come si fa, esattamente?

Un’altra aggiunse: — Sono proprio qui in giro turistico.

— L’inchiesta — disse Powell con un sorriso — analizza tre aspetti diversi del delitto. Primo: il motivo. Secondo: il metodo. Terzo: l’occasione. I tecnici del nostro Laboratorio si occupano del secondo e del terzo. Il primo lo scopriremo nel corso del nostro gioco. Se ci riusciremo saremo anche in grado di risolvere gli altri due problemi su cui ora si accaniscono quelli del Laboratorio. Sapevate che non riesco a immaginare chi può aver ucciso D’Courtney? Sapevate che la figlia di D’Courtney è scomparsa? Se n’è andata mentre voi stavate giocando a Sardina. Sapevate che i guardiani di D’Courtney sono stati misteriosamente travolti da un corto circuito? Qualcuno li ha proiettati fuori del tempo per un’ora intera. Tuti vorremmo sapere come sia avvenuto.

Erano tutti sospesi sull’orlo della trappola, affascinati, senza respiro. Bisognava farla scattare con infinita cautela.

— Morte, sparizione, cronoteleruttori… Possiamo chiarire il mistero una volta individuato il motivo. Io farò la parte dell’investigatore, voi farete la parte dei sospettati. Mi direte la verità… tutti tranne l’assassino, naturalmente. Ma noi lo prenderemo in trappola, e questa festa avrà una fine trionfale se solo mi permetterete di esaminare telepaticamente ciascuno di voi.

— Oh! — gridò Marie allarmata.

— Aspettate, Madame. Tutto ciò che chiedo è il vostro permesso. Non sarà necessario che io vi analizzi perché, credete, se tutti quelli che tra voi sono innocenti mi daranno il loro permesso, allora l’unico che rifiuterà dovrà essere il colpevole.

— Ma ha il diritto di fare tutto questo? — sussurrò Reich a Jordan.

Jordan annuì.

— Immaginatevi per un momento la scena — Powell voleva dar loro la netta impressione del gioco tramutando la stanza in palcoscenico. — Io chiedo formalmente: Mi permettete di farvi un esame telepatico? Poi comincio il giro. — E cominciò lentamente il suo giro inchinandosi davanti a ciascuno degli ospiti, uno dopo l’altro. — E tutti rispondono: Sì, sì. Naturalmente, perché no? E poi improvvisamente una pausa drammatica. — Powell si fermò a questo punto dinanzi a Reich, impassibile. — Voi signore, ripeto, volete permettermi di farvi un esame telepatico?

Tutti fissavano la scena, come ipnotizzati. Anche Reich era allibito, come trafitto dall’indice puntato contro di lui e da quel volto penetrante.

— Esitazione. Il suo viso arrossisce violentemente, poi diventa di un pallore terreo come se il sangue fosse risucchiato dall’interno. Udite il suo convulso rifiuto: No! — L’ispettore si volse e parve travolgerli tutti in un gesto elettrizzante: — E in quel momento carico d’emozione sappiamo di aver scoperto l’assassino.

Li aveva quasi nelle sue mani. Quasi, ma a Tom Moyse pesava sull’animo il segreto della sua nascita illegittima, a Gloria Blomefield Junior quello dei suoi adulterii; Tony Asj aveva molte cose di cui vergognarsi; Nick Boutman era uno spergiuro.

— No! — gridò Marie. E tutti gli altri balzarono in piedi e urlarono: — No! No!

È stato un bel tentativo, Pres. Ma vedi il risultato.

Powell rimase affascinante anche nella sconfitta. — Mi dispiace, signore e signori, ma non mi sento davvero di biasimarvi. Soltanto uno sciocco si fiderebbe di un poliziotto. — Sospirò. — Uno dei miei aiutanti registrerà le dichiarazioni orali di coloro che vorranno farne. Il signor Jordan rimarrà a vostra disposizione per consigliarvi e tutelare i vostri interessi. — Guardò Jordan con aria triste. E tagliarmi la strada.

Non cercare di prendermi dalla parte del cuore. Si tratta del più affascinante caso di crimine aggravato che si sia verificato negli ultimi settant’anni. Una grande occasione. E tu vorresti sbarazzarti di me?

Powell strizzò l’occhio a Ben Reich e lasciò la stanza.

Nello sfarzoso appartamento nuziale, le indagini scientifiche erano finite. Kr I-2t, brusco, nervoso, tese a Powell il suo rapporto e disse: — Magri risultati!

Powell gettò un’occhiata al cadavere di D’Courtney. — Suicidio? — lo assalì. Era sempre pungente con Kr I-2t, che d’altra parte si trovava a suo agio solo con se stesso.

— Del tutto escluso. Non ci sono armi.

— Ma con che mezzo è stato ucciso?

— Non si sa.

— Se ha un buco nella testa che ci passerebbe un pugno!

— Entrata sotto il velo pendulo. Uscita dalla cosiddetta fontanella. Morte istantanea. Ma che cosa gli ha perforato il cranio? Non lo sappiamo.

— Radiazioni?

— Nessuna bruciatura.

— Cristallizzazione?

— Nessun segno di congelamento.

— Una carica di nitro vapore?

— Nessun residuo di ammoniaca.

— Acido?

— Un getto d’acido non avrebbe potuto sfondargli il cranio a quel modo.

— Un pugnale o un coltello?

— Impossibile. Avete un’idea di che forza ci vuole per un colpo del genere? Nessuno ci sarebbe riuscito.

— Bene, non riesco a immaginare nessun’altra arma. No, aspetta. Che ne diresti di un proiettile?

— Escluso anche questo. Non c’è traccia di proiettili. Nulla nell’interno della ferita. Nulla nella camera.

— Maledizione!

— Sono d’accordo.

— Allora non hai proprio nulla di speciale da riferirmi?

— Sì. Al momento di morire stava mangiando zucchero candito. Gli abbiamo trovato in bocca un frammento di materia plastica del tipo in cui in genere si avvolge lo zucchero candito.

— Ebbene?

— Nessuna traccia di zucchero candito nella stanza.

— Potrebbe averlo mangiato tutto.

— Nessuna traccia di zucchero candito nel suo stomaco. Comunque, non avrebbe potuto mangiarlo, con la gola che aveva.

— Perché no?

— Cancro di origine psichica. Un brutto caso. Non poteva parlare, figuriamoci se poteva mangiare zucchero candito.

— Dobbiamo mettere le mani sull’arma, di qualunque cosa si tratti.

— Cerca la figlia e troverai l’arma — disse Kr I-2t. — Ha fatto fuori il vecchio e poi se ne è andata di corsa con l’arma.

— E sai anche perché lo avrebbe fatto?

— Non ti posso dire perché l’abbia ucciso — rispose, con disperata calma, Kr I-2t — non ti posso dire come, l’ha ucciso… — e improvvisamente esplose: — Non posso nemmeno dirti a che ora! Powell, io do le dimissioni!

Con questa, Kr I-2t aveva dato le dimissioni diciassette volte nel corso di due anni. Ignorando completamente il fatto, Powell sfogliò il fascicolo del rapporto, fissò il cadavere bianco come cera, fischiettò un motivetto. Ricordava di aver letto un romanzo in cui si narravano le vicende di un esper capace di leggere nella psiche di un cadavere… qualcosa di simile all’antico mito secondo cui si poteva, fotografando la retina di un morto, avere l’immagine dell’assassino. Gli sarebbe piaciuto possedere quella eccezionale capacità.

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