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Apparvero alcune torce. Nel giro di una mezz’ora ogni essere umano, per chilometri e chilometri, si trovava ammassato presso le mura della prigione, con il volto truce eppure esaltato che hanno le persone quando si stanno occupando intensamente di qualcosa che è al di fuori di se stessi. La luce delle torce fece divenire rosate alcune delle scialbe facce da Vivi; altre risultarono striate di rosso e blu a causa dell’ologramma che lampeggiava sopra di noi. "Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera".

Non ci fu assolutamente alcuna risposta dalle silenti mura grige.

Continuarono così per circa un’ora, che fu poi lo stesso tempo in cui l’ologramma lampeggiò il suo messaggio di morte rispetto a quelli come Miranda.

E me.

E i Vivi iniettati?

Quando finalmente l’ologramma scomparve, lo fece anche il canto, quasi venisse spento dall’alto. La gente strizzò gli occhi e si fissò a vicenda, un po’ abbacinata. Poteva essere appena uscita da un sogno lucido di Drew Arlen.

Lentamente, senza alcuna fretta, diecimila persone si allontanarono dalla prigione, tornando alle tende, espandendosi per chilometri interi. Occorse moltissimo tempo. La gente si spostava lentamente, sottomessa, parlando a bassa voce. Per quello che ne seppi io nessuno venne spintonato o restò ferito. Un tempo, non lo avrei creduto possibile.

Le persone rimasero alzate fino a tardi, rannicchiate attorno ai falò comuni, a parlare.

Brad disse: — Quell’ologramma non veniva dalla prigione.

Non avevo mai pensato che potesse essere così. Volevo tuttavia ascoltare il suo ragionamento. — Come fai a saperlo?

Egli mi sorrise in modo paziente, il tecnico che aveva appena messo le piume che si rivolgeva all’anziano ignorante. Piccolo cazzone. Io avevo dimenticato più nozioni tecniche di quante lui non ne avesse ancora imparate nel suo ritardato innamoramento post iniezione verso la vera conoscenza. Aveva sedici anni. Io, tuttavia, non avevo alcun reale diritto di disprezzarlo. Non avevo notato dove avesse avuto origine l’ologramma.

— Gli ologrammi al laser hanno fibre di alimentazione — disse. — Sai quelle sottilissime linee di raggi che si riescono a vedere solo di lato e solo se ci si mette a guardarle.

— Visione periferica. Sì, lo so, Brad. Da dove venivano, se non dalla prigione?

— Lizzie e io le abbiamo studiate solamente la scorsa settimana. — Appoggiò una mano sul ginocchio di Lizzie, che sembrava, lei, di sua proprietà. Annie aggrottò la fronte.

— Da dove venivano i raggi di alimentazione, Brad?

— Inizialmente non li avevo quasi notati. Poi mi sono ricordato…

— "Da dove, maledizione!"

Sbalordito, indicò. Orizzontalmente, verso la cima di una montagna non vicinissima di cui non sapevo il nome. Fissai la montagna che si stagliava nel chiaro di luna.

— Non capisco perché mi devi gridare dietro, tu — disse Brad, a metà fra un broncio e un ghigno. Lo ignorai. Speravo che Lizzie perdesse interesse in lui. Non era nemmeno lontanamente intelligente come lei.

Fissai la scura montagna senza nome. Ecco dove stavano, allora. I clandestini di Volontà e Ideale a cui Drew Arlen aveva accennato e di cui Billy aveva incontrato un membro settimane addietro. Quell’uomo, però era stato iniettato. Significava forse che si poteva venire iniettati, con tutti i cambiamenti nel macchinario biologico di base, ed essere ugualmente considerati umani dai clandestini? Oppure l’uomo veniva usato come informatore e sarebbe stato successivamente processato per tradimento una volta che la guerra fosse terminata? Cose simili non erano sconosciute alla storia.

Quel movimento aveva diffuso il disgregatore di duragem. Stava uccidendo Muli. Aveva nascosto con successo Drew Arlen per due mesi perfino a Huevos Verdes. Armava i propri soldati con munizioni militari degli Stati Uniti.

Arrivò l’alba prima che riuscissi a dormire.

La notte successiva l’ologramma si ripresentò, cambiato.

La doppia spirale rossa e blu nella luce bianca era ancora presente, ma questa volta le lettere lampeggianti dicevano:

NON MI OSTACOLATE
VOLONTÀ E IDEALE

"Non mi ostacolate?" Quale gruppo pseudorivoluzionario poteva essere così demenziale da pensare che un branco di "cantori pastorali" che si nutrivano di fango li stesse ostacolando? O che potesse anche essere interessato a loro?

Ebbi un’improvvisa intuizione. Non si trattava soltanto del fatto che i Vivi, avendo usato le siringhe, potessero o no essere divenuti non umani. Non era stato quel solo fattore a provocare l’odio dei clandestini. Era stato il disinteresse dei Vivi nel farlo. Le persone che avevano usato le siringhe non solo non degnavano di alcuna attenzione il governo legale, la maggior parte di esse poi era altrettanto disinteressata ai suoi eventuali rimpiazzi, ma le persone non avevano bisogno di alcun sostituto, quanto meno pensavano di non averne. E per alcuni essere odiati è preferibile al risultare irrilevanti. Qualsiasi azione che provochi una reazione, indipendentemente da quanto irrazionale, è migliore che l’essere irrilevanti. Anche se la reazione non è mai abbastanza.

Altra cosa: quegli ologrammi non stavano cercando di convertire qualcuno. Non c’erano trasmissioni che spiegassero perché la gente dovesse unirsi ai clandestini. Non c’erano volantini dalle parole semplici. Non c’erano membri della cellula clandestina che cercassero di avvicinarsi furtivamente ai più emotivi, persuadendoli sottovoce. Le persone che proiettavano quegli ologrammi non avevano alcun interesse nel reclutamento. Erano interessati a una moralistica e bigotta violenza.

I Vivi che scrutavano verso il cielo, reagirono a questo secondo ologramma esattamente come avevano fatto la notte precedente. Ordinatamente, senza confusione, senza che venisse dato alcun segnale, cominciarono a muoversi verso la prigione. Non c’era alcuna fretta. Le madri si presero il tempo per infagottare i piccoli contro il freddo notturno, per allattare al seno, per stabilire chi dovesse rimanere insieme ai bambini piccoli addormentati. Vennero coperti i falò. Coloro che lavoravano a maglia fecero ciò che generalmente si fa al termine di un ferro. Nel giro di dieci minuti, tuttavia, ogni adulto dell’accampamento aveva cominciato a muoversi, una forza di diecimila persone, verso le mura. Tutti aggirarono con cautela le tende e i focolari di quelli accampati nelle immediate vicinanze della prigione, attenti a non calpestare nulla. Non appena si trovarono spalla a spalla, cominciarono a intonare il coro.

"Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera".

L’ologramma pulsò per quindici minuti, quindi cambiò:

LIBERTÀ O MORTE
VOLONTÀ E IDEALE

La luce bianca mutò in una bandiera americana, con stelle e strisce sovrapposte alla doppia spirale.

"Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera".

Quindici minuti dopo le parole dell’ologramma cambiarono ancora:

SPERANZA
VOLONTÀ E IDEALE

"Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera".

La bandiera americana si trasformò in un serpente a sonagli pronto a sferrare un attacco. Sembrò talmente realistico che alcuni bambini scoppiarono a piangere.

Altri quindici minuti e il serpente venne sostituito dall’originale doppia spirale con la sacrale luce bianca. Questa volta le linee furono tre:

MORTE AGLI ABOMINI
POTERE AI VERI VIVI
VOLONTÀ E IDEALE

La doppia spirale ruotò lentamente. Mi chiesi quanti dei cantori sapessero di cosa si trattasse.

"Miranda Libera…"

In un’ora fu tutto finito. Occorse un’altra ora perché l’immensa folla si disperdesse tranquillamente, cosa che cominciò a fare nel momento stesso in cui l’ologramma svanì.

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